Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: _montblanc_    03/09/2011    12 recensioni
«Mi sono risvegliata in mezzo alla foresta di Konoha e mi sono detta: ”Beh, non è un male, infondo è sempre stato il mio sogno”, ma poi l’Hokage mi aizzato contro un gruppetto di Anbu e tutto è degenerato...» stava sbraitando la ragazza, una certa isteria nel tono di voce.
~
«Vuoi unirti all’Akatsuki?» domandò di rimando lui, senza distogliere lo sguardo dal combattimento; si stava visibilmente spazientendo.
Vuoi unirti all’Akatsuki? VUOI UNIRTI ALL'AKATSUKI?! Certe cose non si chiedevano così! Non ci si poteva mettere un minimo di introduzione tipo “Ehi, ciao! Ma lo sai che anche se non sei una ninja e non sai un emerito cippolo di come ci si comporti in una battaglia, saresti un membro eccellente nell’Akatsuki? Eh? Che ne pensi?”.
Se lo faceva in modo così diretto e, sopratutto, ad una che non desidera altro nella vita - in mia difesa potevo solo dire che ognuno merita di avere le proprie ambizioni-, questa, poverina, rischiava l’infarto. Ed io non ero Kakuzu, a me ne bastava uno per rimanerci secca.
(Ho cominciato a scrivere questa storia veramente tanto tempo fa, quindi sto piano piano riscrivendo i vecchi capitoli nel disperato tentativo di renderli più leggibili)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akasuna no Sasori, Akatsuki, Altri, Deidara, Nuovo Personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 18:
C’era un sole che spaccava le pietre.
Il vento, che avrebbe dovuto portare un po’ di sollievo a noi poveri passanti, era anch’esso afoso e rendeva l’aria irrespirabile.
Nonostante tutto il villaggio era abbastanza affollato: c’erano dei bambini che correvano ridendo, degli anziani che si erano radunati in cerchio per confabulare su chissà che cosa e gente che si affrettava per svolgere le ultime compere mattutine.

Il giorno prima...
Ero in camera e stavo sfogliando distrattamente un libro di cui ancora ignoro l’argomento –in quanto scritto in giapponese-.
Non prestai attenzione a Deidara che, a torso nudo entrava nella stanza e prendeva a frugare nell’armadio. Ormai mi ci ero abituata, più o meno. Diciamo che mi limitavo a implodere mentalmente in urletti striduli e quant’altro.
La cosa strana, però, era che, dopo aver passato una mezz’oretta buona all’interno di quel mobile in legno mi si parò davanti, l’espressione veramente irritata.
- Spogliati!- mi ordinò, facendomi sbiancare.
- E-ehm, ma cosa dici DeiDei?- balbettai imbarazzata – Insomma, non mi aspettavo una richiesta così improvvisa! Almeno prima portami a cena fuori!- tentai, mentre lui prendeva a tirarmi la maglia, unico indumento che indossavo in quel momento.
- Nooo!- feci cercando di fermarlo – Che cosa stai facendo DeiDei?!-.
Il caso volle che in quel momento un ignaro Sasori passò davanti alla soglia della porta, vedendo questa scena.
C’era Deidara, in boxer, che cercava di strapparmi via la maglia, mentre io mi dimenavo sotto di lui.
- Deidara...- cominciò adirato, facendoci sobbalzare.
Avevo un brutto, bruttissimo presentimento.
Questa volta il bombarolo sarebbe finito male.
- Non è come sembra, Danna!- protestò il biondo – La signorina qui presente mi ha fregato tutti i vestiti!- fece indicandomi.
Lo osservai dubbiosa, per poi guardare verso l’armadio.
Eh già, era bello vuoto...
Eppure non me ne ero accorta...
- Non ho più nulla da mettermi!- continuò Deidara – Quindi togliti subito quella maglia!-.
- Non puoi fare queste richieste ad una ragazza!- borbottai incrociando le braccia al petto.
- Come se avessi qualcosa da nascondere, uhm...- commentò a bassa voce lui, ma io lo sentii benissimo.
- Cosa hai detto?- sbraitai mettendomi in piedi e tirandogli violentemente in faccia la prima cosa che mi era capitata in mano –il libro-.
Questo però lo mancò e, se non fosse stato per il rapido riflesso di Sasori, che si era scansato, avrebbe colpito il rosso.
- Stai cercando di uccidermi?- chiese dubbioso.
- Comunque...- disse Deidara interrompendo la discussione – Mi sono veramente stancato! Domani andremmo a comprarti qualche vestito!-.

E fu così che in quel momento ci trovavamo a zonzo per il primo villaggio che ci era capitato a tiro, sotto il caldo afoso dell’estate.
Io indossavo un semplice mantello nero, con il cappuccio, che mi copriva dalla testa ai piedi. Ma l’aveva prestato Sasori, in un’instante di magnanimità, e, non potendo andare in giro per il villaggio con addosso solo una maglietta sformata del bombarolo, avevo accettato.
In quel momento, però, andare in giro nuda sarebbe stato veramente più piacevole.
Deidara, invece, indossava un maglia nera, senza maniche, sopra una a rete e dei pantaloni del medesimo colore.
Nonostante fosse il più svestito tra noi anche lui si lamentava per la temperatura di quel villaggio.
Il rosso, infine, portava anch’esso un mantello nero.
Lui era l’unico del gruppo che poteva allegramente affermare di stare bene vestito in quel modo.
Che invidia...avrei dovuto chiedergli di trasformarmi in una mezza marionetta...No, forse era meglio di no. Probabilmente Fuko avrebbe gradito, una volta ritornata nel suo corpo, di ritrovare tutti i suoi organi interni lì dove li aveva lasciati.
Il motivo per cui non indossavamo la cappa dell’Akatsuki era perché avevamo convenuto che, se fossimo andati in giro così, avremmo rischiato di essere fermati da qualche ninja di passaggio e la giornata shopping saltava.
Cosa che Deidara non avrebbe permesso...
- Ti ripeto che rubarli sarebbe molto più semplice...- ripeté per l’ennesima volta quest’ultimo, sventolandosi pigramente con una mano.
- E io ti ripeto che allora tanto valeva venire in qualità di membri dell’Akatsuki. Cosa siamo venuti a fare vestiti così in questo posto se ci mettiamo a rubare a destra e a manca?- borbottai io, rischiando l’evaporazione.
Anche solamente parlando prendevo a sudare.
- Kakuzu non ne sarà contento, uhm...- fece allora Deidara.
- Kakuzu non è mai contento quanto spendiamo i suoi soldi.- gli fece notare allora Sasori con il suo primo intervento della giornata.
- Se non voleva che li spendessimo non ce li avrebbe dati.- esclamai io, contenta che il rosso mi appoggiasse.
- Infatti non voleva darceli, è stato un ordine di Pain.-.
Seguirono degli attimi di silenzio, scanditi solo dal rumore dei nostri passi sul terreno.
Certo che era noioso andare a fare shopping con quei due.
Con le mie amiche non facevo altro che saltare allegramente da un negozio all’altro, discutendo di argomenti improbabili e senza senso.
Con loro fare questo sarebbe stato pressoché impossibile: uno perché Sasori, con l’entusiasmo che si ritrovava, non avrebbe fatto altro che deprimerci e due perché Deidara continuava a sottolineare quanto poco artistico fosse il design di quel luogo.
Cosa che ormai ripeteva dal momento stesso in cui vi avevamo messo piede.
Il primo negozio nel quale entrammo era minuscolo, quadrato e stracolmo di vestiti.
- Sbrigati.- mi disse semplicemente il bombarolo, dandomi una leggera spinta – Non ho intenzione di passare il pomeriggio richiuso in questo buco.-.
E poi era Sasori quello impaziente...
Velocemente presi un paio di vestiti e me li andai a provare dietro una piccola tenda che avrebbe dovuto –teoricamente- fungere da camerino.
Quando uscimmo da quel posto avevo gli occhi che sberluccicavano.
- Sono entrata nella taglia più piccola che avevano...- esclamai gongolando.
Non mi era mai capitato prima!
- Perché dobbiamo portarle noi le tue cose?- fece infastidito il biondino.
- Perché siete voi gli uomini fino a prova contraria. Fa come Sasori, almeno lui sta zitto.- risposi indicando il rosso, che non aveva neanche fiatato quando gli avevo consegnato le buste in cui erano contenuti i miei vestiti.
Dopo essere passati in altri negozi arrivò la sera.
Le luci per il villaggio si accesero, dandogli un aspetto veramente incantato.
Visto e considerato che, a parte Sasori, eravamo tutti stanchi, convenimmo che era il caso di trovare un posto dove dormire, prima di ritornare al covo.
Trovammo un piccolo albergo –si chiamavano così lì?- dove poter chiedere asilo.
Dopo aver pagato le stanze –come ci si aspetta da dei criminali corretti come noi- ordinammo anche la cena.
Fu allora che l’incantesimo che aveva reso tutta quella giornata splendida andò a farsi benedire.
Mentre ci nutrivamo –sotto lo sguardo disinteressato del rosso- Deidara adocchiò una delle cameriere.
Stavo mangiando tranquilla il riso al curry quando:
- Quella è proprio carina, uhm.- commentò lui sornione.
Cercando di ignorare la fitta al cuore che quella sola affermazione mi aveva causato bevvi un po’ d’acqua.
- Non ricominciare Deidara.- fece Sasori alzando gli occhi al cielo – Cerca di trattenerti ora che qui c’è anche Fu.-.
- E dai Danna, ma che ti costa lasciarmi un po’ di spazio?- si lamentò l’altro – Non ci capita quasi mai di poter avere dei giorni liberi. E poi a Fuko non importa, vero?- mi domandò, facendomi sobbalzare.
Provaci con quella e non uscirai più dal covo per il resto della tua vita!
- Fa come ti pare.- risposi scrollando le spalle, mentre il suo sorriso si accentuava maggiormente.
- Visto? – disse felice il biondo – Vado a conoscerla!- esclamò, prima di dirigersi da lei.
Lo guardai amareggiata, mentre iniziava a provarci senza il minimo ritegno con quella cameriera.
Trattenni una smorfia di disappunto: che aveva quella in più di me?
Bé, guardandole il petto era palese...Ma un uomo non può giudicare una donna solo in base a quello no?
Invece era proprio così! Mondo ingiusto!
- Guarda che così ti fai male.- disse Sasori togliendomi la forchetta dalle mani, che senza rendermene conto avevo preso a stringere convulsamente – Se ti dava fastidio potevi anche dirgli che per te non andava bene.- mi fece notare poi.
- Come se mi importasse di quello che fa Deidara, tzè...sinceramente può andare con chi gli pare, non deve mica renderne conto a me!- iniziai a borbottare incrociando le braccia al petto.
La verità era che ero gelosa, gelosa marcia delle attenzioni che il biondino stava riservando a quella lì.
- Pensavo che non ti piacesse.- disse allora sorpreso –no, sorpreso è una parola grossa- Sasori vedendo che avevo preso a sorseggiare del sakè.
Infatti non mi piace.
- Non è male.- risposi scrollando le spalle, mentre mi scolavo il secondo bicchiere.
Dopo un po’ che ti abituavi al sapore era anche buono.
Alla quarta tazzina iniziai a sentirmi un po’ strana.
Ero io o la stanza ondeggiava?
- Forse dovresti fermarti.- osservò il rosso, mentre io lo guardavo con espressione vacua.
- Non c’è problema.- gli assicurai continuando a bere.
Che male c’era? Ero solo al...quanti bicchieri avevo bevuto? Perché la stanza girava? Perché Sasori aveva i capelli rosa?
Mi portai una mano alla tempia che aveva preso a pulsarmi incessantemente.
- Vado a prendere un po’ d’aria...- annunciai stancamente, mentre mi dirigevo fuori dal ristorante/albergo.
I piedi sembravano muoversi automaticamente, come se non fossi io a comandarli.
Le luci appese qua e là mi confondevano: brillavano in maniera quasi accecante e cambiavano colore.
Non me ne ero accorta prima.
Poi c’era troppa gente per le vie di quel villaggio –com’è che si chiamava? Ce l’aveva un nome?- e mi venivano addosso in continuazione.
Camminai goffamente tra le persone, che mi riservavano spinte e sguardi di disapprovazione.
Cosa volevano? Era meglio se mi giravano a largo, io ero un membro dell’Akatsuki e potevo farli fuori con un semplice movimento delle dita. No, aspetta...quello era Itachi...No? Era lui si o no? Forse suo fratello? Com’è che si chiamava suo fratello?
Non me lo ricordavo.
Presa nei miei ragionamenti non mi accorsi di essere andata a sbattere contro qualcuno fino a quando non sentii un’imprecazione.
Davanti a me c’era un gruppetto di ragazzi, con la stessa stazza di un armadio.
Bé, o almeno era quello che pensavo. Non ero molto lucida al momento.
- Ti sei persa bella bambina?- chiese quello al centro, avvicinandosi a me.
L’odore acre dell’alcol mi pervase i polmoni, facendomi tossire.
Non ero l’unica ad essere leggermente brilla lì.
- Se vuoi possiamo aiutarti a trovare la strada di casa.- si aggiunse un’altro, dopo un lungo tiro dalla sigaretta che aveva in mano -Su, da brava. Vieni con noi.- ripeté, prendendomi il polso.
La testa continuava a rimbombarmi così forte che era difficile ordinare i pensieri.
- N-no...- mormorai, cercando di divincolarmi.
- Non ti faremo del male.- mi assicurò l’altro uomo, che fino a quel momento era rimasto in disparte – Vogliamo solo divertirci un po’. Ce lo fai questo favore, eh?-.
- Io non credo proprio.- disse qualcuno dietro di me, facendomi sobbalzare.
Due mani mi afferrarono delicatamente per le spalle, sottraendomi dalla presa di uno di quei brutti ceffi.
- Che vuoi ragazzino?- borbottò con fare minaccioso questo.
Quello che successe dopo fu troppo veloce per essere archiviato nella mia mente.
L’unica cosa che riuscii a registrare erano quei tre che scappavano, con un’espressione spaventata.
Sentii mancarmi la terra dai sotto i piedi, fino a quando non mi ritrovai tra le braccia di qualcuno.
- ‘Ri-senpai...- mugugnai io.
- Già.- fece lui cominciando a camminare.
Mi appoggiai al suo petto, facendomi dondolare dalla sua lenta andatura.
- Sei proprio una mocciosa.-.
Questa fu l’ultima cosa che sentii prima di addormentarmi.
  
Leggi le 12 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: _montblanc_