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Autore: NikkiLu    03/09/2011    7 recensioni
"Ti propongo una sfida playboy..."disse Tyler
"Ti ascolto" risposi deciso
"Se riuscirai a portarti a letto la Swan, ti lascerò il ruolo di capitano della squadra" disse porgendomi la mano.
"Ci sto!" risposi afferrandogliela.
(...)
"Bella i ragazzi stravedono per te! tu potresti anche vomitargli addosso e sono sicura che continuerebbero a starti dietro!"
"Jess non è vero!"
"Persino Cullen!"
"Cosa?"
"Bene, Lauren dice che non riesco a piacere ad un ragazzo perchè sono troppo appiccicosa ed invadente...bene ti sfido a comportarti come me, e sono sicura che nonostante tutto quando sarete tornati dal week-end Cullen continuerà a sbavarti dietro!"
"Affare fatto!"dissi decisa.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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 Pov Bella.
Dopo aver preparato la valigia, passai l’intero pomeriggio a casa di Jess, insieme a Lauren, per studiare il “piano” se così si poteva chiamare. Jessica mi raccontò delle sue avventure di cui non ne sapevo l’esistenza e rimasi a bocca aperta.
“Jess, tu non puoi pretendere che nel bel mezzo di una partita di basket Mike ti accompagni a comprare un gelato, e non puoi nemmeno metterti a frignare” disse Lauren urlando.
“Cosa c’è di male! Non era una vera partita! Era al campetto della scuola…e non mi sono messa a frignare..” disse abbassando lo sguardo.
“Ora capisco perché ti mollano!” disse Lauren distendendosi nel letto.
“Lauren!” dissi cercando di fargli notare la sua totale mancanza di tatto. Anche se era stata un po’ brusca, dopotutto aveva ragione. Jessica dopo una sola uscita, anzi molte volte ancor prima di uscire, si considerava fidanzata, e quindi riteneva di avere diritto di irrompere a casa del suo “uomo” a qualunque ora del giorno (o della notte); di interrompere partire di basket (sacre per i ragazzi, specialmente per Mike); o di piangere nel bel mezzo di un rapporto…
“Ragazze cavolo tra dieci minuti devo essere dai Cullen!” dissi notando l’ora
 Se in un primo momento l’idea di passare un intero fine settimana con Cullen, nella stessa casa, mi era sembrata terribile, dopo aver accettato la sfida non vedevo l’ora di partire. Sarebbe stato bello vederlo, subire tutti i miei capricci. Sorrisi.
“Ragazze devo davvero andare, se arrivo tardi Alice mi uccide...” dissi afferrando il cellulare da sopra il comodino fucsia di Jessica.
“Ciao bellissime, ci sentiamo…” dissi abbracciandole tutte e due.
“Tienici informate!”
“D’accordo…salutate Angela e ditele che la chiamo appena ho un minuto!” urlai scendendo le scale.
 Montai in macchina e uscì a tutta velocità dal vialetto di casa Stanley. Erano le 18.12 e il cellulare iniziò a squillare.
Risposi, essendo ferma ad un semaforo.
“Isabella Marie Swan dove diavolo ti sei cacciata! Spero tanto per te che questo non sia uno dei tuoi soliti scherzi! Dimmi per favore che stai arrivando!”
“Alice calmati sono al semaforo vicino casa tua….dammi due minuti e sono lì”.
Chiusi la telefonata.
Alle 18.17 ero ferma davanti il garage di casa Cullen.
“Eccomi, eccomi…” dissi aprendo il portabagagli.
“Lascia faccio io” disse Cullen afferrando il mio borsone.
Da dove veniva tutta quella gentilezza?
“ti conosco come le mie tasche Cullen, e ti posso assicurare che tutta questa premura, anzi chiamiamola educazione non è nella tua natura. cosa hai in mente?”
“speravo che mi ripagassi in natura…”
“Dio Cullen, ma pensi sempre e solo a quello?” chiesi
“Sono un uomo!”
“Sei un ninfomane!”
“Allora questo pagamento?”
“saldalo da solo: usa le mani!” dissi sorridendo.
Lasciò cadere il borsone a terra.
“cosa fai?”
“Swan! Non posso portare il tuo borsone e rischiare di rovinarmi le mani! Dopo come faccio?” disse strafottente.
“Cafone!” risposi. Lui si limitò ad alzare le spalle e montare in macchina, nel sedile anteriore.
 “Jasper e Rosalie ci raggiungeranno questa sera…hanno una cena in famiglia” mi informò Alice, mentre caricavo la valigia nel portabagagli della grossa jeep di Emmet. Mi accomodai nei sedili posteriori della auto e Alice prese posto accanto a me.
“si parte!” urlò appena Emmet accese il motore.
 
“CULLEN! Finiscila di cambiare stazione! Mi piaceva quella canzone!”
“mi dispiace ma adesso metto un cd..” disse inserendolo nel lettore
“Rimetti la radio!” dissi esasperata.
“ehm- feci finta di pensarci su-  NO!” Disse girandosi a guardarmi.
Mi sporsi nei sedili davanti fino a raggiungere con la mano la radio e poter rimettere la mia stazione radio. Lui cercò di impedirmelo,  catturando la mia mano tra le sue.
“Lasciami!” Iniziai a muovermi cercando di liberarmi.
“ADESSO BASTA!-urlò Alice- Emmet accosta!”
“Come?” chiese lui, incredulo.
“Accosta questa cazzo di macchina!” alice urlò, se è possibile, ancora più forte. Mi fece spaventare e così tornai a sedermi composta
Emmet accostò la macchina sul ciglio della strada.
“Siamo in viaggio da 45 minuti e in questi 45 minuti non avete fatto altro che discutere sulla stazione radio da ascoltare! Sapete una cosa mi avete rotto! Quanti anni avete? 5?-ci chiese, alternando lo sguardo da me a lui- adesso vi dirò cosa faremo: Emmet rimetterà in moto la macchina e la stazione radio che ascolteremo la deciderò IO! CHIARO?”  sembrava un’isterica
Annuì.
“Possiamo ripartire…” disse calma.
Il resto del viaggio passò tranquillamente. Raggiungemmo la casa al mare di Alice dopo circa due ore di viaggio. Era una casa davvero molto carina, proprio sulla spiaggia. Una rampa di scale portava ad un porticato in legno, sulla cui parte sinistra c’erano delle poltrone posizionate intorno ad un tavolino. Alice aprì la porta dell’abitazione. Sulla destra c’era un salone, molto luminoso, e accanto all’entrata per il salone le scale che portavano al piano di sopra, dove molto probabilmente c’erano le camere da letto. mentre sulla sinistra c’era la cucina. Di fronte all’entrata invece c’era un enorme corridoio, molto ampio che terminava con un’enorme porta a vetri che occupava tutta la parete e dava sulla spiaggia.
Salimmo al piano superiore. C’erano tre camere da letto. Io avrei diviso la camera con Rosalie, e Cullen con Emmet, in modo tale da poter lasciare ad Alice e Jazz un po’ di privacy. In quella casa c’erano due bagni. Uno al piano di sopra e uno al piano di sotto, vicino alla cucina. Dopo aver sistemato le valige nella mia camera, mi cambiai indossando dei pantaloncini e una maglietta. Uscì dalla stanza per andare ad aiutare Alice giù in cucina, ma lei non c’era.
“dov’è Alice?” chiesi ad Emmet.
“è andata a prendere delle pizze…torna subito” mi rispose.
“Ha mi ha chiesto di apparecchiare fuori, nella spiaggia…insomma potresti farlo tu? Non mi ci vedo tanto..” disse sorseggiando una bottiglietta d’acqua.
“Non c’è problema” risposi ridendo.
“La tovaglia è lì” disse indicando il tavolo della cucina.
Afferrai il pezzo di stoffa e mi diressi verso la spiaggia. Attraversai l’enorme corridoio, e dopo aver spalancato l’enorme porta di vetro in modo che un po’ d’aria potesse circolare in casa, uscì. Appena appoggiai un piede sul porticato un getto d’acqua ghiacciata mi colpì in pieno, bagnandomi completamente.
“Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh” emisi l’urlo mi acuto di tutta la mia vita.
“CULLEN! PORCA PUTTANA! MA CHE TI DICE IL CERVELLO?” gridai guardando il cretino piegato in due dalle risate di fronte a me.
“Oddio ahahaha” non riusciva a smettere di ridere. Mi guardai intorno e notai che l’acqua fortunatamente non era entrata in casa, aveva però schizzato il vetro della porta-finestra.
“SEI UNO STRONZO!”
“Che succede qua?” chiese Emmet raggiungendoci.
“Bella è leggermente bagnata…” disse Cullen.
“AHHHH!” Decisi di allontanarmi da lui prima di commettere un omicidio. Salì le scale e mi chiusi in camera sbattendo la porta.
 
Pov Edward
“Scusami tanto playboy…ma non dovevi portartela a letto? Non credo che con questo atteggiamento tu riesca a concludere qualcosa…”
“Non ti preoccupare fratellino, so quello che faccio…”
“Se lo dici tu…”
“Hey, ho mai fallito?” chiesi alzando un sopracciglio.
“Bè, c’è sempre una prima volta…” disse rientrando in casa.
Ok, forse tirargli l’acqua dopo nemmeno due ore da quando eravamo arrivati non era stata una grande idea, ma vedere la sua faccia incazzata nera era stato un qualcosa di stupendo. Vedere il suo corpo poi…la maglietta (bianca) le si era letteralmente appiccicata addosso come una seconda pelle…
“Ma che è successo?” chiese mia sorella, notando i vetri schizzati d’acqua.
“Ho fatto un gavettone a Bella” dissi compiaciuto
“Idiota” commentò
“Come scusa?”
“Senti Edward potresti evitare di farla impazzire…te lo chiedo per favore, almeno per questi giorni”
“Ci proverò…” risposi entrando in casa.
 
Dieci minuti dopo eravamo seduti intorno al tavolo della veranda ad aspettare la principessa. Doveva essere in ritardo anche per cena?
Finalmente la porta si aprì.
“Era l’ora…” commentai sarcastico. Non ricevetti nessuno risposta, ma soltanto un’occhiataccia. Sorrisi quando notai che aveva ancora i capelli bagnati.
“Alla pizzeria ho incontrato Phoebe…mi ha detto che stasera c’è una festa al chiosco…ci andiamo?”
“Perché no?” rispose Emmet
“per me va bene…” rispose la Swan
“Usciamo stasera…perché poi domai sera c’è la finale di basket alla televisione e quindi vogliamo il silenzio più assoluto”
“ah, è vero a te serve concentrazione e silenzio assoluto per seguire una partita…” disse sarcastica
“Cosa vuoi dire?” dissi pungente.
“Soltanto che sei leggermente…mmm come posso dire...ritardato?”
“Ok…io direi di avviarci verso le 10.30…cos’ aspettiamo Jazz e Rose- disse Alice cambiando discorso e bloccando il litigio sul anscere- sapete una cosa?? Perché non passiamo per il bagno asciuga!”
Mia sorella era la persona più energica di questa pianeta. I miei dicevano che era iper-attiva, io preferivo chiamarla esagitata.
 
Dopo aver indossato un paio di jeans, e una maglietta decisi di scendere giù in salotto ad aspettare gli altri. Emmet era già lì. Mi accomodai su una poltrona del salone accanto a lui. dopo neanche due minuti Bella entrò nella stanza ed io non potei non sgranare gli occhi. Indossava una minigonna di jeans molto mini, che le arrivava a malapena a metà coscia, e  una canottiera bianca, da cui si poteva vedere il reggiseno nero sotto.  Ai piedi indossava dei stivaletti neri bassi. I capelli lasciati mossi. Era davvero bella…e davvero arrapante.
“stasera ci sarà da divertirsi…” pensai.
 
Salveee a tutte!!!! Non vi voglio annoiare più del dovuto perciò: sarò schematica ;) :

  1. GRAZIE a tutte le persone che hanno recensito il primo capitolo e grazie anche  a coloro che leggono e basta.
  2. Per qualsiasi dubbio, incertezza non esitate a chiedere.
  
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