Due anni dopo

Era un giorno qualunque per tutti gli abitanti del Villaggio della Nebbia.
L'acqua dei fiumi scorreva tranquilla nei propri argini e le nuvole coprivano il sole, lasciandone trasparire solo alcuni raggi.
Insomma, tutto normale.
Ma una diciassettenne dai capelli rossi come il fuoco e gli occhi azzurri, non era per niente tranquilla.
Per lei, il dodici marzo, era un giornata particolare, anzi, di fondamentale importanza.
Ricordava ancora le sue ultime parole: "Piccola principessa, non sarai mai sola".
"Lo spero davvero, nonno. Mi servirà tutto il tuo coraggio, oggi" disse, con la sua vocina dolce e melodica, osservando la foto di lei, abbracciata ad un signore anziano. Quella cornice era appoggiata su una lastra di marmo bianco, nella parte più alta del cimitero del suo villaggio, dove erano sepolti i ninja più importanti.
Con gli occhi gonfi di lacrime, si lasciò alle spalle quella tomba e si recò alla grande quercia, dove avrebbe dovuto esserci il passaggio segreto per il covo di Alba.
Da un lato era contenta, perché avrebbe potuto vendicare la memoria di colui che le aveva donato tanto, dopo la morte dei suoi genitori e che l'aveva cresciuta come una figlia. Ma una parte di lei combatteva con l'altra: avrebbe dovuto tradire il suo paese e la sua gente, per entrare in questa organizzazione.
Qual'era la scelta giusta? Suo nonno le aveva consigliato di unirsi a questi fantomatici ninja dalle capacità eccezionali, ma se non l'avessero accettata, cosa avrebbe dovuto fare? Mizashi Kyoto, suo nonno appunto, non aveva nemmeno considerato questa eventualità.
Tornò a casa per levarsi quell'orribile divisa nera, che indossava tutte le volte che si recava al cimitero, e per indossare uno dei suoi completi preferiti: una maglietta a maniche corte bianca a fiori neri che le arrivava sopra l'ombelico. La parte inferiore del busto era coperta da una canottiera a rete. Le gambe erano coperte, fino a metà coscia, da una gonna nera aderente, con sotto delle calze di rete, che le arrivavano alle ginocchia, mentre ai piedi calzava un paio di sandali neri, con un piccolo tacco.
Portò con sé la sua micidiale frusta e la Mandara, con la quale si era allenta duramente ed ora sapeva maneggiare molto bene, non come suo nonno, ma stava lavorando per raggiungere il livello del suo maestro.
Mise il copri fronte all'altezza dell'attaccatura dei capelli, per non coprire la sua frangetta.
Era pronta. Uscì di casa e si incamminò verso a grande quercia indicatole da suo nonno.
Lungo la strada, incontrò numerose persone, tra le quali una delle su migliori amiche, che però non vedeva da quando era rimasta sola.
"Yuuki, quanto tempo" disse fredda la ragazza.
"Scusa, non ho proprio tempo. Mi dispiace non essermi fatta sentire per due lunghi anni, ma ho avuto da fare!" cercò di sbrigarsi la ninja.
"Ho notato che sei molto dimagrita, se non fosse stato per i capelli che sono unici nel villag.."
"Devo andare! Non ho tempo da perdere!" in questo modo Yuuki liquidò la sua migliore amica.
"Sei una grande maleducata! Non so proprio come abbia fatto a fare amicizia con una come te!"
Ma la ragazza era ormai corsa via, e quelle parole le erano scivolate addosso, come quella piccola lacrima che era colata dai suoi occhi. In fondo, stava rinunciando a tutto. Ma forse, era ciò che di più bello le fosse mai capitato.
Impiegò molto tempo per arrivare alla quercia, che era isolata da tutto il resto. Appena si avvicinò all'albero, noto che vi era applicato un sigillo.
"E' sicuramente uno di quelle protezioni a cinque sigilli. Sarà un'impresa trovare gli altri quattro. Ho un'idea!"
Provò a colpire con un portentoso calcio il foglio applicato alla corteccia.
"Avevo ragione!" esclamò soddisfatta.
Da lì fuoriuscì un mostro, dietro una nuvola di polvere.
"Era probabilmente un camuffamento della tecnica del richiamo. Adesso devo vedermela con lui!".
Sguainò la spada di suo nonno con destrezza. Aveva l'impugnatura d'oro, mentre la lama era di un acciaio lucente, più duro e impenetrabile del marmo. Avrebbe dato la vita, pur di proteggere quell'arma.
Con un rapido ragionamento, trovò il punto debole di quel mostro terrificante e lo colpì, facendolo sparire.
"Ecco perché è stato così facile, era solo un'illusione!- rifletté Yuuki- e adesso come faccio?"
All'improvviso le venne un lampo di genio: poteva usare la spada!
Così, la impugnò per la lama e fece combaciare l'ideogramma con cui si riconoscevano gli Spadaccini della Nebbia, con il foglio su qui era applicato il sigillo.
Parve funzionare.
Sul volto di Yuuki, si materializzò un sorriso a metà tra il sadico e il vittorioso.
"Se non fosse stato per il potere della Mandara, sarei ancora qui. Come sempre, hai pensato a tutto, vero nonno?".
Questa volta una dolce espressione malinconica fece capolino sul suo paffuto volto da ragazza di diciassette anni, che si alzò verso il cielo azzurro.
La porta della grotta si aprì e la ragazzina entrò.


{Sproloqui di Yume.}
Ecco il primo capitolo. Non è un gran che, perdonatemi. I prossimi saranno scritti meglio e soprattutto saranno più lunghi.
Ho voluto iniziare questa nuova long perché mi affascina il personaggio di una spadaccina =)
Spero non sia così pessima *si scusa, inginocchiandosi e chiedendo perdono*
Alla prossima,
Yume