Capitolo
8 – Il settimo giorno
Drrrin!
Harry sollevò la
cornetta e rispose: “Pronto?”
“Parlo con il
signor Harry Potter?”
“Sì, chi è?”
“E’arrivato il
settimo giorno… tu-tu-tu-tu…”
“AHHHHHHHHHHHHH!”
esclamò Harry.
Puttana Eva! Se lo era proprio dimenticato… era giunto il momento che più
temeva:
In quel momento
Ginny entrò nella stanza di Harry: “Che ti succede?”
“Ginny, è il
settimo giorno!” esclamò lui.
La ragazza rimase
impassibile, poi si diede un leggero schiaffo in faccia e disse: “Cavolo, devo
rinnovare l’abbonamento a TOPOLINO! Grazie per avermelo ricordato, Harry.” E uscì.
Il ragazzo realizzò che Ginny forse non era la persona adatta a capire
la situazione… appena avrebbe risolto la situazione avrebbe convinto i Weasley
a mandarla da qualche strizza cervelli, forse proprio di Lecter; anzi no, anche
Lecter era leggermente preoccupante. Il giorno prima,
mentre Ron e Hermione erano alle prese con i loro problemi non indifferenti,
lui aveva tentato di scoprire di nuovo com’era morta la parente di Ron, ma
Lecter aveva cambiato discorso e, non sapeva come, erano finiti a parlare dei
migliori modi di cucinare il maiale. Ma alla fine del
colloquio, il dottore aveva rassicurato che gli sarebbe stato vicino nel
momento della prova. Harry, dopo averlo salutato, fece più volte un certo gesto
scaramantico fin quando giunse a casa… Meglio
sorvolare su ciò che successe appena varcò la soglia dell’abitazione.
Mentre rimuginava su tutte queste cose, Ron e
Hermione entrarono, i volti carichi di preoccupazione.
“Harry…” esordì
Hermione.
“Sì, è il momento,
ragazzi.”
“Mio Dio!” esclamò
Ron.
“Ehm, ragazzi”
intervenne l’Autore, “non trasformiamo il tutto in un polpettone sentimentale…
e poi, entrate così, come se Harry fosse un malato terminale… su, siate vitali.”
“Ma vitali un
corno, se permetti!” fece Ron “Qui, è una questione di vita o
di morte, e tu ci dici di essere vitali?”
“Sì, vabbè,
andiamo avanti altrimenti qui diventa peggio delle puntate più tragiche di BEAUTIFUL!” E, detto questo, sparì.
La giornata
trascorse con molta tensione e apprensione per tutti, tranne
per Ginny, che, dopo cena, annunciò in tutta tranquillità di andarsi a
vedere la televisione.
Quanto sono deprimenti, pensò tra sé e sé.
Prima di accendere
il televisore prese la videocassetta incriminata (che
stava lì, in salotto, dalla sera in cui tutta la faccenda era iniziata), la
inserì nel registratore, lasciandolo in stand – by, e schiacciò ON sul
telecomando della TV.
In quell’istante,
bussarono alla porta e tempestivamente si precipitarono ad aprirla Harry, Ron e
Hermione. Questi ultimi due tenevano pronta la bacchetta. Harry avvicinò con
cautela la mano alla maniglia, aprendo lentamente l’uscio.
“Buonasera” disse
il dottor Lecter, una volta che la porta fu completamente schiusa.
Gli altri tirarono
un sospiro di sollievo, ma non ebbero tempo di dire nient’altro, chè Lecter aveva di nuovo preso parola: “Non c’è tempo da
perdere, dobbiamo andare subito in soffitta: ho la chiave che risolverà il
problema!”
I ragazzi rimasero
esterrefatti. Harry non ebbe altro da dire se non: “Va bene, allora. Andiamo.”
Per un attimo pensò di chiamare anche Ginny, ma pensò che, in effetti, in quei
giorni aveva dimostrato di essere più strafatta che
mai ed era meglio lasciarla così. Del resto, se fosse successo qualcosa quella
sera, quel qualcosa sarebbe successo in soffitta forse.
E si incamminarono verso il piano superiore (Hermione, per la
tensione, affondava le sue mani nel fondoschiena di Ron, il quale era teso e,
stranamente, anche un po’eccitato).
Ginny era
comodamente sdraiata sul divano e, mentre guardava C’E’ POSTA PER TE, pensava:
finalmente è arrivato il momento di mettere fine a questa storia…
“Allora, dottore,
che cosa ha scoperto?” chiese Hermione, una volta giunti in soffitta.
Ma Lecter non rispose.
“Dottore?” fece
Harry.
Nessuna risposta…
poi d’improvviso la porta del solaio si chiuse
sbattendo. I ragazzi sobbalzarono, ma quando si voltarono rimasero scioccati
per ciò, anzi, per colui che videro: Severus Piton.
“Lei?!? E’stato lei fin dall’inizio allora!” disse Ron,
esterrefatto.
Piton aprì bocca e
disse: “Ma bravo, Weasley. Hai dimostrato una volta tanto un po’di acume… quando ti insegnavo non ne dimostravi nemmeno un
po’ “
“E’inutile che fa
battutine sarcastiche” intervenne Harry, “piuttosto ci spieghi come ha fatto.”
“Già, è vero, Potter, tu tra poco morirai. E’giusto
che sappia come ho fatto ad elaborare questo piano ingegnoso. Vuoi sapere chi
ha ucciso la biscugina dei Weasley? Il qui presente dottor Lecter.”
“Cosa?!?” fecero tutti.
“E’sotto il controllo della maledizione Imperius. Ho dato a
lui il comando di ucciderla e lo ha fatto: l’ha maciullata e ha mangiato le sue
interiora. Ma il dottore aveva un alibi di ferro: doveva essere al convegno dei
vegetariani dello Hampshire, quindi è stato ritenuto
insospettabile. Poi ho falsificato il testamento della defunta, intestando ai
Weasley questa villa: infatti, avrebbero dovuto ereditare solo una tabacchiera
d’argento.”
“Che troia di merda!” esclamò Ron all’improvviso.
“Ron!” fece
Hermione, scandalizzata.
“Sì, è una troia,
Hermione… ci voleva trattare come se fossimo stati i figli della schifosa.”
Hermione stava per
ribattere, ma Harry le rivolse un’occhiata eloquente del tipo “ma-vi-sembra-il-momento?”.
Hermione, in tutta
risposta, gli fece uno sguardo del tipo “fatti-i-cazzi-tuoi!”.
Quando terminò
questa conversazione non verbale Piton riprese: “Ebbene, quando siete venuti qui ho fatto in modo che tu, caro il mio Potter, trovassi
quella videocassetta. Vedi, il motivo per cui ho
creato tutto questo casino non è proprio quello di ucciderti, è un altro in
realtà.”
“E quale sarebbe?” fece Harry in tono di sfida.
“Ecco, tu non sai
che la videocassetta che hai visto è in realtà un Horcrux.”
Ora, sui tre ragazzi
si stampò la stessa espressione facciale di un bambino che ha
scoperto la mamma e il postino stanno “cercando” delle lettere tra le
lenzuola del letto.
“Sì, qui visse una
strega, si chiamava Samara, che aveva fabbricato una videocassetta che uccideva
entro sette giorni chiunque l’avrebbe vista. Ebbene,
questa strega fu uccisa dal Signore Oscuro in persona.
Sai perché, Potter?”
“Per via della
maledizione di questa casa?”
“In un certo
senso, direi sì. Forse non sai che questa casa è costruita sul luogo in cui
giace Salazar Serpeverde. Bene, egli aveva fatto in modo che chiunque avesse
osato profanare questo luogo sarebbe stato maledetto.
La tomba fu distrutta, ma il corpo riposa ancora qui. Quando l’Oscuro Signore venne a sapere della fine che aveva
fatto questo luogo si vendicò. Conosceva anche l’oggetto che aveva creato
Samara ed ebbe allora una geniale intuizione… prova ad arrivarci da solo,
Potter.”
“Fece della
cassetta un Horcrux.”
“Esatto. Ciò comportava un
vantaggio, vedi. Chi avesse avuto intenzione di distruggere questa videocassetta avrebbe dovuto affrontare la morte.
Pertanto quando troveranno il tuo cadavere, egli
penserà che tu sia caduto nella sua trappola, mentre in realtà io mi sarò
sbarazzato di un ulteriore parte dell’anima di Lord Voldemort!” e qui rise,
trionfo.
Ma Hermione
interruppe la risata alla Crudelia De Mon di Piton, chiedendo: “Ma allora come
si spiegano tutte gli strani avvenimenti accaduti a
noi.”
“Beh” fece Piton,
“E’da ipotizzare che la videocassetta, che si trova
qui da molti anni, abbia assorbito l’energia della casa e che ora che è stata
messa in funzione essa abbia riproposto alcuni degli omicidi avvenuti in
passato. In effetti, ve la siete cavata bene, ma appena il vostro amico sarà
morto, ucciderò anche voi.” E
rise di nuovo. Era la prima occasione che Harry aveva avuto in vita sua di
vedere Piton ridere, ma la situazione non era da ridere certo. Si voltò verso
Lecter, che si era rannicchiato in un angolino… lo
aveva capito che quell’uomo aveva un qualcosa di strano, ma non aveva mai
pensato che fosse sotto il controllo della maledizione Imperius.
“Lei è uno
stronzo” abbaiò contro Piton.
“E tu sei un coglionazzo.”
Harry stava per
rispondere, ma stavolta con la bacchetta, quando un rumore alle sue spalle lo
fece sobbalzare. Si girò e vide un televisore situato nella penombra accendersi
da solo.
“E’arrivata la tua
ora, Potter…” fece Piton, funereo.
Ciò che seguì fu
scioccante. La bambina che aveva visto in quella
videocassetta sembrava che stesse per uscire fuori dallo schermo… NO! La
bambina STAVA USCENDO DALLO SCHERMO!!!
Ginny, in tutto
quel frangente, era ancora occupata a vedere
“Credo sia il
momento.” Fece l’Autore d’improvviso.
“Ok” e la ragazza
prese il telecomando del videoregistratore e premette il tasto REC.
Harry, Ron e
Hermione tenevano la bacchetta puntata verso la cosa uscita dal televisore,
cercando di tenere a mente il primo incantesimo da scagliarle contro quando…
“Ma cosa cazzo…?” fece Piton, stavolta preoccupato.
La bambina
sembrava aver cambiato forma… e colore.
Ma no, non poteva essere, pensò Harry,
eppure… sì, la bambina ora era diventata Maria De Filippi.
Piton esclamò,
impaurito: “Cos’è questa cosa?”
“Allorra, apriamo
la bustaaa!” esclamò la nuova cosa.
La porta si aprì.
“Complimenti,
Piton. Un bel piano, non c’è che dire, ma credo che non sia finito come
speravi.” Disse Ginny Weasley oltrepassando la soglia
dell’uscio.