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Autore: usagi_    03/09/2011    8 recensioni
E se la ciurma di Rufy in qualche modo riuscisse a leggere le famosissime fanfiction? Come la prenderebbero sapendo ciò che gli altri scrivono di loro?
Una mini storia, un capitolo per ogni personaggio.
Non ci sarà nessuna vera coppia, tutto girerà puramente sul lato ironico della vicenda ^^
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi scuso di averci messo tanto, ma purtroppo questo capitolo è sparito misteriosamente dal mio computer, e mi sono dovuta rimettere a scriverlo cercando di renderlo perfetto per il prossimo che sarà strettamente collegato.
Non mi vogliate male, so che volevate quello di Zoro ma per tutto c’è un tempo, ed ora è quello di Brook (ma con un co-protagonismo dello spadaccino).
Ringrazio tutti, nove commenti sono tanti e spero di non deludervi, ormai siamo arrivati a metà storia, mancano Chopper, Franky, Robin e Zoro.. Non riesco ancora a spiegarmi questo gran successo! Spero di tirare fuori altre storie così divertenti perché leggere i vostri pensieri è davvero fantastico e di aiuto per una neo scrittrice come me.
Diciamo che la mia sfida era portare qualcuno a perdere un po’ del suo tempo per recensire la mia storia, e ci sono riuscita ^^
Buona lettura!
ps: forse questa è l'unica fanfiction che viene commentata dagli amanti di tutte le coppie della categoria, non è bello? xD e pensare che io, non ho coppie preferite ma solo stranezze come la coppia Bonney-Sanji (lui cucina e lei mangia) e Perona-Zoro (lui serio e lei no). 


___


Brook era ormai da mezz’ora appostato in incognito di fronte alla stanza di Zoro, con un pezzo di legno con due fori per poter non essere -a detta sua- scoperto dallo spadaccino.
Nonostante l’omicidio alle porte, tutto appariva come al solito, con la leggera brezza del mare che faceva dondolare leggermente l’imbarcazione.
Le uniche voci che si potevano udire erano quelle di Chopper disperato che chiedeva urgentemente l’intervento di un medico per aver dato degli alcolici a Franky, e il secondo che sembrava sputare fuoco dalla bocca.
Ma forse, proprio per via di questo frastuono, la porta della stanza di Zoro si aprì e lui uscì portando con se solo una katana, forse perché non sentiva nessuna preoccupazione.

Muovendosi sempre con il legno a muraglia, Brook iniziò a seguire in maniera furtiva i movimenti del compagno, che ogni tanto si girava a guardare la 'protezione' di Brook senza mai fare troppa attenzione al fatto che in una nave non è normale vedere un blocco di legno che cammina.
Zoro si stava dirigendo proprio verso la cucina, dove sicuramente Rufy era appostato e forse stava fermando Sanji, perciò in nome del patto siglato col capitano, corse verso Zoro impugnando il legno che poco prima gli faceva da scudo.
Apportando all’arma tutta la sua forza, provò a farlo sbattere contro la testa di Zoro, che mise un braccio a protezione, finendo per spezzare la tavoletta, che Brook si ritrovò tra le mani in due pezzi tagliati perfetti.
“che stai facendo!” esclamò lui toccandosi il braccio con la mano, anche se non aveva riportato il ben che minimo graffio.
“io ti sto proteggendo!” rispose lui tirando per il braccio Zoro, cercando di trascinarlo via dalla cucina dove, da un momento o l’altro poteva apparire Sanji.
“dove mi stai portando?” domandò lo spadaccino che non era ancora stato trascinato di un millimetro, ed anzi, non era neanche piegato al peso della spinta di Brook che invece faticava molto.
“mi stai facendo sudare.. Ma io sono uno scheletro e non sudo!” ironizzò lui facendosi prendere dalle risate, mentre uno scocciato Zoro, lo guardava con occhi stretti e fronte incurvata.
“scusa.. È l’abitudine! Comunque dobbiamo andare lontano dalla cucina, presto!” esclamò lui riprovando a tirarlo con gli stessi scarsi risultati.
“ma io stavo andando al bagno!” rispose Zoro guardandosi intorno e notando che in effetti era vicino alla cucina e non al bagno.
“il bagno è dall’altra parte della nave, ora ti ci porto!” Brook finalmente riuscì a schiodare Zoro dalla sua rigida posizione, portando via lo spadaccino che ancora si domandava come ci era finito nella cucina.

____

“non devi andare in cucina per nessun motivo, capito?” insistette Brook, anche se riceveva solo sbuffi da parte di Zoro che almeno il bagno, l’aveva trovato.
“dimmi perché!” rispose lui per l’ennesima volta, poggiando la schiena al muro e incrociando le braccia dubbioso.
Sanji vietava ai maschi di mangiare la notte per non finire le provviste, ma tutti se ne fregavano soprattutto Rufy, che si alzava almeno tre volte ogni notte per farsi uno spuntino.
Lui non era un frequente abitatore della sala da pranzo, ma anche il suo stomaco aveva qualche esigenza che lo costringeva a saccheggiare dalla dispensa, ed anche se ogni volta Sanji incolpava lui persino quando non era la causa delle misteriose sparizioni di cibo, non succedeva nulla dato che lui si sentiva nettamente superiore al cuoco.
Brook iniziò a tremare, tutte le ossa del suo corpo suonavano una melodia di terrore che Zoro notò, guardandolo male.
“Stanotte Sanji.. Non ha buone intenzioni con te” confessò Brook, capendo che era impossibile tenere questo grande segreto senza farlo andare incontro al pericolo.
“che significa? Vuole prenderne?” rispose lo spadaccino mettendo una mano sull’elsa della spada per far capire a Brook che, se si trattava solo di questo lui non aveva problemi a reagire.
“No non vuole proprio picchiarti.. Beh diciamo che vuole cospargerti di panna e..” al musicista mancarono le parole dalla bocca lasciando un attimo in sospeso la frase che fece gelare Zoro come non mai.
La sua faccia era paonazza, con la bocca spalancata ed una mano sulla panciera verde, dove nonostante lo spesso strato di stoffa che copriva lo stomaco, poteva sentire i suoi lamenti di disgusto.
“Sanji è frocio? Mi sembrava strano che fosse sempre in calore! Bene lo sistemo io!” annunciò Zoro prendendo il cammino verso quella che per lui era la cucina, ma che in realtà era la stanza medica, attaccato a lui per le gambe, c’era un disperato Brook che veniva trascinato come le lattine sulle macchine in piena velocità il giorno delle nozze.
“no, lui ti vuole mangiare crudo!” urlò di rimando, facendo fermare ancora Zoro che era già dubbioso della strada che aveva percorso, dato che vedeva solo un vicolo cieco.
“questa nave è peggio di un labirinto” mormorò lui prima di elaborare la frase pronunciata dal compagno.
“cosa?” sbraitò lui prendendo Brook e tirandolo su come un panno steso.
“Rufy ha trovato una sua ricetta.. stanotte vuole sbatterti su un tavolo, metterti la panna e mangiarti crudo, Rufy è in cucina per calmare Sanji sperando che non gli piaccia mangiare anche le gomme da masticare!” sostenne lui tirando per la maglia Zoro, che era ancora più impietrito di prima.
“vuoi dirmi che oltre che brutto, stupido e arrapato, è pure cannibale?” rispose Zoro prendendo col braccio Brook e caricandoselo sulla spalla.
“ora mi porti in cucina, capito? Non sono un codardo, se vuole provare a mangiarmi, lo faccia!” sfidò lo spadaccino, iniziando a correre con Brook che lo indirizzava come un navigatore satellitare, ormai sconfitto.
“sto per vomitare, vai troppo veloce.. Anzi io non ho uno stomaco, sono uno scheletro!” ironizzò Brook che si prese un’occhiata demoniaca da Zoro, che lo fece zittire del tutto.
Così per sfogarsi prese carta e nella nascosta tra i capelli iniziando a scarabocchiare qualche frase che avrebbe aggiunto al suo diario di appunti per canzoni.

Sono su una nave, ma sto navigando per aria
Preso da un violento, mi dirigo verso il male
Non so se sopravvivrò, questo solo il tempo lo sa
Ma per i miei compagni lotterò, anche se questo vorrà dire essere un brodo per il pranzo di domani
Avvolte mi domando perché, questi bravi ragazzi sono così violenti
Ed ora dondolando fra vita e morte, non posso neanche versare lacrime
Sono solo uno semplice scheletro, ma sappiate che lotterò con le unghie e con i denti
Almeno quelli mi sono rimasti, e finalmente un modo di dire su di me l’ho trovato
Peccato che forse morirò, ma almeno questa volta in pace sarò.
   
 
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