Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: LadyVoldemort    04/05/2006    2 recensioni
Un Harry annoiato dalla vita, stanco di dover guidare il bene nella lotta contro il male.
Un Lucius reietto, evaso da Azkaban, in fuga dal Ministero e dai seguaci dell’Oscuro Signore.
Un Draco molto diverso dal solito, pentito di ciò che ha provocato a Silente, in cerca di una nuova vita.
Una Yaoi a pieno titolo, con un accenno di Ron/Hermione come contorno.
Genere: Romantico, Malinconico, Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Lucius Malfoy
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 3

Capitolo 3

Anno Nuovo, Vita Nuova

 

Il mattino dopo, a lezione, Harry moriva di sonno. Avrebbe volentieri preferito starsene a letto, piuttosto che affrontare due ore di seguito di Pozioni. Il vapore emanato dai calderoni gli annebbiava il cervello, stordendolo più di quanto già non fosse. Dopo aver scoperto l’identità del Principe Mezzosangue, non aveva trovato il coraggio di andare nella Stanza delle Necessità a recuperare il suo libro di Pozioni Avanzate, quindi aveva ricominciato a prendere in quella materia i soliti voti. Certo, Lumacorno era più comprensivo di Piton, e cercava di giustificare l’andamento scolastico di Harry dicendo che era colpa dello stress per la morte di Silente, però era pur sempre un insegnante, e come tale doveva dare allo “studente Potter” il voto che meritava (con enorme gioia di Hermione e Malfoy).

Harry si guardò intorno. Molte cose erano cambiate dall’anno precedente. Piton non era più a scuola, quindi Lumacorno insegnava Pozioni e dirigeva la Casa di Serpeverde. Tanto per cambiare, avevano un nuovo professore di Difesa Contro le Arti Oscure; ma, con grande gioia dei Grifondoro, questo insegnante era Remus Lupin.  La professoressa McGranitt aveva conservato la cattedra di Trasfigurazione, ma aveva anche assunto il ruolo di Preside. Per questo aveva perso le cariche di direttrice dei Grifondoro e di Vicepreside, assunte rispettivamente da Lupin e Vitious.

Ad Hogwarts, i cambiamenti non erano avvenuti solo dal punto di vista amministrativo. Dopo la morte di Silente, anche l’atmosfera non era più la stessa. Per i corridoi non si sentivano schiamazzi di giovani allegri, a tavola non c’erano chiacchiericci scherzosi. Hagrid non fischiettava più svolgendo le sue faccende in giro per il parco della scuola, mentre invece piangeva a grandi singhiozzi ogni volta che il suo sguardo cadeva sulla tomba bianca. Molti studenti non erano tornati ad Hogwarts per volere dei genitori, e qualcuno era addirittura morto; Ginny era morta. Quelli che invece ci erano andati, avevano tutti paura di subire un attacco, o di leggere sul giornale che la loro famiglia era stata aggredita. Alcuni erano arrivati al nuovo anno già orfani.

Ogni persona, vicina o lontana ad Harry Potter, era profondamente cambiata. Ron si comportava come un bambino senza controllo e senza scrupoli, visto che la suo nuova filosofia era “godersi la vita il più possibile, perché un momento ci sei e quello dopo…chissà!”. Hermione passava più tempo di prima nella tanto amata biblioteca, ma non per studiare: non pensava più a fare i compiti. Svolgeva solo ricerche sui fondatori della scuola, in cerca di indizi su quali potessero essere gli altri oggetti scelti da Voldemort come Horcrux. Quasi tutti i Grifondoro erano diventati cupi e silenziosi, e preferivano isolarsi piuttosto che dare confidenza al prossimo, di chiunque si trattasse. Gli ex membri dell’E.S., pur di tenersi fuori dalla guerra il più possibile, facevano finta di non conoscere Harry e il suo “gruppetto”. Luna era cascata dalla nuvole, rendendosi conto che la vita vera era quella sulla terra e non quella nel suo mondo fantasioso. E poi c’era Draco Malfoy. Lui era lo studente in cui si potevano riscontrare più particolari diversi dal solito. Nonostante la sua strafottenza fosse sempre la stessa, correva voce che volesse passare dalla parte dell’Ordine della Fenice,  ma Harry non ci credeva. Per lui i Malfoy non erano altro che Mangiamorte, e come tali non meritavano fiducia. Anche se Potter era il primo a soffrire per questo motivo.

Lo stesso Harry era un’altra persona rispetto a qualche mese prima. Durante le vacanze estive, lui, Ron ed Hermione avevano viaggiato molto, in cerca degli Horcrux di Voldemort. Fino a quel momento avevano eliminato la coppa di Tassorosso e avevano scoperto chi aveva preso il  medaglione di Serpeverde (che aveva assicurato di averlo distrutto, anche se ci aveva rimesso tutta la metà sinistra del corpo). Quelle vacanze estive avevano toccato Harry nel profondo. Aveva scoperto, visto e anche fatto delle cose veramente orribili. Si sentiva una specie di automa senza anima e senza cuore, al servizio della intera comunità magica. Dopo la morte di Silente, il ragazzo aveva deciso che non sarebbe tornato ad Hogwarts per il settimo anno. Furono gli avvenimenti di quell’estate a fargli cambiare idea. I continui attacchi di Voldemort a poveri innocenti (spesso con frequenza giornaliera), uniti alle esperienze che aveva vissuto, convinsero Potter che c’era ancora molto da imparare. Siccome la sua ricerca degli Horcrux era arrivata ad un punto di completo stallo, durante il quale poteva solo sfogliare libri, si era convinto che Hogwarts sarebbe stata il luogo migliore dove andare.

Anche se la determinazione muoveva ogni azione di Harry, il suo animo era fragile e ferito. Ancora non riusciva a capacitarsi di cosa avesse fatto Piton, che ormai il ragazzo stava quasi cominciando a vedere come un “membro dell’Ordine” invece che come un “ex Mangiamorte”. Nonostante questo pensiero si facesse vivo spesso, nella mente del giovane Potter c’era un solo chiodo fisso: Silente era morto. Nessuno lo avrebbe più guidato, suggerendogli le mosse giuste al momento giusto e consolandolo se sbagliava. Adesso sarebbe toccato a lui guidare gli altri. Anche se questo ruolo gli riusciva molto bene, Harry non si sentiva pienamente pronto a ricoprirlo. Per questo aveva cominciato a fumare delle babbanissime e costosissime sigarette, che secondo lui lo aiutavano a ragionare sugli eventi con mente fredda e calcolatrice. Insomma, “la vita è come un pendolo che oscilla tra il dolore e la noia”, diceva il saggio Schopenhauer. La tristezza che lo circondava, aveva spinto Harry a provare quella noia esistenziale e quel pessimismo cosmico tipicamente leopardiani, pur mantenendo viva nel suo cuore una fiammella di speranza per la salvezza del mondo. Secondo Potter, il modo migliore per affrontare la “noia esistenziale” era evitare di pensarci. Per questo si portava a letto Hermione, proprio come aveva fatto con altri ragazzi e ragazze della scuola.

Nonostante tutto, lo svago non era nemmeno lontanamente sufficiente per risolvere il problema di Harry. E questo lui lo sapeva. Tutte quelle persone non erano altro che un nome spuntato dall’agenda. Sapeva che avrebbe trovato ciò che cercava solamente con una persona. Anche se lo considerava ancora un Mangiamorte a pieno titolo, in fondo desiderava trovarsi in quel “romantico parco babbano” con Lucius Malfoy. Voleva che l’uomo lo confortasse e lo coccolasse, come aveva fatto nel sogno. Desiderava con tutto il cuore che lo guidasse sulla strada giusta, che lo consigliasse al meglio nelle scelte più difficili.

Però tutto questo era irrealizzabile: Lucius Malfoy era ad Azkaban e, stando alle parole del ministro della Magia, ci sarebbe rimasto per molti anni ancora… Perciò Harry, dopo aver scoperto il parco del sogno durante una delle sue avventure più pericolose dell’estate, cominciò ad usare quel luogo come la chiave di evasione dal mondo, dalla realtà e da se stesso. In più, ogni volta che si recava al parco, in fondo al suo cuore ardeva la speranza che Malfoy comparisse lì da un momento all’altro.

“Quanto sono stupido!” si disse improvvisamente Harry “Lucius Malfoy ha puro marmo al posto del cuore, non potrebbe mai confortare qualcuno! Né tanto meno me…”

Ma, allo stesso tempo, un istinto dentro al giovane Grifondoro gli diceva che, se l’aveva sognata, una scena simile era realizzabile anche della realtà.

Potter sorrise fra sé, poi scosse violentemente il capo, perdendo il filo dei pensieri che avevano viaggiato fino a quel momento nella sua mente. Doveva darsi un certo contegno: anche senza Piton, era pur sempre a lezione di Pozioni!

 

 

Un altro capitolo è andato... Dopo questa presentazione (molto deprimente, devo ammettere) di Hogwarts e di Harry, posso assicurarvi che dal prossimo capitolo si entrerà nel vivo della storia. Finalmente non sarà più incentrato tutto su Harry, ma si parlerà anche degli altri due personaggi di questa fic.

Spero che il terzo capitolo sia stato di vostro gradimento.

Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno commentato i primi due...

A PRESTO!!

Lady Voldemort ^_^

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: LadyVoldemort