Buongiorno a tutti e buona domenica. Vi lascio alla lettura del capitolo.Ringrazio tutti coloro che mi seguono.
La Fuga
Mi rendevo conto di quanto fossi
patetica, di quanto fossi stupida perchè in fondo ero solo una
ragazzina. Cosa pretendevo di sapere della vita e dei sentimenti? Ora
che il mio cuore si era fermato, avevo visto la mia vita sbriciolarsi
davanti ai miei occhi, sgretolarsi. Avevo perso tutto..
Alzai gli occhi verso la
finestra della mia provvisoria camera che non reggeva il confronto con
l'originale e sentii Penelope arrivare.
O quasi..
La sentii indugiare sulla
porta, ma infine l'aprì. Io davo le spalle all'entrata, ma
non mi occorreva guardarla per scoprire le sue emozioni.
-Venice- pronunciò
il mio nome e una scarica elettrica mi percorse la schiena. Da quanto
non sentivo la sua voce con così tanta dolcezza?
-Ho saputo del tuo primo
allenamento- rise, coinvolgendo anche me in un sorriso.
-Lo so che svenire non era
ciò che desideravi- le andai incontro voltandomi verso di
lei. Indossava un jeans nero e una camicia attillata dello
stesso colore. I capelli ricci le circondavano il viso
splendido e gli occhi verdi erano così pieni di
vitalità.
-In effetti no, ma
non conosco la vastità del Potere che hai dentro.
E' doloroso?- mi chiese raggiungendomi sul letto.
Le strinsi la mano sinistra.
-Un pò-
Mentivo. Il dolore era
indescrivibile. Quando lo sentivo oltrepassare le barriere, era come se
mille lame mi infilzassero all'unisono, ma speravo che con l'andare del
tempo, mi sarei abituata anche a questo tipo di
dolore.
Lei mi accarezzò la
guancia protettiva e le sorrisi, l'abbracciai forte e sentii il suo
disagio crescere. Non poteva più nascondermi niente, ci
conoscevamo da una vita..o da un'esistenza.
-Che hai?- chiesi
allontanandomi appena per guardarla negli occhi.
Penelope mi lanciò
uno sguardo minaccioso che mi fece rabbrividire.
-L'hai fatto-
sussurrò inclinando il viso.
-Fatto cosa?- Non capivo.
Avevo sbagliato qualcosa?
-Hai usato il tuo potere-
annuì convinta.
Inarcai un sopracciglio
confusa. Non vedevo fiamme, nè esplosioni e non avevo
controllato le sue azioni. Ne ero sicura.
-Manipoli le sensazioni, i
sentimenti, riesci a sentirli..a vederli-
-Io.. Non ho fatto nulla. Era
questo il potere supplementare che potevo avere?- chiesi sorpresa.
Penelope annuì.
-Non ho provato dolore,
è stato automatico- Ero pronta, forse.
-Si, chiederò a
Josh, ma probabilmente, essendo un potere innato e non acquisito ti
risulta più facile da utilizzare. Dovevo aspettarmelo da te-
ridacchiò soddisfatta.
La sua mi sembrava una
risposta più che soddisfacente, ma non avevo dimenticato
quel disagio crescente in lei.
-Non hai risposto alla mia
domanda, però- calcai bene le parole. Non volevo essere
costretta ad utilizzare i poteri su di lei, ma se fosse risultato
necessario..
Lei abbassò lo
sguardo e iniziò a giocherellare con un buco della trapunta.
Il disagio aumentava.. Per
favore Penelope, pensai affranta.
-Oliver è..
diverso- Le sue parole furono un flebile sussurro che probabilmente da
umana non avrei afferrato.
-Come? Sta bene?- Che stava
succedendo?
-Si, o almeno si direbbe, ma
è così pieno di odio. Lavora con Face e sembra
sempre sul punto di scoppiare. Ho paura che possa commettere qualche
errore di cui poi si pentirà-
Ascoltai in silenzio.
-Dovresti parlarci-
Risi amara. -Ti ricordo che mi
ha lasciata per il suo lavoro, non vedo perchè dovrei. Non
sono niente per lui-
-Sei proprio ottusa. Ti ha
lasciato andare, il che rende le cose diverse. Tu che avresti fatto?
Sapevi sin dall'inizio che avresti dovuto scegliere e lui sapeva
già su cosa eri orientata, ti ha solo semplificato il
compito-
Quelle parole
ebbero l'effetto di un'onda gelata su un corpo caldo.
Io ero una stupida. Io ero
troppo accecata dal dolore dell'abbandono per rendermi conto di tutto
ciò che c'era dietro. Ma in fondo cosa cambiava? Avrei
scelto sempre Penelope. Io dovevo salvarla dai Cacciatori ora che lei
aveva salvato me dalla morte. Oliver non mi poteva chiedere questo..
Non l'aveva fatto.
-Sta male senza di te. Sta
odiando anche il suo lavoro. Eri tu la sua ancora
di salvezza e ora che ti ha lasciato andare per il tuo destino, si
sente solo. Ti ama proprio tanto, Hale-
Penelope mi baciò
la fronte.
-Pensaci-
Detto questo mi
lasciò sola in camera.
-Lo amo anche io- sussurrai.
Lacrime fredde caddero sulla
trapunta bucherellata.
Dovevo
raggiungerlo.