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Autore: Kurookami    04/09/2011    4 recensioni
Questo è un GDR di Hetalia basato su “Aooni”, un horror game creato da noprops.
L’obbiettivo principale è fuggire, ma questo gioco ha molte differenze rispetto al lavoro originale.
Essendo un GDR esso contiene numero elementi del genere, quali battaglie, collezione di oggetti, eccetera…
Non si desidera creare alcun disturbo al creatore di “Aooni”.
E questa è la fine della spiegazione di HetaOni.
Genere: Generale, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allied Forces/Forze Alleate, Axis Powers/Potenze dell'Asse, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Dove la poteva trovare, l’acqua?
Si ricordò di essere passato, all’inizio, in una cucina.
Magari poteva prenderla da lì.
Ora più fiducioso –il sapere la meta era una piacevole sensazione- scese le scale, ritrovandosi al pian terreno.
Ricordandosi fortunatamente la strada, arrivò ben presto in cucina.
 
Peccato però che la fortuna, a quanto pareva, non era dalla sua.
 
“Il rubinetto non funziona.”.
Pensò, abbastanza irritato, provando quasi per inezia ad aprirlo nuovamente.
Niente.
“Devo cercare l’acqua da qualche parte.”.
Sospirando un’ultima volta, prese un corridoio, cercando ovunque qualcosa da poter portare al tedesco che lo attendeva.
Passò anche in un bagno.
“…”.
Fissò il water.
“Beh… Anche questa è acqua.”
Sentenziò, molto propenso a mandare a quel paese tutto e prendere quella.
Purtroppo la sua nobiltà d’animo lo bloccò.
“Meglio non essere così precipitosi.”.
Stava quasi per ripartire alla ricerca, quando notò con sollievo che il rubinetto del bagno sembrava funzionare.
”Ah, grazie al cielo. Non sembra essere rotto.”
Pensò, facendola scorrere in un bicchiere precedentemente preso dalla cucina.
Anche se…
… A vederla non era così sicuro che fosse acqua.
… Meglio di niente.
Soddisfatto di aver raggiunto il suo obbiettivo, tornò velocemente nella stanza dove aveva trovato Germania, notando che era nelle stesse condizioni precedenti.
“Germania, ti ho portato un po’ d’acqua. Bevi e cerca di calmarti un po’.” Poi aggiunse, mentre gliela porgeva “Ecco. Non è stata filtrata, credo…”.
Il tedesco bevve, prima lentamente, poi quasi bisognoso, calmandosi ad ogni sorso.
Quando la finì, si poteva già notare un miglioramento.
“… E’ davvero acqua?”.
Chiese, fissando i rimasugli del liquido nel bicchiere.
“A giudicare dal colore… Credo di sì.”
Rispose Giappone, seppur dubbioso.
“Capisco… In ogni caso chiedo scusa per essere crollato in questo modo.”.
Si vergognava davvero di come si era comportato.
“Mi sento molto meglio ora, grazie a te.”.
“Questa è una buona notizia.”
Fece un piccolo cenno del capo, come in un muto “prego”.
“Dunque… Dove sono gli altri?”.
“Io… Non ne sono sicuro.” Sentenziò demoralizzato l’altro, massaggiandosi la nuca. “In ogni caso ci siamo messi a correre per salvarci la vita e quei due sono andati in direzioni diverse… Credo.”.
Poi scosse il capo, confuso.
“Scusami, dammi solo un secondo per riprendermi…”.
“Va bene” decise allora l’altro “Io andrò a cercare gli altri due, cerca di riposarti un poco.”.
“Scusami… Oh, in ogni caso… Ho trovato questo mentre correvo, magari ti potrà essere utile.”.
Disse, porgendogli una chiave dall’aria usurata.
Poi, d’un tratto si rinfilò dietro la tenda.
Anche se sorpreso da quell’atteggiamento, Giappone non potè fare altro che lasciar momentaneamente perdere e andare a cercare gli altri due.
Forse, però… Prima era meglio vedere dove conduceva la chiave che gli aveva dato il tedesco.
La chiave si rivelò essere quella della libreria al primo piano.
Ci andò, entrando nella stanza in modo guardingo.
 
La Cosa camminò a passi svelti, lungo il pavimento della libreria, per poi sparire. Chissà dove.
 
Il giapponese si passò un paio di volte la mano sugli occhi.
Era certo di aver rivisto quella… Cosa.
… Sarà stata un’altra allucinazione.
Esplorò la libreria, trovandovi soltanto una polpetta di riso (che diamine ci faceva lì?).
 
Non ebbe però il tempo di vedere altro.
All’improvviso, se lo ritrovò alle spalle.
 
Era a dir poco scioccato. Allora non era una fantasia della sua mente!
Troppo sorpreso per poter fare altro, scappò fino alla porta della stanza, non riuscendo a fuggire però in tempo.
Doveva affrontarlo.
Qualunque… Cosa fosse.
Uscì la sua katana, preparandosi allo scontro.
Fortunatamente per lui, sembrava abbastanza lento nei movimenti, riuscendo ad evitare i suoi colpi con facilità.
Dopo un paio di fendenti e qualche maledizione, la creatura fuggì.
Sollevato per essere riuscito a cavarsela, fece per uscire.
Però la porta era chiusa.
“L-La chiave…” disse preoccupato, tastandosi le tasche “Oh no… Devo averla fatta cadere da qualche parte.”.
Doveva fare in fretta però.
Quella Cosa poteva tornare in qualunque momento.
Setacciò la libreria, riuscendo dopo qualche minuto a ritrovarla, dietro ad uno scaffale.
“Trovata! Ora devo uscire di qui, presto!”.
L’essere gli era dietro.
Corse velocemente fuori dalla stanza, con il cuore in gola, chiudendosi la porta alle spalle.
… Era salvo.
“…  Che cosa diamine era quella cosa…?”.
Sussurrò, inquieto.
Non aveva mai visto una creatura del genere.
Eppure… Stranamente gli era familiare.
… Meglio non rimanere fermi in un punto.
“Devo trovare gli altri il prima possibile.”.
 
  
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