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Autore: ImMissBrightside    04/09/2011    2 recensioni
Quale amante e conoscitore della saga non hai fantasticato sull'essere uno studente di Hogwarts? Di andare in giro per Hogsmeade? O anche attraversare il muro tra i binari nove e dieci? Beh, la protagonista di questa fanfiction ha realizzato il suo sogno: dopo aver letto avidamente tutti e sette i libri sulla storia di un certo Harry Potter, ecco che si ritrova catapultata nel mondo magico senza accorgersene. Con l'aiuto del trio protagonista e due guide d'eccezione, Bec, ragazza timida, insicura, tutta casa e scuola, si ritroverà ad affrontare una situazione più grande di lei con il ritorno del Signore Oscuro che incombe pericolosamente come un'orribile minaccia per il mondo intero. Saranno utili le sue informazioni riguardo il futuro? Basta leggere ...
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George, e, Fred, Weasley, Il, trio, protagonista, Nuovo, personaggio | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Il nuovo capitolo è qui. Mi sono decisa ad aggionare soltanto adesso anche se avevo il capitolo pronto da un paio di giorni. Il motivo è che non mi convince molto e ho provato a modificarlo più di una volta, ma ogni volta mi veniva peggio quindi ... eccolo qui. Ringrazio come sempre tutti quelli che hanno messo la fic tra i preferiti, seguiti e ricordate e ovviamente un grazie speciale va a quelli che la resenciscono e visto che lo fa solo Pexima, Grazie Pexima! 


CAPITOLO 8
Tutto era pronto. Ora che anche l'ultimo ingrediente (un pezzo della persona nella quale ci si vuole trasformare) era stato aggiunto, la Pozione Polisucco era giunta a termine e bella pronta per essere bevuta. Il problema era che il colore rossiccio ricordava troppo quello dei capelli di Fred e George. 
- Sei sicura che vada bene? - chiese Bec, osservando quell'intruglio dall'aspetto orribile da una distanza di sicurezza, quasi avesse paura che scoppiasse. 
Katie parve offendersi del commento. - Certo, che ne sono sicura -. Eppure neanche lei sembrava parecchio convinta delle sue stesse parole. Aveva assunto l'identica espressione disgustata di Bec al solo guardarla da più vicino. 
Pochi istanti dopo il silenzio che si era creato nella camera fu spezzato da una porta che si apriva. Col fiato sospeso le due ragazze videro comparire la figura slanciata di Lee con il piccolo Colin Canon che stringeva come sempre la sua immancabile macchina fotografica tra le mani. Il ragazzino aveva acconsentito a scattare un paio di fotografie con la promessa di poter fare una lunga chiacchierata con il suo idolo. Harry ovviamente era totalmente all'oscuro, ma Lee era convinto che una volta assistito allo scherzo fatto ai gemelli non avrebbe opposto alcuna resistenza. E se poi non voleva saperne, potevano sempre legarlo a una sedia con Colin accanto a lui. 
- L'avete già bevuta? - chiese Lee mentre lanciava a Katie e Bec due sacchettini bianchi, non molto pesanti. 
Le due ragazze strabuzzarono gli occhi. - Chi ha detto che dobbiamo farlo noi? -. Bec, e a quanto pareva anche Katie, non aveva nessuna intenzione di trasformarsi in qualsiasi cosa che somigliasse anche lontanamente ai gemelli. Non che avesse problemi a diventare uno dei due, ma l'idea di assumere le sembianze di uomo non la allettava più tanto. Doveva essere strano trovarsi improvvisamente un ragazzo, senza più seno e ... beh diverse lì sotto. Fin dall'inizio Bec aveva pensato che Lee avrebbe bevuto la pozione dal momento che era un ragazzo che si trasformava in un altro ragazzo; non aveva certo mai preso in considerazione l'idea di farlo lei stessa o di farlo fare a Katie. Non se ne parlava. - Non berrò né ora né mai quella roba -
La pozione in effetti aveva cominciato a fumare più di prima e diventava sempre più scura. Ora era di un rosso vivo, quasi come il sangue che esce da una ferita. 
- Non indosserò mai degli abiti femminili - protestò Lee con le braccia incrociate sul petto. Sembrava un bambino di sette anni che fa i capricci. 
Bec scosse il capo. - Ma non sarai tu a indossarli - disse cercando di tenere il tono di voce il più basso possibile. Iniziava ad innervosirsi perché il tempo passava e la pozione ribolliva come se Katie l'avesse rimessa a riscaldare sulla fiamma. Era diventata bordeaux. 
Lee si stava avvicinando. - Fuori forse, ma dentro sono io - spiegò il ragazzo, puntellandosi il petto. - E' una questione di principio -. A quanto pareva indossare una gonna o un costume da bagno femminile infliggeva un duro colpo alla virilità di Lee, ignorando il fatto che la vera virilità non stava nel non vestirsi con abiti da donna. Maschi!
Colin Canon assisteva alla scena senza dire una parola, spostando lo sguardo da Bec a Lee e viceversa. Poi toccò a Katie e ciò che disse mise fine a ogni discussione. - E va bene - sbuffò - lo farò io - disse attirando su di sé gli sguardi attoniti di Bec e Lee che si girarono in un sol colpo verso di lei. La ragazza aveva messo una mano sulla spalla di Lee e lo stava riconducendo alla porta dal quale era venuto. - Non ho intenzione di spogliarmi davanti a te - aggiunse e con una bella spinta Lee fu fuori e la porta si richiuse sul suo naso. 
Bec stava fissando Katie ancora come se provenisse da un lontanissimo pianeta di un'altra galassia. - Mi dici perché l'hai fatto? -. Katie non rispose alla domanda dell'amica, troppo impegnata a versare dell'altra pozione in un bicchiere e buttarci dentro qualcosa, che a causa della distanza Bec non riuscì a identificare. Poi lo poggiò accanto a quello color cremisi. Bec osservò il tutto senza fare domande e continuò anche quando Katie le ordinò di mettersi il bikini che Lee era riuscito a procurarsi. - Non avevi detto che l'avresti fatto tu? -. Se Katie aveva cambiato idea facilmente, lei no. 
Ma Katie non aveva cambiato idea perché stava tirando fuori dal sacchetto anche l'altro costume da bagno e poi si nascose dietro una tenda che era apparsa nella Stanza delle Necessità. Con il presentimento che nulla stava per andare per il verso giusto, andò dietro l'altra tenda che era comparsa e mise su un bikini color paglino a fiorellini. 
Quando uscì allo scoperto, Katie stava indugiando davanti ai due bicchieri di pozione con indosso soltanto un costume azzurro con delle paperelle gialle. - Dobbiamo sbrigarci - disse a Bec battendo i denti dal freddo. In effetti stare mezze nude a novembre non era il massimo del divertimento, ovviamente nulla in confronto a quello che stavano per fare. Anche Bec si avvicinò al tavolo sul quale erano poggiati i due bicchieri e afferrò quello color cremisi dal momento che Katie aveva scelto quello che conteneva della robaccia giallastra. - Non ci avrai messo dei capelli di Lee -. Se l'aveva fatto era ufficialmente la persona migliore che Bec conoscesse. 
Il sorriso di Katie fece intuire a Bec che aveva visto giusto e col sorriso sulle labbra entrambe vuotarono i due bicchieri. Il sapore, si poteva dire, era anche peggio di come si presentava. Non sapeva dire se sapeva di piscio di folletto, come aveva detto Moody, non avendo mai assaggiato nulla del genere per grazia di Dio, ma di certo non era sciroppo alla fragola. Prima di quanto avesse immaginato, la trasformazione iniziò e una strana sensazione di calore partì da qualche parte imprecisata del suo corpo per poi propagarsi lentamente in tutte le direzioni. Non aveva più freddo. Era come se la pelle avesse preso a bollire esattamente come la pozione qualche istante prima che la bevessero e poi tutto finì con la stessa velocità con cui era iniziato. Troppo codarda per vedere come era diventata, decise che avrebbe dato prima un'occhiata a Katie. Soltanto che Katie non c'era più. Nello stesso punto in cui era lei prima, adesso c'era Lee in carne ed ossa con addosso il costume con le papere. Se quella situazione non fosse stata la più strana in cui si era mai ritrovata, Bec sarebbe scoppiata in risate. A ridere invece era Colin, tanto che aveva fatto cadere la macchina fotografica. 
- Avanti con queste fotografie e facciamola finita - disse Katie guardando nella direzione di Bec. Era difficile dire se fosse più divertita o disgustata. 
Il piccolo Colin, che cercava di reprimere una nuova ondata di risa, prese la macchina fotografica dal pavimento e puntò l'obiettivo verso le due ragazze. Bec e Katie si misero in posa e un paio di flash illuminarono la Stanza delle Necessità. Dopodiché Colin sparì per sviluppare le fotografie. 
Non appena l'ora a disposizione si esaurì, le ragazze tolsero il costume ( -Penso che mi terrò il mio- disse Bec) e ritornarono nella loro divisa felici come una Pasqua. Non avevano mai adorato tanto quella divisa. Poi andarono, seguite anche da Lee, nella loro Sala Comune in attesa di Colin. 
- Bec ed io ci occupiamo delle fotografie - disse a Lee indicando con un gesto repentino un centinaio di immagini. - Tu avvisaci se qualcuno scende - 
Erano le due del mattino quindi era difficile che qualcuno si alzasse nel cuore della notte, ma Lee doveva stare fuori dai piedi o avrebbe visto le sue fotografie in costume da bagno. In poco tempo l'intera Sala Comune fu tappezzata di fotografie di due ragazzi in bikini; ce n'erano ovunque: sulla bacheca degli annunci, sul camino a mo' di calza per la Befana, sugli arazzi, sparsi sul pavimento e su ogni sedia e pouf c'erano cinque o sei fotografie. Non impiegarono molto tempo; alle tre e un quarto circa Bec e Katie stavano facendo ritorno silenziosamente al loro dormitorio dopo essersi assicurate che Lee non andasse a sbirciare. Pregustandosi quello che sarebbe accaduto di lì a qualche ora, Bec si addormentò con un gran sorriso sulle labbra. 
La mattina, quando Katie la svegliò, Bec non voleva saperne di alzarsi. Nonostante avesse gli occhi come due fessure, era riuscita a vedere che Angelina, Alicia e Natalie erano ancora nei loro letti beatamente addormentate, e quindi voleva dire che era ancora presto per alzarsi. Ma Katie la trascinò comunque fuori dal letto e a quel punto Bec fu costretta a vestirsi e andare a fare colazione più presto di quello che aveva previsto dopo sole cinque ore e mezzo circa di sonno. 
Nella Sala Grande già c'era qualche povera anima in piedi, la maggior parte dei quali erano professori. Presto però molti più studenti cominciarono ad arrivare e non fu difficile sentire quelli di Grifondoro giungere. Il solito scalpiccio era accompagnato quella mattina da uno scroscio di risa che di rado era possibile vedere prima delle lezioni. Alcuni studenti delle altre case li osservavano come se fossero dei pazzi usciti dal San Mungo, altri invece si lasciavano trascinare dalle risate anche senza saperne il motivo mentre i professori cercavano di zittire tutti. Fu un sollievo vedere però che nessuno era riuscito a staccare le fotografie; ciò voleva dire che Colin stava facendo un buon lavoro nell'impedire che qualcuno se ne andasse in giro con quelle immagini. Il tempo di farle vedere anche a Fred, George e Lee e poi sarebbero scomparse dalla circolazione. Sarebbe rimasta soltanto la copia che Bec custodiva in fondo al suo baule sotto la coltre di abiti. 
Per l'arrivo dei tre ragazzi non si dovette aspettare molto. Un'ondata di fischi da parte dei ragazzi di Grifondoro li accolse non appena misero piede all'interno della Sala Grande; prima fra tutti Ron che era addirittura balzato sulla panca. Inspiegabilmente Fred e George avevano cucito in faccia lo stesso sorrisino di sempre, forse con le guance un po' più arrossate. Lee, invece, era furioso. Cercava lungo il tavolo della sua casa con gli occhi che gli uscivano fuori dalle orbite, poi quando individuò Bec e Katie si buttò a capofitto nella loro direzione. 
- Voi due! - disse indicano prima Katie e poi Bec. Era talmente arrabbiato che non riusciva a parlare; apriva la bocca e poi la richiudeva pentito. Probabilmente gli erano venuti in mente un paio di insulti con cui definire le due ragazze, ma quando stava per dirli o li giudicava troppo offensivi per uno scherzo innocente oppure si rendeva conto che dopotutto era colpa sua se era finito in mezzo a quella storia dal momento che si era rifiutato di bere la pozione. Alla fine comunque rinunciò a qualsiasi tentativo di apostrofarle e si mise a sedere con l'umore nero, immergendo la testa nella tazza di latte. 
Fred e George andarono a sedersi pochi istanti dopo, scansando tutti i cretini che cercavano di infilargli dei fogliettini di pergamena nelle borse. - E' stato geniale - disse George scoccando un bacio sulla guancia di Bec, mentre si sedeva accanto a lei. Seduta proprio davanti a Bec, Alicia non ne fu molto contenta. Le lanciò occhiate torve tutta la durata della colazione. 
Fred le diede una pacca sulla spalla prima di mettersi a sedere vicino a Alicia, ma stranamente non stava più ridendo. 
- Lee ci ha raccontato tutto -. George sembrava fuori di sé dall'eccitazione, molto più contento di quando era lui a fare uno scherzo a qualcuno. - Non me lo sarei mai aspettato. Sono fiero di te -. 
Lungo il tavolo tutti stavano ancora ridendo nonostante gli sforzi dei professori per fargli abbassare il tono di voce. Lee impallidiva a vista d'occhio cercando di sprofondare all'interno della tazza. 
- Da quanto tempo ci stavate lavorando su? - chiese Fred mentre imburrava una fetta biscottata. Il malumore sembrava sparito. 
- Ci vuole un mese per preparare la pozione - rispose Bec compiaciuta. - L'ultimo ingrediente l'abbiamo aggiunto questa notte nella Stanza delle Necessità - aggiunse, sussurrando l'ultima parte a George per evitare che orecchie indiscrete ascoltassero quello che aveva detto. 
- E qual era? - 
- Qualcosa della persona in cui ci si vuole trasformare - disse Katie, inserendosi nella discussione. - Noi abbiamo usato dei capelli -
Fred diede un bel morso alla fetta imburrata. - Hai usato un mio capello o di George? - chiese, troppo interessato alle modalità dello scherzo. Ma copiare scherzi già fatti non era nello stile dei gemelli quindi non c'era pericolo di fare la stessa fine.  
George sorrise. - Se è stata lei - indicò Bec - a prenderlo, allora può averlo preso solo da te - disse indicando il fratello sghignazzando. 
In effetti era riuscita a prendere proprio un capello di Fred, ma cosa voleva dire George? Se non avesse aggiunto quel sorriso, Bec non avrebbe mai e poi mai pensato al motivo di quella frase. Anche la strana reazione di Fred le diede da pensare. All'improvviso era diventato tutto teso e le guance avevano ripreso ad arrossarsi come prima. E ora stava cercando di deviare il discorso. - Quando l'hai preso? -. Anche lui sembrava sicuro che il capello era suo, nonostante Bec non avesse ancora risposto. 
- Ieri dopo l'allenamento di Quidditch - rispose sospettosa. 
Fred parve offeso dalla risposta. - Ecco perché mi giravi attorno - sbottò, quasi indignato. 
Per il resto della giornata l'argomento portante fu lo scherzo fatto ai gemelli e Lee. Non c'era studente che ormai non ne parlasse. La notizia si era diffusa anche tra gli studenti delle altre case, grazie a certi Grifondoro dalla bocca troppo larga. Nuove ondate di risa si scatenavano ogni volta che Fred e George o Lee passavano e fischi ammiccanti echeggiavano nei corridoio vuoti. A ora di pranzo fu una catastrofe perché anche Nick-Quasi-Senza-Testa aveva saputo dello scherzo e non aveva perso occasione di prendere in giro i tre; la testa continuava a cadergli di lato dal troppo ridere. Sempre nella Sala Grande, Harry aveva smesso di ridere non appena Katie gli aveva spiegato come avevano fatto a convincere Colin Canon a scattare le fotografie; il ragazzo passò circa un'ora a parlare con il suo più grande fan e fingeva interesse annuendo distrattamente di tanto in tanto. 
A fine giornata, comunque, l'interesse per lo scherzo iniziò a scemare almeno tra quelli che dopo le lezioni avrebbero dovuto raggiungere la Stanza delle Necessità per la prima riunione di Difesa contro le Arti Oscure con Harry come professore. Quella sera al posto delle tendine dove Katie e Bec si erano cambiate qualche ora prima c'erano scaffali con Spioscopi, Sensori Segreti e altri oggetti che potevano rivelarsi utili; c'era un enorme Avversaspecchio scheggiato e al muro le librerie erano colme di libri che fecero illuminare gli occhi di Hermione. Dopo aver finalmente deciso che il gruppo si sarebbe chiamato Esercito di Silente e che Harry ne era a capo (per conferirgli autorità, aveva detto Hermione), si passò alla parte pratica. Harry decise che era il caso di iniziare col semplice, o almeno quello che lui riteneva semplice. Bec ebbe non poche difficoltà con Expelliarmus soprattutto se era in coppia con uno come George. 
Fred si era rifiutato di fare coppia con lei, sostenendo che non voleva perché contro di lei avrebbe dovuto trattenersi. Lee ce l'aveva ancora con lei, quindi si disse concorde con Fred e i due fecero coppia. Esibendosi in tutta la sua serietà con una linguaccia rivolta a entrambi, afferrò il braccio di George e si allontanò dai due maschilisti convinti. George era decisamente più bravo di lei e l'aveva disarmata parecchie volte, facendo volare la bacchetta un paio di metri lontano da lei. Bec, al contrario, non ci era riuscita mezza volta. Era al pari di Neville; forse anche peggio. 
- Posso farti una domanda? - chiese rivolta a George improvvisamente. George annuì. - Cosa intendevi a colazione quando hai detto che avrei potuto prendere solo un ... - 
- Un capello di Fred? - continuò lui, interrompendola. Confermai. - Niente, lascia perdere - 
Poi al suono di Expelliarmus, la bacchetta di Bec volò verso la porta, sfiorando di poco la testa di Dean Thomas. Andò a prenderla. George la seguì. - Avanti, dimmelo - lo incitò. 
- Non è niente, davvero - spiegò, consegnando la bacchetta a Bec. - Non avrei dovuto dirlo - 
Queste parole non fecero altro che aumentare i dubbi di Bec. Gli rivolse un'occhiata sospettosa, al quale George non reagì come aveva sperato. 
- Sei una ragazza intelligente, potresti scoprirlo da sola - 
George osservò Bec qualche istante con il solito sorrisetto furbo stampato in faccia. Sembrava nel bel mezzo di una decisione difficile; probabilmente stava decidendo se si sarebbe divertito di più a dirle direttamente la verità o se era il caso di farle scoprire tutto da sola come aveva detto. Doveva essere giunto alla conclusione che valeva la pena assistere alla reazione di Bec perché dopo un po' disse, scrollando le spalle: - Mi sono accorto che da un po' di tempo Fred si comporta in maniera diversa nei tuoi confronti - 
Se era possibile, quella risposta era riuscita a complicare ulteriormente la mente di Bec. In che senso si comportava diversamente? Dovette aspettare un paio di minuti per porre la domanda al ragazzo perché Harry li aveva appena richiamati per essersi persi in chiacchiere. Stava prendendo sul serio il suo ruolo. - Che genere di cambiamenti? - chiese a bassa voce non appena Harry fu dall'altro lato della stanza, troppo preso dai progressi di Cho Chang per notare che lei e George non stavano più allenandosi. 
Ancora una volta George scrollò le spalle. - Niente di che. Continuiamo con l'allenamento - disse impugnando la propria bacchetta. Non poteva iniziare a dire qualcosa e poi tirarsi indietro. 
Lei gli rivose un'occhiata supplichevole e lui fece roteare gli occhi annoiato. - Mi sbagliavo. Sei stupida -. Bec non si offese perché era impegnata a capire dove fossero andati a finire con quella discussione. George sembrava più confusionario del solito, il che era difficile anche solo da pensare. - Gli piaci! - sbottò quando Bec si limitò ad osservarlo BLANKLY. 
Bec scoppiò a ridere. Da come l'aveva detto sembrava la cosa più scontata del mondo, quasi come se lei avesse commesso un reato a non accorgersene da sola. - E' ridicolo! - disse ancora in preda alle risate. Le faceva male lo stomaco. 
- Ho paura di no - fu l'unica risposta di George. 
- Se ti stai vendicando per lo scherzo puoi fare di meglio - sbottò la ragazza, poi iniziò a scuotere la testa. - E' impossibile che io piaccia a Fred -. Non che non si reputasse abbastanza carina da piacergli, ma era certa che lui la vedeva soltanto come un'amica, esattamente come lei vedeva lui. Era come se lo conoscesse da una vita. Non aveva mai pensato a lui dal punto di vista romantico. Certo, era carino, e molto anche, ma ... George le stava facendo sicuramente uno scherzo. - Non c'è nessuna differenza tra il modo in cui si comporta Fred nei miei confronti e il modo in cui ti comporti tu - spiegò la ragazza. Entrambi si divertivano a farle scherzi o a proporle di fare da cavia, entrambi le davano una mano con le lezioni (strano a dirsi, ma vero!) e l'avevano anche aiutata con l'esame di Volo che aveva sostenuto qualche giorno prima. 
George sbuffò. - Non dirmi che non ti sei accorta della faccia che ha fatto quando ti ho dato quel bacio sulla guancia oggi a colazione - disse tutto d'un fiato. Poi gridò "Expelliarmus" per far volare via la bacchetta di Bec perché Harry era di nuovo nei paraggi. 
Bec ci pensò su. In effetti le era sembrato infastidito ma aveva pensato che era per via dello scherzo. E poi gli era passata subito. Non era la prima volta che George le dava un bacio sulla guancia per sommo dispiacere di Alicia. Provò a disarmare George per non far insospettire Harry, ma non riuscì nemmeno a fargli rotolare la bacchetta in mano. - Forse piaccio a te e non a lui - scherzò per cercare di cambiare il discorso. 
- Forse hai ragione - disse sorridendo. 
- Meglio di no - replicò Bec.  
- Perché no? - 
Bec scosse la testa. - Perché c'è qualcuno che conosco che è interessato a te -. Forse non avrebbe dovuto dire nulla, ma in fondo non aveva fatto nomi. Non c'erano possibilità che George poteva capire che stava parlando proprio di Alicia. 
- E' una fortuna allora che tu non mi piaccia - 
Fingendosi dispiaciuta, Bec si mise una mano sul petto esattamente sul cuore. Inscenò delle lacrime a cui nessuno avrebbe creduto, forse nemmeno lei. 
George rise. - Mi dispiace, ma conosco qualcuno a cui farebbe piacere tirarti su - disse indicando da qualche parte. 
Bec non ebbe bisogno di voltarsi nella direzione in cui stava puntando per capire che si stava riferendo a Fred. - Idiota - 
La prima lezione dell'ES si rivelò utile per parecchie persone; alla fine soltanto Bec e Neville avevano ancora problemi, anche se la ragazza era migliorata parecchio da quando non si esercitava più con George. Harry aveva provato a farla lavorare con Neville, sperando forse che insieme avrebbero capito dove sbagliavano, ma non fu la decisione più saggia che aveva preso. Insieme, Bec e Neville, attentarono alla vita di Seamus e Calì, che era accanto a loro, circa dieci volte in tre minuti. Per evitare che qualcuno si facesse del male Harry si affrettò a separarli e lui lavorò con Neville e Bec andò con Hermione. Nonostante aveva la testa piena di quello che le aveva detto George, riuscì a far volare la bacchetta di Hermione un paio di volte. 
*
Nelle settimane seguenti le lezioni dell'ES diminuirono per via della prima partita della stagione di Quidditch, Grifondoro contro Serpeverde. Angelina aveva ben specificato che le riunioni del gruppo di Difesa non dovevano coincidere con gli allenamenti della squadra, anche se quest'ultima non ebbe molte occasioni per farlo dal momento che Piton prenotava il campo costantemente. I rapporti tra gli studenti delle due case si inasprirono ulteriormente, se ciò era possibile. La povera Alicia era finita in infermeria perché il capitano dei Serpeverde con un incantesimo le aveva fatto crescere le sopracciglia a dismisura; Piton si era rifiutato di credere ai testimoni e sosteneva che la ragazza aveva soltanto esagerato con un Incantesimo di Ricrescita per i capelli. Nei corridoi, e anche nelle aule a dirla tutta, le prese in giro di Draco Malfoy rivolte a Harry erano aumentate ed erano indirizzate anche a Ron. La differenza tra i due era che Harry ci era abituato, avendolo sopportato per circa cinque anni ormai, ma in quel campo Ron era una sorta di novellino. Per questo, la gelida mattina della partita, sembrava aver acquisito di nuovo lo stesso colorito che aveva ai provini. A colazione mangiò poco e niente e nonostante gli incoraggiamenti da parte dei compagni di casa, niente riuscì a rincuorarlo a parte, per una piccola frazione di secondo, il bacio che Hermione gli aveva dato sulla guancia. 
Bec cercò in tutti i modi di evitare lui, Ron e i gemelli. Se qualcuno di loro le avesse fatto una domanda sulla partita non era sicura che sarebbe riuscita a tenersi tutto dentro. C'erano delle cose da dire per tutti e quattro. Ron avrebbe fatto una figura pessima, e gli altri tre sarebbero stati espulsi dalla squadra. Lungo la strada per il campo, però, disse a Lee e Hermione che li avrebbe raggiunti più tardi. - Mi sono dimenticata di prendere i guanti -. Ed era vero, ma l'aveva detto soltanto per non far insospettire Hermione. Se la ragazza avesse scoperto cosa aveva intenzione di fare, l'avrebbe uccisa. Iniziò a correre come una forsennata verso gli spogliatoi, giungendo a destinazione a corto d'aria. Inizialmente riuscì a scorgere soltanto Angelina e Alicia, già pronte nella loro divisa scarlatta, poi balzò fuori anche Katie. - Dove sono gli altri? - chiese all'amica. Harry, Ron, Fred e George non era in vista da nessuna parte. 
Proprio mentre Katie le diceva che i ragazzi si stavano cambiando, spuntò Fred ancora mezzo svestito con indosso soltanto il pantalone; la maglia appallottolata in mano. Istintivamente Bec si girò in un'altra direzione, coprendosi gli occhi con una mano. Poi recuperando il lume della ragione, ritornò a fissarlo cercando in tutti i modi di non scendere oltre il mento. - Vuoi vestirti? - sbottò innervosita. Ma cosa le prendeva? Non era la prima volta che lo vedeva a torso nudo, era già capitato un paio di volte prima o dopo gli allenamenti di Quidditch, ma non aveva mai reagito in quella maniera. Perché quella volta era diverso? 
Fred la fissò divertito. - Suppongo tu abbia visto anche altro -. 
Bec sapeva che si stava riferendo a quando qualche settimana prima  gli aveva fatto lo scherzo della Pozione Polisucco e del fatto che era diventata lui. - Sei disgustoso! - disse con una smorfia. Però Fred aveva ragione: in quell'occasione l'aveva visto anche meno vestito di come lo era in quel momento, ma non le aveva fatto nessun effetto se si escludeva il ribrezzo per essere diventata un ragazzo. Cosa le stava succedendo? - Sbrigati o prenderai freddo - si affrettò ad aggiungere quando si accorse che anche Katie la stava fissando confusa. 
Sempre più divertito Fred fece come la ragazza gli aveva detto. - Cosa volevi? - le chiese quando la testa uscì dalla maglia. I capelli erano spettinati e Bec non poté fare a meno di notare che in quel modo gli stavano meglio, gli donava un'aria più... La vuoi smettere!?, disse a sè stessa. Che ti prende?
Costringendosi a non fare caso agli sguardi straniti dei due amici quando la videro scuotere il capo per far uscire certi pensieri dalla testa, disse che aveva bisogno di parlare con lui, George e Harry. Fred andò a chiamarli e, intuendo che quella era una cosa tra loro, Katie si allontanò e andò da Alicia per dare una controllata alle sue sopracciglia. Angelina non c'era più. Quando arrivarono, i tre ragazzi erano già avvolti nella divisa rossa che si abbinava alle orecchie di Ron, mentre il volto grigio avrebbe fatto invidia al pelo di un topo. 
- Che carina, sei venuta di nuovo di dirci buona fortuna - la prese in giro George, dandole un buffetto sulla testa che lo scombinò i capelli. 
Bec fere roteare gli occhi e lasciò correre. Doveva sbrigarsi perché la partita stava per iniziare e Hermione avrebbe potuto insospettirsi per tutto il tempo che era stata via. Mentre correva aveva pensato con quali parole dire agli amici che quella sarebbe stata la loro ultima partita, ma non riuscendoci si era ripromessa che li avrebbe messi soltanto in guardia sul comportarsi bene con la speranza che capissero qualcosa. - Cercate di divertirvi e vedete di stare tranquilli più che potete, soprattutto voi tre - e indicò Harry, George e Fred, che la osservavano non molto convinti. 
Tutti e quattro, anche se il consiglio non era diretto propriamente a Ron, annuirono quando Angelina arrivò e disse che aveva saputo la formazione dei Serpeverde. A quel punto Bec andò via e augurò un'ultima volta buona fortuna a tutta la squadra. 
Gli spalti erano colmi di gente e assolutamente tutti occupati se non per l'unico posto che Hermione aveva riservato a Bec accanto a lei. - Dove sono i guanti? - chiese sospettosa. 
Bec si guardò in attesa che una scusa le piovesse dal cielo. - Non li ho trovati - balbettò poco convinta, ma l'ingresso in campo della squadra di Grifondoro riuscì a distrarre Hermione quel tanto che bastava da farle dimenticare di Bec. I Serpeverde avevano preso a intonare PERCHE' WEASLEY E' IL NOSTRO RE che per fortuna non era ancora giunta alle orecchie di Ron, che si avviava ricurvo verso gli anelli. Si poteva essere tanto stupidi? Ovviamente se eri Serpeverde la stupidità non aveva limiti quando si parlava di competizioni. Addirittura i sette giocatori aveva indossato la spilla e facevano di tutto per mostrarla fieri sul petto. Tiger e Goyle, i due bestioni amiconi di Draco Malfoy, facevano roteare le mazze da battitori tirate a lucido nella vana speranza di risultare minacciosi. 
Dopo che i capitani ebbero stretto l'uno la mano dell'altro, Madama Bumb ordinò agli altri di montare sulle scope e poi il fischio d'inizio si confuse tra gli altri fischi e le urla degli spettatori. La partita fu un vero disastro per Ron, che nei primi dieci minuti era riuscito a far passare quattro volte la Pluffa mentre le orecchie diventavano di fuoco. Fu sul punteggio di 40 a 10 per Serpeverde che Harry riuscì ad afferrare, una manciata di secondi prima di Malfoy, il Boccino facendo vincere la partita ai Grifondoro. Harry ebbe il tempo di vedere la curva rosso-oro balzare in piedi con un boato prima di essere atterrato da un Bolide tiratogli da Tiger. Il fischio di Madama Bumb si confuse ancora una volta e si sentì a stento. Tutti volarono nella direzione di Harry e anche Malfoy. 
Dall'alto fu impossibile sentire cosa si dicessero, anche se Bec ne aveva un vago ricordo. Il tempo di pochi minuti e vide Angelina, Alicia e Katie sforzarsi per cercare di trattenere Fred dallo scaraventarsi su Malfoy, mentre Harry e George già gliene stavano dando di santa ragione. A fermarli fu Madama Bumb, rendendo visibile dagli spalti il naso sanguinante di Harry e il labbro gonfio di George; Fred ancora cercava di liberarsi. Non appena Harry e George si allontanarono per andare nell'ufficio della professoressa McGranitt, Bec si affrettò a raggiungere gli spogliatoi accompagnata dalle risate di scherno dei Serpeverde. Vi trovò Angelina fare avanti e indietro, quasi tracciando un solco nel pavimento, e borbottava cose incomprensibili; Alicia e Katie stavano discutendo animatamente con Fred, furente; Ron non era in vista da nessuna parte.
- Avreste dovuto lasciarmi - continuava a ripetere Fred. - L'avrei fatto a pezzi - 
Bec si avvicinò al terzetto. Non le sembrava il caso di dire "te l'avevo detto" in quel momento, ma avrebbe tanto voluto. 
Alicia era furiosa. - E cosa avresti concluso? - urlò la ragazza. Poi si voltò a guardare Bec e: - Diglielo anche tu che avrebbe fatto una stupidaggine - disse allontanandosi insieme a Katie. - Forse a te darà ascolto -. Le due ragazze andarono da Angelina che ormai sembrava incapace di fermarsi, sull'orlo di una crisi di nervi. Era una bella seccatura alla sua prima partita da capitano ritrovarsi in un quel guaio. 
Fred si era buttato pesantemente su una sedia, senza il minimo cenno di volersi calmare. - Lo sapevi, non è così? -. Bec annuì. Non sapeva come comportarsi in una situazione del genere; in quei mesi non aveva mai visto Fred così arrabbiato. - Quando stamattina ci hai detto di stare tranquilli immaginavo che c'era qualcosa sotto, ma non avrei mai pensato a niente di tutto questo -. Aveva il capo poggiato contro la parete, con le nocche che bianche tanto che stringeva i pugni. 
Bec si sedette accanto a lui, gli mise una mano sulla spalla. - E' stato da stupidi -. Fred abbassò lo sguardo. - Ma se lo meritava - aggiunse quando si accorse dello sguardo di Fred. 
- Cosa succederà a Harry e George? - chiese. 
- Beh ... -
  
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