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Autore: Laura Anita Winchester    04/09/2011    2 recensioni
Silente l'ha scelta come cavia.
Lei conosce già quel mondo. Lei sa come andrà a finire la storia. Come finirà lo scontro tra bene e male.
Ma qualcosa la spingerà a rimanere in quel mondo magico.
PS la storia comprende il seguito "Ti fidi di me?" e altri capitoli aggiuntivi.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio, Severus Piton, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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prima di iniziare
Sono finalmente tornata alla civiltà! Quindi mi sembrava carino postare subito.
Però...sì c'è un però.
Voglio accompagnarvi con calma anticipandovi quello che leggerete perchè so che forse non tutti saranno d'accordo con quello che c'è qua sotto.
Ricordo che questi sono capitoli aggiuntivi RICHIESTI da alcuni lettori e questo è un capitolo particolare. Mi ha messa in seria difficoltà, ma visto che la lettrice in questione mi ha sempre recensita in modo "ammirevole" mi sembrava più che giusto renderla felice =)
Poi magari è venuta una schifezza e non piace nemmeno a lei...ma provare non nuoce!
Passo al sodo. Questo capitolo è ambientato nel peridoo del dopo matrimonio di Draco e Anita, precisamente dopo una litigata tra i due.
Anita fugge da una delle poche persone che ha salvato e che può aiutarla Severus.
Ora prima che vi fiondate alla lettura e successivamente agli insulti vi avviso che ci sarà una relazione e ricordo che Anita è maggiorenne (quindi niente pedofilia u.u)
Spero che vi piaccia, ma piaccia specialmente a te che l'hai richiesto =)
Buona lettura. 

- Anita – sussurrai, non appena aprii la porta di casa.

Lei era stretta nel suo cappotto e tremava per il freddo – Severus.

- Entra, diamine stai tremando! – dissi, tirandola dentro casa e chiudendo di colpo la porta.

La ragazza si guardò attorno e si diresse immediatamente in cucina.
Quella casa ormai la conosceva.
La seguii.
Lei si sedette e si tolse il giaccone.

- Che cosa ci fai qui? Dovresti essere a casa con tuo marito…

I suoi occhi diventarono immediatamente lucidi.
Mi avvicinai e le strinsi una mano – Cosa ti è successo?

- E’ improvvisamente impazzito, non so cosa gli sia successo. Mi è caduta una tazza, mentre lavavo, e ha iniziato ad urlarmi contro – commentò, iniziando a singhiozzare.

Rimasi fermo a fissarla.
I capelli uscivano disordinati dall’acconciatura rovinata dal cappuccio e dalla corsa, il viso era leggermente invecchiato senza però presentare alcuna ruga, il trucco stava iniziando a colare a causa delle sue lacrime e il suo corpo tremante sembrava più esile del solito.
Quanti anni erano passati dall’ultima volta che l’avevo vista?
Quanti anni erano passati dall’ultima volta che era venuta in casa mia?
Mi avvicinai e esitante la strinsi.
Lei si aggrappò a me singhiozzando più forte così la strinsi ancora di più.

- Ti prego, aiutami – sussurrò.

Le accarezzai i capelli – Tu hai aiutato me, io aiuterò te.
Lei si staccò tirando su col naso – Grazie.
Preparai una pozione riscaldante e con un incantesimo le asciugai gli abiti che l’avvolgevano.

- Allora? In tutti questi anni che hai fatto? – le chiesi, porgendole la tazza fumante sedendomi davanti a lei nel salotto.

Lei annusò la tazza stringendola forte tra le sue dita, facendo brillare uno dei due anelli che le avevo regalato anni prima.

- Lavoro al ministero – disse, ingurgitando la pozione – Controllo delle creature magiche.

Annuii – Ti trovi bene?
Lei annuì – Anche Draco lavora al ministero, come auror. Ovviamente il suo passato è difficile da cancellare.

- Anita – la chiamai, cercando di non farla pensare a suo marito – Parlami di te, non di lui.

Lei alzò i suoi occhi verdi su di me – Io…
Cadde il silenzio, mentre il suo sguardo cercava invano un episodio che riguardasse solo lei.

- Ti ricordi quando sei venuta qui? Della nostra chiacchierata quella sera? – chiesi, cercando di portarla indietro con il tempo.

I suoi occhi si illuminarono indicandomi che ricordava.
 

-  Severus, posso farti una domanda? – aveva chiesto arrossendo leggermente.

Avevo posato lo sguardo diffidente su di lei – Prova.

- Beh, ecco volevo sapere cosa avevi provato quando hai puntato la bacchetta contro Barty Crouch Junior.

La domanda mi aveva fatto riflettere costringendomi a guardarmi le mani – Mi sembra abbastanza logico, Anita. Era uno di loro e aveva rinchiuso Malocchio nella…

- No, Severus. Dimmi quello che hai provato. Dimmi cosa hai pensato mentre lo tenevi alle strette – aveva detto, sporgendosi in avanti e stringendomi una mano.

L’avevo guardata dritta negli occhi e avevo iniziato a raccontarle di quando odio provavo verso colui che aveva cercato di uccidere il figlio della donna che amavo e di quanto avessi fatto fatica a risparmiarlo.
 

- Sto cercando di fare lo stesso con te ora – dissi, tornando dal breve flash back.

Lei abbassò lo sguardo – Sono sempre riuscita ad aiutare gli altri, ma mai ad aiutare me stessa.

- Per questo ora ci sono io – dissi.

Lei mi fissò – Non ho più nemmeno un ricordo della mia vita senza Draco, lo amavo. Lo amo, ma con quello che è successo io… - disse, mentre gli occhi diventavano lucidi.

- Non piangere – dissi, alzandomi e inginocchiandomi davanti a lei.

Lei si alzò costringendomi a fare lo stesso e mi abbracciò.

- Anita, non sopporto vederti piangere – dissi, cercando il suo sguardo.

I suoi occhi si posarono su di me, poi scesero sulle mie labbra per ritornare alla meta precedente.
-  Anita… - sussurrai, in preda a mille emozioni.
Lei posò le sue labbra sulle mie sorprendendomi.
Il mio cuore fece una…come la definivano i giovani babbani…piroetta e anche io ricambiai il bacio.
Quando fummo entrambi a corto di fiato ci staccammo.
La guardai stretta tra le mie braccia fissarmi come un cerbiatto smarrito.

- Io…scusa non dovevo. E’ stato uno sbaglio – sussurrò.

I miei occhi si incupirono.
Uno sbaglio… tutto uno sbaglio…
Mi staccai da lei dirigendomi in cucina – Si è fatto tardi, se vuoi c’è la camera degli ospiti, come al solito.
Una mano strinse la mia costringendomi a fermarmi.
Mi voltai a guardare Anita.

- Posso dormire con te? – chiese, questa volta senza abbassare lo sguardo.

- Sarebbe meglio di no – commentai, separando la mia mano dalla sua.

Lei la strinse nuovamente – Ti prego.
Sospirai cercando un pretesto per dirle di no, ma dovetti cedere – Va bene.
Le sue labbra si alzarono in un sorriso – Grazie.
Ci dirigemmo entrambi nella mia camera che non era cambiata, tranne per le lenzuola, dall’ultima volta che avevamo dormito assieme.
Ci stendemmo entrambi in silenzio.

- Severus.

- Anita? – dissi, costringendola a proseguire.

- Lo so che può sembrare imbarazzante – disse, muovendosi a disagio nel letto – Mi potresti abbracciare?

Mi irrigidii.
Perché me lo aveva chiesto? Cosa voleva ancora da me? Conforto?
Mi avvicinai titubante e l’abbracciai.

- E’ passato così tanto tempo – sussurrò lei – Mi sei mancato, Severus.

Le ero mancato? Lei non sa quanto mi fosse mancata in quei giorni che mi avevano costretto a rivivere la stessa esperienza con Lily.

- Anche tu mi sei mancata – dissi, mentre una lacrima sfuggiva dal mio controllo e finiva sul suo collo.

Lei portò una mano istintivamente sopra di esso – Perché piangi?

- Tu non sai cosa hai fatto…mi hai costretto a rivivere i vecchi ricordi – dissi, lasciando il via libera ad altre lacrime – Lasciandomi vivere mi hai costretto ad un futuro pieno di solitudine.

- Zitto – sussurrò, posandomi un dito sopra le labbra.

Mi costrinse a lasciare la presa dalla sua vita e questa volta fu lei ad abbracciarmi posando la sua testa sopra la mia e coccolandomi i capelli.

- Sono stata una stupida egoista. Ho voluto salvarti per me. Non sapevo cosa avrei fatto in caso di difficoltà senza il tuo sostegno. E solo ora mi rendo conto di essere stata un egoista in tutti questi anni lasciandoti solo. Ho sbagliato e potevo risparmiarmi tutto questo, mi dispiace.

- Quello di prima, è stato davvero uno stupido errore? – chiesi.

Lei fermò la sua mano sulla mia testa e io alzai lo sguardo per vedere qual’era stata la sua reazione.
Incontrai i suoi occhi che mi fissavano nel buio – No, non è stato uno stupido errore, non so nemmeno come definirlo. So che in quel momento avevo bisogno di quello e che ho commesso il mio ennesimo atto di egoismo.

- Quindi… - iniziai, ma fui interrotto.

- Quindi se fosse uno stupido errore non lo rifarei, di nuovo – disse, posando nuovamente le labbra sulle mie.

Quando ci staccammo Anita mi strinse nuovamente a se – Devi promettermi una cosa.

- Dimmi.

- Non dovrai mai dire cosa è successo questa sera, a nessuno – sussurrò – Non è, e mai sarà, un errore questo, ma io ci tengo a Draco e lo amo quanto amo te. Non costringermi a scegliere e a commettere il mio ennesimo atto di egoismo.

- Non lo farò – dissi.

 
La mattina dopo Draco venne a trovarmi per riportare a casa Anita.
Mi chiese scusa almeno una decina di volte, per quello che era successo, mentre sua moglie mi passa affianco sfiorandomi una mano.
Mentre percorrevano il vialetto lei si voltò e mi sorrise agitando una mano.
Suo marito la strinse a se e si smaterializzarono lasciandomi nuovamente solo, ma con una speranza in più.

   
 
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