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Autore: museti    05/09/2011    9 recensioni
Prima convention italiana, Jensen in cerca di tranquillità, Misha in cerca di divertimenti! Jensha!
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jensen Ackles, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Roma nun fa’ la stupida stasera
2° capitolo




 

Si avviarono quindi alla ricerca del taxi che li avrebbe condotti allo Zodiaco.

Avevano percorso poche centinaia di metri, quando un’auto si fermò proprio davanti a loro facendo stridere le gomme. Ne scesero quattro vociferanti e chiaramente alticci ,per non dire completamente ubriachi, turisti di origine tedesca a giudicare dal loro linguaggio.

 Mentre Jensen faceva cenno al taxista di non andarsene, Misha fu letteralmente investito dai quattro. Uno di questi barcollando gli buttò le braccia al collo per non cadere,lui lo sostenne come meglio poté e ricevette come gratificazione una zaffata alcoolica da stendere un cavallo. Come se non bastasse il tedesco guardandolo fisso negli occhi continuava a ripetere:

-Blaue Augen,ich mag dich…(Occhi blu,mi piaci)

-Cosa cavolo blatera costui?-chiese Misha cercando di scollarsi di dosso l’ubriaco che cercava di baciarlo.

-Penso che abbia appena fatto una conquista mister-spiegò ridacchiando il taxista.Questo a differenza dell’altro collega si esprimeva in un inglese abbastanza fluido

A sentire questa affermazione Jensen scoppiò in una sonora risata, riuscendo seppure involontariamente, a distogliere l’attenzione del tedesco dal malcapitato Misha, permettendogli così di riconsegnarlo alle amorevoli cure dei suoi amici messi forse peggio di lui.

Entrare nel taxi fu come entrare in una cantina tanto era forte l’odore di vino che vi si percepiva.

Abbassarono i finestrini per fare entrare l’aria fresca della sera.

-Speriamo –disse il taxista-che riescano davvero a fare il bagno il qualche fontana,almeno si faranno passare la sbronza. Ma torniamo a noi signori miei, dove vi porto?

-Zodiaco per favore - comunicò Misha

-Allo Zodiaco?...ok –replicò l’uomo guardandoli in modo strano dallo specchietto retrovisore e lasciandosi scappare un sorrisino complice.

-E bravo Misha! – commentò Jensen lottando contro un irrefrenabile accesso di risate- Vedo che il tuo fascino continua a mietere vittime. Peccato che quel tedesco fosse completamente ubriaco e probabilmente non in grado di intendere e di volere.

-Dici così perché sei geloso che non sia capitato a te! –ribatté lui scoppiando a ridere a sua volta – Pensi forse che se fosse stato sobrio non gli sarei piaciuto?

-Perché non torni indietro a cercarlo e ti fai dare un recapito,così domani quando gli saranno passati i fumi dell’alcool potrai appurarlo di persona e chissà,magari nascerà un grande amore.

-Ma come siamo spiritosi! Tutta invidia la tua, bello – gli sussurrò Misha  girandosi verso di lui, piegando una gamba sotto di sé e distendendo il braccio sullo schienale.

Intanto il taxista che continuava a lanciar loro occhiatine curiose, aveva inserito un cd nel lettore e le note di “Roma nun fa’ la stupida stasera” si diffusero nell’abitacolo della vettura.

-Cosa dice questa canzone? –chiese Jensen incuriosito all’uomo- si sente canticchiare parecchio in giro.

-E’ una canzone popolare. –spiegò l’uomo - Racconta di una richiesta che un innamorato fa alla sua città, per far si che la sua ragazza non lo respinga. Le chiede un venticello primaverile,il canto dei grilli,le stelle ed un pezzettino di luna….siete fortunati,stasera avete tutto quello che vi serve.

Jensen rimase senza parole.

Si girò verso Misha che lo stava guardando con un’aria molto divertita,e gli fece un cenno che significava:”Ma per chi ci ha preso?”

-Te la sei voluta, – disse questi sottovoce avvicinandosi a lui – se l’avessi chiesto a me te l’avrei spiegato.

- Come facevo a sapere che eri un esperto di canzoni locali?!

-Sono molte le cose di me che ancora non sai Jens. Comunque non sono un esperto della musica locale: ieri in hotel l’ho sentita canticchiare da tre persone ed ho chiesto ad una di esse come mai fosse tanto in voga e lei me l’ha spiegato. Tutto qui. Adesso ,visto che è stato così gentile con te e non toglie gli occhi dallo specchietto retrovisore,non pensi che dovremmo dargli almeno un contentino?
 
- Cioè? Cosa intendi per contentino?

Prima che Jensen potesse rendersi conto di cosa stava succedendo, Mishasi avvicinò ulteriormente e gli posò un bacio leggero ma molto lento sul collo appena sotto l’orecchio,facendogli sentire i brividi lungo tutta la spina dorsale e scatenandogli un’immediata reazione nei pantaloni.

-Co...cosa ti prende? Cosa stai facendo –bisbigliò allarmato cercando di scostarsi.

-Prova a spostarti di un altro centimetro e giuro che ti infilo la lingua in bocca – la voce profonda e minacciosa dell’amico, che gli sussurrava all’orecchio, lo inchiodò al sedile facendolo desistere dai suoi propositi.

-Non…non lo faresti davvero?!-balbettò Jensen travolto sia dal gesto di prima che da queste parole.

-Non hai che da mettermi alla prova - ribadì Misha.

Jensen preferì non sfidare ulteriormente la sorte e se ne stette buono buono al suo posto, lasciando che l’altro continuasse la sua lenta ma dannatamente piacevole tortura nei suoi riguardi, tutto a beneficio del conducente.

Fortunatamente, o sfortunatamente a seconda dei punti di vista, arrivarono a destinazione mentre l’ombra della notte cominciava ad accarezzare il pendio degradante del belvedere.

 Scesero dal taxi:Jensen si sentiva frastornato come raramente gli succedeva ”Ma guarda cosa mi combina questo disgraziato che manda al diavolo il mio autocontrollo solo guardandomi. Adesso, come se non bastasse, decide di mettermi sui carboni ardenti baciandomi sul collo e facendomi venire un’erezione come fossi un adolescente alle sue prime pomiciate.”

Perso in queste constatazioni non fece caso a cosa gli stava dicendo Misha.

-Jensen, mi senti? Il taxista ci ha chiesto se vogliamo che ci aspetti, visto che siamo venuti solo per ammirare il panorama ed il suo turno sta per terminare.

-Si si..per me è ok – rispose senza nemmeno aver capito cosa gli avesse detto.
Il conducente del taxi parcheggiò la vettura in un minuscolo angolino stranamente libero e si sistemò comodamente sul sedile con un sospiro di soddisfazione.

Dopo aver chiesto come raggiungere la terrazza panoramica, si diressero verso il ristorante,lo attraversarono ed uscirono all’aperto.
Il mondo pareva essersi dato appuntamento lì quella sera: i flash si susseguivano incessanti ed il vociare raggiungeva livelli oltremodo fastidiosi.

-Cazzo che casino –sbottò Jensen a cui tutta quella calca dava sommamente sui nervi - è peggio che essere alla prima di un film! Oltretutto non si vede quasi niente con tutta questa gente. Senti,usciamo di qui e vediamo di trovare un posto un po’ meno affollato.
 

Uscirono dal locale e si diressero verso una piccola strada poco illuminata che si trovava nei pressi. Forse il colpo d’occhio non sarebbe stato altrettanto maestoso ma la cosa sarebbe stata comunque preferibile al caos della terrazza.

Il panorama che gli si presentò fu ugualmente di una bellezza da togliere il fiato.

Roma ai loro piedi risplendeva di migliaia di luci,come uno splendido gioiello posato sul velluto scuro.

La vista spaziava lontano oltre ogni aspettativa ed i rumori della città arrivavano attutiti come in un sogno. Altro che romantico, quel posto sarebbe stato sicuramente un piccolo angolo di paradiso, in un momento più tranquillo.

Jensen era rapito da tanta bellezza.

 ”Si sentono davvero i grilli”-pensò alzando gli occhi ad ammirare il cielo ormai scuro ed appoggiandosi ad una piccola balaustra. Le stelle brillavano muovendosi piano come fiori sulla superficie di un lago. Una falce di luna faceva capolino da dietro alcune nuvole leggere ed una brezza ancora fresca faceva stormire le fronde degli alberi.Un’atmosfera perfetta per … ”Jens,torna con i piedi per terra!”

Si strinse nella giacca quando improvvisamente percepì la presenza di Misha alle sue spalle: si era appoggiato alla sua schiena e lui poteva sentire distintamente il calore del suo corpo attraverso i vestiti, il che non contribuì certo a rilassarlo.

Rabbrividì involontariamente.

L’amico notando la cosa lo circondò con le proprie braccia aderendo a lui come una seconda pelle, appoggiò il mento sulla sua spalla e gli chiese:

-Freddo?-

Il suo respiro gli solleticò l’orecchio con il risultato di fargli ritornare l’erezione.”Jensen datti una regolata,che cazzo …”

Dio che voglia di girarsi e baciarlo!

Baciarlo tanto da togliergli il respiro. Sentire la morbidezza di quelle labbra sulle sue. Stringerlo sino a sentirsi una cosa sola con lui.

Maledetta voglia che gli faceva accelerare il battito del cuore e sentire le farfalle nello stomaco,per non parlare del resto…

 Non ricevendo risposta alla domanda di poco prima, Misha lo girò verso di sé piantando quegli sconvolgenti occhi blu nei suoi “No,ti prego non guardarmi così..”-  implorò mentalmente Jensen sentendosi venire le gambe di gelatina.

Evidentemente quello che l’amico lesse nei suoi occhi era molto di più di cosa lui volesse dargli ad intendere in quel momento, perché improvvisamente con quella voce che da sola bastava a fargli venire la pelle d’oca gli chiese:

-Perché non lo fai?

-Co … cosa do...vrei fa … fare ?-“Merda mi sono messo pure a balbettare come uno scemo”

-Quello che vorresti fare ma non trovi il coraggio -ribadì Misha, il volto così vicino al suo da poter sentire distintamente il suo respiro leggero sulle labbra- Hai bisogno di una spinta o hai paura di quello che potresti provare?

-Io non ho bisogno di nessuna spinta,è solo che…beh ecco non so se sia una buona idea…

- Jens,smetti di farti sempre tante domande,lasciati andare almeno con me e poi, per quale motivo credi ti abbia chiesto di uscire stasera? -disse mentre spostava le  mani sotto la sua giacca e cominciava ad accarezzargli la schiena avvicinando ancora di più il viso al suo -Hai voglia di baciarmi? Allora baciami …

Quel “baciami” sussurrato a fior di labbra fu il fiammifero che diede fuoco alla miccia.

Jensen mollò il freno a mano e mandò al diavolo tutti i se ed i ma, lo afferrò per il bavero ed incollò la bocca sulla sua.

 Il mondo scomparve con tutte le persone che avrebbero potuto vederli o riconoscerli.Il tempo cessò di esistere ,c’erano solo loro due e nessun altro.

Lo baciò con una passione di cui non si credeva capace e mentre Misha lo contraccambiava con altrettanto trasporto, capì che aveva desiderato baciarlo da quel lontano primo giorno che lo aveva conosciuto sul set, quando quegli occhi blu si erano incatenati ai suoi ed inconsapevolmente gli avevano rubato un pezzetto di cuore.

-Come vedi non era poi così difficile-constatò Misha ansimando quando furono costretti a staccarsi per evitare l’asfissia. Le sue mani oraerano finite sotto la felpa ad accarezzargli la pelle.

-Se penso a cosa mi sono perso finora mi do del cretino da solo –rispose Jensen.

-Non disperarti,vedrai che recupereremo il tempo perso-lo rincuorò Misha strusciando bastardamente il bacino contro il suo e lanciandogli  uno sguardo carico di promesse.

-Ti consiglio di limitare al minimo i movimenti-fu la risposta di Jensen a questa provocazione-se non vuoi che mi dimentichi di essere in un luogo pubblico e possa fare qualcosa di cui entrambi potremmo pentirci….

-… facendo fare una bella impennata alle vendite dei giornali scandalistici di domani - finì al suo posto Misha ridendo.

 Ripresero a baciarsi incuranti delle occhiatine maliziose dei passanti.

Durante l’ennesima pausa per riprendere fiato, Jensen buttò distrattamente l’occhio sul suo orologio.

-Cazzo! Hai visto che ora è?

-Beh, a dire il vero  fino a pochi attimi fa l’ora è stata l’ultimo dei miei pensieri,-rispose Misha guardando a sua volta l’orologio- però hai ragione,forse è meglio rientrare prima che le nostre metà allertino la polizia dandoci per dispersi.

Tornarono al taxi .Il conducente si era beatamente addormentato e sussultò quando sentì picchiare sui vetri. Si stropicciò gli occhi, guardando entrambi con sguardo indagatore.

-Bene bene, vedo che Roma ha fatto ancora una volta il suo dovere –confermò notando le espressioni sui loro volti.

Il ritorno in hotel costò loro una cifra non indifferente.

-Con quei soldi potrà portare sicuramente la moglie in un ristorante di lusso per il loro anniversario –disse Jensen ridendo.

 Era parecchio tempo che non si sentiva così bene!

Raggiunta la hall si salutarono come due amici che rientrano dopo una passeggiata, anche se Misha lo avrebbe più che volentieri trascinato in qualche stanzino per finire degnamente la serata e Jensen sarebbe stato più che disposto a seguirlo e a collaborare.

Purtroppo non era possibile.

Mentre si dirigevano verso i rispettivi ascensori Misha lo richiamò e gli suggerì:

- Sarebbe consigliabile farsi una doccia,le donne anche se non sembra hanno un naso come i segugi … forse dovremmo anche iniziare ad usare lo stesso profumo. Dopo infilati nel letto più silenziosamente che puoi e...sognami. Se lei invece si sveglia  ed ha idee biricchine beh … spegni la luce e cerca di farla felice pensando a me –concluse mentre le porte dell’ascensore si richiudevano sul suo sorriso malizioso.
 
 
 
 LiebeLiebe resti sempre la mia ancora di salvezza  ;)
Grazie splendida Roma per avermi ispirato.
 
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se invece non vi è piaciuta…non vogliatemene,
cercherò di fare meglio la prossima volta

 

   
 
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