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Autore: chiupetta    05/09/2011    4 recensioni
-Che vuoi ragazzo?- dissi con aria superficiale.
-Ciao baby, li vedi quei due ragazzi nascosti dietro l'albero?- mi girai per vedere.
-Si li vedo, quindi?- con aria quasi scioccata, continuò indisturbato.
-Ho fatto una scommessa con loro: vogliono che sia tu a chiedermi il numero di telefono.-
-Ma questo io non lo farò, quindi vai via.-
-Lo so, io sono un gentiluomo, quindi ora farai finta di darmi un biglietto e poi me ne andrò.-
-Ma perché proprio io?! Ci sono altre cinquanta ragazze qui al parco!-
-Perchè i tuoi occhi sono speciali, hanno qualcosa da raccont...raccont.. si insomma ci stai o no?-
-D'accordo, basta che poi sparisci!-
Mi guardò come pietrificato e poi alzò il sopracciglio sinistro.
Feci quello che mi aveva chiesto, infine si alzò e mi fece l'occhiolino.
Ci guardammo fino a quando arrivò dai suoi amici, poi mi girai e ripresi da dove mi aveva interrotto.
Che strano... anche i suoi occhi, gli occhi color miele, avevano tanto da raccontare, persino più dei miei.
Genere: Drammatico, Poesia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si è vero: la maggior parte delle volte i sogni sono migliori della realtà stessa.
Ma per fortuna mia, almeno in questo racconto, la realtà supera di gran lunga i sogni.
Perché tutto quello di cui ho bisogno è al mio fianco, e fa di me la persona più felice sul pianeta terra.
L'amore?
Cosa è l'amore?
Il dizionario alla voce '"amore" riporta le seguenti frasi: sentimento di affetto vivo, trasporto dell'anima verso un oggetto o una persona. Sentimento ed istinto naturale che lega due persone.
Proprio così: lui è mio e io sono sua.
Attenzione, o voi che entrate, se avete appena capito che la mia storia è tutta nastri e fiori vi state sbagliando.
Perché la vita è una cosa reale che va combattuta se necessario.
Proprio come abbiamo fatto l'un l'altro per averci.
Metto ufficialmente la parola "inizio" al mio racconto.
Tutto comincia così: io, i miei ricordi e i miei fottuti rimorsi che perseguitano i miei giorni.
Giorni bui, nei quali passavo le ore buttata sul letto a impregnare il cuscino di lacrime.
impregnarlo delle mie urla, dei miei singhiozzi e dei miei "perché".
Ero e sono una ragazza che crede nelle proprie idee, nelle proprie opinioni e vicende.
Vicende impossibili da scordare.
Proprio questo la vita mi ha fatto capire che l'amore è solo un falso sentimento, e non vale la pena provarlo.
Esatto io non credo nell'amore, e mai lo farò.
Soffrire per qualcuno di passaggio che nel giro di una settimana ti abbandona come fossi un cane randagio, no, non fa per me.

'Ed ecco che squilla il telefono, per la centesima volta è lei'
-Ciao tesoro come stai?-
-Ciao mamma, me la cavo come ogni giorno. E tu?-
-Devi smetterla di rinchiuderti in casa a piangere, mangiare marshmallow confezionati e guardare film d'amore.-
-E questo come lo sai tu? Dimmi mi spii anche?-
-No, ma sei mia figlia e ti conosco fin troppo bene. Anche io me la cavo, ma a differenza tua esco e respiro aria pulita.-
-D'accordo. Non ti prometto niente, ma ci proverò. Ciao mamma ti voglio bene.-
-Un bacio tesoro.-
Ed ecco un'altra conversazione inutile della mia vita, tenuta con mia madre.
Nettamente convinta che segua i suoi consigli.
Sprecare dieci minuti della mia vita non è il massimo,  riesco a sentirmi bene quando sento la sua voce.
Mi rassicura come poche persone sanno fare.
Insomma questa volta volevo proprio seguire il suo suggerimento.
Esco per qualche ora magari faccio una passeggiata al parco.
Così mi dirigo verso l'ingresso, prendo la borsa gli occhiali e il mio Ipod, che di fretta metto dentro la mia tracolla.
Infine chiudo la porta di casa alle mie spalle.
Finalmente sole!
Non ricordavo la sensazione del calore sulla pelle, era così bella.
Mi accarezzai le braccia, come per abituarmi ai 30° gradi che mi avrebbero accompagnato in quelle poche ore.
Annusai l'aria per bene: era pulita e fresca. Come aveva detto la mamma.
Mi diressi verso il parco, e andai a piedi poiché distava una manciata di minuti dalla mia piccola dimora.
Mi tirai i capelli dietro le spalle e sistemai la mia ciocca bionda dietro l'orecchio destro.
Mi ripetevo spesso che dovevo andare dal parrucchiere, ma ciò non accadeva, e quella stupida ciocca continuava indisturbata la sua crescita.
Non l'avrei mai detto: stavo sudando, il caldo era insopportabile.
Finalmente arrivai al parco, tra la frescura degli alberi e le loro piccolissime foglie verdi.
Mi sedetti su una panchina, quella più pulita e prima di graffiti e presi il mio Ipod.
Misi gli auricolari nelle orecchie e feci partire la prima canzone che capitò: Ligabue Niente paura.
Chiusi gli occhi, incrociai le gambe e alzai la testa verso il cielo, come se stessi aspettando un segno.
Stavo per entrare nel mondo dei sogni quando....
Un ragazzo dagli occhi color miele e un capello con su scritto NY si sedette vicino la sottoscritta.
Sentì che mi diede un colpetto sulla spalla e così spalancai gli occhi.
Mi aveva definitivamente infastidita, chi era che cosa voleva da me?
Mi tolsi gli auricolari dalle orecchie senza badare a stoppare la canzone.
-Che vuoi ragazzo?- dissi con aria superficiale.
-Ciao baby, li vedi quei due ragazzi nascosti dietro l'albero?- mi girai per vedere.
-Si li vedo, quindi?- con aria quasi scioccata, continuò indisturbato.
-Ho fatto una scommessa con loro: vogliono che sia tu a chiedermi il numero di telefono.-
-Ma questo io non lo farò, quindi vai via.-
-Lo so, io sono un gentiluomo, quindi ora farai finta di darmi un biglietto e poi me ne andrò.-
-Ma perché proprio io?! Ci sono altre cinquanta ragazze qui al parco!-
-Perchè i tuoi occhi sono speciali, hanno qualcosa da raccont...raccont.. si insomma ci stai o no?-
-D'accordo, basta che poi sparisci!-
Mi guardò come pietrificato e poi alzò il sopracciglio sinistro.
Feci quello che mi aveva chiesto, infine si alzò e mi fece l'occhiolino.
Ci guardammo fino a quando arrivò dai suoi amici, poi mi girai e ripresi da dove mi aveva interrotto.
Che strano... anche i suoi occhi, gli occhi color miele, avevano tanto da raccontare, persino più dei miei.
To be continued. 











   
 
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