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Autore: Ofelia20    05/09/2011    4 recensioni
Sequel di "Change".
Clelia è tornata in Italia da ormai sei mesi, piena di rimpianti e rimorsi. La sua vita sta andando in pezzi e le paure che pensava di aver perso in America cominciano a riaffiorare. La speranza di poter tornare finalmente a sorridere risplende quando il Dottor Ried approda in Italia.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Nuovo personaggio, Spencer Reid
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Se un giorno mai...'
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“Benvenuto nella mia umile dimora” disse Clelia teatralmente accennando anche un leggero inchino mentre Spencer oltrepassava la soglia della porta.

“Bella!” disse educatamente il ragazzo iniziando a muovere i primi passi nel appartamento continuando a guardarsi intorno tentando di carpire più informazioni possibili sulla vita della ragazza.

“Bè si, si trova leggermente in periferia ma è sicuramente migliore della mia vecchia casa” commentò la rossa poggiando la borsa e le chiavi sul mobile dell’ingresso e iniziando a sfilarsi le scarpe.

“Vivevi in un loft prima vero?” le domandò Reid poggiando la valigia a terra. “Oh si adesso lo chiamano così, Loft!” iniziò Clelia calcando sulla parola “loft” “Ma per me era solo un monolocale o meglio un garage nel quale avevo piazzato un letto e un fornello con un frigorifero. E che aveva un affitto troppo alto” aggiunse sprezzante ricordando gli anni vissuti nel suo angusto appartamento. “Ma non restare qua impalato, seguimi ti faccio vedere le altre stanze.” Disse iniziando a girare per casa seguita dal imbarazzato dottor Reid. “Allora questa è la cucina!” dice affacciandosi in una piccola stanzetta dai muri bianchi e i mobili verdi al cui centro troneggiava un piccolo tavolo da quattro posti coperto da una tovaglia a quadri sempre bianchi e verdi. “Poi questo è il salotto!” aggiunse attraversando la piccola cucina e entrando in un’altra stanza leggermente più grande dove capeggiava un divano di pelle rosso,un tappeto bianco e una libreria semivuota che il giovane genio non potè fare a meno di notare tra la cornice delle pareti dipinte degli stessi colori,. “Si lo so che non è piena come la tua ma non ho molto tempo per leggere!” disse Clelia notando il suo sguardo. Troppo impegnato a vedere la libreria, Spencer non aveva ancora fatto caso all’inquietante figura seduta su un bracciolo del divano, mentre percorreva con gli occhi la stanza il suo sguardo incontrò quello di una gatto grasso, dalla pelliccia nera macchiata da ciuffi di pelo rosso fuoco e temibili occhi verdi che lo fissavano con noncuranza.

“Oh vedo che hai già il piacere di conoscere Mifistofele!” disse ridacchiando la rossa notando Spencer leggermente intimorito dal gatto.

“Adesso capisco perché l’hai chiamato così!” aggiunse Reid indietreggiando lentamente continuando il giro della casa.

“Quello lì è il bagno” disse la rosse passando davanti ad una stanza con la porta semichiusa ma dalla quale nella penombra si riusciva a vedere il colore blu delle pareti. “Poi c’è la mia camera…” Disse mostrandogli la sua stanza dalle pareti rigorosamente viola. “E questa è la tua!”  disse aprendo la porta di una piccola stanza con un letto singolo e con le pareti di un giallo canarino. “Lascia pure qui la tua roba…” inizia la rossa aprendo il piccolo armadio nella stanza, “Ho cambiato le lenzuola questa mattina” aggiunse indicando il letto.

“Oh si grazie!” bofonchiò il giovane di nuovo velato dall’imbarazzo. “Davvero carina la casa è … molto colorata!” aggiunse ridacchiando riferendosi ai colori delle stanza. “Oh si, all’inizio non ne ero entusiasta ma poi ci ho fatto l’abitudine. Tutti questi colori mi mettono di buon umore!” rispose anche lei ridacchiando. “Bene adesso ti lascio da solo così puoi sistemarti, se hai bisogno di qualcosa io sono di là!” disse prima di uscire dalla stanza.

 

Mentre Spencer era indaffarato a disfare i suoi bagagli, Clelia si era appena seduta sul divano per riposarsi dopo la stancante mattinata quando sente suonare il campanello. Sbuffando aprì la porta e si ritrovò davanti le sue vicine, che erano diventate sue amiche, la prime vere amiche che avesse mai avuto.

“Allora è arrivato?” si precipitò a domandare Agnese, entrando quasi euforica in casa, seguita dall’altra,Noemi.

“Si è appena arrivato, e nella sua stanza a disfare la valigia” rispose Clelia mostrandosi sinceramente infastidita dalla loro visita.

“Su dai non tenerci sulle spine, vogliamo conoscerlo!” disse la bruna Noemi a bassa voce. Aveva raccontato della sua avventura Americana alle sue amiche, e da quando aveva annunciato loro l’arrivo di Spencer non avevano fatto altro che insistere per conoscerlo.

In quel momento videro  sbucare dal corridoio un imbarazzato Spencer, che avendo sentito il campanello suonare era andato a dare un’occhiata. Rimase fermo ad osservare le tre donne senza riuscire a capire molto dalle loro parole. “Oh ecco, ragazze lui è Spencer!” ancora una volta fuClelia a salvarlo dal imbarazzo. Senza capire, ma udendo pronunciare il suo nome il ragazzo si avvicinò sorridendo alle ragazze. Noemi e Agnese restarono a fissarlo, analizzando proprio come due attente profiler tutte le sue mosse, fu la bionda a parlare per prima:

“Spencer io sono Agnese. È un piacere conoscerti Clelia ci ha raccontato tutto di te, sei un eroe, hai salvato la nostra amica.” Iniziò a parlare velocemente la logorroica ragazza ignorando la scarsa conoscenza della lingua italiana del ragazzo, che resta a fissarla interdetto.

“Agnese è inutile che gli parli, non capisce molto della nostra lingua. Per fortuna!” si rivolse alla amica la rossa rivolgendole anche uno sguardo duro. “Spencer loro sono le mia amiche, nonché mie vicine,di cui ti parlavo prima. Ti presento Noemi e Agnese” disse poi rivolgendosi e Spencer che con un semplice gesto della mano saluta le due ragazze e restando per un attimo a guardarle: Agnese era una finta bionda alta, dal fisico giunonico e dai brillanti occhi verdi, mentre l’altra Agnese, era una mora dagli occhi neri minuta e timida, erano insomma, due ragazze situate agli estremi opposti della bellezza. “è un piacere conoscerti Spencer!” dice la mora in un inglese maccheronico imitando il gesto di Spencer con la mano.

“Bene ora che abbiamo fatto le presentazione che ne dite di andarvene?” si rivolse alle due donne in tono duro Clelia, un tono che ormai le sue amiche avevano imparato a conoscere e che non prendevano più come negativo. Salutando ancora le due escono dall’appartamento lasciando di nuovi soli all’ingresso i due ragazzi.

“Le mie amiche non vedevano l’ora di conoscerti!” cercò di giustificare il comportamento delle due.

“Ha fatto piacere anche a me conoscerle…” disse il ragazzo sorridendo dolcemente.

“Allora, a che punto sei con i bagagli?” domandò Clelia leggermente scossa dalla bellezza del suo sorriso.

“Ho quasi finito… “disse il ragazzo fermandosi per la prima volta da quando era arrivato ad osservare bene gli occhi della ragazza. Quegli occhi che per mesi aveva sognato, e desiderato. Il silenzio divenne assordante, continuarono a guardarsi per un tempo interminabile, lei persa nel calore dei suoi occhi, lui perso nel oceano dei suoi, e entrambi smarriti in quei colori sentirono il calore che avevano perso al momento del loro addio.

“Bene” disse schiarendosi la voce  la ragazza ridestandosi dai suoi pensieri. “Quando hai finito vieni pure in salotto, io e Mefistofele stiamo guardando la tv.” Aggiunse tenendo lo sguardo basso dirigendosi verso il salotto. Contro la sua natura Spencer le afferrò prontamente il braccio per fermarle e farla voltare, esitò un attimo di fronte ai suoi occhi ma poi disse: “Clelia è davvero bello rivederti!” disse solo questo, ma usò il tono caloroso di mille ti amo. “Anche per me è bello rivederti Reid!” disse dolcemente la ragazza rabbrividendo al contatto della sua pelle nivea con quella calda e morbida del ragazzo, e sentendosi morire quando la presa cominciò a cedere e rivide tornare lo Spencer di sempre che senza parlare si diresse nella sua camera.

 

 

Salve! Lo so come sempre sono in ritardo, ma questa volta la causa del mio ritardo è stata una dolorosa infiammazione al tendine del braccio, non ancora passata del tutto. Perciò scusatemi se questo capitolo è piuttosto corto ma più  di questo non sono riuscita fare. Ma vi prometto che mi rifarò al prossimo! E vi prometto anche che da adesso cercherò di aggiornare puntualmente ogni settimana! Ora ringrazio davvero con il cuore tutte quelle persone che mettono la mia storia tra le seguite-preferite-ricordate, e soprattutto quelle che continua ad incoraggiarmi con le loro recensioni, grazie mille! Senza il vostro supporto non sarei qui, ancora grazie! Se vi fa piacere lasciate anche qui una recensione, vi aspetto al prossimo capitolo! Baci!!

   
 
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