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Autore: Tury    05/09/2011    1 recensioni
Un fischio, il silenzio e dopo l’esplosione. Se dovessi dare un suono alla mia vita, darei quello prodotto da una bomba. Da quel che ricordo la guerra è sempre stata la mia realtà. Correre, nascondersi, uccidere. Uccidere, uccidere, uccidere. Perché questa è la politica che vige sul campo di battaglia, perché è sempre il più forte a sopravvivere, perché…
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Svegliati, svegliati Farah. Svegliati, svegliati…
Chi parla?
Svegliati Farah, svegliati, figlia mia.

 Piano, apro gli occhi, ma non vi è nulla oltre l’oscurità ad avvolgermi. Mi volto, in cerca di chi ha parlato.
Svegliati Farah, svegliati.
Vorrei rispondere, dire che sono già sveglia, ma non esce suono dalle mie labbra. Poi, una figura si avvicina, fermandosi a pochi passi da me. Mi tende la mano, una mano che afferro per rialzarmi e che scopro essere fredda.
“Ciao Farah, figlia mia.”
“Chi sei?” gli chiedo, cercando i suoi occhi ma non trovandoli.
“Tuo padre, Farah.”
“Dove ci troviamo?”
“Nel nostro regno.”
“Ma non vedo nulla.” Lo sento ridere.
“Piccola mia, non puoi guardare con occhi umani questo mondo, guardalo con gli occhi che ti ho donato, con gli occhi di un Signore della guerra!”
“Gli occhi del Signore della guerra?”
“Proprio così, figlia mia. Tu sei il settimo signore della guerra, nato per comandare gli altri sei signori ed espandere il nostro regno!”
“E chi sarebbero i nostri avversari?”
“Non ha importanza questo, il tuo unico obiettivo è uccidere la loro sacerdotessa!” mi dice, mentre il suo tono di voce cambia, diventando impaziente, come se bramasse già il suo sangue.
“Chi è la sacerdotessa?”
“Una ragazza della tua età.”
“Come farò a riconoscerla?”
“La riconoscerai dal suo sguardo. Tranquilla, Farah, figlia mia, non puoi sbagliarti. La riconoscerai. Ma fai attenzione! La sacerdotessa ingannerà i tuoi occhi, ti farà vedere realtà che non ti appartengono!”
“Una specie di ipnotizzatrice.”
“Esatto, figlia mia, esatto.”
“Ma io non capisco, perché dobbiamo ucciderla? Qual è la sua colpa?”
“Non ha importanza questo, adesso, Farah, non ha importanza! Il tempo è agli sgoccioli, devo ucciderla Farah, devi ucciderla o lei ucciderà te! Vuoi morire, Farah?”
“No..” sussurro. È come se avessi qualcosa da compiere, come se avessi ancora un conto in sospeso con questa vita. Sento che la mia missione non è ancora stata conclusa ma non riesco a ricordare quale fosse.
“E allora vai Farah e uccidila!”
L’oscurità si stringe intorno a me, sento la testa esplodermi e il fiato mancarmi. I miei occhi si chiudono, ancora una volta.

Un urlo in lontananza mi fa riaprire gli occhi, qualcuno mi chiama. Mi alzo e subito vengo circondata da sei uomini, tutti vestiti della medesima oscurità, tutti a brandire la loro spada. L’urlo che mi ha svegliato non cessa, così mi volto a guardare la sua fonte e li vedo, due occhi azzurri, così profondi da perdersi dentro, bagnati da lacrime salate. È lei, ne sono sicura. È lei, la sacerdotessa. Una strana sensazione mi opprime, come un qualcosa di incompiuto lasciato in sospeso, una missione da portare a termine. E improvvisamente, delle parole si accavallano nella mia mente.

Uccidi la sacerdotessa.

Che sia questa la mia missione? Non ricordo nulla, ma la mia mano corre all’elsa della spada e la mia bocca ordina l’attacco. Questa è la fine per te… Sophie.
  
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