The Princess in a Real Life
Capitolo
1
PdV
Nami
Se la mia vita fosse una fiaba inizierebbe con
“C’era una volta tanto tempo fa…” ma non è così.
La mia
vita è una noia. Una routine, che si ripete, giorno dopo giorno.
La
mattina sveglia presto. Doccia veloce. Andare in cucina e preparare la
colazione per mio fratello Sam. Fare colazione, uscire di casa correre alla
fermata dell'autobus e andare a scuola.
Seguire
le lezioni e tornare a casa, pranzare e fare i compiti.
Così,
tutti i giorni.
Una noia
di vita.
Sono
all'ultimo anno, e quest’anno ho anche gli esami. Ho poco tempo per vedere le
amiche, i ragazzi invece, non ci sono neanche nella mia vita. I professori
invece, non fanno altro che deprimermi, con i loro buoni propositi di farci
arrivare preparati all’esame.
-Ehi
Nami- mi sussurrò la mia compagna di banco, mentre cercavo qualcosa di meglio
da fare che seguire la lezione di chimica, e appena alzai leggermente lo
sguardo su di lei continuò a proferire –La tua compagnia fa la mega festa per
Halloween vero?
-Credo di
si- le risposi annoiata continuando a scribacchiare sull’angolo del libro.
-Ci vai
vero? E mi presenti qualcuno dei fighi che ci sono li?- continuò.
-No, non ci vado- le risposi alzandomi attirando l’occhiata del professore, ma
appena provò a dire qualcosa suonò la campanella. Io gli feci un mezzo sorriso
e alzai le spalle. Presi così il libro e la cartella e fui la prima a uscire
dalla classe.
Camminando
misi il libro dentro alla cartella e uscì di fretta dalla scuola.
Appoggiata al cofano di una macchina sportiva,
dalla carrozzeria azzurro metallizzata, c'era Giada. Aveva un aspetto
impeccabile come al solito, con una camicia nera dal
collo di pizzo e una gonna della stessa tinta che le arrivava ai piedi, mentre
delle scarpe a punta ricamate con un filo d'argento completavano il quadro. Era
sempre stata impeccabile, e ora che era costretta ad abitare con la zia e la
cugina era diventata ancora più pignola. Forse era per il fatto che la zia era decisamente insopportabile.
In ogni caso si dedicava alla sua attività di
restauro di quadri in tutta tranquillità. Tuttavia non capii per quale motivo fosse lì.
-Buongiorno- le dissi
avvicinandomi. Io in confronto a lei sembravo uno spaventapasseri. Indossavo i
miei soliti jeans larghi con ai piedi le mie
affidabilissime scarpe da tennis arancione, come maglia quel giorno avevo
scelto la felpa nera, lasciata aperta con la maglietta gialla a collo alto, e
per completare il bel quadretto una matita che teneva i capelli fissati in alto
e il lettore mp3 al collo.
-Buongiorno- mi sorrise mentre scostava una
ciocca dei suoi lunghi capelli biondi dietro le spalle
-ero da queste parti, mi chiedevo se ti andava un passaggio...- sapeva cosa le
avrei risposto ma credo provasse gusto nel chiedere lo stesso. Si poteva leggere
una nota di divertimento nei suoi occhi scuri.
-Non saprei- ghignai scuotendo la testa
-Di certo è un'offerta allettante, ma io avrei anche fame- massaggiai
lo stomaco accentuando quello che avevo detto. In quel momento passò di fianco
a noi la professoressa di Storia dell'Arte.
-Nami, buongiorno, si ricordi che il due
la interrogo- mi disse col suo solito modo lascivo -Oh Giada- le si illuminarono gli occhi a quella megera -Che bella
sorpresa, come vanno i suoi studi? E il lavoro? E la sua adorabile zia sta bene?
-Buongiorno professoressa!- sul suo volto si
dipinse un sorriso radioso che avrebbe ingannato chiunque... non la conoscesse bene! -Certo, mia zia sta molto bene e il lavoro
prosegue altrettanto piacevolmente, per quanto riguarda lo studio all'accademia
è tutto a posto, forse un po' complicato conciliare il tutto, ma sono
soddisfatta- era incredibile come fosse brava a
recitare...
-Bene bene- la professoressa portò il suo
sguardo su di me -Nami, lei dovrebbe proprio imparare da Giada, era la migliore
della mia classe- annui convinta.
-Si professoressa, ha perfettamente
ragione- le sorrisi e presi a braccetto la mia amica -Infatti
la buona Giada è venuta a prendermi e prima le offro il pranzo e poi mi da
ripetizioni di Storia dell'Arte ora ci scusi- iniziai a spingere Giada in modo che capisse di salire in macchina e
aprii la portiera dal lato del passeggero salendoci velocemente sempre
sorridendo cordialmente alla professoressa.
Una volta salite in
macchina, mentre Giada si sistemava si voltò a guardarmi -Allora che hai fatto
di bello?- mi chiese inserendo la chiave e accendendo la macchina mentre la
radio inondava l'abitacolo con una canzone straniera del momento.
-Sono sfuggita ai ragazzi petulanti che
chiedevano della festa tutta la mattina- tolsi la penna dai capelli e feci
cadere i miei lunghi ricci neri con le punte rosse -Parti ti prego...-
le sussurrai vedendo arrivare Claudia e Teresa.
Senza farselo ripetere partì a tutto gas facendo finta di non vedere le due che già da lontano
parevano essere intenzionate ad avvicinarsi. -Per un pelo siamo salve... comunque dicevi della festa... non ho ancora capito che cosa
hanno in mente quelle disgrazie... ma suppongo niente di buono- sospirò mentre
accelerava lungo un rettilineo.
-Sesso, droga e rock and roll immagino- dissi annuendo con
la testa -Speriamo solo non facciano cavolate. Fortunatamente io non ci andrò.
E tu neanche visto che sei stata invitata alla festa
che darà mio fratello- ghignai tirando fuori l'invito dalla tasca.
-Più che rock and roll oserei dire pessima musica da discoteca- mi fece una
smorfia, era sempre stata in conflitto con gli amanti di quel genere, per poi
prendere l'invito e tornare a guardare la strada lasciandosi sfuggire un
sorriso divertito -grazie, mi avete salvato-
-Non tirerei subito un sospiro
di sollievo.- sbuffai guardando l'ora e tirando fuori il cellulare -Ci
saranno quelli dello studio dove lavora mio fratello, e quelli del corso
universitario di giurisprudenza. Quindi gli invitati
saranno dai 19 ai 40 anni e forse più. Una festa noiosa di avvocati.
-L'alternativa
è andare a cercare beghe con quelli della compagnia, ti sembrerà stupido ma di recente preferisco la tranquillità di una
festa di lavoro a quelli lì...- rispose con uno sguardo decisamente irritato.
-In effetti
hai ragione- appena finì di pronunciare quella frase squillò il mio cellulare
-Puntuale come un orologio svizzero... Pronto Fratellone!-
risposi al telefono e iniziai a conversare con mio fratello. Sapevo gia cosa
voleva dirmi, e tirai fuori la carta di credito mostrandola a Giada con un
ghigno perfido in volto.
Lei ricambiò con un sorriso malizioso per poi
voltare con l'auto a sinistra, verso il centro del paese.
Appena chiusi la chiamata misi via il mio
cellulare e con un gesto di vittoria iniziai a fare un miniballetto.
-"passa dal parrucchiere e datti una
sistemata ai capelli, vai a comprarti un abito da sera, vai dall'estetista e
fatti dare una sistemata alle unghie, fai tutto ciò che ritieni necessario per
essere in ordine entro domenica. Usa la mia carta di
credito" ha detto esattamente questo- dissi terminando il mio
balletto.
-Bene, solito negozio di
fiducia?- chiese guardandomi con la coda dell'occhio.
-Dovrei fare acquisti anche io- aggiunse.
-Prima andiamo a pranzo ti prego- dissi quasi piangendo -Offre Sam!- e sventolai vittoriosa la
carta di credito.
-Certo, fast food,
tavola fredda o take away?- sorrise mentre l'auto era
ferma ad un semaforo.
-Take
away...- dissi annuendo cambiando stazione radio
senza trovarne nessuna decente -Hai qualche disco?
Con un gesto indicò lo scompartimento sotto il
cruscotto... al suo interno c'erano diverse custodie tutte piene di dischi che
variavano dal punk al rock al metal catalogati in
ordine alfabetico a seconda dell'artista. Era quasi nauseante a volte quella
sua pignoleria.
-Un giorno o l'altro, senza che tu te ne accorga, modificherò tutto e metterò in disordine tutti i
tuoi dischi, libri e vestiti- sbuffai prendendo il disco degli Slipknot, e quasi subito Prelude 30 iniziò a inondare
l'auto.
-E poi te
li faccio ricatalogare tutti quanti anche meglio di
prima- mi guardò con un sorriso perfido che lasciava intendere una minaccia.
Svoltò nuovamente con l'auto fino ad entrare in un parcheggio alla ricerca di
un posto dove sostare. Non riuscendo a trovare nulla si arrestò in doppia fila.
-Tesoro, temo dovrai scendere da sola, intanto vedo se si libera qualcosa...
per me ordina il solito-
-Va bene- dissi tirando fuori delle monetine -Per
il parcheggio- le lasciai sul cruscotto e mi avvicinai al take away mentre
Giada andava a parcheggiare.
PdV
Giada
Passai diversi minuti prima
di riuscire a trovare parcheggio, e, una volta trovato, mi diressi all'interno.
Dopo aver consumato velocemente il pasto partimmo alla
volta del negozio di vestiti per comprare un abito da sera a Nami. Il negozio
dove andava abitualmente era situato vicino al centro, esattamente di fianco ad
una vecchia libreria dove in passato adoravo passarci metà del mio tempo
libero.
Il negozio era semplice, con un'ampia vetrina
doppia che mostrava da un lato dei modelli maschili e dall'altro le ultime
tendenze femminili. La moda di quell'anno la preferivo alla precedente: finalmente era scomparso quel
rosa odioso! Non che il verde mela fosse tanto meglio
però... attraversammo la porta ricoperta da adesivi d'ogni genere ed entrammo
nel piccolo locale. Le luci erano basse ed era disseminato di manichini. Ci
avviammo verso le commesse per chiedere informazioni e Nami andò avanti.
-Buongiorno, stavo cercando
degli abiti da sera- disse lei cortesiemente alla
commessa.
-Prego da questa parte- disse avviandosi verso il
piano di sopra -Guardate quello che volete- torno al
piano di sotto lasciandoci sole. Eravamo clienti abituali e si fidavano di noi.
-Allora... direi qualcosa di nero o arancione- disse Nami iniziando a girare per i manichini.
-Credo proprio che se sceglierai l'arancione tuo
fratello ti strangola- dissi maliziosa sapendo che indipendentemente dai gusti
del fratello adorava l'arancione più di ogni altro
colore.
C'erano diversi abiti. La
maggior parte neri ma ance con colori appariscenti.
Ne vidi uno che mi incuriosì
molto, solo che era troppo scollato, lasciava scoperto praticamente tutto il
petto fino all'ombelico, bastava piegarsi di poco e tutti avrebbero ammirato il
mio decolletè. Passai oltre, un altro abito interessante, se non fosse stato per la stoffa che mancava, sulla schiena,
specialmente alla base, altri abiti simili, molti pieni di strass e perline
accecanti che quasi davano la nausea. Ce ne era uno
addirittura rosa confetto, nel vederlo emisi un gemito di disgusto e feci una
faccia terrificante, odiavo il rosa e lo evitavo come la peste! Altri abiti su
abiti, non che ce ne fossero di interessanti.
Vidi Nami avvicinarsi a
un vestito fatto in pizzo e in veli trasparenti neri, con tante roselline minuscole cucite sulla gonna. Al posto delle
maniche aveva un copri spalle, le maniche erano
strette sino a poco più in basso della spalla e si allargavano sempre di più
avvicinandosi alla mano. Il tutto aveva un aspetto esotico, decisamente
un abito nel suo stile.
Io continuai a vagare fino a raggiungere il fondo
della sala. Avevo gusti troppo difficili, ma avevo anche bisogno
di un abito. Svoltai l'ennesimo abito rosa fino a trovarmi davanti a quello che
cercavo. Era un abito lungo, pareva quasi da principessa, il colore era nero,
di una stoffa lucida con riflessi verde scuro. La parte superiore era composta da un corpetto che lasciava libere le spalle e si allacciava
sul retro con un nastro verde smeraldo, mentre le maniche ricadevano sulle braccia
allargandosi. La gonna era larga, lunga fino ai piedi e sfociava in una serie
di strati di morbide piume verde e nere con un leggero
strascico velato. Le scarpe abbinate erano anch'esse nere con un ricamo sempre
verde che raffigurava una piuma di pavone. Era semplicemente perfetto.
-Io ho scelto- disse
Nami apparendomi alle spalle con l'abito nero in mano -Vado a provarlo- entrò
poi nel camerino.
-Anche io-
risposi tastando la stoffa liscia, guardai il cartellino del prezzo. La mia
anima tirchia, ereditata senza dubbio, ebbe un leggero sussulto nel vedere le
cifre, tuttavia non mi regalavo qualcosa da diverso tempo e decisi di provarlo
infilandomi nel camerino di fianco a quello di Nami. -Come ti sta il tuo?-
chiesi attraverso la sottile parete in legno.
-Giudica tu stessa- disse
sentendola uscire dal camerino e bussare poi al mio -Come ti sembro?
Mi voltai a guardarla, anche io avevo appena
terminato di allacciare l'abito -Farai strage- le
sorrisi maliziosa facendole poi l'occhiolino.
-Tu più di me direi-
tornò dentro al camerino -Visto che io avrò un'arpia alle spalle- commentò
ridendo.
-Consolati, tu almeno non hai come fidanzato
Daniel... non riesco a liberarmene, ci ho provato in
ogni modo ma non lo capisce che non ci voglio stare con lui...- slacciai il
vestito per reindossare i miei.
-Almeno non stai con persone
come il ragazzo di tua cugina...- commentò a bassa voce.
-Questo è vero... Dan non sarà l'uomo più adorabile della terra, ma c'è
chi sta peggio...- risposi con la voce altrettanto bassa. -Non capisco come
faccia a non capire che razza di persona è quello...-
sospirai.
-Non pensiamoci- la sentì
uscire dal camerino, e la suoneria del suo cellulare iniziò a suonare -Pronto?
Oh ciao... no, non l'ho ancora vista oggi. Ok appena
la sento vi faccio chiamare. Ciao.- chiuse la chiamata e sospirò -O il tuo
cellulare non prende, o lo hai in silenzioso. Edo ti
sta cercando.
-E'
spento... l'ho fatto di proposito- tirai un altro sospiro e alzai gli occhi al cielo mentre lo estraevo dalla tasca e lo accendevo. Squillò
immediatamente segnalando i messaggi della segreteria. Poco dopo prese a
squillare.
-E' lui-
guardai Nami disperata per poi rispondere -Ciao!-
dissi allegra -Davvero mi hai cercato? Strano il mio cellulare era acceso!
Magari non c'era campo!- dissi con un finto tono distratto.
Guardai Nami lanciandole un sorriso diabolico. -Scusa ma al momento sto lavorando, ti spiace richiamare
magari sta sera?- ascoltai la voce dall'altro capo quasi senza prestare
attenzione. -La festa? Mi spiace ma non posso venire...
Mi hanno invitato ad una cena di lavoro importante.... Nami? No non l'ho
vista... non so che programmi abbia. Ok.... Ciao!- richiusi lo
sportello e feci una smorfia.
-Come sono stata?- chiesi
fingendomi presuntuosa e lucidandomi le unghie.
-Perfetta. Ma non poteva chiedermelo
quando mi ha chiamato?- mi chiese ironicamente –Che idiota- sbuffò.
-Cosa ti aspetti da persone simili... comunque è proprio vero che quando parli del diavolo...- ci
dirigemmo al piano da basso per pagare gli abiti e le scarpe.
-Non pensiamoci...- commentò
sorridendo alla commessa e allungandole la carta di credito di Sam.
-Sei diabolica... ti diverti proprio a spendere i
soldini che il tuo fratellone guadagna
con tanto impegno e fatica- portai il dorso della mano alla fronte fingendo una
falsa aria affranta non appena fummo fuori dal negozio.
-Si mi diverto tantissimo- rise sventolando la
borsa con i suoi acquisti -Ma ora parliamo d'altro. Che si fa?- chiese osservandomi.
-Caffè? offro io però, altrimenti tuo fratello poi se la prende
anche con me- sorrisi invitandola.
-Va bene- annuì
dirigendosi verso uno dei bar che quelli della nostra compagnia non
frequentavano.
-Questo l'ho scoperto da
poco- dissi mentre parcheggiavo e ci dirigevamo verso il locale. L'arredamento
era molto semplice, c'erano dei piccoli tavolini sparsi per la grande sala mentre il banco aveva a parte lo spazio dei
gelati che in quel momento era poco fornito, visto l'arrivo dei primi freddi
invernali. Ci sedemmo in un angolo in fondo, vicino alla finestra e ordinammo.
-E così Katy è finita
in accademia militare....?- chiesi mentre attendevamo
le ordinazioni.
-E si… ma a quanto pare
è stata una sua scelta. Ovviamente continua a frequentare Dom,
ma sembrano siano felici insieme ora che non hanno più niente a che fare con
Edo e suo fratello.
-In un certo senso la invidio, almeno lei è
libera da quei due adesso... anche Tamara in Spagna, tutta presa dai suoi studi....- sorrisi con un po' di nostalgia.
-Eddai, le
sentiamo sempre la sera in internet. Se quei due vengono a saperlo
però... siamo morte- ammise mentre aspettavamo i nostri caffè che poco dopo arrivarono -Grazie- disse al commesso e
tornò a guardarmi -Ce ne libereremo pure noi vedrai.
-Senza dubbio... il problema è farlo nel modo
giusto... e a giudicare dalla voce di Edo... non gli è
piaciuto sapere che non ci sarei stata alla loro "festa"- evidenziai
l'ultima parola facendo segno delle virgolette con le dita. Poi mi dedicai al
mio tè caldo.
-Si attacca al tram- bevve
un sorso del suo caffè -Ultimamente è incazzato anche perchè passiamo il tempo a studiare.-
scosse il capo -Poco importa.
-Ma non è mica colpa nostra se lo studio e il
lavoro ci richiedono troppo tempo per poterli frequentare- dissi fintamente
indignata, in realtà il tempo libero ce lo avevamo, semplicemente
facevamo credere loro di avere impegni "improrogabili".
Scostò con no-chalance
i capelli dietro alle spalle e disse con un'aria da diva -Esattamente Cara, noi
abbiamo anche una nostra vita- ghigno subito dopo.
Scoppiai a ridere perfettamente d'accordo con
lei.