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Autore: Yoney    06/09/2011    1 recensioni
La solita vecchia storia:
Due ragazzi. Due eterni amici.
Due eterni innamorati, con sentimenti mai veramente accettati o chiariti.
E poi ci sono gli amici, le loro avventure, i casini mentali della narratrice ed i problemi di cuore di turno..
Varie storie, intrighi, segreti, tradimenti ed incidenti..
..E moltissime incomprensioni!
Vi presento Giulia, Francesco, Ella e tanti altri..
Io già li adoro, e voi? ;D
- Ogni riferimento a fatti o persone reali è puramente casuale. -
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Solo vivendo'
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Sfiorami come le dita sfiorano un pianoforte in una sala di specchi.
Accettami come hai accettato il fiore che il vento depositò nelle tue mani.
Amami come ami la brezza che ti liscia i capelli,
come ami il sole che ti fa risplendere la pelle, come ami l'acqua di una goccia di rugiada.
Nulla è per sempre, tutto ha un inizio.
E a me basta stare qui ed aspettare che l'orologio del mio cuore si fermi.
Che la lancetta rintocchi l'ultimo scatto
.


 

Quanto di più bello.




 

Credo che scrivere una storia, o un racconto, o persino una lista della spesa, quando non se ne ha voglia sia la cosa da fare più difficile in assoluto.
Perché in quel momento ti senti talmente vuota che su quel foglio inizieresti di certo a scrivere talmente tante stupidaggini da rendere quel foglietto il tuo diario personale, nel quale vomiti tutta te stessa.
Per quanto tu debba scrivere solo "Il pane, un litro di latte, una scatola di uova" non ci riesci. Il pane diventa la solitudine, il litro di latte diventano le tue lacrime, le uova diventano gli errori.
Ti dimentichi di tutto ciò che è semplice e quotidiano e pensi solo ed egoisticamente a te stessa. Come, d'altronde, fai sempre, no Ella?
Come, d'altronde, fai sempre.
Dopo il sonoro schiaffone di Giulia verso Francesco che tutti sentimmo lei ritornò tranquilla, biascicò qualche scusa e se ne tornò a casa.
Così come fece Francesco, così come feci io.
Mi sentivo in colpa, tremendamente in colpa, tutti ci sentimmo così per un po'.
Io non parlai né con Giulia né con Francesco per un po', inconsciamente li evitavo, non raccontai a Ginevra dell'accaduto nonostante lei mi chiedesse spesso perché ero così nervosa quando si nominava uno dei due, o Manuel, ma non le risposi mai.
Né, tantomeno, ritirai fuori l'argomento con Asia.
Ognuno di noi lasciò perdere e andò avanti, anche perché era arrivato maggio e tutti dovevamo dare del nostro meglio per terminare l'anno in pace.
Era quasi tutto come sempre.
Quasi tutto, perché da quel pomeriggio Giulia e Francesco non si parlarono più.


"Non avevo la più pallida idea di cosa mi avesse preso, è che lei era lì, difronte a me, arrabbiata e stupita. E bellissima, ovviamente. Hai mai visto Giulia arrabbiata, Ella? Le viene una specie di rughetta tra le sopracciglia e incrocia le braccia facendo alzare le tette a balconcino in un modo incredibilmente sexy.
Lo so che mi stava facendo un discorso serio, era arrabbiata perché diceva che potevo essere più gentile e perché l'avevo trascinata lì senza motivo, ma lo ero anche io, arrabbiato. Il solo vederla con quello lì, con quello lì che non appena è arrivato il suo amichetto ha smesso di filarsela, non lo so, mi ha mandato in bestia.
Senti, io non lo so davvero che cosa mi sta succedendo, non ci capisco niente. Cavolo, la conosco da una vita! Abbiamo dormito insieme, fatto il bagno insieme, andati in vacanza e ovunque insieme, è praticamente una sorella, sarebbe un incesto, ok?! Cioè, pensavo a tutto questo mentre la guardavo, pensavo che era assurdo..
Ed è per questo che non so come ho fatto, non so perché.
L'ho sbattuta al muro e l'ho baciata.
Io, il suo migliore amico, praticamente suo fratello, ho baciato quelle rosse e caldissime labbra che sognavo di baciare praticamente da sempre."


-Sinceramente mi sento un po' esclusa ultimamente, Ella. Sono sicura che mi stai nascondendo qualcosa.-
-Ma no, ti par..-
Ginevra mi interruppe bruscamente e mi lanciò la gomma da cancellare. Stavamo cercando in tutti i modi di studiare ma per me che ero sempre con la testa rivolta ai due stupidi era praticamente impossibile, e ovviamente Gine non poteva non accorgersene. Mi fece un sorriso e insistè:
-Dico seriamente, Ell, non riesco a capire cosa ti trattenga dal parlarmene, è un qualcosa di così terribilmente e importante? E poi come faccio ad aiutarti se non mi parli?-
Scossi la testa e cercai di concentrarmi sul problema di matematica.
Mi sentivo male, la testa mi girava, avevo la nausea e volevo alzarmi per prendere un bicchiere d'acqua ma non ci riuscivo. Avrei davvero voluto raccontare tutto a Ginevra, infondo non era niente di importante, non mi riguardava neanche, no?
Per quanto mi sentissi in colpa tutta quella storia era un qualcosa di irrilevante, un qualcosa in cui non dovevo neanche immischiarmi, quindi perché non ne parlavo con Ginevra?
Qualcosa non andava, nella mia testa girava tutto.
La mia amica si mise a gattoni, dato che eravamo sedute a terra, e si sporse per guardarmi meglio -Ell, per favor..-
Ogni parola, ogni suono di quella stanza era come uno sparo nelle orecchie, così mi alzai di colpo, indietreggiando, la peggior cosa che potessi fare perché subito il giramento aumentò e le gambe non mi ressero.
Ginevra si precipitò velocemente da me e cercò di sorreggermi -Ella, oddio Ella!-
Non riuscii a sentire nient'altro, perché divenne tutto buio.


"Ti ricordi i primi giorni di scuola? Scusami se te lo dico ma ti consideravo davvero strana! Per carità, mi stavi anche simpatica, ma avevi delle ciocche blu! E poi saltellavi ingiro peggio di un folletto, eri terribilmente buffa."
"Io invece ho capito subito che eri quel tipo di persona, è anche per questo che ho deciso di fare di tutto per diventarti amica."
Ridevo in quel momento, ma parlavo seriamente.
Fu una delle conversazioni più serie che ebbi con Ginevra.
"Quel tipo di persona?"
"Già, quel tipo di persona che avrei potuto trovare sempre, qualsiasi cosa fosse accaduta, quel tipo di persona che non se ne sarebbe mai andata senza un motivo valido. Quel tipo di persona con cui sentirmi davvero al sicuro, che mi fa sentire davvero protetta.
Io temo di essere molto ingenua ed è per questo che spesso sbaglio a giudicare le persone, però con te non l'ho fatto.
Sei esattamente come pensavo che tu fossi e mi fai sentire al sicuro esattamente come pensavo mi avresti fatto sentire. E' una cosa bellissima."


Mi risvegliai nella mia stanza che era già notte.
Mi girava ancora la testa ma stavo già meglio. Mi toccai la fronte, avevo qualche linea di febbre probabilmente dovuta all'anemia, in effetti era qualche giorno che non mangiavo molto..
Ginevra mi avrebbe sicuramente uccisa.
Infatti è quello che fece, non appena mi vide il giorno dopo.
Prima mi scaraventò addosso tutti gli elaborati insulti che si era rigirata in testa per tutta la notte (Come "punizione per averla fatta preoccupare"), poi mi assalì abbracciandomi, senza mollarmi fino all'entrata in classe.
Esagerata come sempre.
Fu quello che le dissi, seppur sorridendo.
-Ella! O mio Dio, come stai? Ginevra mi ha raccontato..-
Prima di rassicurare Asia fulminai Gine con lo sguardo che si allontanò fischiettando.
-Si, certo, tutto bene.. Mi sei svenuta per anemia! Mi dici che ti prende ultimamente?! E, ti giuro, se mi rispondi che è per la storia di Giulia e Francesco ti prendo a pugni!-
Velocemente mi allontanai unendomi al motivetto di Ginevra ma Asia mi afferrò per un braccio, arrabbiata.
-Stai scherzando, vero?! Ella, come devo dirtelo che non è colpa tua?! Hanno litigato per problemi loro e se ora non si parlano sono sempre problemi loro! Tu devi stare tranquilla e fregartene, vedrai che le cose si aggiusteranno da sole.-
Terminò sorridendo e trascinandomi alla macchinetta per farmi ingozzare di patatine.
Era stato un gran bel discorso, pieno di consigli che avrei fatto meglio a seguire.
Già, che avrei fatto meglio a seguire.
Dopo le lezioni parlai con Giulia, poi andai a casa a riposarmi.
E così qualche giorno passò, fino a quando mi svegliai, felicissima, nel mio ultimo giorno da liceale.
Per almeno tre mesi non avrei avuto più niente di cui preoccuparmi, non ero più una liceale esagitata, ero solo una me stessa che non aveva niente da fare.
E, a parer mio, non aver niente da fare è proprio una gran figata!


"Sai, non so perché te lo sto raccontando, ma non è vero che non me ne frega niente.
E ti prego di non dirmi mai più una cosa del genere, se non sai come stanno le cose.
Sai che sono giorni che non riesco a dormire per colpa di quello stupido?! Sono giorni che non riesco a guardare infaccia Manuel, sono giorni che mi faccio i complessi.
Cioè, so che Francesco aveva ragione, che non sono io la persona più importante per lui e che lui mi sta illudendo, quindi perché sono io quella che si sente in colpa, eh?!
Perché diamine non riesco a smettere di pensare che ricambierei quel bacio ancora, ancora e ancora centinaglia di volte?!"
Quella fu la prima, e sorridendo mi dico che probabilmente è stata anche l'ultima, volta che diedi un consiglio saggio a Giulia.
E' e sarà sempre lei quella saggia che da i consigli fighi da manuale ed io la piagnona che corro da lei a piangere, ma quella volta era lei che aveva bisogno.
Non mi si addice proprio per niente il ruolo della consolatrice ma penso che ogni tanto si possa anche fare.
"Sai, Giulia, sin da quando ti ho conosciuta ho sempre pensato una cosa. Secondo me ti fai troppi problemi. Occhei, stai parlando con la regina delle pippe mentali ma, te lo dico proprio come tale, per una volta dovresti proprio mettere da parte le domande e pensare con il cuore. Ma non come si dice in tanti di quei film spazzatura, intendo lasciarti andare a quello che senti davvero. Non dovresti neanche chiederti perché ti sia piaciuto quel bacio, l'unica cosa a cui dovresti far caso è che ti è piaciuto. E non è qualcosa di terribilmente importante questo?"
Non so se ciò che dissi l'abbia colpita o no, Giulia abbassò lo sguardo e stette zitta per quella che mi parve un'eternità, poi rialzò il viso e sorrise.
"Ti ringrazio Ella, hai detto una marea di cose giuste."
Le sorrisi
"Se sapessi davvero seguire ciò che voglio lo farei, davvero. Purtroppo però in questo sono decisamente negata ed è anche per questo che è meglio se le cose rimangono così. Io e Francesco saremo sempre grandi amici, ma niente di più."
Furono le ultime cose che mi disse, prima di allontanarsi.
Sono quasi sicura di aver visto una lacrima scendere dal suo volto, ma io mi sbaglio spesso.


E arrivato l'ultimo giorno festeggiammo, tutti insieme, com'era all'inizio.
Era tutto esattamene come all'inizio, un gruppo di deficienti senza problemi né pretese, solo con qualche risata e qualche spicciolo in tasca.
Eravamo di nuovo tutti amici, era di nuovo tutto come all'inizio.
Anche il ritorno a casa era come sempre, quella stradina bianca l'avevo infatti percorsa talmente di quelle tante volte che ormai la sapevo a memoria e mi metteva anche un po' di nostalgia pensare che per un po' non l'avrei più vista.
Davanti a me camminavano Francesco e Cecilia, parlavano di loro.
Qualche mese prima avrei fatto qualsiasi cosa per farli lasciare, quando quel momento arrivò mi sentii solo triste, per entrambi.
Così stetti li a guardarli, finché Cecilia non scoppiò in lacrime e finché non si abbracciarono.
Sorrisi, alla fine era finito tutto bene. Certo, in quel momento soffrivano ma gli sarebbe bastato del tempo, sarebbe tornato tutto alla normalità, sarebbero stati di nuovo tutti felici.


"Ti chiedo scusa, davvero. Sei una splendida persona e averti incontrata è stato bellissimo, ti voglio bene e non voglio separarmi da te. Ma non voglio più farti stare male. Vedi, lei è quanto di più bello mi sia capitato e non posso smettere di volerle bene più di quanto ne voglia a chiunque altro.
E per quanto io sappia che non succederà mai niente io non posso smettere di provare questi sentimenti."
Cecilia si asciugò le lacrime e si chinò per raccogliere qualcosa, poi rialzò il viso e gli sorrise, come non aveva mai sorriso, nemmeno quando era davvero felice.
"Sai Fra, io ti amo davvero e questi mesi per me sono stati bellissimi. Però, non preoccuparti per me, perché io starò sicuramente bene.
Che ne dici, invece, ora di preoccuparti per te?"
Gli prese la mano, continuando a sorridere, con le lacrime che le solcavano il volto arrossato.
"Ormai credo di conoscerti abbastanza bene.. Non ti sei mai arreso, quindi perché lo fai ora? Ha il ragazzo, e quindi? Pensa che sia uno sbaglio, e allora? Anche lei ti ama e non cercare di negarlo, perché si vede lontano un miglio."
"Guarda che non.."
Lei si allontanò e si tappò le orecchie.
"Smettila, ok? Non devi dire niente né fare niente, devi solo correre da lei e riprendertela!"
Francesco sgranò gli occhi e rimase lì impalato a guardarla, senza sapere bene cosa fare, senza avere il coraggio di muovere un muscolo.
Così lei gli diede la spinta e, ridendo, gli fece la linguaccia.
"Forza, muoviti idiota!" E subito dopo girò i tacchi e si accinse ad attraversare la strada, quella grande strada grigia che attraversava ogni giorno.
Francesco si girò, si girò a guardare quella ragazza che tanto gli piaceva camminare col volto basso con il suo ragazzo accanto che le chiedeva cosa avesse.
Francesco sorridendo strinse la margherita che Cecilia gli aveva lasciato stringendogli la mano.
In quel momento Giulia alzò lo sguardo e lo vide, spalancò la bocca, sgranò gli occhi e alla fine sorrise, avvicinandoglisi contenta.
Fecero entrambi qualche passo, avvicinandosi, quasi che il tempo si fosse fermato.
E così parve anche a me, tutto lì intorno si bloccò, solo quella grossa, bruttissima, macchina nera continuò ad andare, velocemente, lasciando a terra la piccola ragazza dalle margherite ormai rosso sangue che aveva appena attraversato la strada.


Ci volle un po' per far riprendere lo scorrere del tempo.
Ci volle parecchio, in realtà, un intera estate.
Ma alla fine, in una bella giornata di inizio settembre, io ero dinuovo lì, in quella strada sterrata di bianco, pronta a ricominciare.


 

La lancetta ha ormai scattato il suo ultimo tocco,
ma non importa, lo sai?
Non importa se non pui più accarezzarmi,
non puoi più accettarmi,
non puoi più amarmi
Non importa perché io sono qui, respiro, vivo.
E vado avanti come sempre,
Sorridendo.



 

______________________________



 

ele's World
Salve a tutti, o meglio, ai pochi che sono rimasti ancora a seguire questa schifezza.
Beh, è finita. In tutti i sensi della parola.
Avrei voluto scrivere di più, curarla di più.
Ma sono sempre stata una persona frettolosa, quindi perdonatemi..
E' stato bello scrivere questa storia, bello davvero. E' più di un anno che va avanti quindi sento di aver raggiunto un bel traguardo, scusatemi eh.
In effetti è la prima volta che finisco qualcosa.
Ma questo non è il vero finale, quindi forse sono una stupida.
Cioè, non lo è ma lo è, non lo so..
Forse la storia di Giulia e Francesco (GxF) è finita, ma i personaggi resteranno sempre qui ingiro, in altre storie e nella mia testa.
Comunque ritornerò per il secondo anno (Per me ormai inizia il terzo. ^^) di scuola di Ella con tanti nuovi bellissimi personaggi (Gli stessi delle mie fanfic "High school of Zombie" e "Ellice nel magico mondo di panna e cioccolata" se non l'avete già fatto leggetele, vi va?)! Me non vede l'ora di ricominciare!
Voi ci sarete, si? Io vi aspetterò.
Grazie di avermi seguito fino a qui, dico davvero.

Elle

   
 
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