Salve a
tutti, cari lettori!
Dunque, premetto già che, pur adorando il personaggio di Kakashi, non ho
mai scritto qualcosa solo ed esclusivamente su di lui, quindi siate
clementi!^^”
Con questa raccolta punto a scrivere il più possibile sull’Hatake, qualsiasi
cosa mi verrà in mente, sperando che sia di vostro gradimento. Poiché ogni
capitolo tratterà un particolare aspetto della sua vita, una breve introduzione
vi informerà sulle caratteristiche principali del
capitolo stesso come se fosse una vera e propria fan-fiction, in questo modo
sarete già preparati sui contenuti. Inoltre, almeno inizialmente, tenendo conto
delle idee che ho per il seguito della raccolta, cercherò di dare ai capitoli
un ordine cronologico.
Grazie
mille per l’attenzione e buona lettura a tutti!
Personaggi:
Kakashi Hatake, Sakumo Hatake
Rating: Verde
Contesto:
Contesto generale/Vago
Note:
One-shot
Genere:
Triste, malinconico
My lovely daddy, my guilty daddy
«
Papà? », ti chiamai con la mia voce curiosa ed un po’ incerta, mentre mi tenevi
la mano.
«
Dimmi, Kakashi », ti voltasti verso di me con un dolce sorriso di cui però percepii la falsità, ed un’espressione di tenerezza
sul volto.
«
Perché la gente ti guarda così male? », ti domandai, rivolgendoti
il mio sguardo dubbioso ed esprimendoti il più grande
dubbio che in quel momento mi assillava, il più grande dubbio che poteva avere
un bambino, mentre intorno vedevo quegli sguardi sottili ed ombrosi rivolti a
noi. A te
«
Non lo so, figliolo », mi confessasti abbassando lo sguardo, mentendomi.
«
Hai fatto qualcosa di brutto? Le cose brutte non si fanno… », ti dissi io, con
lo stesso tono di voce tenero e con una punta di monito che avevi tu quando mi dicevi che all’Accademia dovevo fare il bravo.
Sospirasti.
«
Sì, hai ragione. E ora lo so anche io… »
Ricordo come le persone fossero cambiate in fretta,
in un rapido batter di ciglia. Mutate dalla gentilezza al rancore, come se fino
ad allora non avessero fatto altro che recitare una
parte per poi mostrare quello che realmente avevano sempre provato e tenuto
dentro.
Ricordo ancora quando da bambino non capivo, non
riuscivo a spiegarmi perché quelle stesse persone,
così di punto in bianco, avessero cominciato a vederti con diffidenza. Eri
sempre stato ammirato e
apprezzato da tutti, e anche da me. Eri invidiato come uno dei
più valorosi ninja del villaggio, e ora, dalle stesse persone che ti avevano
tanto lodato, eri ripudiato.
Ricordo i loro sguardi, che io non capivo.
Non sapevo dare una spiegazione all’odio che vi leggevo dentro, e mi maledicevo
per essere solo un bambino troppo stupido per capire e
troppo piccolo per sapere.
Ricordo che tu non mi dicevi alcuna parola
in proposito. Restavi in silenzio, accusando i colpi
della gente, ma di fronte al mio infantile sguardo curioso e preoccupato non
dicevi alcuna parola. Sospiravi, ti sentivi frustrato, ma
nessuna parola usciva dalla tua bocca. Ti voltavi per non dovermi guardare
negli occhi. Ti vergognavi, perché non avevi il coraggio di rivolgere uno
sguardo a tuo figlio. O forse avevi paura, paura che
queste voci potessero avere ripercussioni anche su di me e sul mio futuro.
Ricordo che ero un bambino, e che cercavi
solo di proteggermi dal mondo… Da un mondo così crudele che ti stava giudicando
colpevole. Colpevole di qualcosa che tu
avevi fatto, un’azione che avevi reputato giusta, ma che in realtà era
sbagliata, tremendamente errata. Eri certo che quella fosse la scelta
migliore, ma ti era costata più caro di quanto tu immaginassi.
Ricordo come in quel periodo non ci fosse alcuna
scintilla nel tuo sguardo quando ti chiedevo di allenarmi.
Era uno sguardo spento, come se ciò in cui avevi
sempre creduto si fosse spezzato irrimediabilmente e ti avesse lasciato
qualcosa dentro, una triste consapevolezza che non avresti mai voluto provare. Un
sorriso tirato nascondeva come fossi quasi arrivato a
disprezzare ciò che mi stavi insegnando. Mi domandavo allora se ti avessi deluso, se un mio comportamento arrogante ti avesse
dato prova della mia incompetenza. Mi domandavo se non fossi
più contento di me perché io volevo diventare come te, perché ti ammiravo e
perché volevo imitarti in quello che facevi. Forse era di questo che avevi
paura… Vedevi in te qualcosa di sbagliato che non volevi che ereditassi.
Ricordo che quella missione mi aveva
preoccupato più di quanto non facessero le altre, nonostante cercassi di
non mostrarti le mie debolezze perché non ne soffrissi anche tu. Ma eri tornato. Dopo giorni, eri tornato da me, e questa era
la mia gioia. Eri la sola cosa che mi restava al mondo dopo che se n’era andata
anche la mamma. Se stavamo insieme, non eravamo più
soli…
Ricordo, purtroppo, anche di come al tuo ritorno tu
fossi diverso… Quella missione ti aveva cambiato, ma
io continuavo ad ignorarne il motivo. Eri tu a non farmene parola.
Ricordo che qualcuno ti disse
che eri feccia. Ti chiesi il motivo di quest’accusa, e tu mi risposi
che le regole andavano sempre rispettate, ignorando la mia richiesta. E allora mi chiedevo se fosse perché avevo sbagliato, poiché
sapevo che tu eri sempre corretto e mai una volta avevi disobbedito ad un
ordine.
Ricordo come poi questo atteggiamento
che ti veniva riservato dagli abitanti della Foglia ti avesse abbattuto più di
quanto tu non dessi a vedere. Ti eri dimenticato che però i bambini sanno
essere più svegli e perspicaci di chiunque altro.
Ricordo come volevi mostrarti forte, noncurante di
tutto questo quando ti trovavi di fronte agli scherni
altrui, e di come poi fallivi tradendo un sospiro amareggiato.
Ricordo infine di come feci la dolorosa scoperta
della tua fine…
Ricordate, ricordatelo sempre, quando vi dicono che le regole sono fatte per essere infrante, quasi
sempre qualcuno muore per questo atto imprudente.
Vi
prego, fan di Kakashi, non uccidetemi per questo obbrobrio
che è il capitolo!>_<” l’ho riletto e riguardato un sacco di volte, più
di così non so migliorarla…*me prega in ginocchio e incrocia le dita sperando
in bene*
Beh… Accetto
qualsiasi critica e/o consiglio! Spero lascerete qualche commento, che è sempre
ben accetto qualsiasi cosa vogliate dirmi!
Grazie
per aver letto, al prossimo capitolo della raccolta!=)
WolfEyes
La pubblicazione di questa fanfiction non ha scopo di lucro. I personaggi sono
esclusivamente di proprietà di Masashi Kishimoto. Io, in quanto sola autrice, mi limito a
raccontare di loro.