Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Whatadaph    07/09/2011    5 recensioni
Dominique Weasley ha diciassette anni, una media impeccabile e una vita apparentemente perfetta - nonostante ci siano troppi cugini di mezzo, una sorella ingombrante e centinaia di studenti che sono a conoscenza di ogni dettaglio della sua esistenza. Ha anche una migliore amica scomparsa, un ragazzo con la testa da un'altra parte e troppi segreti da nascondere.
Una Nuova Generazione piena di squallore e frivolezze, che dovrà pezzo per pezzo recuperare ciò che ha perduto.
Ispirato a Gossip Girl. Dal secondo capitolo:
Dominique Weasley si guardò allo specchio. Come sempre, non poté fare a meno di contrapporre la propria immagine a quella della sorella. [...] I capelli di Victoire sembravano brillare di luce propria, i suoi occhi violetti facevano sembrare banale il grigio di quelli di Dominique, la sua pelle era perfetta e priva di macchie. Victoire era più alta, più magra, più bella. Il ritratto della madre, l’orgoglio del padre, la ragazza di Teddy. Spostò una ciocca di capelli, si passò una mano sulla pancia. Si sentiva nauseata.
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Dominique Weasley, James Sirius Potter, Lucy Weasley, Scorpius Malfoy
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Metamorphosis'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

 

1x07

Jake-o’-Lantern¹


Well I've seen you suffer,

I've seen you cry the whole night through

So I'll be your water bathing you clean

Liquid blue

I'll be your father, I'll be your mother,

I'll be your lover, I'll be yours.



Buongiorno e buon Halloween, Sala Grande! Sono Gossip Witch, la vostra sola ed unica fonte di notizie sulla vita scandalosa dell’élite di Hogwarts. Avvistata Grace a darsi da fare già di primo mattino con James Potter. Come se fosse difficile vederli! La prossima volta vi consiglierei la Stanza delle Necessità, ragazzi. Il cortile non è esattamente quel che si dice un luogo riservato, non ve l’hanno ancora detto?

“Che succede?”
Gli occhi di Grace scintillarono mentre poneva la domanda, guardando James dritto in faccia e senza dare segno alcuno di voler spostare le braccia dalla loro comoda postazione, attorno al collo del ragazzo. Non che a lui dispiacesse, sia chiaro.
“Gossip Witch ha mandato un messaggio” si scuso James, armeggiando per estrarre il galeone stregato dalla tasca posteriore dei Jeans.
“Chi se ne importa di Gossip Witch...” sussurrò Grace, per poi ricominciare a baciarlo con passione, sotto gli sguardi divertiti di un gruppetto di Tassorosso.
Baciarsi era così piacevole che prima o poi si sarebbero ritrovati entrambi con le labbra tumefatte e arrossate, gonfie come gomme Bolle Bollenti.
Fu il suono della campanella a interromperli, e a malavoglia si staccarono, per poi dirigersi assieme alla lezione di Pozioni - James intrecciò le dita della mano destra a quelle della sinistra di Grace, mentre si avviavano. Stavano insieme ormai da una settimana, nel corso della quale la loro relazione era stata ampiamente documentata da Gossip Witch; a partire dal loro primo bacio sulle rive del lago fino ad arrivare ai momenti trascorsi assieme in cortile, nelle pause fra una lezione e l’altra. Nei corridoi - che erano pervasi dall’aroma di zucca al forno, preparata dagli elfi domestici per la celebrazione di Halloween -, da un paio di giorni potevano finalmente transitare indisturbati: nonostante ci fossero ancora occhiate indiscrete e, talvolta, risatine, il pettegolezzo era diventato noioso, e gli altri studenti avevano preso l’abitudine alla loro relazione.
“Ho letto delle vostre effusioni pubbliche su Gossip Witch, Grace!” trillò la voce limpida di Dominique, da qualche parte alle loro spalle.
Grace sollevò le sopracciglia, interdetta.
“Deve essere il messaggio che non abbiamo letto...” borbottò James.
“Probabile” commentò Dominique con una specie di sorrisino.
Nonostante fossero cugini, i due non andavano particolarmente d’accordo. James considerava Dominique egocentrica e snob - e non aveva tutti i torti -, mentre lei d’altro canto lo reputava patetico, noioso e privo di attrattiva alcuna. Tuttavia, per amor di Grace, parevano entrambi disposti a subire la reciproca compagnia, poiché Dominique si avviò verso i sotterranei con loro, inveendo con energia contro Jacob Greengrass, il quale a quanto pareva diveniva sempre più intraprendente nelle sue sarcastiche e provocatore advances.
“E’ qualcosa di insopportabile,” si lamentava Dominique. “Il suo linguaggio è così volgare! Come si permette di parlarmi in questo modo...”
“Ma non è che un po’ ti piace?” la stuzzicò Grace, divertita, sempre con la mano allacciata a quella di James.
Dominique parve scandalizzarsi alla scherzosa ipotesi dell’amica, anche se in maniera un poco forzata.
“Sei impazzita, per caso?” ribatté infatti, piccata.
“Beh, ne parli sempre! Devi perlomeno ammettere che non ti da poi così fastidio quanto dici!”
L’altra sbuffò.
“Okay, diciamo che non mi disturba in maniera così eclatante,” ammise poi, seccamente. “Ma i termini che usa non sono proprio ammissibili. Oltretutto,” arricciò il naso. “Non mi sembra il caso di parlarne davanti al tuo ragazzo!”
“E’ tuo cugino, Dom,” le ricordò Grace, sorridendo. “E poi, un parere maschile torna sempre utile, no?”
Dominique li squadrò entrambi con uno sguardo carico di scetticismo.
“Allora, su! Sentiamo la geniale idea di mio cugino!” – rimarcò con cura quest’ultima parola.
James, il quale – nonostante si beasse della voce di Grace mentre conversava con l’amica – avrebbe preferito restare fuori da tutta quella faccenda, non sapeva proprio cosa rispondere.
“Beh, se ti piace,” buttò lì. “Potresti provare a farlo ingelosire, anche se non credo ce ne sia bisogno. Quel tipo salta addosso a qualunque cosa si muova...”
Dominique rise, sprezzante.
“Che consiglio idiota!” ribatté. “Un bambino di cinque anni avrebbe senz’altro saputo darmene uno migliore.”
Grace scosse la testa, sorridendo con affettuoso divertimento.
“Ad ogni modo, sapete per caso quando Albus ha un’ora buca?”
“La prossima,” rispose James. “Ma ti sconsiglio di non tentare di sedurre lui per stuzzicare Greengrass. L’incesto non va più di moda dal Medio Evo.”
Mentre Grace rideva, Dominique levò gli occhi al cielo, esasperata.

“Mi dispiace di averti messo in questo pasticcio, Rox” disse Albus, in tono sinceramente dispiaciuto.
Si trovavano nella sala comune della loro casa di appartenenza, comodamente stravaccati sulle poltrone vicino al caminetto.
“Fa niente...” borbottò Roxanne in risposta. “Siamo stati entrambi dei veri imbecilli a non parlarne subito con James.”
“Già...” replicò il cugino, mentre si scompigliava i capelli con aria pensierosa. “Ci vieni alla festa di Halloween stasera?”
“Non posso,” fece lei tristemente. “Sono in punizione con Scamandro. Pare che sarà una cosa in grande, o sbaglio?”
“Non sbagli” - Albus si stiracchiò pigramente, allungando le membra come un gatto. Dal gruppetto di ragazzine del terzo anno lì vicino, si levarono sospiri ammaliati. Roxanne sbuffò.
“Lumacorno e Vitious si sono coalizzati con Dominique,” proseguì lui, come se nulla fosse. “Credo che la preside impazzirà stasera, Dom ha incaricato Jacob dell’alcool.”
Roxanne sollevò le sopracciglia, scettica.
“Solo Greengrass?”
“No, vabbè... anche me.”
I due cugini scoppiarono a ridere.
“Vorrei solo che Jamie si ricordasse della mia esistenza, di tanto in tanto,” si lamentò lei. “E’ talmente preso da Grace che non riesce a pensare a nient’altro.”
“Lasciali stare, sono innamorati.”
“Già, sono tutti innamorati qua,” brontolò Roxanne. “Hai visto anche Lucy, con Malfoy?”

Fino all’età di quattordici anni e mezzo, Lucy Weasley non aveva mai baciato nessuno.
Ma adesso, pensava divertita e piacevolmente stupita, mi sto rifacendo alla grande.
Certo era che a Scorpius non dispiacesse affatto darle una mano per recuperare. Nel corso di una settimana, le cose erano andate degenerando: dai lievi sfiorarsi di labbra che si scambiavano all’inizio, erano passati a baciarsi appassionatamente negli stretti corridoi della biblioteca, con il potenziale rischio che Irma Pince li sorprendesse, sbucando da dietro uno scaffale con il suo arcigno profilo aquilino.
“Scorpius,” fece Lucy, allontanandosi appena “Ho il turno da vice-bibliotecaria, non posso...”
Si interruppe. Il suo ragazzo - il suo ragazzo - le aveva impedito di dire altro, coinvolgendola per qualche istante in un bacio mozzafiato, tale da non ammettere alcuna replica.
“... dicevo,” riprese, “che dovrei andare...”
“Mmh?” mugugnò lui, concedendole un attimo della propria attenzione prima di tornare a conentrarsi sulle sue labbra.
“... adesso.”
“E come mai?” la scrutava attentamente, ora, con il preludio di una risata che galleggiava vivace nelle iridi chiare.
“Madama Pince... la biblioteca...”
“Secondo te mi importa qualcosa di Madama Pince?” soffiò Scorpius contro il suo collo, strofinandovi il naso come un cane affettuoso, prima di tornare a guardarla.
Lucy fece finta di pensarci.
“Ecco, forse...” - lui riprese a baciarla - “No, direi di no...”
Sorpresa dalla propria audacia, gli circondò il collo con le braccia e rispose al bacio con passione, percependo sulla schiena il lieve impatto con la libreria contro la quale adesso era poggiata.
Weasley! E’ così che si lavora?!”
Il grido lancinante della Pince riecheggiò con furia nella biblioteca, minacciando di incrinare gli alti vetri delle finestre a ogiva. Lucy e Scorpius sobbalzarono, separandosi di botto.
“Sei qui per collaborare, non per farti toccacciare da qualche ragazzino imbecille con ormoni a fischio!”
I due si allontanarono di corsa, per mano, ridendo, mentre gli improperi di Madama Pince li inseguivano per almeno un piano.
Giunti in un aula vuota – tenendosi le dita premute sullo stomaco per il troppo ridere – si arrestarono e ripresero a baciarsi, come se nulla fosse.

“Era partito tutto da Scorpius, ma lui è talmente preso da quella mocciosa di Lucy per darmi ascolto...”
“Ehi, Lucy ha la mia età!” protestò Lily, indignata.
Perciò,” proseguì Dominique, ignorando la cugina minore. “Ne ho parlato con Lily, e abbiamo avuto un’idea interessante...”
Ho avuto,” precisò l’altra.
Dominique alzò gli occhi al cielo, mentre Albus corrugava le sopracciglia, scrutandole entrambe con espressione interrogativa.
“... beh, dopo quello che Jackie Finigann ha fatto a Lucy, non poteva di certo passarla liscia, almeno secondo Scorpius,” concluse la Regina, riassestando i capelli biondi con una secca mossa del capo.
Da quando Scorpius le aveva fatto reperito il messaggio attraverso la sua fulva civetta, Dominique si era attivata per attuare la distruzione sociale di Jackie. Continuava a ripetersi che la propria era solo un’astuta strategia sociale, per affermare ancor di più il proprio potere, ma in fondo sapeva bene che si faceva prendere così tanto dall’elaborazione del piano solamente perchè, se impegnava sufficientemente la mente, riusciva a distogliere la propria mente da un paio di frasi volgari e un sentore di Mojito che la tormentavano da più di una settimana. Poiché Scorpius le aveva, nella pratica, passato il testimone della sfida, Dominique aveva deciso di perdonare la piccola Lily, affinché le desse una mano. Per una vittoria coi controfiocchi, serviva tutta l’arteglieria. Non le era parso il caso di distogliere Grace dalle sue sdolcinate recenti attività, e di chiedere aiuto a Greengrass non se ne parlava proprio.
Perciò aveva contattato Lily, la quale si era dimostrata fin troppo entusiasta, ma si era rivelata fondamentale, suggerendo il ruolo che Albus avrebbe potuto ricoprire in quella faccenda.
Il cugino in quel momento le stava studiando entrambe con curiosità contenuta, e con l’usuale sorrisino sardonico impresso sulle labbra. Resosi conto del fatto che nessuna delle due accennava a parlare, si risolse di prendere parola.
“E cosa avrebbe a che fare tutto questo con me?” chiese in tono indifferente.
Lily e Dominique si scambiarono uno sguardo.
“Oh, beh...” disse quest’ultima, sogghignando. “Tu sarai il fulcro di tutta la questione.”
Ci fu un attimo di silenzio, poi Albus comprese.
“Oh, no...” si affrettò a dire. “Ve lo potete scordare...”.

“Suvvia, Albus. Capirei se ti avessimo proposto di adescare la Goyle, ma Jackie non è poi così male!”
“Non è il mio tipo,” brontolò Albus, scrutando il profilo deciso e le forme abbondanti della Finigann, dalla parte opposta del cortile.
“Il genere femminile in generale è il tuo tipo, fratellone!” trillò Lily. “E a giudicare dalle sue curve prorompenti direi che Jackie è femmina, anche se non sono certa sia umana...”
Dominique trattenne una risatina, Albus rise di gusto.
“D’accordo,” concesse infine “Anche se non ho capito come mai non avete chiesto a Jacob di sedurla. E’ lui il vero pervertito qui, non io.”
“Oh, beh...” fece Dominique, esitando in maniera impercettibile. “Noi pensiamo...”
“Pensiamo che tu sia mille volte più affascinante, Al,” tagliò corto Lily, annuendo con convinzione e fingendo di non rendersi conto del lieve imbarazzo della cugina.

Halloween ha dato già parte dei suoi frutti, ragazzi! Pare che ci sia una nuova alleanza, a Hogwarts, e che abbia già ottenuto un gran risultato. Chiedetelo a Jackie Finigann. Dopo la figuraccia con Albus Potter, credo che la vedremo poco in giro, almeno per un po’. Attenzione, gente! La Regina D. e la sua cuginetta possono essere molto pericolose assieme, e sono implacabili! Credo che la prossima volta non tenterai di sabotare un appuntamento del giovane Malfoy, vero, Jackie?

“Perciò Albus ha sedotto la Finigann, per poi farle fare una figuraccia davanti a tutti,” fece Grace.
“Esattamente!” confermò Dominique, studiando il proprio riflesso nello specchio dapprima con severità, poi con un lieve compiacimento dipinto sul bel volto.
Indossava un principesco abito da ballo, dal corpetto attillato e l’ampia gonna sui toni dell’azzurro e del lilla: le spalle chiare e la nuca elegante erano lasciate scoperte dai capelli raccolti, acconciati in un semplice chignon. Sollevò le braccia, per poi allacciarsi con calma la maschera - Lumacorno aveva insistito affinché fosse obbligatoria.
Lanciò uno sguardo a Grace, attraverso le fessure del semplicissimo domino candido. L’amica indossava un fiabesco costume da fatina, lungo fino ai piedi, con veli su veli di chiffon azzurro sovrapposti, e scintillanti applicazioni di strass e pailette. Gli splendidi capelli biondi erano sciolti, e la maschera che teneva fra le dita era bianca e blu.
“Saresti?” le domandò Dominique.
Grace sorrise.
“Titania,” rispose placidamente. “La regina delle fate di una commedia babbana².”
“Mmh...” commentò l’altra, sistemando una piega del vestito.
“E tu?” le chiese Grace, osservandola con divertito interesse “Tu da chi sei vestita?”
“Ufficialmente da Celestina Warbeck,” rispose Dominique.
“E ufficiosamente?”
“Ufficiosamente da me stessa. Sono già abbastanza fantastica per conto mio, non credi?”

Roxanne respirò profondamente, prima di bussare alla porta. Non dovette attendere molto prima che questa si socchiudesse, con un lungo e sinistro cigolio. Da uno spiraglio, fece capolino il volto arcigno del decrepito custode magonò, Argus Gazza, che la scrutò con aria sospettosa.
“Sei quella della punizione? Te la sei presa comoda, eh? Quello strambo del tuo amico è già dentro... L’avete fatta grossa, uh? I trofei aspettano solo voi per essere lucidati, senza magia... TU!” abbaiò “Vieni fuori.”
Lysander - lungo, allampanato e con il colletto storto - emerse dall’ufficio di Gazza, con le labbra incurvate nell’abituale, svagato sorriso.
“Salve, Roxanne Weasley!”
Gazza si grattò la testa, stupito, chiedendosi se avesse sbagliato qualcosa
Non si era mai visto che qualcuno si dirigesse verso un castigo con aria tanto felice.

La Sala Grande era stata addobbata divinamente, con grosse lanterne di zucca in ogni angolo - le quali costituivano l’unica illuminazione -, stormi di pipistrelli vivi che planavano dal soffitto, enormi ragnatele che facevano bella mostra di sé sulle pareti, al posto degli usuali stendardi recanti i colori delle quattro case. L’intera sala era un vorticare ipnotico e confuso di maschere e abiti variopinti, la musica trascinante, sebbene un poco sinistra.
Dominique si guardava intorno, compiaciuta dalla perfetta riuscita della festa. Incontrò lo sguardo del professor Lumacorno, che le fece l’occhiolino e alzò entrambi i pollici in segno di vittoria, mentre i candidi mustacchi fremevano di soddisfazione, al di sotto della lussuosa maschera di velluto bordeaux. L’insegnante levò il calice, probabilmente colmo di idromele, e Dominique fece lo stesso con il suo Cosmo-qualcosa, un cocktail babbano assolutamente geniale, anche se un poco troppo forte.
“Alla regina della festa.”
Un mojito - Dominique aveva visto le foglie di menta pressate contro il bordo del bicchiere - era stato fatto cozzare con forza con il suo drink, raggiungendolo da qualche parte alle sue spalle e facendo schizzare ovunque minuscole goccioline.
La ragazza si volse di scatto. Ci mise qualche istante a riconoscere Jacob Greengrass, in abiti stracciati, una lanternina a forma di piccola zucca che si librava in aria sopra la sua spalla sinistra.
“Ti sei vestito da Jack-o’-Lantern!” esclamò.
“Esatto,” - a Dominique parve di scorgere, nel buio, i denti di lui scintillare in un sorriso. “E tu da cosa sei vestita?”
“Non ho bisogno di vestirmi da qualcun’altro,” affermò sdegnosamente.
“Già, e scommetto che quel vestito in realtà sia molto meno casto di quanto non voglia sembrare.”
“Maiale.”
“Frigida.”
Dominique lo guardò.
Ma perchè odora sempre di mojito?

“Guarda, Jamie, sembra che stiano parlando civilmente, per una volta!”
James seguì la traiettoria dello sguardo di Grace, e poté vedere Dominique conversare con quel perverso esemplare di essere umano che era Jacob Greengrass - ancora si chiedeva come facesse Albus ad essergli tanto legato.
“Oh, già!” rispose, con poco entusiasmo.
Grace lo scrutò, pensosa.
“Lui non ti piace, vero?”
“Non mi sta particolarmente simpatico,” ammise James. “Sai, da quando ti ha palpato il sedere in pubblico tre anni fa...”
Lei lo guardò, sorridendogli con dolcezza.
“James!” disse. “Ma come fai a ricordarlo? Io me ne ero del tutto dimenticata.”
“Beh, era da un po’ che ti avevo... notata,” confessò, arrossendo leggermente. “Prima di quest’anno, intendo. Ma non pensare che fossi un maniaco, o uno stalker, io...”
Grace lo interruppe, tirandolo verso di sé per il colletto della camicia e baciandolo. Le loro maschere cozzarono, e la ragazza sorrise contro le labbra di James, prima di prenderlo per mano e trascinarlo verso il tavolo delle bevande, mentre entrambi sentivano chiaramente quanto continuasse a crescere quel senso di reciproca appartenenza che provavano l’uno per l’altra.

La Sala dei Trofei puzzava di Solvente Magico di Nonna Acetonella, e Roxanne continuava a chiedersi come avessero fatto quei dannati trofei a sporcarsi così tanto, considerato che nessuno li toccava mai. Mollò lo strofinaccio a terra, stizzita. Alla sua sinistra, Lysander fischiettava fra sé e sé, perfettamente rilassato, lucidando con grazia una vecchio encomio per i servigi speciali resi alla scuola.
“Che noia, eh?” tentò un po’ di conversazione.
Scamandro le rivolse un enorme sorriso.
“No, affatto!” disse, soave. “E’ terribilmente interessante leggere delle persone che hanno vinto questi trofei, immaginando le loro imprese. Ad esempio, questa,” sollevò la medaglia “E’ stata data ai tuoi zii Harry Potter e Ronald Weasley per aver sconfitto il mostro della Camera dei Segreti, al loro secondo anno.”
“Mi hanno raccontato quella storia,” rispose Roxanne. “Zio Harry ha ucciso il basilisco con la Spada di Grifondoro, salvando la vita a zia Ginny e distruggendo al tempo stesso un Horcrux di Voldemort.”
“Era un bambino prodigio,” affermò Lysander, annuendo con convinzione, gli occhi spalancati.
Era un’immagine talmente buffa che Roxanne non poté trattenersi dallo scoppiare in una risata fragorosa. Invece di offendersi, Lysander la fissò.
“Mi trovi divertente,” asserì, con serietà assoluta “Ne sono lieto.”

Dominique stava aspettando Jacob. Il ragazzo le aveva detto che sarebbe andato a prendere da bere, ma evidentemente doveva esservi molta fila, al tavolo degli alcolici, giacché era scomparso nella folla ormai da una decina di minuti. Spazientita, la Regina si avviò anche lei nella direzione presa dal giovane, decisa a sfruttare il proprio prestigio sociale per scavalcare la gente in attesa. Per questo rimase stupita, quando vide che nessuno era in attesa per bere.
“Desidera bere qualcosa, signorina Dominique Weasley?” gracidò un elfo domestico “Tit è felicissimo di servirla, signorina.”
“Un mojito” ordinò Dominique distrattamente, mentre rifletteva su dove potesse essersi cacciato Jake. Colta da una strana sensazione, si volse di scatto, e riconobbe il costume stracciato di lui, con una ragazza abbarbicata addosso, neanche fosse una qualche erba infestante.
“Ecco qui, signorina Dominique, Tit ha finito il suo drink.”
L’elfo la osservava, con i liquidi occhi color nocciola spalancati, porgendole un bicchiere.
“Grazie,” sussurrò lei, prendendo il drink.
Come posso essere stata così stupida!
Aveva bisogno di parlare con Grace. Si guardò attorno più volte, ma l’amica doveva essersi allontanata dalla festa assieme a James, poiché non la vide da nessuna parte. Risoluta - e decisamente a pezzi - la regina uscì dalla Sala con lentezza, dritta e orgogliosa. Nessuno doveva sospettare il suo stato d’animo.
Una volta che si fu lasciata il portone alle spalle, cominciò a correre, fino a che non andò a sbattere contro qualcuno, rovesciandogli addosso tutto il mojito - aveva continuato a tenere il bicchiere in mano per tutto quel tempo. Inciampò nel lungo abito e rovinò a terra.
“Ehi, stai bene?” le disse una voce familiare, porgendole la mano per aiutarla a rialzarsi.
Dominique lo ignorò e si tirò su da sola, puntellandosi con le mani sul pavimento. Il ragazzo di fronte a lei indossava un banalissimo costume da vampiro, e aveva una maschera nera a coprirgli metà del volto. Tuttavia, lo aveva riconosciuto benissimo.
“Prova a dire a qualcuno quello che hai appena visto e sei finito, Goldstein,” disse freddamente, accorgendosi con stupore di quanto stesse tremando la propria voce.
“Ah, sei tu, Weasley,” disse lui. “E’ successo qualcosa?”
“Non sono affari tuoi,” sibilò Dominique.
Adrian Goldstein si irrigidì.
“Bene,” sputò fuori, rabbioso, e fece per andarsene.
No.
“Aspetta!” lo fermò Dominique, prima di rendersene conto.
Il ragazzo si arrestò, senza però voltarsi.
“Ho bisogno di raggiungere la tua sala comune,” sussurrò. “Devo parlare con Grace.”
“Non era alla festa?”
“E’ andata via.”
Adrian si voltò. Dovette accorgersi della confusione e della delusione che colmavano gli occhi grigi di lei, poiché si apprestò a Dominique, e si avviò assieme a lei verso il settimo piano.

La sala comune dei Grifondoro era accogliente e calda, ma era vuota, così come lo era il dormitorio di Grace, dove Dominique era appena salita a controllare.
Adrian - seduto su di una poltrona davanti al caminetto, i gomiti sulle ginocchia - si era tolto la maschera, e scrutava pensoso le fiamme, le quali danzavano sul suo volto e donavano bagliori dorati ai suoi capelli castano chiaro. Udendola arrivare, si alzò in piedi.
“Niente?” le chiese, con l’aria di chi già conosce la risposta.
Dominique scosse la testa.
“Mi dispiace” fece lui.
“E’ banale, sai,” fece la ragazza. “Il tuo costume.”
Adrian la guardò, e per una volta non ricambiò con una battuta sarcastica o una presa in giro. Sorrise appena, e le si avvicinò di un passo.
“Non avevo molte idee,” ammise. “E tu da cosa sei vestita?”
“E tu da cosa sei vestita?”
“Non ho bisogno di vestirmi da qualcun’altro.”
“Già, e scommetto che quel vestito in realtà sia molto meno casto di quanto non voglia sembrare.”
“Non ho bisogno di vestirmi... da qualcun’altro,” rispose, la voce incrinata.
Adrian le si avvicinò ancora, e levo una mano a slacciarle la maschera, che cadde a terra con un piccolo tonfo. La guardò dritta negli occhi.
“Che cosa è successo, Dominique?” le chiese.
Non l’aveva mai chiamata per nome.
Lei non dovette pensarci poi così tanto, prima di poggiare le labbra sulle sue.




¹Avrete di certo notato che il titolo di ciascun capitolo si rifà al titolo di un episodio della prima stagione di Gossip Girl. A loro volta, i titoli degli episodi sono dei giochi di parole presi da film, libri o modi di dire inglesi (es. il titolo dell'episodio A thin line between Chuck and Nate si riferisce al film del 1996 A thin line between love and hate). Tuttavia, dato che non trovavo un modo di adattare Victor Victrola ad un contesto Potteriano, ho deciso di trovare una valida alternativa creando io stessa un gioco di parole. Inizialmente ho pensato a Stick or Treat invece che Trick or Treat, ma poi mi è venuto in mente Jack-o’-Lantern, l’uomo alla cui leggenda è legata l’usanza di Halloween. Da lì a Jake-o’-Lantern il passo è breve.
Fonti: Wikipedia.
²La “commedia babbana” cui si riferisce Grace è naturalmente Sogno di una notte di mezza estate, di William Shakespeare.




Note dell’Autrice
Mi dispiace di aver fatto attendere parecchio per questo capitolo, ma ho dovuto curare la raccolta su Gossip Girl, correggere e valutare le storie del contest che ho indetto, fare i compiti e andare a danza. Dovrei riuscire a pubblicare un altro capitolo prima dell’inizio di scuola, dopo cercherò di fare un aggiornamento a settimana. Spero che il capitolo sia piaciuto, e che il finale non sia troppo ovvio.
La canzone che sta all'inizio di questa puntata è I'll Be Yours dei Placebo.
Ho pubblicato il primo capitolo di Day’s dawing, skins crawling, uno spin-off prequel di Gossip Witch sul triangolo Dom/Scorpius/Grace, cui presto si aggiungerà il secondo e ultimo capitolo - che già ho scritto -. Mi piacerebbe che deste un’occhiata.
Grazie a tutti i lettori, recensori, ricordatori, preferitori e seguitori (lo so, a grammaticalmente molto scorretto).
Baci,
Daphne.

PS: Nicholas Hoult è Albus. Azzeccato, no? Questo è il vestito di Dom. Questo quello di Grace.

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Whatadaph