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Autore: Wolf    02/03/2004    5 recensioni
Abbassando lo sguardo si sarebbe accorto che le sue scarpe erano rovinate e sarebbe stranamente stato consapevole che lui si era rovinato con loro. Si appoggiò alla falchetta e guardò in basso, verso l'oceano profondo. Chiuse gli occhi. Pregava solo di svegliarsi presto.
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Bucce di mela

Sanji si svegliò. Scese dall'amaca e indossò un maglione sopra la maglietta. Afferrò il pacchetto di sigarette sul tavolo e uscì a passi pesanti.

Si affacciò a Tribordo e lanciò il pacchetto più lontano che potè; si perse tra il buio. Reggendosi al parapetto guardò nel nero del mare e vi rigettò quel poco che aveva mangiato la sera prima.

In qualche secondo ricomiciò a sentire nitidamente i suoni, che prima gli sembravano sirene lontane. Prima le onde, regolari e lente, che cullavano il veliero, poi un piccolo rumore alla sua destra. Si girò con lo sterno ancora premuto sulla falchetta. Nami era appoggiata sui gomiti, contro il bordo della nave; mangiava una mela gialla e dolce, la mordeva e poi sputava la buccia in mare.

Sanji la raggiunse e lei, così occupata nei suoi pensieri come era, si accorse di lui solo quando le prese la mela dalle mani. Lo fissò e lui le sorrise. Niente frasi galanti o cuoricini negl'occhi. In fondo la mattina dopo avrebbero potuto fare finta entrambi di non aver visto niente e di essere sempre gli stessi. Il cuoco prese un coltellino dalla tasca dei pantaloni e cominciò a sbucciare la mela. Lui non c'era allora, ma adesso Nami, così fiera su quel ponte, gli ricordava l'immagine di lei bambina, che mostrava il tatuaggio di Arlong con grande coraggio, affrontando la morte di Bellmer. Il tatuaggio era ancora lì, ma adesso era il suo simbolo e quello di nessun altro. Le restituì la mela, respirando forte l'aria umida.

Lei la addentò. Il cuoco sorrise tra se.

Quando finì, poco dopo, di mangiare il frutto gettò il torsolo lontano, lasciandolo a galleggiare assieme alle bucce. Si riappoggiò al parapetto, sfiorando con la sua spalla quella di Sanji, tracciò sulla falchetta linee invisibili con il dito.

Il cuoco rise, senza motivo, e da qualche parte, lontano, cominciò a sorgere un sole splendente, delineando contorni ed espressioni sotto il suo manto luminoso.

 

III Giorno

 

Ma il sole non sorse quella mattina, lì.

Erano passate almeno tre ore e loro erano ancora lì, e non avevano detto una parola in tutto quel tempo. Che cosa mai poteva esserci da dire in quel momento? Sanji la guardò "Non dovrebbe essere già mattino?" le chiese, poi tossì.

Lei se ne accorse solo in quel momento, che il sole non era apparso da nessun limite all'orizzonte. Lo guardò "Ehm..." si guardò in giro e si staccò dal parapetto, evitò di guardarlo adesso, quando si rese conto di essere stata per tutto il tempo al suo fianco, si sentì imbarazzata nel ricordo di ciò che era successo ad Alabasta. Lui era rimasto così indifferente, anche se lei aveva visto lui e Bibi quel giorno, Sanji sembrava non preoccuparsene. Beh, probabilmente ora che lei era morta, non c'era più nulla di cui essere imbarazzato, il fatto che lui e la principessa si fossero baciati quella sera, ora era solo un particolare sciocco

"Che c'è?"

"Di un pò, Bibi era davvero più importante delle altre?"

Sanji strabuzzò gli occhi, poi sogghignò "Certo! Mi credi un gigolo o cosa?"

"Beh..."

"In realtà preferisco non saperlo." disse lui sventolando una mano "Senti Nami..."La guardò negl'occhi ma poi abbassò subito lo sguardo "Io...le volevo bene, ma ora non ha più importanza...credo."

Sanji si grattò una guancia e la guardò, voleva bene a Bibi era vero. Faceva fatica a mettere a fuoco quelle emozioni, a separarle dalle altre e a catalogarle per tipo. Non era certo quel tipo di uomo che sapeva quel che voleva e non voleva.

"Scusa Sanji, non credo fosse il caso che te lo chiedessi."

Il cuoco sospirò "Ti interessava?"

Lei lo fissò "Bibi era una mia amica."

Sanji rise e si accorse di quanto fosse assolutamente inappropriato in quel momento, ma non poteva smettere: avevano passato del tempo insieme, quella notte, lui si sentiva bene al suo fianco e aveva creduto per pochi istanti che per lei fosse lo stesso...aveva creduto. Ma si sbagliava.

"Che c'è da ridere deficiente?!?"

"Non lo so, io..." prese fiato tra le risate, Nami sempre più arrabbiata "...Scusami ma..." continuava a ridere, con una mano sullo stomaco, lei lo fissò a lungo come se fosse pazzo (lo era?) poi ridacchiò solo un pò.

 

Quando Nico Robin si svegliò, e fu la prima, raggiunse il ponte; Sanji e Nami stavano ridendo, lei sospirò mentre li guardava, incrociò le braccia "Ma che carini!" Loro la guardarono con ancora il sorriso stampato in faccia.

Nami agitò le mani "Ehi, non farti strane idee, io con questo bakà? Ma figuriamoci!" e diede coppino al cuoco.

"Ma non è ancora mattino?" l'ex Miss All Sunday usò un tono di voce tra il divertito e il superiore. Sanji alzò le spalle.

"Credo che sia un fenomeno atmosferico a dire il vero." disse Nami.

Robin guardò l'orizzonte e glielo indicò; c'era una luce piccola e lucente che sfavillava ad intervalli regolari lontana.

"E' un faro?!" fece Sanji.

Nami annuì accanto a lui "Dobbiamo essere vicino a Koronua..."

"Che succede?" Gli altri si erano alzati, svegliati probabilmente dagli schiamazzi di Sanji e Nami. "Che cosa avevate da starnazzare?" chiese Zoro scontroso per essere stato svegliato "Beh, era ora che ti alzassi spaventapasseri..." borbottò il cuoco, acido.

Zoro gli si parò di fronte "Ripetilo." "Spaventapasseri." si sfidarono a lungo con lo sguardo e Robin li fissò attentamente.

"Okay, calmatevi ora schizzati!" sbottò Nami mettendo le braccia tra i loro corpi.

"Ma è ancora buio?" chiese Usop guardandosi in giro "Mah...io ho fame! Posso prendere un mandarino?"

"Scordatelo bakà!" Sanji aveva già placcato Rufy.

Robin sorrise.

"Ciurma!" Nami richiamò l'attenzione dei suoi compagni che schiamazzavano, tutti le prestarono attenzione "Stiamo per sbarcare!Sono arrivata alla conclusione che in questa zona di mare il sole non sorga. Non so ancora perchè ma avrò modo di studiare il fenomeno mentre il Logpose memorizza le coordinate. Preparatevi allo sbarco!"

 

Korouna era un isola piccola ma in fervore. Se ne accorsero quando la costeggiarono, pronti allo sbarco. Era fatta di centinaia di luci artificiali che cercavano di riprodurre un sole che per qualche motivo aveva deciso di non far beneficiare del suo tepore gli abitanti dell'isola notturna. Sanji si sentiva in qualche modo un pò come quell'isola: le sue spiagge erano fredde e il cielo era un manto nero che la faceva sembrare una zolla di terra persa nello spazio. Vi erano foreste e alberi su tutta l'isola ma sul lato ovest vi era un porto e moltissimi edifici incatenati l'uno all'altro. La folla era tanta, e visti da lì tutti quegl'uomini sembravano file di formiche, che ora si rompevano e ora si intrecciavano, creando strane forme asimmetriche.

Il tempo, immaginava, doveva essere relativo e discontinuo, come essere immobili in uno stesso momento, per sempre. Metaforicamente, vivere su quell'isola doveva essere un pò come essere morti.

"Scusami Nami-san, ma come fanno a non morire di freddo, senza sole?"

Nami non si girò a guardarlo "Credo che sia dovuto ad un vulcano marino, probabilmente l'isola è proprio sopra di esso."

Sanji annuì anche se lei non potè vederlo.

Quando arenarono, Rufy si cacciò in testa il cappello di paglia e scese dalla nave "Ehi Rufy, aspetta!" gli gridò dietro Usop, rincorrendolo con Chopper al suo seguito.

"Nami, quanto ci vorrà ad aggiornare il Logpose?" chiese Zoro

"Non lo so, vado a fare un giro e chiedo in città..." Nami si strofinò la punta del naso con un dito e sorrise "Ci vediamo dopo!"

"Io vado a fare provviste..." borbottò Sanji guardando gli altri due.

Robin lo guardò e per un attimo lui le vide negl'occhi qualcosa di strano, che però non riusci a decifrare e dopo, quel qualcosa era sparito lasciandogli solo il dubbio di esserselo immaginato. Lei lo superò e blaterò solo un "ci vediamo dopo".

Lo spadaccino e il cuoco la seguirono con lo sguardo, seguendo il movimento delle sue anche, la videro sparire tra la folla.

Zoro lo fissò, con la mandibola contratta e la mano serrata sull'impugnatura di una spada. "L'hai vista anche tu?" chiese.

Sanji annuì "La nave di Barbanera..."

 

La folla si confondeva con se stessa, mischiandosi e scindendosi i colori degli abiti si sovrapponevano sotto le luci abbaglianti. Nami socchiuse gli occhi, guardando in alto. Tra le migliaia di persone che in un quel momento avrebbero potuto passare di lì, il caso decise che fossero le peggiori.

La urtarono e lei barcollò indietro, guardando i cinque tizi che camminavano in fila con sguardi superiori, riconobbe Barbanera e i suoi quattro cani personali. Rimase in silenzio, osservandoli con circospezione; se non l'avevano riconosciuta era meglio che la cosa restasse tale. Quei pirati erano alla ricerca di Rufy e della sua ciurma e prima o poi lo scontro, sarebbe stato inevitabile.

Si infilò in una piccola strada laterale, alzando il cappuccio della giacca sulla testa, nascondendo le mani dentro le tasche dei jeans. La luce artificiale creava luci strane e finte, proiettando le ombre in modo insipido sul terreno polveroso, fatto di calcinaccia e ghiaia.

Sbucò in un altra grande strada, piena di negozi e bancarelle su ambo i lati. Sgusciando tra le persone e lanciando appena vaghi sguardi agli abiti esposti, continuò a camminare. E continuò ancora, fino a quando le sue gambe non furono doloranti e stanche, come il suo cuore.

Pioveva. Ed era strano che lei non avesse sentito l'umidità salire nell'aria, collimandola fino a scoppiare in tante piccole gocce fredde, che battevano sulla sua faccia e sui vestiti. Tutta la confusione della gente gli rimbombava in testa e le luci finte creavano particolari macchie colorante nei suoi occhi, che cambiavano forma e colore, mutando se solo chiudeva le palpebre e si concentrava sui contorni.

Si trovava in una piazza circolare, immersa nel brusio della folla, che si accalcava e scalpitava attorno ad un edificio imponente sulla cima della strada. Solo dopo un tempo che sembrò interminabile, capì che quelle guglie e le campane erano parti di una chiesa.

Strinse forte le dita attorno al tessuto dei pantaloni, la pioggia stava battendo più forte, aveva oltrepassato le maglie dei suoi vestiti, bagnando la sua pelle, facendola tremare di un freddo proveniente dalle ossa, da troppo tempo aride.

Circa quattro uomini, trasportarono una bara, tra la folla, mentre le campane suonavano convulsamente, riecheggiando per tutta la città, come una voce che raggiunge le orecchie della gente in differita.

Le sue dita affondarono ancora di più nei jeans, graffiando le cosce e, dai suoi occhi, piccole lacrime argentee si mischiarono con la pioggia che le bagnava il viso.

Lei non aveva neanche visto il suo funerale...sarà sicuramente stata una cerimonia in grande stile, proprio come i Nefertari erano abituati a fare. Cobra avrà gettato terra sulla bara di sua figlia...

Le lacrime cominciarono a scaldarle le guance e a bruciare le labbra screpolate dal vento di mare. I suoi denti battevano per il gelo che partiva dritto dal suo petto.

Se in quel momento qualcuno non le avesse sfiorato le spalle, appoggiandovi poi sopra una giacca di cuoio pesante, sarebbe rimasta lì per chissà quanto tempo.

Sanji, si piazzò al suo fianco e si accese una sigaretta, proteggendo la fiamma del fiammifero con le mani.

"Coraggio, non sai che le lacrime rendono brutte le persone?" chiese guardando avanti.

Nami lo fissò "Beh...chissà quanto devi aver pianto tu, in questo caso!"

Era arrabbiata, qualcosa dentro di lei cominciava a scaldarla, perchè avrebbe voluto che ci fosse Rufy con il suo sorrisone, lì in quel momento, o Zoro con le sue frasi stupide, Usop, Chopper o Robin...chiunque ma non Sanji.

Quello stupido, stupido di un cuoco...

Lui sorrise e allungò una mano sulle sue spalle, abbracciandola.

Idiota, idiota, idiota di un cuoco!!!

Voleva respingerlo, tirargli pugni sullo sterno per far sì che la smettesse di trattenerla con quelle sue stupide braccia, ma la sua presa era forte e lui, in quel momento, era bagnato quanto lei e aveva un odore di fumo ma di dolce, di casa...

Odiò Sanji con tutto il suo essere, bagnato e tremante, ma non riuscì a sottrarsi dal

suo calore.

 

 

Come vi sembra??? Voglio i commenti eh?

Grazie mille a tutti per le recensioni sono davvero la spinta in più per uno scrittore di Fanfitc...Un commentino particolare per Asuka, grazie della recensione, mi piace molto come scrivi e mi fa piacere che anche a te piaccia come scrivo io^^

Grazie a tutti e ricordatevi del commentino mh?

  
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