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Autore: foreternityblue_    07/09/2011    11 recensioni
Blaine Anderson divenne l’enigma sociale del McKinley High fin dal momento in cui pose piede nei corridoi durante il suo anno da matricola. Tutti quanti lo amavano e lo adoravano. Era così energetico e sgargiante. Fino ad un incidente a metà del secondo anno, che nessuno si sarebbe potuto mai immaginare.
Kurt Hummel era il tipico ragazzo gay preso di mira da tutti i bulli della scuola, il quale aveva sempre nutrito un certo interesse in quel mistero ambulante che si chiamava Blaine Anderson.
Forse, solo forse, a causa di un progetto scolastico, riuscirà ad arrivare alla risoluzione del mistero grazie al suo diretto contributo...
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel, Santana Lopez
Note: AU, OOC, Otherverse, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Al contrario di quello che ho scritto ieri, ecco il nuovo capitolo.
 
So che vi farà arrabbiare per quello che succede,
ma spero che vi piaccia lo stesso.
 
Ci si vede alla fine.
 
 
 

 
 
Le cose cominciarono a cambiare dopo la fine della pausa invernale. Il cambiamento passò quasi inosservato all’inizio, più che altro non era visibile agli occhi dei bulli del McKinley, ma divenne più ovvio quando Gennaio tramutò in Febbraio. Alla fine tutti cominciarono ad accorgersene perché era piuttosto evidente.
 
Qual’era il cambiamento?
 
Kurt Hummel aveva iniziato a passare molto più tempo insieme a Blaine Anderson – molto più di quanto fosse necessario al completamento del progetto. Improvvisamente erano sempre insieme, facevano un salto all’armadietto dell’altro e camminavano dentro e fuori la scuola insieme. No, Kurt non avrebbe lasciato indietro i suoi vecchi amici; stava solamente spendendo un po’ più di  tempo con quello che era stato il ragazzo più popolare della scuola.
 
Le persone quasi si aspettavano che Blaine ricominciasse a parlare perché Kurt sorrideva più spesso del solito, il che era piuttosto strano.
 
Ma non lo fece.
 
Alcune persone dicevano che qualche volta, durante i cambi d’aula o durante il pranzo o persino durante le ore d’Inglese, Blaine si piegasse verso l’altro ragazzo per sussurrargli qualcosa all’orecchio. Alcune volte Kurt sorrideva, altre rideva di gusto, altre ancora rispondeva solamente a bassa voce. Era una strana amicizia agli occhi di coloro che non li conoscevano bene...a dire la verità, sembrava strana anche a coloro che li conoscevano molto bene.
 
Nessuno se lo sarebbe mai aspettato.
 
Col passare del tempo tutti si accorsero di questa nuova amicizia, alcuni cominciarono anche a notare il modo in cui Santana guardava Kurt, sempre con un aria piuttosto seccata. Alcune persone dicevano che fosse gelosa, altre dicevano che...be’, in verità, tutti dicevano che fosse gelosa. Di certo la cosa la faceva incazzare parecchio, allora tutti smisero di parlare di lei e della sua apparente “gelosia” nei confronti di Blaine e Kurt.
 
Ma le cose non  erano perfette neanche per loro. Si trovavano in una scuola altamente omofobica, e loro erano due ragazzi (uno dichiaratamente gay, l’altro...forse – a dire la verità neanche Kurt lo sapeva) che passavano tutto il loro tempo insieme ed erano molto riservati riguardo ciò che si dicevano...
 
Era ovvio che molte persone sparlassero di loro. Se lo aspettavano entrambi. Perlomeno, Kurt se lo aspettava.
 
Sfortunatamente Kurt era un bersaglio migliore di Blaine.
 
Le granitate erano numerose come al solito e Kurt smise di contare tutte le volte in cui veniva spinto contro un armadietto da quando era diventato il miglior amico di Blaine. I giocatori di football avevano ricominciato a scaraventarlo nel cassonetto della spazzatura – il che era peggio in inverno. C’era così tanto ghiaccio e tanta neve che il fatto di togliersi la giacca per non rischiare di rovinarla non aiutava. Comunque non disse niente a Blaine di come si comportassero i bulli. Kurt si rifiutava di farlo...
 
Di certo era sensato dire al proprio migliore amico di come venisse maltrattato – e infatti l’aveva detto a Mercedes – ma Kurt non poteva dirlo a Blaine. Da quanto aveva scoperto su di lui durante tutto il tempo che avevano passato insieme (principalmente a casa sua), Blaine era uno che si preoccupava molto più di quanto dovesse... si addossava sempre la colpa di tutto.
 
Di tutto.
 
Una sera Kurt si era tagliato preparando la cena, mentre parlava con Blaine (Carol era dovuta uscire per andare a prendere una cosa in negozio). Blaine si era immediatamente scusato, con un tono di voce più alto di quello che usava di solito, e si era alzato di fretta per andare a prendergli il disinfettante e un cerotto.
 
Nonostante non si trattasse di una ferita così brutta, Blaine insistette per medicare Kurt, continuando a scusarsi a bassa voce e dicendo che era stata tutta colpa sua.
 
Un altro esempio era quando Kurt aveva fatto cadere dell’acqua sul tappeto perché era inciampato nel suo zaino. Blaine se ne diede la colpa perché non aveva fatto attenzione che Kurt non inciampasse in niente. La macchia d’acqua non era nemmeno così brutta.
 
Sembrava che ogni volta che succedeva qualcosa di lontanamente brutto a Kurt, Blaine se ne dovesse assumere automaticamente la colpa anche se era ovvio che non lo fosse affatto.
 
Ecco perché Kurt decise di non dire niente a Blaine del fatto che le cose con i bulli andassero sempre peggio, anche se era fisicamente peggio, specialmente quando Kurt aveva iniziato a zoppicare. Naturalmente Kurt trovava sempre qualche scusa per sfuggire a quel radar super preoccupato che era Blaine, anche se si sentiva in colpa per avergli mentito...
 
Onestamente, sarebbe stato peggio se Blaine avesse cominciato a sentirsi in colpa per quello che gli stava accadendo. Quindi, no, non importava quello che dicevano gli altri, non l’avrebbe mai detto a Blaine. In tutta onestà, la persona che aveva consigliato a Kurt di dirlo a Blaine era stata Mercedes, ma aveva declinato la proposta immediatamente. Ogni volta che vedeva Blaine che si dava la colpa per ogni sciocchezza, qualcosa di strano succedeva in Kurt... era come quando aveva visto suo padre abbattuto a causa di certe telefonate omofobiche che aveva ricevuto l’anno precedente, quando si era ufficialmente dichiarato.
 
Non poteva sopportarlo. Kurt poteva a malapena sopportare l’idea di pensarlo.
 
Quello era, di per sé, abbastanza per convincere Kurt a tenere tutto nascosto, anche se le ferite incominciarono a colorire la sua schiena, le sue spalle e le sue braccia. Certo, la sua postura era un po’ più rigida del solito, ma anche se Blaine aveva notato qualcosa, non gli aveva detto niente... si limitava solamente a fissare Kurt, ma quello avrebbe potuto farlo per qualsiasi ragione. Be’, Kurt continuava a ripeterselo.
 
Era come se l’essere vittima di bullismo fosse qualcosa di cui Kurt non poteva fare a meno, e sembrava che nessuno se ne accorgesse... o che a nessuno importasse... ma andava bene così. Kurt era abituato a ritrovarsi da solo, fin dalla prima elementare. Era completamente abituato ad essere maltrattato...
 
Sembrava orribile, ma era la verità.
 
Tutta la situazione era bene o male sopportabile, perlomeno fino alla fine di Febbraio.
 
 
 
 

 
 
 
Da: Blaine
A: Kurt
 
Hey, dove sei? Sei in ritardo?
 
Da:Kurt
A:Blaine
 
Si, la sveglia non ha suonato. Non aspettarmi per la prima ora; ci vedremo più tardi. E non far finta di essere shockato perché sono in ritardo.
 
Da:Blaine
A:Kurt
 
Se lo dici tu ~
 
Da:Kurt
A: Blaine
 
Non faccia il carino con me, signore.
 
Da: Blaine
A: Kurt
 
E chi dice che lo sono?
 
Da: Kurt
A: Blaine
 
Pfui! Come vuoi, a dopo.

 

 
 
 
Sembrava una normale giornata d’inverno. Il sole splendeva e la neve sull’asfalto risplendeva quasi fastidiosamente. Kurt procedette a grandi passi e camminò attraverso il parcheggio, privo di ragazzi, verso lo stabilimento. Stava facendo tardi, ma non era un grande problema. Dall’inizio dell’anno non aveva mai fatto tardi, quindi non era nei guai.
 
Quando entrò nell’edificio si sfilò con cautela la sciarpa dal collo camminando lungo il corridoio il più silenziosamente possibile, le sue scarpe erano ancora un po’ bagnate a causa della neve. Mentre girava l’angolo verso la sua classe, era piuttosto sicuro che ormai si trovava al sicuro da qualsiasi spintone o insulto per il momento – finché non vide Karofsky e Azimio affianco al suo armadietto. Diede un’occhiata  vide degli altri giocatori di football in fondo al corridoio. Non poté fare altro che sospirare sommessamente.
 
Che maniera adorabile per continuare una giornata già iniziata male a causa della sua stupida sveglia. Fantastico.
 
Continuò a camminare verso l’armadietto, mento in su e testa alta, fermandosi di fronte ad esso girandosi a fissare le grandi e grosse teste di rapa appoggiate all’armadietto di Mercedes e di qualche altra ragazza. “Spostatevi uomini di Neanderthal,” soffiò minacciosamente dato che Karofsky aveva alzato il braccio per bloccare l’armadietto di Kurt, “Sono in ritardo per la prima ora e, a differenza di voi idioti, a me piace la scuola non solo per quanto riguarda lo sport. Oltretutto, io sono intelligente.”
 
“Scusa?” disse Karofsky facendo un minaccioso passo verso di lui a quell’insulto.
 
Kurt non si mosse. Non indietreggiò.
 
“Che cosa vuoi?” disse Kurt strascicando le parole e incrociando le braccia, chiaramente seccato perché voleva andare in classe. Di certo non sarebbe successo molto presto con quei giocatori di football che lo perseguitavano.
 
Azimio si colpì con un pugno l’interno della mano avvicinandosi a lui con fare intimidatorio. “Insegnarti una lezione finocchio!” lo disse come se fosse la più ovvia delle risposte.
 
“Oh, davvero?” chiese Kurt con un’aria da finto sbalordito, “Cos’ho sbagliato, di grazia? Non ho mai fatto niente di male a voi imbecilli.”
 
Qualcuno dietro a Kurt gli diede una forte spinta, sbrogliandogli le braccia che portò automaticamente in aria. Sbatté la spalla e la testa contro l’armadietto di fronte a lui. Sentì le sue borse cadere e la sua roba spargersi sul pavimento. Qualcuno disse “Ti abbiamo avvertito, Signorina.”
 
Kurt prese un profondo respiro, sentendo un dolore fortissimo alla spalla e la sua testa pulsargli, prima di tornare a guardare i suoi aggressori – i quali lo avevano accerchiato. “Avvertirmi di cosa?” ringhiò Kurt, cercando di non apparire sconcertato, ma sicuro di sé. Non era sicuro se avesse funzionato.
 
“Non devi girare attorno a Blaine Anderson!” gridò un giocatore di football il cui nome sfuggiva alla mente di Kurt al momento.
 
Ciò che Kurt sentì in seguito fu un piede nel suo stomaco facendolo sbattere contro gli armadietti con un forte fragore.
 
Dove cazzo erano gli insegnanti? C’era un tale rumore che di certo non potevano non averlo sentito – oh, aspetta, non importa. Non l’avrebbero aiutato comunque.
 
 Kurt tossì pesantemente, respirando a fatica mentre tornava a guardare gli sportivi, alcuni ciuffi di capelli gli finirono sugli occhi a causa della leggera lacca che aveva usato quella mattina. “Blaine non fa nemmeno parte del vostro gruppo di stupidi idioti – non ne mai fatto parte. Posso essere amico di chi voglio.”
 
Improvvisamente un libro lo colpì sulla testa, probabilmente uno di quelli che erano usciti dalla sua borsa dato che non aveva visto nessun libro nelle mani degli atleti. Kurt si ritrovò completamente a gambe all’aria sul pavimento, la vista sempre più annebbiata e ogni parte del corpo gli pulsava, soprattutto la testa perché, diavolo, venire colpiti da un libro fa male.
 
“Anderson era uno di noi, anche se non era un giocatore di football,” un altro calcio venne scagliato, nel  suo fianco questa volta. Oh, cazzo, quello doveva essere il loro nuovo Kicker perché Kurt poté giurare di aver sentito una sua costola rompersi, “Non possiamo rischiare che tu attacchi il tuo morbo gay a uno dei ragazzi più influenti della scuola. Inizierai con Anderson e poi, uno dopo l’altro, diventeranno tutti cazzo di finocchi, fatina.”
 
Tutto quello che Kurt voleva fare in quel momento era guardare in faccia i suoi cinque assalitori – a Kurt sembravano cinque – e far notare che Blaine non era più influente. Ma non ci riuscì per due ragioni. In primis, perché gli faceva davvero male muoversi. In secondo luogo, gli servì qualche momento per realizzare che, nonostante tutto, Blaine era ancora piuttosto influente al McKinley. Qualcuno come lui non poteva svanire... tutti lo guardavano ancora, non solo Kurt. Non era mai stato solo Kurt.
 
Che razza di idiota che era stato.
 
“Sembra che alla fine siamo riusciti a tapparti la bocca.” Kurt riuscì a sentirlo a malapena. Dalla voce sembrava essere uscito da Karofsky.
 
Sentire quello là schernirlo riportò la mente di Kurt alla sua precedente maniera di pensare: Non poteva lasciare che quei bastardi vincessero. Non poteva. Se l’avesse fatto, sarebbe andato contro tutto ciò per cui aveva lottato dal momento in cui la sua sessualità era stata confermata.
 
La sua mano si contrasse determinatamente e Kurt sollevò la testa lentamente, sbatté le palpebre un po’ di volte perché tutto era offuscato, improvvisamente sentì delle urla e molti calci e, probabilmente, anche qualche pugno e qualcuno stava girando l’angolo mentre la sua testa veniva nuovamente spinta e sbattuta contro l’armadietto molto più forte di prima. Kurt sentì qualcosa colargli lungo la guancia e cercò di respirare profondamente quando realizzò che probabilmente era sangue – gli faceva davvero male respirare.
 
“Blaine...” bisbigliò Kurt, ma riuscì a sentirlo a malapena lui, a malapena conscio del fatto di aver appena detto qualcosa. Poi di nuovo, tutto divenne sfocato, ma era vagamente consapevole che le porte delle classi si stessero finalmente aprendo e che i professori stessero correndo e che gli studenti erano in piedi sulla soglia delle porte bisbigliando e indicando, alcuni si spaventarono perché c’era un ragazzo sanguinante sul pavimento –
 
Probabilmente, picchiare Kurt in un corridoio circondato da classi, non era stata l’idea più brillante dei giocatori.
 
Delle calde e forti braccia lo stavano avvolgendo così gentilmente che Kurt non poté fare altro che rilassarsi completamente e cercare di riaprire gli occhi di nuovo. Improvvisamente le luci della scuola erano accecanti come le fiamme dell’inferno. Era conscio del lancinante dolore che provava al petto e ai fianchi e alla testa e alla schiena e, oh Dio se ce n’è uno, era troppo da sopportare, soprattutto perché delle gocce d’acqua gli cadevano sul viso e la gente stava gridando e...
 
Proprio prima di svenire, vide il vago profilo di un ragazzo dai capelli ricci, “...Blaine...”
 
Tutto divenne buio.
 
 
 

 
 
 
 
Davanti al suo armadietto aperto, Kurt stava mettendo via la propria roba prima di pranzo, senza volersi affrettare, ma non voleva neanche metterci una vita. Si sarebbe incontrato con Mercedes davanti al proprio armadietto come al solito, quindi Kurt non era completamente sicuro del perché si sentisse ansioso di andarsene quella zona...
 
Ricevette la risposta quando sentì il rumore prodotto da qualcuno che veniva spinto contro un armadietto. Si girò e vide Karofsky immobilizzare un povero nerd all’armadietto. Azimio gli era accanto, come se fosse un bodyguard. Sembrava che il ragazzino stesse per mettersi a piangere.
 
“Vedi, Azimio ed io abbiamo dimenticato i nostri compiti di chimica e i soldi per il pranzo. Pensavamo che saresti stato così gentile da darci i tuoi.” disse  Karofsky con un sorriso da brividi in volto sovrastando il povero ragazzo, il quale doveva essere una matricola.
 
“M-ma,  mi servono entrambi perché non voglio prendere un brutto voto e... ho fame...” la voce del ragazzo si affievoliva sempre più mentre il sorriso del giocatore di football si trasformava in un ridicolo sguardo arrabbiato.
 
Kurt sentiva che avrebbe dovuto farsi avanti, ma di certo non avrebbe migliorato affatto la situazione della matricola. Kurt era l’unico ragazzo apertamente gay a scuola, e il suo contributo avrebbe reso il resto della vita del ragazzo un vero e proprio incubo... ma Kurt non voleva essere visto come un cattivo ragazzo che guardava e non faceva niente per sistemare la situazione...
 
Alla fine Kurt fece un piccolo passo avanti – ma venne intercettato da Blaine che era appena arrivato, tranquillamente, in scena. Diede un colpetto alla spalla di Karofsky. La testa del giocatore si girò e si abbassò, e sembrava come se stesse per tirare della cacca a colui che aveva osato interromperlo. L’espressione scomparve quando si accorse che quella persona era Blaine.
 
“Cosa vuoi Anderson?” chiese Karofsky in un tono più educato di quanto fosse abituato a fare, ma pur sempre irritato. Fece cadere la mano dal punto dell’armadietto in cui l’aveva appoggiata per sbarrare la strada al ragazzino.
 
Blaine fece un piccolo sorriso e si intromise tra il giocatore e il ragazzo, “Andiamo, Dave,” disse con tono amichevole, “non c’è ragione per prendersela con questo povero ragazzo. Hey, ho un’idea,” Blaine stava sorridendo, e Kurt non poteva distoglierne lo sguardo, “Vi offro il pranzo e vi do una mano con i compiti di chimica!”
 
Ci fu un momento di totale silenzio tra i quattro adolescenti.
 
“Certo, sembra perfetto.” Disse finalmente Karofsky conficcandosi le mani nelle tasche e facendo spallucce. Azimio concordò con la scelta dell’amico, imitandone anche i gesti.
 
Blaine annuì e agitò la mani per far indietreggiare i due giocatori di football. Si girò verso la matricola colpendogli gentilmente la spalla, “Puoi andare in classe, ora.”
                                                                                                                          
Il ragazzo annuì, muovendo le labbra come per ringraziarlo, prima di correre il più velocemente possibile lungo il corridoio e girando l’angolo. Kurt immaginò che il ragazzo fosse caduto dall’angolazione che il suo corpo aveva mentre correva.
 
Quando Kurt tornò a guardare i tre sportivi (be’, a dire la verità, due, visto che Blaine era qualsiasi cosa..) li vide camminare verso di lui. Sembrava che Karofsky stesse per spingerlo contro un armadietto, pesantemente, ma Blaine fece un passo avanti e si mise tra i due appena in tempo da impedirglielo. Karofsky borbottò qualcosa e guardò dall’altra parte. Blaine, al contrario, incrociò gli occhi di Kurt e si fissarono finche non lo ebbero superato. Gli sembrò come se i secondi fossero diventati ore e...
 
 
 

 
 
 
Gli occhi di Kurt si spalancarono – e si richiusero praticamente subito perché la stanza era accecante come l’inferno. Ignorando il dolore al busto, si mise in ascolto di ogni indicazione che lo circondasse, cercando di...
 
C’era beep regolare sopra di lui, e delle persone che parlavano a bassa voce accanto a lui, ovviamente non consapevoli del fatto che fosse sveglio. Divenne evidente a Kurt che giaceva in un letto d’ospedale, il che era semplicemente...fantastico.
 
Benissimo. Fantastico. Perché Kurt amava gli ospedali perché non erano per niente emotivamente spaventosi...
 
Dannati giocatori di football. Dannati omofobi.
 
E solo cazzo... chi altro c’era nella stanza? Kurt era troppo dolorante per aprire gli occhi, quindi decise di ascoltare solamente...
 
C’era suo padre Burt... la sua matrigna Carole... il tamburellio del piede doveva appartenere a Finn probabilmente...
 
Improvvisamente, la mano di qualcuno accarezzò i capelli di Kurt gentilmente (ma  faceva ancora male) a il viso di qualcuno era vicino al suo orecchio, ansimava sul cuscino e, in parte, anche nel suo orecchio. Kurt cercò di inspirare profondamente per cercare di capire di chi diavolo si trattasse, ma faceva ancora troppo male –
 
“Guarisci.” fu tutto ciò che gli venne bisbigliato nell’orecchio prima di sentire un rumore di passi che si allontanavano e il dolce scatto di una porta. Quel bisbiglio gli sembrava così... tormentato etristee quasi gli si spezzò il cuore...
 
Blaine.
 
Il bruno stava per aprire gli occhi per far sapere che era sveglio perché non venne detto niente per un po’ – finché Burt non incominciò a borbottare qualcosa e Carole lo calmò dicendo “Blaine è un amico di Kurt, lo sappiamo entrambi.”
 
“A me sembrano qualcosa di più che semplici amici.”
 
Un’altra pausa. Il cuore di Kurt quasi si fermò perché cosa? Anche suo padre pensava che lui e Blaine fossero qualcosa di più...? Che cosa stava succedendo al mondo?
 
“Kurt te lo direbbe, Burt, lo sai.” Disse Carole dolcemente dopo che ci fu lo strano rumore di un corpo che si muoveva sulla sedia. Di nuovo Finn probabilmente.
 
“Già.”
 
A quel punto, Kurt voleva davvero dire qualcosa in sua difesa perché lui e Blaine erano solo amici ma improvvisamente sentì una dura, scottante fitta di dolore al fianco, e l’unica cosa di cui si accorse, era che stava per svenire di nuovo, per ripiombare nello stretto abbraccio di un sonno privo di sogni, o incubi.
 
 
 
 

 
 
 
 
Ho terminato di scrivere questo capitolo con in mano una carota e quindi, ogni volta che volevo cancellare, mi partiva una sfilza di ììììììììììììììììììììììììììììììì
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So che non interessa a nessuno... ma volevo dirvelo x)
 
So anche di aver detto a qualcuno che in questo capitolo avremmo tirato un sospiro di sollievo. Vi chiedo scusa! Non ricordavo che questo accadesse così presto.
 
Spero che non vi siate spazientiti troppo nell’attesa del  capitolo.
Purtroppo, o per fortuna, in questo periodo sarò un po’ presa a causa di un mio imminente trasferimento all’estero... spero di riuscire a trovare comunque il tempo per tradurre, e leggere anche qualche altra FFC xP
 
Al prossimo capitolo.
   
 
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