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Autore: Tenchi Malfoy    08/05/2006    2 recensioni
harry viene trasportato in un dimensione alternata. Qui, lui non è il ragazzo che visse, ma uno spettatore innocente con più misteri che un bambino, normalmente contiene...
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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A destiny I never wanted

A destiny I never wanted

di Tenchi Malfoy

tradotto da fatafatale

 

Rinuncia: Evidentemente le cose che riconoscete, non sono le mie o io sarei ricco! Bene l'unica cosa che è mio sono alcuni caratteri scelti e manierismi così come la trama della storia.

 

cap.9-Linizio di un giorno molto lungo

 

Capelli rossi e occhi blu riempivano i suoi sogni, ma ne fu presto allontanato da una cosa bagnata sulla sua faccia. Faceva il solletico, qualunque cosa era, ed assomigliava a carta smerigliata. Subcoscientemente s’inclinò al tocco, che però si fermò. Aprendo gli occhi, Harry vide altri occhi verdi quasi identici, eccetto che questi erano un verde scuro.

Harry gemette e spinse il gatto via da lui, asciugandosi il viso allo stesso tempo. Indovinello saltò dal letto, aspettando impazientemente sul pavimento. Harry guardò all’orologio magico nella stanza e si accorse che erano le sei di mattina. Sbadigliando, si tese, per poi allontanare il lenzuolo.

Scendendo dal letto, si diresse alla doccia, aprendola in modo che l’acqua raggiungesse la temperatura giusta, nel frattempo, si alleviò. Indovinello tentò di seguirlo,ma Harry gli chiuse la porta in faccia. Rapidamente, Harry fece la doccia, e con un asciugamano alla vita, uscì dal bagno.

“Indovinello!” Gridò Harry, come vide il gatto che stava facendo pipì sul suo cassettone. Il gatto lo guardò, innocentemente, e finiti i suoi affari s’arricciò alla fine del letto. Harry scosse la testa, mormorando su gatti neri ed alienati con occhi verdi ed orribili.

Harry si diresse all’armadio, afferrando un paio di pantaloncini ed una semplice camicia bianca. Con una cattiva smorfia sul viso, uscì dall’armadio. Indovinelli aprì, pigramente gli occhi, guardando il muoversi di Harry nella stanza. Il piccolo gatto rilasciò un grande sbadiglio, rivelando due file luccicanti d’appuntiti dentini.

“Indovinello, odio dirtelo, ma non starai sul mio letto se odorerai in quel modo,

Disse Harry al piccolo nundu, che sembrò accoccolarsi ancora più profondamente nel suo letto. Con un sorriso, Harry si avvicinò al gatto, prendendolo facilmente per la collottola. Camminando verso il bagno, aprì ancora una volta l’acqua, ma questa volta, dal basso verso l’alto.

Indovinello guardò curiosamente l’acqua che si alzò fino ad una trentina di cm, prima che la chiuse. Alzando Indovinello lo posò nella vasca, un sorriso sul viso. Harry si assicurò che l’acqua non fosse né calda né fredda, una temperatura giusta.

“Questo, Indovinello, viene chiamato bagno, qualcosa di cui hai un estremo bisogno,” disse Harry al gatto, guardandolo per la sua eventuale reazione all’acqua. Indovinello, tuttavia, sembrava godere immensamente del nuovo incontro. Almeno, a giudicare da come saltava su e giù nell’acqua, spruzzando con successo Harry.

Harry fece una smorfia al gatto, mentre lo frenava di nuovo dal saltare con un’occhiata severa. Indovinello, sembrava morire dalla voglia di saltare nuovamente, ma il desiderio di accomodare il suo padrone, vinse.

Prendendo dello shampoo, insaponò il gatto, fino a farlo sembrare un barboncino elettrificato; cosa che gli provocò un grande piacere, nel farlo. Harry risciaquò il piccolo nundu e poi lo lasciò giocare per qualche minuto. Ritornando con un asciugamano fresco e le scarpe da tennis allacciate ermeticamente ai piedi, Harry prese il gatto dalla vasca ormai quasi vuota. Dopo aver asciugato a terra con l’aiuto di qualche asciugamano, Harry lasciò il bagno.

Un rapido fascino asciugante si prese cura del gatto bagnato. Harry aveva bisogno di fare la sua corsa di fronte agli altri che si svegliavano, e quello voleva dire che doveva andare via ora. Camminando fuori della stanza, prese avviso che Indovinello lo stava seguendo.

“Indovinello, non puoi venire con me,” disse Harry, sentendosi il cattivo della situazione, nell’impedire al gatto di seguirlo. Harry iniziò a camminare di nuovo ma Indovinello, lo seguì caparbiamente, questa volta al suo fianco. “E va bene, ma niente inseguimento del pegasus o ritorni a casa,” disse austeramente Harry, agitando il dito al nundu che lo guardo beffardamente.

Harry scese quietamente i gradini, ma quando Indovinello iniziò a ringhiare al suono di uno sciacquone, lo raccolse e corse silenziosamente il resto dei gradini, fino ad uscire dalla porta posteriore. Harry non era mai stato nel cortile posteriore prima, ed era sorpreso dalla bellezza che circondava il luogo antico.

C’era una piccola collina con fiori bianchi che ancora fiorivano dalla primavera, ed il sole stava sorgendo dalla parte posteriore della collina. Le prime righe di luce bagnavano la collina. In distanza, vide il pegasus con cui Cyzelena era sempre intenta a giocare. Stava pascolando; Harry poteva vedere anche il volo mattutino di qualche uccello. La foresta cingeva i lati del luogo, fino a congiungersi oltre il pegasus. Un albero solitario stava in piedi, orgogliosamente, sulla collina e, in giù sull’altro lato, Harry poteva vedere l’orlo del lago in cui l’altro Harry aveva gettato Rico.

Indovinello stava diventando impaziente, Harry posò a terra il nundu che si dimenava. Guardandosi attorno, Harry pensò che il luogo in cui si trovava era più che adeguato per cominciare a correre. Harry decise di correre lungo il perimetro della foresta tante volte quanto poteva. La qual cosa, risultò essere più di quel che poteva assumere nella prima prova. A circa tre quarti del percorso deciso, Harry stava ansando per il respiro, e dolore, stava pugnalando il suo addome. Harry si fermo ed andò a bere vicino al lago un poco d’acqua.

Curvandosi in giù, usando le mani come una coppa, portò l’acqua alla bocca. Dopo le prime sorsate, alzò la testa, ascoltando. C’era qualcosa in distanza, che sembrava stranamente familiare. Guardando attentamente, vide il pegasus che ancora pascolava e alcuni cervi maschi vicino alla foresta, che stavano guardandolo quasi ansiosamente. Nuovamente, un rumore giunse alle sue orecchie, e avvertì qualcosa che si strofinava contro la sua gamba.

Istintivamente, fece un sospiro all’innocente occhiata sul muso di Indovinello. Lanciando un’occhiataccia al gatto, si curvò nuovamente in giù, ma una nuova sensazione allarmata, lo fece drizzare immediatamente. Questa volta, analizzò la foresta e notò che non c’erano più i cervi maschi, e poteva vedere un cespuglio all’orlo della foresta che stava muovendosi.

Guardando di nuovo Indovinello che stava bevendo l’acqua, notò che le sue orecchie si drizzarono, ma il gatto sembrò ignorare il suono o, realmente, Indovinello non se ne curava. Nuovamente, diresse l’attenzione verso il cespuglio che, seppur lentamente, stava ancora muovendosi. Decidendo che era solo, iniziò a dirigersi quietamente verso il cespuglio in movimento.

Camminando a carponi lungo l’erba, si avvicinò al cespuglio. Non sembrava che ci fosse qualcosa di minaccioso o pericoloso, ma Harry era curioso del fatto che sembrava qualcosa di familiare. Arrivando piuttosto vicino al cespuglio in oggetto, Harry si fermò in ascolto, cercando di dedurre di che cosa si trattasse.

“Si, vieni più vicino, creatura umana, voglio solo assaggiare la tua carne, sentì chiaramente provenire dal cespuglio Harry, che guardò come un serpente scivolò fuori fino a giungere nell’erba ai suoi piedi. Harry guardò il serpente avvicinarsi e cominciare ad ondeggiare, pronto a colpire. Improvvisamente, Harry si ricordò che lui era in grado di capire il serpente.

“Aspetta!” Sibilò rumorosamente Harry al serpente, che sembrò gelarsi di fronte al suo viso. Le squame nere del serpente, si contrapponevano all’erba verde. Indovinello si situò dietro le gambe del ragazzo.

“Tu parli, creatura umana?” Fischiò il serpente, che non si aspettava realmente una risposta, mentre occhieggiava attentamente Indovinello, riconoscendo precisamente quello che era l’animale detto.

“Si, ma non capisco come mi sia possibile…”  Disse Harry, pizzicando il ponte del naso con un sospiro di confusione. Il serpente però, non sembrava realmente ascoltandolo, perché Indovinello stava guardandolo predatormente.

“Ora devo lasciarti, parlatore umano, ma ci rincontreremo,  fischiò saggiamente il serpente, scivolando di nuovo nella foresta, i suoi occhi scuri che guardano ancora Indovinello, per assicurarsi che non lo stesse seguendo.

“Aspetta, qual è il tuo nome?” Gridò Harry al serpente che si ritirava, facendolo voltarsi.

“Satire, fischiò nuovamente il serpente, e con quello scomparve nella foresta e fuori della vista di Harry. Girandosi di nuovo verso il piccolo nundu, ancora intento ad osservare il punto in cui era scomparso il serpente, raccolse il piccolo gatto nelle sue braccia, lo riportò verso il lago.

Bevve alcuni altri sorsi d’acqua, sciacquandosi la bocca. Sentendosi rinfrescato, aspettò che Indovinello finisse la sua seconda bevuta. Guardando all’orologio, vide che erano le 7:24, aveva ancora un paio d’ore prima che gli altri si svegliassero. Guardando di nuovo a Indovinello, notò che il gatto lo stava guardando preoccupato.

Gli venne in mente che non aveva ancora nutrito Indovinello, che probabilmente aveva fame. Dato che non aveva voglia di tornare a casa, fece la prima cosa che gli venne in mente, anche se si sentì male nel farlo.

“Trebel,” chiamò Harry, guardando verso casa ed avvertendo immediatamente il rumore familiare dell’apparizione di Trebel. Questi sembrava piuttosto felice di vederlo.

“Come può aiutare il padrone Trebel?” Chiese Trebel con un brillante sorriso sulla faccia, un poco tirato da una parte, che fece ridacchiare Harry.

“Mi chiedevo se potevi prendere Indovinello con te e dargli da mangiare, per favore?” Chiese Harry, un’espressione implorante sul viso. “Sarebbe un onore per Trebel, signore,” rispose Trebel con un piccolo, poi s’inchinò a raccogliere il piccolo gatto riluttante, ma la cui fame annullò qualsiasi velleità contraria. Solo per questa volta. Harry sorrise al vedere i due scomparire con uno schiocco di dita, poi ancora una volta guardò all’orizzonte.

Harry cominciò nuovamente a correre, pensando alla sua nuova vita. Dovette fermarsi ancora a riprendere fiato, ma riuscì a finire il giro. Definitivamente, il suo corpo non era in una qualsiasi forma fisica. Prendendo alcuni respiri più profondi prima di incamminarsi verso casa. Harry venne assalito dall’odore della colazione proveniente dalla cucina, e fece fatica a resistere alla spinta di andare immediatamente in cucina a mangiare, dirigendosi invece su per i gradini.

Harry era fradicio di sudore. Entrando nella sua stanza si chiuse dietro la porta, consapevole del fatto che sua sorella dormiva vicino a lui. Di nuovo si diresse alla doccia. Una volta finita la doccia, uscì dal bagno, odorando molto meglio che all’entrata.

Ancora una volta, si diresse al suo armadio, per scegliere un paio di jeans, una bella camicia dal colletto bianco ed un paio di boxer freschi e si vestì rapidamente. Sbadigliando estesamente, uscì dall’armadio, e dopo pochi passi, fu colpito a piena forza allo stomaco da qualcosa con artigli acuti.

“Indovinello, fa piacere anche a me di rivederti, ma potresti staccarti?” Chiese Harry, con un sorriso teso sul viso, mentre guardava al nundu accusatore. Il gatto allentò lentamente la presa su Harry, cosa per cui il ragazzo era molto grato. Drizzando di nuovo i suoi jeans, raccolse Indovinello ed andò in bagno per sistemare i suoi capelli.

Messo Indovinello nel lavandino, Harry pettinò i capelli e, soddisfatto con la confusione, afferrò Indovinello per poi incamminarsi di nuovo fuori della stanza. Prima di uscire, afferrò un bracciale d’oro dalla sua scatola e si chiuse dietro la porta. Appena uscito, fu colpito ancora una volta a piena forza. Questa volta, però, il dolore fu doppio.

“Oh! Harry Master, Trebel è spiacente. Trebel stava solo cercando Indovinello che è scappato a cercare Harry Master e Trebel…” L’elfo domestico strascinò via mormorando, mentre colpendo molte volte la propria testa prima che Harry riuscisse a capire quello che la creatura aveva detto.

“Trebel, fermati, ti assicuro che sto bene. Ora, perché non ti prendi il giorno libero?” Suggerì Harry con un sorriso all’elfo che sembrava esser inorridito.

Ma io non posso, Harry Master. Non ho diritto a farlo,” strillò Trebel, scuotendo ripetutamente la testa.

“”Puoi e lo godrai, o io sarò molto, molto infelice con te,” disse Harry con un’occhiata austera sul viso.

“Se Master desidera che Trebel lo faccia, Trebel farà così,” disse Trebel, con un piccolo sorriso che camminava a carponi sulla sua faccia verdastra.

“Lo desiderò Trebel, dopotutto lo meriti,” disse pensosamente Harry, mentre posava Indovinello sul pavimento. “Come sembro?” Chiese Harry con un rossore, mentre girava su se stesso.

“Impressionante, signore,” rispose Trebel con un cenno entusiasta che fece agitare le sue orecchie di nuovo avanti e indietro.

“Grazie Trebel, neppure tu sembri stracciato,” disse Harry, drizzando la veste di Trebel. L’elfo domestico sorrise mentre si allontanava da Harry per prendersi il giorno libero.

Harry, per un minuto, rimase fermo con un sorriso sciocco sul viso, prima di scendere i gradini e dirigersi in cucina con Indovinello che lo seguiva. Ci fu un uggiolare proveniente dall’altra stanza e prima che sua madre potesse lasciare la preparazione della colazione, lui grido. “Ci vado io, mamma!” Forte abbastanza che la madre potesse sentirlo. Sua madre non rispose, ma sapeva che aveva sentito, e andò alla stanza di Zykye. “Non piangere, Zykye, il grande fratello è qui per fare tutto quello che fa una mamma,” disse ridacchiando Harry, ripensando all’ultima parte, dato che lui non aveva mai trattato prima con bambini piccoli.               

  
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