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Autore: rumandmonkey    09/09/2011    5 recensioni
Remus, Sirius e un'amicizia che forse sta diventando qualcosa di più...
5° Classificata - Harry Potter Slash Contest indetto da MarchesaVanzetta
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Alla discussione con Sirius, seguirono circa quattro settimane di relativa tranquillità tra i ragazzi; Remus era sicuro che i suoi amici fossero riusciti a capire il suo stato d’animo e che, di conseguenza, avrebbero rispettato le sue decisioni.
Erano Grifondoro, diavolo! Dovevano tener fede alle promesse per contratto! E se non fosse bastato il codice morale a convincerli, sperava almeno che i compiti che gli aveva permesso di copiare nel mese appena trascorso ricordassero ai suoi amici che avrebbero dovuto mantenere la promessa fatta.
Remus pensava proprio a questo, mentre era seduto al tavolo della colazione in Sala Grande. Come tutte le mattine, tra un sorso di succo di zucca e l’altro, cercava di leggere gli articoli in prima pagina, ma quel giorno la sua attenzione era da tutt’altra parte e il massimo che riuscì a fare fu fingersi concentrato su un pezzo che parlava dell’invasione di asticelli prevista per la primavera.
Fu riscosso dai suoi pensieri – più che dalla lettura – dal suo amico James, che chissà da quanto tempo era seduto vicino a lui.
“Rem! Non sapevo ti interessasse il giardinaggio!” esclamò, togliendo il giornale dalle mani dell’amico.
“Giardinaggio?” domandò Remus confuso.
“Fissi quell’articolo sugli asticelli da quasi dieci minuti perciò o sei molto preso dai tuoi pensieri, o sei appassionato di giardinaggio.” Rispose James, con un sopracciglio alzato “e siccome non mi sembra che tu abbia il pollice verde o roba del genere, credo che nella tua testa ci sia un po’ di confusione.” Concluse il suo intervento picchiettando insistentemente sulla testa di Remus, che in quel momento avrebbe desiderato cruciarlo a morte.
“Dài, cosa ti prende?” insistette James, facendo sbuffare Remus.
“Sono solo un po’ preoccupato per Sirius…” mormorò, abbattuto.
“Per Sirius?” James sembrava perplesso.
“Si, non ha preso molto bene la mia decisione e mi dispiace… non vorrei che facesse qualche stupidaggine” spiegò Remus.
James lo fissò per qualche istante, prima di parlare di nuovo.
“Stai tranquillo, Rem, gli passerà. Sono sicuro che non farà niente di stupido stavolta, perciò smettila di angosciarti.”
“Ok, posso provarci. Tu però muoviti, o facciamo tardi a lezione.” Disse Remus. “E ridammi il giornale! Non penserai mica di rubarmelo così facilmente?”
James lanciò all’amico uno sguardo implorante.
“Ti prego! Lasciami almeno la pagina del Quidditch!”
“Scherzavo, imbecille! Tienitelo e porta questo a Sirius” disse Remus, lanciandogli un grosso muffin al cioccolato.
“E Peter?” chiese James.
“Tieni” Remus lanciò un altro muffin all’amico “Anche se non gli farebbe male una dieta” aggiunse sottovoce qualche secondo prima di maledirsi: l’avvicinarsi del plenilunio lo rendeva scorbutico anche nei confronti dei suoi migliori amici.
“Smettila di lanciarmi dolcetti!” scherzò James. “Non vieni con me?”
“No, Jam, devo andare a parlare con la McGrannitt. Ci vediamo dopo.”

*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*


“Sirius, piantala di fare l’idiota e svegliati. Remus ti ha mandato un muffin per colazione.” Disse James, scuotendo l’amico ancora comodamente rannicchiato nel letto.
“Mangialo tu, io non ne ho voglia.” Rantolò contrariato, ma fu subito smentito dal suo stomaco traditore, che gorgogliò proprio in quel momento.
James alzò un sopracciglio, scettico.
“Stai morendo di fame e, fattelo dire, sei un cretino.”Disse tranquillo James mentre gli passava il muffin.
“Quindi il cretino sarei io?” domandò, afferrando il dolcetto con aria abbattuta.
James sospirò.
“Un po’ sì” ammise. “dài, lascia perdere questa storia, Remus ha solo bisogno di tempo. E dei suoi amici.”
“E allora perché ci ha chiesto di non seguirlo?” domandò cercando di mascherare la sua tristezza con la rabbia.
“Senti, Sirius, non lo so. Forse è spaventato. Lascia perdere, ok? E muoviti, stiamo facendo tardi”.
James uscì dal dormitorio e Sirius corse a vestirsi.
“James ti ha portato un muffin” disse annoiato a Peter, che usciva dal bagno in quel momento “c’è anche un pezzo del mio, se lo vuoi.”
Arrivò a lezione in ritardo ed evitò accuratamente di sedersi troppo vicino a Remus: lo faceva da qualche settimana ormai, più o meno da quando avevano discusso e lui se ne era accorto, ma aveva preferito far finta di niente per evitare un’altra lite inutile.

Passarono tutta la giornata il più distante possibile l’uno dall’altro e si rivolsero la parola solo in casi di strettissima necessità.
Necessità per Sirius significava compiti di Storia della Magia e quel giorno non ne avevano; era sabato e il giorno dopo sarebbero stati liberi dalle lezioni.
Per Remus, invece, strettissima necessità significava tranquillità e quel giorno fu costretto a rivolgere la parola a Sirius innumerevoli volte prima di trasferirsi rassegnato in biblioteca.
Possibile che quell’idiota non capisse? Di lì a poche ore sarebbe spuntata la luna e lui avrebbe dovuto affrontare la sua trasformazione da solo per la prima volta dopo molti anni. Era agitato: sapeva di aver bisogno di loro, ma mettere in pericolo le loro vite per quello che ai suoi occhi era poco più di un capriccio gli sembrava troppo egoista e pericoloso.
No, non l’avrebbe fatto e fine della questione. Ora non doveva far altro che aspettare il tramonto e mettersi l’anima in pace.

*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*


Sirius guardò il tramonto fuori dalla finestra con aria preoccupata: forse Remus era già nel parco, torcendosi nervosamente le mani in attesa del crepuscolo e poi della luna.
Lo immaginò per un momento come un bambino indifeso sperduto nei boschi e quel pensiero lo intenerì fino a fargli comparire sul volto un’ombra di sorriso.
Certo, Remus non era più un bambino ingenuo e sicuramente non si sarebbe mai perso nella foresta, ma lui sentì ugualmente il bisogno impellente di stargli vicino. Anche se era un idiota.
Pensò di sgraffignare qualcosa dalle cucine per lui e Remus e fu quasi sul punto di chiedere a James il suo mantello; si morse la lingua giusto in tempo.
Non doveva farlo sapere ai suoi amici, altrimenti l’avrebbero trattenuto con tutti i mezzi e lui sarebbe andato su tutte le furie.
Si disse che un incantesimo di disillusione gli sarebbe bastato per passare inosservato in cucina: in fondo gli elfi erano sempre talmente indaffarati che non lo avrebbero notato nemmeno se fosse entrato travestito da ippogrifo.
Rubare qualcosa per cena si rivelò un gioco da ragazzi per Sirius, che si avviò spensierato verso il parco, in cerca del suo amico.
Il sole, già piuttosto basso, gli ricordò che avrebbe dovuto trovare Remus prima che si trasformasse e, cosa ancora più difficile, avrebbe dovuto spiegargli perché aveva/avesse totalmente ignorato le sue preghiere.
Lo trovò nascosto nella foresta vicino al Platano Picchiatore e – gli venne quasi da ridere quando lo vide – si stava davvero torturando le mani.
“Ciao Remus” disse quasi timidamente.
“Che ci fai qui?” domandò lui, senza nemmeno guardarlo.
“Ti ho portato qualcosa da mangiare” disse, mostrandogli il cibo che era riuscito a sottrarre agli elfi. “nel caso avessi fame.” Aggiunse, a mo’ di scusa.
Remus afferrò il pacchetto che gli porgeva il suo amico.
“Grazie” si limitò a mormorare. “non devi andare a cena ora?”
Si pentì immediatamente di aver fatto quella domanda perché sapeva già la risposta: Sirius era lì per restare e lui non era preparato per una cosa del genere.
Se lo avesse ferito di nuovo?
“No, io… Resto con te” rispose Sirius, riscuotendolo dai suoi pensieri.
“James e Peter lo sanno?” Remus si diede dello stupido: perché l’aveva chiesto se era sicurissimo che Sirius fosse scappato senza dire niente a nessuno?
“Lascia stare, è evidente che non lo sanno.” Mormorò Remus, “Che intenzioni hai, Sirius?” sbuffò esasperato.
“Io non ce la facevo a lasciarti solo…” rispose Sirius imbarazzato.
“Non dire stronzate, fino a tre anni fa non consideravi nemmeno lontanamente l’idea di farmi compagnia durante le mie trasformazioni. Puoi fingere che non sia mai successo nulla e metterti l’anima in pace. Non è un gioco, Sir.”
Aveva ribattuto Remus quasi con rabbia.
“Pensi che non lo sappia?” ribatté Sirius, che sentiva la rabbia montare dentro di sé.
“Pensi che non sappia che è rischioso? Pensi che abbia dimenticato cosa è successo il mese scorso?” Era quasi tentato di tornare sui suoi passi; come gli era venuto in mente di tornare da quell’idiota?
“Non sto dicendo questo, Sirius” Remus tentò debolmente di rispondergli, ma il suo amico lo interruppe.
“Per favore, Remus! So badare a me stesso!” esclamò Sirius e lo sguardo del licantropo cadde immediatamente sulla sua ferita facendolo rabbrividire appena.
“Questo maledetto graffio non significa niente, nel modo più assoluto! Voglio restare con te, non ce la faccio ad andarmene e lasciarti qui. Lo vuoi capire?”
Remus non rispose, ma lo strinse a se talmente forte da mozzargli il fiato.
Non ebbero il tempo materiale di guardarsi negli occhi, perché il sole aveva ormai ceduto il posto alla luna e i primi segni della trasformazione iniziavano a manifestarsi nel corpo di Remus.


Note stonate: Chiedo perdono. Purtroppo Tiscali, che sia per sempre maledetta, ha deciso di avere problemi sulla mia linea quindi non ho potuto aggiornare. Odio quando succedono queste cose.
Sono riuscita ad aggiornare per puro culo, sfruttando un pc non mio...Spero di riuscire a risolvere il guasto prima del prossimo aggiornamento!
A presto, spero
Rumandmonkey


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