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Autore: _Mooney_    09/09/2011    4 recensioni
Hope era morta quasi tre secoli prima, per l'esattezza nel 1711: dimostrava non più di diciassette anni ed era una figura dall'aurea calma e tranquilla.
Questo perchè, essendo l'angelo della speranza, emanava ciò che la stessa speranza emanava: pace.

Questa è la storia di come alle volte una seconda possibilità sia concessa a tutti.
E' per questo che Hope viene mandata sulla terra, nella casa del severo freezer; insegnare la speranza a chi l'ha persa è fondamentale per combattere il male che si avvicina inesorabile. Salvare la vita di Federico diventa poi fondamentale.
Metto un OOC che non si sa mai, i personaggi potrebbero anche sfuggirmi
Genere: Azione, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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C4 Spero che questo capitolo possa piacervi :D
Mi scuso per il ritardo nell'aggiornare, ma ci sono stati alcuni...ahem... problemi che non sto qui a dire XD

Capitolo 4
Ricordi e fedeltà



Il corridoio, ora, pullulava di gente.
Luz era stata messa in un lettino e le era stato messo accanto un bicchiere d'acqua con zucchero: le infermiere avevano raccomandato a Federico e Flor di constringere la ragazza a berlo anche con la forza e poi avevano promesso che avrebbero fatto loro vedere la piccola Roberta in meno di mezz'ora.
Il problema era, però, che in venti minuti e anche meno il corridoio si era improvvisamente riempito di gente desiderosa di sapere perchè Luz Martin si era sentita male: chissà, forse pensavano che l'attrice avesse avuto una seria malattia cardiaca!
'' Dovremmo andare da Roberta uno per uno.'' disse Federico sbirciando attraverso i vetri della porta che davano sul corridoio.
Lanciò uno sguardo al letto dove Luz riposava: Flor le stava accarezzando lentamente i capelli, con una dolcezza degna di una madre..
Imbarazzato dai propri pensieri distolse lo sguardo.
'' Non me la sento di lasciarla completamente da sola'' aggiunse.
Flor ridacchiò un pò.
'' Sa signor Federico? E' buffo che si preoccupi così tanto per una persona che non sia della sua famiglia... Alle volte è così scontroso che proprio non sembrerebbe che possa preoccuparsi per gli altri.. Ma io lo so che in fondo è molto molto dolce!''
Il candore di Flor nel dire certe cose era assolutamente adorabile: Federico si chiese perchè non lasciasse perdere tutta quella pagliacciata con Delfina quando era palese che ormai i sentimenti tra lui e la sua vecchia fiamma non fossero più come quelli di una volta.
Perchè con Flor sembrava tutto maledettamente semplice... Anche quando non lo era.
'' Uhm... Grazie.'' mormorò spostando nervosamente il peso da una gamba all'altra: si trovò a fissarle le labbra in maniera quasi maniacale desiderando che quella mano accarezzasse i suoi capelli, che gli rivolgesse quel sorriso allegro e gli parlasse delle sue fatine.
Anzi, a ben pensarci si sarebbe accontentato di sentirla parlare: non importava nè di cosa nè perchè. Gli piaceva ascoltarla parlare di qualcosa che le piaceva perchè le si illuminava lo sguardo, tutto il viso sembrava splendere di luce propria.
Si mordicchiò le labbra, ritornando a fissare il vetro della porta: aveva sentito il desiderio di baciarla invaderlo, lasciandolo quasi senza forze.
Ma era sbagliato..
A riscuoterlo da quei pensieri ci pensò l'arrivo del dottor Spencer - il medico che aveva soccorso Luz- che veniva a comunicare loro notizie della piccola Roberta e a controllare lo stato di salute della bionda attrice.
'' Allora, la vostra piccola amica ha la testa più forte di un mulo. Ha solo subito un lieve trauma alla spalla, ma si rimetterà presto... Basterà molto riposo e farla mangiare abbastanza: mi raccomando, sopratutto dolci che alla sua età non guastano mai..'' aveva uno sguardo gentile, tutto sommato, e parlava con voce tranquilla. '' Tra un giorno al massimo la faremo uscire, il tempo di finire le ultime analisi e prerarare il bendaggio.''
'' E quando la potremo vedere?'' chiese Flor.
Il dottor Mark Spencer era inglese di nascita ma si era trasferito in Argentina da cinque anni, imparando la lingua: tuttavia doveva abituarsi all'esuberanza di quella ragazza che gli si era praticamente attaccata al camice con la stessa aria di un cucciolo abbandonato.
'' Beh, anche subito.. Se volete posso restare con la signorina, in fondo la devo controllare.''
Vide i due scambiarsi una lunga occhiata, ma fu il signor Fritzenwalden ad annuire e trascinare via la ragazza verso la camera che aveva loro indicato.
Sospirò osservando la ragazza dormiente sul letto.
Beh avrebbe dovuto svegliarla.

Nel frattempo Federico e Flor erano riusciti ad arrivare alla stanza di Roberta: la bambina stava dormendo pacificamente e non diede segno di averli sentiti.
Meglio così, in fondo.
'' Bene, mi sa che prenderò delle altre coperte, in caso prenda freddo'' disse Flor, precipitandosi verso l'armadio della stanza.
Federico annuì dirigendosi verso il letto di Roberta: si sedette su uno sgabello e guardò la bambina dormire.
Bambini...
Ne avrebbe voluti, di bambini: forse era perchè era nato in una famiglia che era abbastanza numerosa, ma avrebbe voluto tanti bambini da formare una squadra di calcio.
Oddio, magari non così tanti. Ma i bambini gli piacevano molto..
Ahem, si. Anche se non si notava.
Era immerso in queste riflessioni quando si trovò un peso all'altezza dello stomaco: Flor era inciampata, come al solito, facendo cadere le coperte tutte intorno a loro. E i loro visi erano così vicini, in quel momento...
Le passò una mano sulla guancia, guardandola negli occhi: aveva uno sguardo da cerbiatto, uno sguardo che non si dimenticava facilmente.
Si chinò e la baciò sulla bocca.
E allora tutti i ricordi lo investirono con la forza di un fulmine.
Gli inganni di Delfina, il matrimonio segreto con Flor, il matrimonio con Delfina, la scoperta nel covo di Lorenzo, lui che si buttava a salvare Maximo...
Il paradiso, Flor che sposava il conte, il sorriso di Hope e l'offerta che gli aveva fatto.
Ricordò.
E allora strinse più Flor a sè.
Perchè sapeva cosa doveva fare per essere, finalmente, felice.

Quando Luz aprì gli occhi le sembrò che ogni muscolo del suo corpo si fosse preso una breve vacanza.
Si sentiva talmente intorpidita...
Ma almeno Federico aveva recuperato i ricordi grazie a uno degli incantesimi più forti del mondo: il bacio del vero amore.
E dire che non è che avesse fatto qualcosa lei, questa volta! Don frezeer aveva fatto tutto da solo!
'' Sssh signorina si rilassi'' la voce di Max... Ma Max non era morto?
Tentò di mettere a fuoco la figura del giovane chino su di lei, ma tutto ciò che vide furono un paio di occhi che la guardavano preoccupati.
Poi riuscì a metterlo a fuoco per intero.
Il ragazzo che la stava controllando non era Max per quanto il suo aspetto fisico potesse dire il contrario: perchè Max era morto secoli prima, tra le sue braccia, con la promessa sussurrata di un amore che avrebbe sfidato i secoli.
Però il sorriso di quel medico...
No! Non poteva avere certi pensieri era...
Lei sarebbe rimasta fedele a Max.
Perchè Max era lì, nel suo cuore. Era lì insieme a quella canzone che avevano scritto insieme quando lui le aveva detto di avere la leucemia e di essere venuto in Argentina per morire in pace.
Era lì in quel primo bacio, nella loro prima volta.
Era lì, una ferita che nemmeno il suo cuore da angelo avrebbe mai potuto rimarginare.
'' Sta bene per fortuna. Ecco, beva questo...''
Una mano gentile le alzò il capo e Luz bevve l'intruglio che il medico le aveva avvicinato alle labbra: poi lo sentì posare di nuovo il bicchiere sul comodino e stenderla sul letto con delicatezza.
'' Che mi è successo?'' chiese.
'' Ha avuto un calo di zuccheri ed è svenuta. Qui fuori ci sono dei giornalisti e qualche fan che vogliono assolutamente conoscerla...''
'' Li mandi via per favore. In questo momento non voglio vedere nessuno''
Sopratutto lei.
Era fredda, impersonale.
In realtà provava un forte desiderio di piangere.
Lui...
Quel ragazzo aveva lo stesso aspetto fisico di Max. La sua voce.
I suoi occhi..
Persino la stessa gentilezza.
Si girò dall'altra parte per non vedere l'espressione delusa sul volto del dottore: perchè se lo avesse visto gli sarebbe saltata addosso e lo avrebbe riempito di baci.
Ma lui non era il suo Max...
'' Va bene signorina, come desidera..'' mormorò il ragazzo, un pò deluso: non capiva perchè lo stesse cacciando in quella maniera, nè perchè fosse diventata così fredda nei suoi confronti.
Ma capì che era meglio non indagare.
Uscì piano chiudendosi la porta alle spalle.

'' DANNAZIONE!'' il demone sferrò un pugno al muro mentre osservava la scena.
'' Ma che c'è di strano, caro?'' chiese Malala, alzando un sopracciglio. '' Non doveva soffrire?''
'' Per soffrire deve innamorarsi! Lo deve cercare o in alternativa lui deve cercare lei! E sta riuscendo a mantenere intatta la felicità di Flor!'' il ringhio che Aristarchos emise aveva un che di selvaggio, animale quasi. '' Ma non durerà...  Oh no, la sua fedeltà verso quel Max vacillerà presto, molto presto..Ci può scommettere!'' e la risata che si diffuse nella suite di quell'albergo coinvolse anche Malala, languidamente sdraiata sul letto.
Perchè avrebbe strappato il cuore anche all'angelo se fosse stato necessario.


  
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