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Autore: RachelDickinson    10/05/2006    18 recensioni
Erano passati due anni esatti dal giorno della sua entrata ufficiale nell'ordine, e quel giorno si ritrovò a tirare le somme di ciò che era stata la sua vita fino a quel momento. Che traguardi aveva raggiunto?
Aveva conquistato la fiducia di tutti quelli che prima gli erano ostili... o meglio, lui era ostile nei loro confronti, ma non faceva molta differenza. Bell'affare!
Aveva combattuto alcuni mangiamorte fianco a fianco col magico trio, Sfregiato, Lenticchia e Zannuta, nomignoli 'affettuosi' affibiati ad Harry Potter, Ronald Weasley ed Hermione Granger ai tempi di Hogwarts. Wow!
Aveva ricevuto un pacco-bomba (???) dai mangiamorte, che non riuscendo ad ucciderlo con la magia, avevano provato un attacco a sorpresa con alcuni mezzi babbani. Proprio loro che odiavano i babbani!
E poi che altro?
Ah, si. Si era portato a letto l'unica figlia femmina di Arthur Weasley.


Ginny è incinta. Ma non ha la più pallida idea di come ci sia rimasta. Lo spirito santo sicuramente non è stato.
Draco Malfoy ora è dalla parte dei 'buoni', ma continua a combinare 'marachelle'. Come ad esempio portarsi a letto la figlia minore di Arthur Weasley, approfittando del suo stato di ubriachezza. Ma non sa di averla messa incinta.

Una storia breve, senza troppe pretese, divisa in tre capitoli.
Aggiornamento settimanale. Prossimo aggiornamento previsto per Mercoledì prossimo.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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London rain

London rain

Capitolo 1

 

L'aria era satura di senso autunnale, nonostante fosse appena iniziato Settembre, o almeno fu questa l'impressione che ebbe Ginny quel mattino, al risveglio. Era ancora presto, le lancette dell'orologio segnavano fosse appena l'alba e infatti dalla finestra alcuni raggi di sole filtravano, battendo sulle pareti della sua stanza, già di per sè rosse. Il colore aranciato del sole creava riverberi di colori molto forti, eppure rilassanti per gli occhi. Si alzò a sedere e, dopo essersi sgranchita un po' ed aver sbadigliato sonoramente, scese dal letto, indossando le graziose pantofoline rosa. Indossò la vestaglia e si avvicinò alla finestra, dove scostò leggermente la tenda per dare un'occhiata fuori. Il cielo era di un azzurro intenso, spruzzato qui e li da nuvolette colorate dai raggi dell'alba. Sorrise un po', la giornata sembrava essere cominciata davvero bene, meglio di quello che si sarebbe aspettata, dato che si prospettava davanti a lei una litigata colossale con la famiglia. Non era ancora riuscita a trovare le parole giuste per dire ai suoi che aspettava un bambino. E la cosa peggiore era che non sapeva neanche chi fosse il padre. In realtà lei era stata a letto con un solo ragazzo in vita sua, Harry, e si erano lasciati ormai da sette mesi. Lei era al terzo mese di gravidanza. Magari era stata messa incinta dallo spirito santo; oppure la gravidanza era cominciata con uno scoppio ritardato di quattro mesi... che gli spermatozoi di Harry fossero più lenti del normale?

No, decisamente nessuna delle due opzioni la convinceva.

 

***

 

Draco Malfoy era entrato a far parte dell'ordine della fenice durante quello che sarebbe dovuto essere il suo settimo anno ad Hogwarts, anno che non frequentò mai perchè la scuola di magia e stregoneria più rinomata del mondo, solo per quell'anno, chiuse i battenti. Aveva diciassette anni, entrambi i genitori in prigione, il mago oscuro più potente del mondo, conosciuto anche come colui-che-non-deve-essere-nominato, aveva dato ordine di ucciderlo per non aver adempito al compito che gli aveva affidato - uccidere Silente, per intenderci - ed era senza tetto.

Fortuna volle che incontrasse Remus Lupin, successore di Albus Silente come capo dell'Ordine della fenice, e costui gli offrì un lavoro per l'ordine, una casa - ossia la sede dell'ordine stesso -, lo aiutò a trovare un lavoro 'di copertura', infatti venne assunto sotto sua raccomandazione come barman a I tre manici di scopa e gli assicurò protezione dai mangiamorte, che sotto ordine di colui-bla-bla-bla avrebbero dovuto trovarlo e ucciderlo, prima che svelasse alcuni dei piani che lui conosceva agli uomini di Silente.

Malfoy, che non era affatto stupido, accettò. Aveva passato anni ad adorare voi-sapete-chi e non si era trovato nulla in tasca. Fu assalito dal dubbio che per tutto quel tempo avesse servito la causa sbagliata, così pensò che provare a stare dalla parte dei cosiddetti "buoni" non poteva essere un'esperienza così nera come l'aveva sempre dipinta.

Erano passati due anni esatti dal giorno della sua entrata ufficiale nell'ordine, e quel giorno si ritrovò a tirare le somme di ciò che era stata la sua vita fino a quel momento. Che traguardi aveva raggiunto?

Aveva conquistato la fiducia di tutti quelli che prima gli erano ostili... o meglio, lui era ostile nei loro confronti, ma non faceva molto differenza. Bell'affare.

Aveva combattuto alcuni mangiamorte fianco a fianco col magico trio, Sfregiato, Lenticchia e Zannuta, nomignoli 'affettuosi' affibiati ad Harry Potter, Ronald Weasley ed Hermione Granger ai tempi di Hogwarts. Wow!

Aveva ricevuto un pacco-bomba (???) dai mangiamorte, che non riuscendo ad ucciderlo con la magia, avevano provato un attacco a sorpresa con alcuni mezzi babbani. Proprio loro che odiavano i babbani.

E poi che altro?

Ah, si. Si era portato a letto l'unica figlia femmina di Arthur Weasley, quella stupida babbanofila di Ginevra Weasley.

Ecco, ad esempio, questa era stata una gran bella soddisfazione. Si, decisamente, queste erano per Draco Malfoy le soddisfazioni della vita.

D'altra parte lei era ubriaca quando era successo, nella stanza di lei, mentre nel giardino di casa un centinaio di persone stavano festeggiando un lieto evento, il matrimonio di Fred e George Weasley, rispettivamente con due tizie che, se non ricordava male, si chiamavano qualcosa che suonava molto come Angelina Spinnet ed Alicia Johnson... no forse i cognomi erano al contrario. Vabbè, non che gli importasse granchè delle mogli dei gemelli Weasley, quando sotto il naso di tutti era riuscito a farsi la piccola dei Weasley.

E la cosa che più lo faceva godere era immaginare la faccia di Potterino a quella lieta notizia. Insomma si era fatto la sua ex ragazza dopo soli quattro mesi da che lei l'aveva piantato dicendo di non amarlo più, perché lui non era più la persona che aveva conosciuto. Poverino, ci era rimasto così male.

"Tre burrobirre" Una voce lo ripescò dai suoi pensieri. Il biondo ex mangiamorte osservò la donnina di fronte a lui, una ragazza graziosa con cespugliosi capelli castani, un sorriso bianco splendente e l'aria da secchiona, lo guardava da dietro il bancone.

"Granger." borbottò lui facendo un cenno col capo in segno di saluti, mentre preparava l'ordinazione, mettendo tre pinte sul bancone e cominciando a riempirle di un liquido giallino che rientrava nella top ten delle bevande più consumate dagli studenti di Hogwarts.

"Come va il lavoro?" chiese lei cercando di intavolare una discussione civile, ormai erano due anni che cercava di fare amicizia con Malfoy, i risulati però erano scarsi.

"Solito..." disse solo lui, mentre riempiva fino all'orlo la seconda pinta. Improvvisamente però parve illuminarsi, la curiosità non era caratteristica che gli apparteneva, tuttavia gli venne un dubbio in mente, che espose subito alla giovane.

"Che ci fai qui?" il suo sguardo individuò Potter e Weasley seduti ad un tavolo qualche metro più in là. "Credevo oggi fosse di pattuglia quell'auror... come si chiama... non ricordo mai ... la compagna di Lupin..." cercò di farsi capire, mentre un po' di burrobirra cadeva sul bancone e che lui prese ad eliminare pigramente.

"Oh! Giusto, non puoi saperlo, ieri non eri a Grimmauld Place... Ninfadora... e non ridere, non c'è niente da ridere al suo nome... ieri è andata da un medimago. Ha scoperto di essere al terzo mese di gravidanza. E indovina chi è il padre?" squittì tutta eccitata.

"Lupin?" chiese lui, inarcando un sopracciglio, come fosse la cosa più logica del mondo.

"Esatto!" disse lei facendo due saltelli, mentre lo guardava riempire l'ultima pinta."Pare si siano dati da fare la notte dopo il matrimonio di Fred e George... chi l'avrebbe mai detto, eh? Beh, comunque ieri sera Lupin gliel'ha chiesto!"

Lui le porse le tre pinte, poi la guardò interrogativamente. "Chiesto cosa?"

Hermione roteò gli occhi, esasperata. "Come cosa?? Di sposarlo, no? Oh, è stato così commovente... Molly, la mamma di Ron, è scoppiata anche a piangere... è stata una scena davvero stupenda, davvero!"

Malfoy rise un po'. Quella ragazza logorroica era tutta matta. Ma simpatica in fondo... molto, molto in fondo. Se non avesse avuto il piccolo difetto di essere la migliore amica dello sfregiato ed essere la ex secchiona di Grifondoro, si poteva quasi dire fosse piacevole la sua compagnia. Quasi, però, eh!

"Non sono un sentimentale..." buttò lì per farle intendere che lui non avrebbe mai potuto trovare commovente una scena, di nessun tipo.

Lei fece spallucce.

"Beh, però è eccitante sapere che presto a Grimmauld place ci sarà un frugoletto a ravvivare le nostre giornate, no?" chiese lei, prendendo le tre pinte, attenta a non rovesciare la bevanda.

"Non mi piacciono i bambini" fu la risposta secca del biondo.

Lei rise un po'. "Va bene, d'accordo, come vuoi. Non cambierai mai."

Hermione fece un piccolo sorriso, quindi si voltò e tornò dai due amici. Malfoy potè sentire distintamente il rosso farle il terzo grado su cosa si fossero detti, e sentì lei metterlo a tacere stancamente.

Ripensò a Lupin e Tonks. Sorrise tra sè e sè in modo quasi malizioso. A quanto pareva non era stato l'unico a darsi da fare, il giorno del matrimonio dei gemelli Weasley...

A proposito! Chissà come stava la piccola Weasley. Magari un giorno di quelli avrebbe potuto andare a trovarla. Chissà che la sua buona stella non gliela facesse trovare di nuovo brilla!

 

***

 

Ginny era seduta in salotto con i genitori. Erano passate tre ore dal suo risveglio, erano le nove, e ancora non aveva trovato un modo decente per dir loro della gravidanza. Rimandare ancora sarebbe stato inutile, presto o tardi la sua pancia avrebbe cominciato a gonfiarsi come un cocomero, e nasconderla sarebbe stato piuttosto difficile. Magari avrebbe potuto dire che era solo un'illusione ottica, ma dubitava fortemente che le avrebbero creduto.

Il padre, Arthur Weasley, era seduto nella sua poltrona preferita, bevendo un cappuccino caldo e leggiucchiando un articolo sulla Gazzetta del Profeta che parlava di un mangiamorte catturato la sera prima dal suo primogenito, Bill.

La madre, Molly, stava invece spettegolando con una sua amica. O, per meglio dire, con la testa di una sua amica che spuntava tra le fiamme del camino.

Ginny era rannicchiata in un angolino del sofà, facendo finta di star leggendo alcuni appunti dell'ultima lezione di Inseguimento che aveva preso a scuola, l'accademia per Auror di Londra. In realtà la nsua mente era presa da tutto, tranne che dallo studio. Lanciava occhiatine di sottecchi ai genitori e quando la madre salutò l'amica, si alzò e si voltò verso di lei guardandola un attimo, Ginny perse la presa sul quaderno, che cadde rovinosamente a terra. La adre lo raccolse e glielo porse. Poi parlò. "Ginny, c'è qualcosa che devi dirci?" chiese titubante. Arthur cessò di leggere, abbassò il giornale e guardò prima la moglie, poi la figlia.

"Oh.. ehm... beh... in realtà... come fai a saperlo?" chiese guardandola imbarazzata, ma non osava guardare nè lei nè il padre negli occhi, si sentiva troppo colpevole.

Molly sospirò, sedendosi accanto a lei e prendendole una mano tra le sue.

"Sono tua madre... ti basta?"

Ginny annuì, guardandola un attimo, poi abbassò lo sguardo sulle proprie ginocchia. "Si. Basta..."

"Da quanto lo sai?" chiese Molly, ma prima che Ginny rispondesse, si intromise il marito. "Da quanto lo sa, cosa?" chiese perplesso.

Ginny arrossì violentemente, mentre Molly guardava truce il marito. "Un po' di delicatezza tu no, eh?"

"Aspetto un bambino" furono le parole della piccola dei Weasley, mentre un magone le si formava in gola. Non osò alzare lo sguardo verso il padre, chiuse gli occhi pronta ad incassare la ramanzina più grande della sua vita. Ma così non fu. Aprì un occhio piano e guardò il padre, che era rimasto a fissarla come imbambolato. La tazza scivolò dalle mani, infrangendosi sul parquet rustico.

"Aspetti... co...sei in..." Arthur non riusciva a riordinare i suoi pensieri.

"Oh, per l'amor del cielo, Arthur!" sbottò Molly. "Smettila di balbettare." era furiosa, ma stava cercando di mantenersi calma, l'apparente tranquillità che aveva mostrato alla domanda 'Da quanto lo sai?' andava pian piano scomparendo, lasciando il posto ad un'espressione ferita. Si sentiva tradita dalla figlia. Una vena cominciò a pulsarle insistentemente su una tempia.

Comunque Ginny provò a rispondere. "Due... settimane... lo so da due settimane... e poi..."

Arthur la interruppe. "A che mese sei? Chi è il padre? Perchè non ce l'hai detto prima? COME DIAVOLO è POTUTO SUCCEDERE?" il tono di voce si faceva più alto e isterico ad ogni domanda.

Ginny chiuse di nuovo gli occhi, cacciando indietro le lacrime. Non era il momento di piangere.

"Terzo mese. Non ne ho idea. Non sapevo come dirvelo. Non ne ho idea!" rispose in successione a tutte le domande, la voce andò scemando, diventando quasi un sussurro all'ultima risposta.

"COME SAREBBE A DIRE CHE NON SAI CHI è IL PADRE?" gridò Molly, scattando in piedi e guardando la figlia come se fosse la più sporca delle sgualdrine.

Anche Ginnysi alzò, stringendo i pugni. "NON LO SO! NON FACCIO SESSO CON QUALCUNO DA SETTE MESI! ED HARRY è STATO L'UNICO CON CUI IO L'ABBIA MAI FATTO, SE è QUESTO CHE VUOI SAPERE. MAMMA TI GIURO CHE NON HO IDEA DI COME SIA SUCCESSO."

"Di certo non è stato lo spirito santo." sbottò Arthur, mentre si alzava in piedi anche lui e si avvicinava alle due, un po' rincuorato nel sapere che sua figlia non fosse una di quelle... beh, quelle lì!

Al contrario Molly sembrava non crederle, la guardava diffidente, come se sentisse puzza di bugia.

"Mamma..." Ginny ora era calma. Stavolta fu lei a prendere una mano della madre tra le sue, le si fece perfettamente davanti e la guardò dritto negli occhi. "Mamma. Te lo giuro. Non sono più stata con nessuno da quando la storia tra me ed Harry è finita. Non so chi sia il padre."

"E ALLORA... come... come spieghi questa cosa? Come..."

Arthur posò una mano sulla spalla della moglie. "Basta  così Molly. Io mi fido di Ginny. Forse l'ha dimenticato... oppure è stata obliviata... non importa. Ginny... sappi che qualunque cosa deciderai di fare, io sono dalla tua parte, bambina mia."

Gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime, che subito cominciarono a scorrerle sulle guance in tanti rivoli perlati. Si buttò tra le braccia del padre e pianse tutte le sue lacrime, sollevata. Finalmente il peso che l'aveva oppressa quelle due ultime settimane, sembrava essersi dissolto. Pianse ancora più forte quando Molly si unì all'abbraccio.

La sua mamma e il suo papà erano unici. Avrebbe dovuto dire loro tutto fin da subito. Avrebbe dovuto saperlo che l'avrebbero capita.

E questa era fatta.

Ora non rimaneva che trovare il padre.

Ecco.

Infatti.

Ecco.

 

AIUTO!!!

 

...continua...

  
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