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Autore: Hi Ban    09/09/2011    4 recensioni
«Sì» assentì esasperato.
L’Uchiha gli lanciò un’occhiataccia.
«L’ombrellone?»
«Sì» e fece cenno all’oggetto verde e giallo che teneva sospeso su una spalla.
«I panini?»
«Sì.»
«La crema?»
«L’ho presa prima.»
«Il costume?»
«Mi prendi per il culo?» sbottò inarcando un sopracciglio.
«Non sono io quello che si dimentica di mettersi le mutande» celiò serafico.
Era capitato solo una volta, avrebbe voluto ribattere e solo perché andava di fretta. Solo una volta, ecco. Forse forse due, ma sempre perché il suo orologio andava più lento di quello del resto del mondo e finiva sempre per fare tardi.
«...sì o no?»
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Piccoli intoppi estivi



Sasuke ticchettò con fare nervoso sul cofano della macchina; quello si prospettava essere il giorno più lungo della sua vita e il fatto che facesse un caldo da morire non aiutava minimamente.
«Sei sicuro di aver preso tutto?» sbottò per l’ennesima volta, mentre sentiva la maglietta divenire sempre più aderente al suo corpo.
Lui odiava il caldo come poche altre cose al mondo; ancora si chiedeva come avesse fatto a farsi coinvolgere in una scampagnata last minute dal ragazzo che ora rovistava con fare frenetico in uno zaino che, ad occhio e croce, non sembrava abbastanza grande da contenere tutte le cose che invece Naruto stava cacciando fuori alla rinfusa.
«Me lo hai già chiesto!» borbottò contrariato, ma subito dopo sul suo volto comparve un sorriso trionfante.
«Trovata!» così dicendo sventolò sotto al naso di Sasuke un flacone di crema solare che era riuscito a riesumare dallo zaino a discapito di tutto il resto del contenuto, che era sparso per terra intorno a loro.
Sasuke sbuffò e fu seriamente tentato di rimettersi in macchina e ripartire, lasciando da solo quell’idiota che aveva le capacità organizzative di un opossum.
Tale paragone riuscì se possibile a farlo innervosire maggiormente, tanto che fu un miracolo se non si mise a ringhiare in maniera indecente.
Le persone che passavano per di lì li guardavano straniti e l’Uchiha, di tutta risposta, gli riservava un’occhiataccia tale da farle scappare.
«Ohi, teme, rilassati! Finalmente siamo arrivati, dovresti pure scusarti per aver insinuato che con me al volante saremmo finiti in Antartide!» gli fece presente quasi offeso, ma i suoi occhi erano quanto di più allegro Sasuke avesse mai visto.
Aveva a distanza di qualche metro quello che a detta dell’Uzumaki era il paradiso sceso in terra, come poteva non essere felice?
In più, il ragionamento di Naruto sostanzialmente era stato qualcosa come: mare-spiaggia-costume uguale Sasuke in costume. Ok, poteva vederlo ogni mattina senza maglia, ma c’era differenza, decisamente.
«Dobe, devo ricordarti che a metà strada ho iniziato a guidare io?» chiese retoricamente, alzando un sopracciglio, come ad attendere che il ragazzo lo contraddicesse.
Non sapeva nemmeno perché l’Uzumaki si fosse ritrovato a guidare la sua auto, ma decise che sarebbe stata la prima ed ultima volta.
Era eufemistico dire che aveva rischiato di distruggergliela una ventina di volte in quindici minuti: era riuscito a prendere ogni buca presente nell’asfalto, comprese quelle dell’altra corsia.
«Mpf, guarda che hai comunque seguito le mie indicazioni! E poi, se vogliamo essere precisi, mi hai praticamente preso il volante dalle mani, mi hai fatto quasi andare a schiantare contro un albero, mi hai sbattuto fuori dall’auto e poi stavi per ripartire senza di me!»
Sul volto di Sasuke comparve un mezzo ghigno al ricordo della sequenza brevemente esposta da Naruto. E ci era pure quasi riuscito, ad andarsene da solo, ma una serie di coincidenze davvero nefaste – Naruto si era attaccato al retro della macchina e poi ci era salito sopra, molto poco civilmente – avevano fatto sfumare il suo piano geniale.
«Abbiamo seguito le indicazioni di Sai, che tu hai parafrasato a modo tuo» sibilò funereo.
«Oh, ancora con ‘sta storia? Non l’ho fatto apposta a farci perdere! Quando hai chiesto indicazioni al gruppetto di boyscout potevi evitare di essere scortese» lo rimbeccò al ricordo di quanto accaduto dopo. «Mi avevano dato le indicazioni per trovare una chiesa, dobe» gli fece presente.
«Se gli sei sembrato un diavoletto cornuto con quei capelli che c’hai e l’atteggiamento da psicopatico non è colpa di nessuno.»
Questa volta a sorridere soddisfatto fu Naruto; il caso aveva voluto che lui, disgraziatamente, leggesse male le indicazioni dettategli per messaggio da Sai ed erano finiti in un campeggio. Sasuke, ovviamente, aveva ritenuto giusto far sapere al mondo la sua frustrazione e se l’era presa con i poveri campeggiatori e scout.
Alla richiesta di indicazioni, li avevano indirizzati ad una chiesa isolata in una di quelle valli sperdute; alla vista di quel luogo religioso, Naruto era scoppiato a ridere, convenendo che quel «che il Signore sia con voi e benedica il vostro spirito» non se l’era sognato e l’avevano davvero detto a Sasuke.
Lui, ovviamente, non aveva apprezzato, assolutamente no.
«Avremmo dovuto metterci due ore per arrivare.»
Sasuke Uchiha detestava ritardare.
In sostanza, comunque, ci avevano messo quattro ore per giungere alla metà predefinita, ma ora erano lì. Superati i monti, le colline e le valli, si trovavano con ai piedi degli infradito e la sabbia già tra le dita. Erano al mare. Limpido e puro mare, con tanto di venticello, ombrelloni, nuvolette sparse qua e là, gabbiani e onde che si infrangevano sul bagnasciuga.
Sasuke avrebbe voluto far presente che sentiva già un lieve pizzicore nelle mutande, ma forse era solo la sua immaginazione, visto e considerato che sì, Sasuke Uchiha odiava pure la sabbia.
Naruto ignorò la sua ultima considerazione e si affrettò a chiudere il cofano, rischiando di chiuderci anche la testa del compare dentro.
No, probabilmente non si era immaginato neanche quel «bastardo».
«Dobe, sei davvero sicuro di aver preso tutto?» chiese per l’ennesima volta, sforzandosi con tutto se stesso di non prendere la testa di Naruto e farla incontrare ripetutamente contro il vetro dell’auto.
Suo padre non avrebbe apprezzato se avesse rotto i finestrini, costava riaggiustarli.
«Perché invece di rompere le palle non controlli tu?» borbottò di rimando, alzando gli occhi al cielo.
La sostanziale differenza tra Naruto e Sasuke era principalmente che il primo non vedeva grandi problemi nell’improvvisazione, mentre il secondo poteva sviluppare anche una nevrosi se qualcosa sfuggiva al suo controllo.
Ecco perché Naruto avrebbe anche fatto a meno del costume, mentre Sasuke l’avrebbe ritenuto un discreto problema da affrontare.
«Hai preso gli asciugamani?» domandò, ignorando completamente l’Uzumaki.
Naruto sospirò rumorosamente, conscio che se Sasuke iniziava l’inventario di certo non lo avrebbe interrotto sotto le sue suppliche. Era troppo minuzioso e perfezionista, il ragazzo! Secondo Naruto finiva per perdersi gli anni migliori della sua vita comportandosi già come un cinquantenne prevenuto, ma lui era sempre quello che non riteneva davvero un problema andare in spiaggia come mamma l’ha fatto, per intenderci.
«Sì» assentì esasperato.
L’Uchiha gli lanciò un’occhiataccia.
«L’ombrellone?»
«Sì» e fece cenno all’oggetto verde e giallo che teneva sospeso su una spalla.
«I panini?»
«Sì.»
«La crema?»
«L’ho presa prima.»
«Il costume?»
«Mi prendi per il culo?» sbottò inarcando un sopracciglio.
«Non sono io quello che si dimentica di mettersi le mutande» celiò serafico.
Era capitato solo una volta, avrebbe voluto ribattere e solo perché andava di fretta. Solo una volta, ecco. Forse forse due, ma sempre perché il suo orologio andava più lento di quello del resto del mondo e finiva sempre per fare tardi.
«…sì o no?»
«Fottiti» berciò, assottigliando lo sguardo e rimpiangendo di non avergli chiuso la testa nel cofano, prima.
«I soldi?»
«Sì, teme, sì.»
«Il cervello?»
«Sì– sei un bastardo. Cos’è tutto questo sarcasmo gratuito?»
Sasuke non rispose e si limitò a sbuffare.
A quanto pareva c’era tutto, nulla mancava all’appello. Forse il cervello di Naruto sì, ma quello dubitava ci fosse mai stato.
Avevano ogni cosa ed erano finalmente giunti. Cosa poteva andare storto a quel punto?
Sasuke era talmente esasperato quel giorno, causa due ore di ritardo e varie benedizioni strada facendo, che tentò di ignorare quel brutto presentimento che si stava facendo strada dentro di lui. Riguardava qualcosa che il suo inconscio aveva notato, ma che a lui non era ancora completamente nota.
A quel punto, comunque, tanto valeva andare incontro all’ennesima sciagura. Forse sarebbe stata anche utile: se, ad esempio, la possibile disgrazia era l’annegamento di Naruto, magari con qualche aiuto da parte sua, Sasuke non aveva di che lamentarsi.
«Andiamo, allora?» chiese l’Uzumaki con fare pressante, mentre nei suoi occhi si leggeva l’entusiasmo che aveva nuovamente preso possesso di lui.
Era tornato il solito esagitato di sempre.
Sasuke grugnì qualcosa e strappò di mano l’ombrellone a Naruto; si incamminarono con la sabbia bollente sotto i piedi e la musica del pub sulla spiaggia diveniva sempre più vicina. Sembrava un posto parecchio improvvisato e fuorimano, ma non vi diedero peso.
Giunsero a pochissimi metri dal mare, Naruto era già pronto a tuffarsi anche con i vestiti ancora indosso, quando l’Uchiha si fermò di colpo.
Qualcosa non quadrava.
«Ehi, teme! Che fai? Metti l’ombrellone!» lo rimbeccò Naruto.
Sasuke voltò piano la testa verso il cartello che si trovava proprio alle sue spalle, neanche a farlo apposta.
Assottigliò appena lo sguardo quando lesse a caratteri cubitali ‘spiaggia nudista’.
E quella, per inciso, sembrava una spiaggia nudista particolarmente… gaia, ecco. Non che la cosa gli desse problemi, ovviamente non poteva, ma la faccenda portava con sé dei risvolti parecchio problematici.
Era un dettaglio che, tra l’altro, in un secondo tempo non disse a Naruto.
Quest’ultimo se ne stava tranquillo a rimirare il mare, lasciandosi scappare esclamazioni estasiate di tanto in tanto. Come al solito non si era accorto di niente.
«Baka» soffiò e in un attimo lo raggiunse.
L’Uzumaki stava già iniziando a togliersi la maglia, ma lui glielo impedì prontamente.
Agguantò con poca grazia un lembo della t-shirt azzurra e lo strattonò giù, coprendo anche quel poco di pelle che si era vista.
«Ehi, ma che cavolo stai– Teme!» gridò quando lui iniziò a trascinarlo indietro, da dove erano venuti.
Continuò a tirarlo con forza nonostante le proteste dell’Uzumaki, ammonendolo di tanto in tanto con paroline poco gentili e qualche vago «sta’ zitto e poi ti spiego».
Tipico di Sasuke agire da solo e poi, solo in seguito, aggiornare anche gli altri sulla faccenda; forse gli sarebbe stato d’aiuto sapere che la gente era tendenzialmente più collaborativa se veniva messa subito al corrente delle cose, ma quelli erano dettagli.
Finalmente raggiunsero la macchina scura: la maglia di Naruto era quasi completamente deformata. «Si può sapere che ti prende?» chiese altamente scocciato.
Lui voleva andare in acqua!
«Sali in macchina, dobe» rispose laconicamente, infilando alla rinfusa gli oggetti nel portabagagli.
«Ma io voglio andare al mare!»
Era tale e quale ad un bambino: capriccioso e stressante.
«Sali» e con un colpo secco chiuse il cofano.
«Hai forse paura di sfigurare in costume se ci sono anche io vicino a te? Guarda che posso restare con la maglietta!» lo sbeffeggiò, anche se era ancora un po’ perplesso per quanto riguardava il suo comportamento.
«Sali e basta» gli intimò e decise che le maniere forti sarebbero state la cosa migliore.
Mentre Naruto continuava giustamente a lamentarsi, Sasuke lo afferrò nuovamente per la maglia e lo spinse in auto.
Qual era il modo migliore per far stare zitto Naruto e convincerlo ad andarsene dalla spiaggia nudista e… e gaia, sì, se non con le maniere forti? Rischiare di ucciderlo incastrandolo nella portiera e poi usare la cintura come corda per legarlo era stata la scelta più azzeccata.
Presto lo avrebbe imbavagliato, ma quella in fin dei conti era un’azione che Sasuke meditava di fare sempre quando era in compagnia dell’Uzumaki.
L’alternativa alla ‘maniera Uchiha’ era parlare diplomaticamente, spiegare la situazione e tutto il resto, ovvero utilizzare un metodo socialmente convenzionale e riconosciuto.
E Sasuke mai e poi mai avrebbe detto ad alta voce che quell’idiota in quella spiaggia, finché lui era vivo, non ci avrebbe messo piede; questo perché mare significava costume e costume significava che Naruto rimaneva mezzo nudo e probabilmente bagnato.
Ecco, no, non lo avrebbe mai ammesso, ma sicuramente avrebbe impedito che una cosa del genere succedesse. Sì, anche se finiva per ucciderlo con la cintura di sicurezza.
Stava semplicemente rivendicando la sua proprietà, nulla di più; probabilmente, anche se lui avrebbe negato fino alla fine dei suoi giorni, se fosse servito avrebbe anche marcato il suo territorio in maniera poco igienica, proprio come quella latrina del cane di Kiba faceva con ogni angolo di Konoha.
…e dannazione a loro quando avevano chiesto indicazioni a Sai per andare al mare.



Oh yessar, cari, ho avuto l’ardire di scrivere anche quando ero in vacanza e lontana un bel po’ di chilometri da casa! Ho avuto vacanze molto emozionanti e piene, sì, resta il fatto che ora che sono tornata perché non postare tutte le sciccherie (?) che ho scritto? Per la vostra gioia s’intende!u_u’
Questa, in assoluto, è proprio scema come fic, ma contate che l’ho scritta pochi giorni dopo essere andata al mare, dove mi sono scottata tanto da non riuscire nemmeno ad appoggiare la schiena da qualche parte… perciò in un certo senso era d’obbligo torturare qualcuno per alleviare le mie sofferenze, no? Ecco, Naruto e Sasuke sono gli sfigati di turno, tutto lì!XD
Stranamente non sono sfociata nelle ventordici pagine per descrivere un mezzo momento, ma comunque sono riuscita involontariamente ad allungare il brodo di questa schifezza… beh, buona lettura!XDXD
Ora vado davvero a fare i compiti, Cicerone vuole allietarmi il pomeriggio con aneddoti sulla vecchiaia e sull’amicizia!_-_
  
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