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Autore: marygirlonfire    09/09/2011    8 recensioni
Sequel Percy Jackson e il Regno di Narnia!
Tre gufi volavano verso la finestra aperta del salotto, verso di noi.
Li guardammo sbalorditi, mentre posavano davanti a noi tre lettere, uno davanti ad ognuno e si appollaiavano sul lampadario, scrutandoci con i loro occhi d’ambra.
-Cosa…?- chiesi.
-Non lo so- rispose Annabeth
-Qualcosa di strano- commentò Lizzie annuendo energicamente. […]
 -Magari è un messaggio di tua madre…- non feci in tempo a finire la frase che Annabeth mi urlò:
-Ma sei scemo, Testa d’Alghe!? Il simbolo di mia madre è la civetta, non il gufo!! […]
Presi la mia lettera e lessi l’intestazione:
Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts
[Percy Jackson, Le Cronache di Narnia, Harry Potter]
  
 
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Annabeth Chase, Nuovo personaggio, Percy Jackson
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Percy Jackson e il Regno di Narnia'
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3.La Luna e le Stelle 


E adesso crederete che non mi sarei più scioccato in vita mia avendo visto di tutto, invece vi sbagliate, molte altre cose mi avrebbero sconvolto. Un esempio significativo fu la nostra guida a Diagon Alley: un burbero ma simpatico mezzogigante!
Proprio così. Rebeus Hagrid, Custode delle Chiavi e dei Luoghi di Hogwarts nonché professore di Cura delle Creature Magiche, ci aspettava fuori dal negozio di Olivander. Non ho ancora capito come ho potuto averne paura in quel primo istante, forse per la sua stazza, o per il groviglio che si ritrovava come capelli, ma sono certo che mi sbagliavo.
Si presentò con un –E così voi siete i nuovi studenti… vi troverete di sicuro benissimo a Hogwarts!
Almeno non eravamo gli unici mezzosangue nella scuola (anche se noi eravamo per metà dei, non giganti), anche se in seguito scoprimmo che il termine mezzosangue è molto usato.
Per prima cosa ci portò alla Gringott, un immenso edificio di marmo bianco che fungeva da banca per maghi, per procurarci dei soldi magici, visto che non avevamo dovuto usarli da Olivander in quanto il mago ci aveva regalato le bacchette e rispettive custodie.
O per meglio dire, lui entrò alla Gringott, in quanto i folletti (folletti?) erano molto severi in fatto di sorveglianza, soprattutto con le persone nuove e per evitarci ore e ore di attesa, ci lasciò soli a osservare la gente che passava.
Rividi la donna di prima, due bambini insieme ai genitori, un uomo coperto completamente da un mantello, un biondino con la puzza sotto il naso, accompagnato molto probabilmente dal padre, un venditore, una donna che assomigliava a un rospo e più brutta della testa di Medusa, un altro bambino e una coppietta.
Finalmente Hagrid tornò, con tre sacchetti stretti fra le braccia.
-Hanno detto che non accettano queste monete- ci mostrò una dracma d’oro.
-È mia, devo averla mischiata con i soldi veri-mentì Lizzie, afferrandola.
Quante bugie avremmo dovuto dire per tener nascosta la nostra vera identità?
-E ora che facciamo?- chiese Annabeth.
Hagrid estrasse un orologio da una tasca e esclamò –Accidenti! È tardissimo! Avremo il tempo di comprare i libri di magia, e le divise, il resto dovrà aspettare domani.
-Domani?
-Passeremo la notte da Tom, al Paiolo Magico… ma forza sbrigatevi, se no non facciamo in tempo neanche per quello!
Dovemmo correre per stargli dietro, un suo passo corrispondeva a tre dei nostri, passammo per una stradina laterale, svoltammo destra, sinistra, destra, destra e… perdemmo di vista Hagrid! Eppure non era tanto piccolo?
-Dove è Hagrid?-chiese Lizzie.
-Dove è Annabeth?-esclamai guardandomi attorno.
-Dove siamo?-stavamo leggermente alzando la voce.
-Cosa vuoi che ne sappia io!
-Sei tu il genio che ci ha fatto perdere!
-Io?
-Si!-esclamò Lizzie. -Sei tu quello dietro Hagrid! Come hai fatto a perderlo?
-Non lo so! E tu come hai fatto a perdere Annabeth!?
-Non lo so!
-Se non la ritroviamo ti faccio a fettine con Vortice!
Se qualcuno fosse passato di lì in quel momento ci avrebbe preso per pazzi, questo è certo.
-Ma allora cerchiamoli, Testa d’Alghe!
-Si ma da che parte, Testa d’Alghe?-chiesi cercando di mantenere la calma
-Non chiamarmi Testa d’Alghe!
-Tu non chiamarmi Testa d’Alghe!
-Perché quando ti chiama Annabeth così va benissimo, vero?- arrossii, mi aveva fregato.
-Io…-farfugliai.
-Andiamo a cercarli.
-Ma da che parte?-chiesi, ripetendo la domanda di Lizzie.
-Di qua!-indicò un vicolo.
-No, di qua-indicai un altro
-Ma allora perché me lo chiedi?
-Perché non capisco niente se non so dove è Annabeth!-urlai. Due secondi dopo mi pentì di quello che avevo detto. Lizzie mi guardava e ridacchiava come una scema. Diventai rosso come non lo ero mai stato in vita mia.
Presi una stradina a destra, sperando di poter allontanarmi il più possibile da Lizzie (che continuava a ridere) ma lei mi seguì.
-Senti perché non ti perdi anche te?
-Così se trovi Annabeth puoi stare solo e soletto con lei, vero?
La stavo per mandare al Tartaro, quando sentii un urlo.
Se un secondo prima ero rosso come un peperone, ora ero diventato bianco come la morte.
-Annabeth!-urlai, correndo verso il luogo da dove era partito l’urlo.
Cosa le era successo? Era stata attaccata?
Svoltai un angolo e mi schiantai contro qualcuno, finendo entrambi per terra. Perché Lizzie stava ancora ridendo?
Beh, se prima ero arrossito in modo esagerato, era niente in confronto ad adesso.
-Mi stai schiacciando, Percy- farfugliò Annabeth.
Scattai come una molla e le diedi la mano per aiutarla ad alzarsi. Se solo Lizzie avesse smesso di ridere…
-Come mai hai urlato?-chiesi.
-Perché mi sono schiantata contro Hagrid, ma in quel caso non sono caduta per terra.
-Scusa-dissi solamente.
-Forza, andiamo!- esclamò Hagrid, questa volta rimanendo dietro di noi, e vediamo di non perderci!
Questa volta non ci mettemmo molto per tornare alla via principale e ad arrivare al Ghirigoro, il negozio di libri di Diagon Alley. Era gigante! Scaffali ripieni di libri da tutte le parti, di cui alcuni erano davvero strani (e antipatici, come quello che mi ringhiò contro).
-Uau!- gli occhi di Annabeth luccicavano. –Ci sono libri di architettura, vero?
-Che domanda- disse il negoziante, dando da mangiare a un libro –Libri di tutti i tipi!
-Servono i libri per il quinto anno a Hogwarts.- s’intromise Hagrid per fortuna, se Annabeth avesse incominciato a parlare dell’architettura, nessuno sarebbe riuscito a fermarla!
-Tutti?
-Si, tutti.
L’uomo si avviò verso uno scaffale –Siete nuovi?
-Si, veniamo da un’altra scuola-rispose Annabeth.
-Allora dovete ancora essere smistati.- prese tre copie di un libro e iniziò a cercarne altri.
-Si-risposi. Fino a quel momento mi ero dimenticato dello smistamento…E dire che era la cosa più importante di Hogwarts! Chissà dove sarei finito?
-Non succede quasi mai che qualcuno cambi scuola…
-Basta domande- disse Hagrid –Siamo di fretta!
L’uomo era scomparso dietro uno scaffale e quando tornò aveva le braccia piene di libri. –Un po’ di pazienza, Hagrid! Ecco a voi!
-Hagrid… bene bene bene…-un uomo comparve da dietro una pila di libri.
-Malfoy- sputò Hagrid
Era l’uomo che avevo visto passare prima per strada, infatti accanto a lui apparve lo stesso ragazzino, con i capelli biondi quasi bianchi, proprio come il padre. Un brivido mi attraversò la schiena: quel ragazzo assomigliava a Luke Castellan!
-Nuovi studenti?-chiese il signor Malfoy.
-Si-annuì Lizzie.
-Sangue?
-Cosa?- chiesi non capendo cosa volesse dire.
-Cosa siete: Purosangue, Mezzosangue o nati babbani?
Ma stava parlando in latino (ah, no, se no lo avrei capito…)? Cercai di ricordarmi la storia, ma Annabeth rispose al posto nostro.
-Mezzosangue.
Si, la definizione calzava a perfezione.
-Malfoy, ti sembra una domanda da fare?- in quel momento Hagrid faceva veramente paura.
-Curiosità, Hagrid, solo curiosità- strascicava la voce, come un serpente. Guardò i libri sul ripiano –Quinto anno… proprio come Draco. Ci mancava solo di stare in classe con quel Luke 2.
-Adesso siamo di fretta!- Hagrid pagò i libri usando i soldi che avevamo cambiato alla Gringott, prese i pacchetti e fece per uscire, ma Malfoy lo bloccò –Che fretta! Non voglio disturbarvi, volevo solo consigliare a questi ragazzi di… come si dice?... fare le amicizie giuste… alcuni amici potrebbero anche mettervi in una situazione difficile e pericolosa.
Mi ricordai la storia, in un lampo di genio. Nel quarto anno Voldemort rinasceva, e Malfoy era un… come si chiamavano?... Mangiamorte. La donna che avevamo incontrato quando eravamo con Silente aveva detto qualcosa a proposito di Harry, Ron e Hermione… ecco perché non era mai stato scritto il quinto libro! Perché noi eravamo il libro!
Non so dove trovai il coraggio di rispondere, ma riuscii a dire –Abbiamo già abbastanza problemi senza dover preoccuparci anche delle amicizie.- detto questo uscii dal negozio.
-Bravo Testa d’Alghe! Siamo nel mondo dei maghi da un giorno e ti procuri già dei nemici!- esclamò Lizzie raggiungendomi.
-Quando torniamo a casa è meglio se leggi i libri di Harry Potter- risposi solamente.
Anche Annabeth e Hagrid ci raggiunsero.
-Siamo in ritardo- borbottò quest’ultimo –I negozi chiudono a quest’ora… forza, andiamo al Paiolo!
Tornammo indietro, questa volta utilizzando la via principale per non perderci, finché il Paiolo Magico non ricomparve davanti a noi.
-Le tre camere che avevo prenotato-disse rivolto al titolare. E la cena, abbiamo una fame da lupi.
Ci fece sedere a un tavolo e mangiammo in silenzio la nostra pizza, tutti persi nei propri pensieri.
Appena ci alzammo, ricevetti la chiave della mia camera, mentre Lizzie e Annabeth avrebbero dormito nella stessa, Hagrid prese l’ultima. Ci diede tutti i libri e salimmo le scale.
-Buonanotte, ragazzi… e non uscite dal Paiolo, mi raccomando!
-Per Voldemort?-chiesi. Avevo bisogno di risposte vere.
Hagrid impallidì e questo confermò tutti i miei dubbi, Voldemort era in circolazione.
Si guardò attorno e bisbigliò a voce talmente bassa che dovetti avvinarmi, Lizzie e Annabeth seguirono il mio esempio. –Non dovresti pronunciare quel nome, ne dire che è tornato, a quello ci pensano già i membri dell’Ordine della Fenice.
-Ordine della Fenice?-chiese Lizzie.
-Non dovevo dirlo-brontolò –Vi spiegherò domani… ora entrate e non uscite per qualsiasi ragione.- si voltò ed entrò nella sua camera.
-Sarebbe bello ricevere delle risposte chiare almeno una volta…-scossi le spalle. –Va beh, buonanotte!
Entrai nella mia camera, proprio di fronte a quella delle ragazze. Era spoglia e buia, solo grazie alla finestra che si apriva su un davanzale entrava quella poca luce. Le coperte del letto erano lise, no, non sarebbe stata una notte piacevole, soprattutto per i mille pensieri che si agitavano nella mia testa. In quel momento una coca-cola sarebbe andata alla perfezione.
Appoggiai i libri sulla scrivania e lo zaino che mi ero portato da casa. Non avevo per niente sonno, così decisi di sedermi sul terrazzino, un po’ di aria fresca mi avrebbe fatto bene.
Le stelle erano oscurate dall’inquinamento, niente in confronto q quelle di Narnia. Sospirai afflitto.
Passarono i minuti, forse ore, ero quasi addormentato quando sentii una mano posarsi dolcemente sulla mia spalla.
Avevo i nervi talmente tesi che scattai.
-Ehi!- rise Annabeth, spostandosi la punta di Vortice dal mento –Uccidi tutti quelli che ti vogliono parlare?
-Scusa-arrossii
Annabeth scosse la testa e si sedette accanto a me.
-Sono successe talmente tante cose…-sospirò
-Si… E pensare che all’inizio dell’estate non sapevo neanche di avere una sorella-sorrisi.
Annabeth ridacchiò.
-Mi manca Narnia… anche se siamo stati lì così poco…
-Torneremo un giorno, ricordati della profezia.
Feci una smorfia –La profezia. Queste profezie ci ammazzeranno, nel vero senso della parola.
-Percy- Annabeth si voltò e mi guardò negli occhi. Dovetti fare uno sforzo terribile per non distogliere lo sguardo da quegli occhi tempestosi. –Nessuno morirà! Svieremo la profezia! E poi lo dici sempre che non credi alle profezie.
-Ma si sono rivelate sempre vere.
-Non questa volta-rispose con la sua solita decisione nella voce. –E poi- si voltò di nuovo a guardare il cielo –Non sopporterei se uno di voi due morisse… Cosa farei senza il mio Testa d’Alghe?
Sorrisi e prendendo il coraggio da non so dove, le presi il viso fra le mani e mi avvicinai. Le nostre labbra si sfiorarono, chiusi gli occhi, volevo che quel momento durasse per sempre, proprio come succedeva ad ogni bacio.
Ci allontanammo, riaprendo gli occhi e continuando a sorridere. Le accarezzai la guancia.
-Adoro questi momenti-mormorai.
Per risposta Annabeth appoggiò la testa al mio petto, stringendomi la vita in un abbraccio. La strinsi con un braccio, dandole un leggero bacio su quei capelli biondi che adoravo.
 

 
Guardava la luna, in silenzio.
Annabeth era uscita, credendo che dormisse, ma in realtà non riuscivo a pensare a nient’altro, come ogni sera. Narnia, Ryan.
Sospirai scuotendo la testa, per scrollarmi di dosso quei pensieri. Vedevo tutto annebbiato, dietro un velo di lacrime.
Non dovevo piangere.
Strinsi il ciondolo a forma di sole che mi aveva regalato l’ultima volta che ci erano visti.
Ma lui era con Apollo.
Continuavo a guardare la luna di Artemide.
Artemide, la gemella di Apollo.
Sgranai gli occhi colta da quell’idea folle ma allo stesso tempo ragionevole.
C’era un modo per vedere Ryan, per poter parlare con lui.
Un solo modo.
Sarei diventatoaCacciatrice di Artemide.
 
 
Sorpresa!!!
Ok, ho adorato scrivere il momento Percabeth, letteralmente!
Che altro dire? Ringrazio tutti voi e soprattutto dedico questo capitolo a tutte le persone del Pj Fandom, che mi hanno ispirato il dibattito fra Lizzie e Percy, grazie mille!!
Al prossimo capitolo!
Ciao!
Ps: recensite numerosi!xD
 

   
 
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