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Autore: giulia3289    09/09/2011    5 recensioni
Un desiderio espresso da Usagi in un momento di emotività, causerà delle difficoltà a lei e a suo marito Mamoru.
I due infatti si troveranno letteramente nelle vesti dell'altro, affrontando i priblemi delle loro vite.
Genere: Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
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L'INIZIO -MAMORU-

 

Sento Usako alzarsi dal letto, che cerca di fare piano per non svegliarmi, ma nonostante tutti i suoi sforzi,sembra un elefante in una cristalleria.

Inciampa a causa delle coperte e per rimanere in equilibrio,fa dei saltelli pesanti mentre piagnucola a bassa voce.

Sorrido, la mia principessa cerca di fare piano per non svegliarmi, ma invece, è la causa di rumori e bestemmie a bassa voce.

La sveglia mi suona poco dopo, ma quello che mi da la forza di alzarmi dal letto è un grazioso profumo di pancetta, pane e uova fritte, la solita colazione che mi prepara Usako quando in ospedale faccio dalla mattina fino a tarda serata.

Usagi non è mai stata una brava cuoca, ma da quando ci siamo sposati qualche anno fa, ha deciso di prendere lezioni da Makoto, la cuoca per eccellenza.

Dopo essermi vestito con un paio di pantaloni neri, la camicia azzurra e la cravatta nera, sono pronto per andare in cucina e a mangiare, ma quello che attira la mia attenzione, è il suono della caduta di un oggetto, dei passi pesanti e veloci verso il bagno.

Ormai è da due mesi che vomita ogni mattina e varie volte durante il giorno, ma si sa.. durante i primi mesi di gravidanza è normale vomitare spesso.

Apro la porta del bagno,e la vedo inginocchiata sull’asse mentre è in preda ad un attacco violento di vomito.

La sostengo mettendomi dietro di lei e levandole i capelli dalla faccia facendo in modo che non si sporcano.

Sembra che sia tornata a respirare normalmente e che abbia finito,le accarezzo le guance per poi aiutarla ad rialzarsi mentre le sussurro..

- Stai meglio?-

Si sciacqua il viso, la bocca e si lava i denti per poi sorridermi dolcemente nonostante il suo viso sia  pallido ma con le gote rosse a causa dello sforzo.

- Il bambino.. non vuole lasciare la sua mamma mangiare, sapeva che ho mangiato la pancetta che stavo cucinando per te!-

Si mette a ridere, la sua risata, i suoi occhi, sono diventati ancora più speciali da quando è in attesa del nostro bambino.

E’ risaputo che le donne incinte sono più belle e più radiose del solito, ma non ero preparato, o meglio, non mi sarei mai aspettato di vedere un cambiamento così evidente.

Io credevo che solo i suoi occhi diventassero più radiosi, e invece mi sbagliavo, anche la sua risata è diventata ancora più dolce, e vederla che inconsciamente si accarezza il ventre come per dare conforto al piccolo e proteggerlo, capisco che la mia Testolina buffa, sbadata e con le lacrime facili, sta diventando una madre, responsabile di una nuova vita, che al momento sta crescendo dentro di lei.

La abbraccio, felice del fatto che presto saremo in tre.

Ci dirigiamo in cucina abbracciati, ma un forte odore di bruciato ci viene incontro.

All’inizio faccio finta di niente per non spaventarla.

- Mamo..Senti anche tu..-

Annuisco, improvvisamente la sento irrigidirsi, tremare mentre con la voce rotta dal pianto e spaventata.

-Mamo-chan.. stiamo andando a fuoco?-

La allontano, e la guardo negli occhi da cucciola spaventata.

-Stai qui tesoro, non seguirmi!-

Non voglio che mi segua, il fumo se viene respirato, può causare malesseri e soffocare, e nel suo stato, soprattutto ora che è solo al secondo mese, non voglio che entri e che stia male respirandolo.

Apro la porta della cucina, e vedendo che la stanza è piena di fumo nero, prendo dalla tasca dei pantaloni un fazzoletto bianco e  me lo posto sopra le vie respiratorie.

Entrando dentro la cucina, capisco subito la causa di tutto: la colazione.

A causa della nausea improvvisa, ha dovuto abbandonare la colazione sui fornelli.

Le uova, il pane e la pancetta ora sono neri come il carbone, senza aspettare oltre, spengo i fornelli, chiudo il gas e con le pentole una sopra all’altra, mi dirigo verso la finestra, poso sul davanzale le pentole in modo che possano prendere aria, e apro tutte le finestre.

Finito di fare ciò, mi appresto ad uscire dalla stanza, dove ad aspettarmi c’è la mia Usako spaventata.

Uscendo, mi viene da ridere, la mia principessa aveva paura di finire bruciata, di diventare polvere, invece l’unica ad esserlo diventata è la colazione.

Vedo che mi osserva confusa, spaventata ed incapace di capire del mio ridere.

- Hai bruciato le uova. Il pane e la pancetta!-

La vedo rattristarsi, conoscendola si sentirà in colpa perché mi tocca andare a lavoro senza aver mangiato.

Improvvisamente si lascia cadere a terra ed inizia a piangere, non credo che siano i suoi ormoni a farla piangere adesso, o meglio.. non sono solo essi a farla piangere ora, perché si è sempre sentita insicura, inadeguata.

Mi chino e la abbraccio mentre la dondolo dolcemente per poi sussurrarle.

- Tesoro..stai tranquilla,sono cose che succedono.-

-Solo a me! Sono un pericolo! rischio di far bruciare la casa, come posso essere una madre?? Non posso, non posso permettere che nasca!!!-

- Non dici sul serio, sarai un’ottima madre!-

- Ma..-

- Niente ma!-

La bacio e la stringo forte per farle capire che non sarà una brava madre, ma che sarà fantastica!

Ad interromperci è il mio cercapersone che mi avvisa con una vibrazione seguita da una suoneria allegra.

Mi allontano e leggo sullo scherzo  un messaggio:

Codice rosso

Diavolo, c'è un'emergenza in ospedale!

- Tesoro.. scusami, hanno un’emergenza,devo andare..-

Incrocio il suo sguardo triste, vorrei rimanere con lei, ma in questo momento hanno bisogno di me in ospedale, e senza neanche aver mangiato, esco di corsa.

 

Sono in macchina, a causa dell’ora di punta non sono ancora arrivato in ospedale, e per arrivarci devo ancora percorrere un bel pezzo di strada.

Saranno passati dieci minuti eppure non mi sono mosso più di tanto.

Devo fare qualcosa! Devo trovare una soluzione!

 Mentre tamburello con le dita sul volante mi viene in mente che nel cassetto portaoggetti c’è una sirena da far suonare in caso d’emergenza.

Mi fermo all’angolo della strada e uscendo, poso sul cofano la piccola sirena, che accendo poco dopo.

Oggetto molto utile poiché, subito dopo, tutti i mezzi di trasporto mi fanno passare, e in poco tempo mi ritrovo nel parcheggio dell’ospedale.

Scendo di corsa, prendo dai sedili posteriori la mia borsa da lavoro e tiro fuori il nuovo camice.

Appena entrato, vedo corrermi incontro una barella con i paramedici che la spingono.

Senza esitare inizio ad informarmi

- Cosa abbiamo qui?-

A rispondermi è un paramedico donna

- Donna 25 anni, incinta, ferita arma da fuoco!-

La osservo, una ragazza bruna, è stesa su quella barella con i vestiti macchiati di sangue e la pancia da gravidanza leggermente evidente.

Vedere quella ragazza, della stessa età di Usako e saperla incinta come lei, mi fa sperare che non succeda nulla di simile a mia moglie.

-Da quanto è incosciente?-

Chiedo preoccupato.

- Non lo sappiamo, è stata trovata dai vicini già incosciente, l’abbiamo prelevata mezz’ora fa-

E’ il caso per cui mi hanno chiamato, ma allora perché sono arrivati dopo di me?

- Se l’avete prelevata mezz’ora fa, perché siete arrivati solamente adesso??-

- Abbiamo cercato di rianimarla senza successo.-

Sospiro

- Va bene! -

Poi mi rivolgo all’infermiera accanto a me

- Chiama la dottoressa Mitzuno, e posa la mia borsa  nel mio ufficio!-

Di corsa ci avviamo verso la sala di rianimazione.

- Datele una flebo! Ha bisogno di liquidi! Datele l’epinefrina e cominciate il monitoraggio!-

Mentre osservo un’infermiera che esegue i miei ordini, sento Ami che si avvicina.

- Dottor Chiba, mi dica-

- La donna è incinta, vittima d’arma da fuoco, devi occuparti del feto mentre mi occupo della madre!-

- Dottor Chiba, è stata colpita al ventre, il feto non sarà in vita!

Mi sento dire questo mentre tento di fare un massaggio.

- Pressione in calo!-

Diavolo…sta andando in fibrillazione… cosa devo fare? Se uso il defibrillatore e il feto  è sopravvissuto, rischia di non farcela….Ma non posso permettere che la donna perda la vita!

- Pressione in diminuzione!-

Osservo Ami, e come se lei avesse letto la mia mente, annuisce incoraggiandomi ad usare il defibrillatore

- Carica a 60! Dobbiamo riprendere il battito!-

Al mio ordine l’infermiera carica e posiziona le strisce di elettroni sul petto della paziente.

-Libera!-

Sembra riprendersi ma ho bisogno di altri liquidi.

-Un altro milligrammo di epilefrina!-

- E’ in vena!-

Osservo i macchinari, sembra sia stabile per andare in sala operatoria.

-Portiamola in sala operatoria, dobbiamo estrarre il feto e tirare fuori il proiettile!-

La spostiamo velocemente  verso la sala operatoria dove il chirurgo la opererà e Ami si occuperà del feto.

Ma appena giunti in sala, il mio cercapersone, vibra e guardando il messaggio capisco che dovrò operare io la paziente.

Sono un medico-chirurgo di medicina d’urgenza, e in questo caso mi tocca operare.

Inizio ad operare, non è facile come sembra, mi devo concentrare molto e stare attento mentre rimuovo il proiettile e cercare di non causare emorragie.

Passano due ore, durante le quali Ami ha asportato il feto ormai morto.

Con la coda dell’occhio vedo che il bambino era un maschio, e il suo colorito ormai grigiastro, ma a causa di un’emorragia interna improvvisa, la pressione della paziente diminuisce velocemente,

- Dannazione è in asistolia!-

Le faccio il massaggio cardiaco interno, ma non migliora la sua situazione.

Non posso perdere questa giovane ragazza, mi ricorda Usako..

- Coraggio.. coraggio! Tu non vai da nessuna parte!-

Passano i minuti, dove il mio aiutante chirurgo, cerca di dare impulsi al cuore,mentre io cerco la causa dell’emorragia.

La causa è un’arteria colpita dal proiettile, cerco di fare tutto quello che mi è possibile. ma non riesco a migliorare il suo stato, non c’è niente che posso fare, e incredulo, mi tocca dire all’infermiera.

- Dichiarala..-

L’infermiera mi osserva, guarda poi il corpo della giovane ragazza e ..

- Ora del decesso 12.05-

Mi allontano con la rabbia che mi circola in corpo.

Lavatomi e liberatomi della mascherina, e della fascia, mi viene voglia di tirare un pugno alla parete.

Senza pensarci agisco, con la mano destra adesso dolente, mi sento un po’ meno infuriato per la mia incapacità di salvare quella vita.

Non è il primo paziente che vedo morire, ma questo caso.. quella ragazza era troppo simile alla mia Usako, stessa età, entrambe incinte..Mi sembrava di avere Usako su quel lettino, mi sembrava di essere coinvolto.

Improvvisamente il mio cercapersone inizia a vibrare e  vedo che è Usako che mi chiama.

Sarà successo qualcosa?

- Usako! Tutto bene?-

Chiedo con il cuore in gola, non mi ha mai chiamato su questo numero.

- Mamo-chan.. ho voglia di cioccolato con dentro pezzi di lampone..finito il turno me la vai a comprare?-

Sospiro, non le è successo nulla, ma per il motivo della chiamata, sento le braccia cadermi.. solo una voglia, io le ho dato questo numero nel caso ci fossero emergenze, delle vere emergenze e non delle voglie!

- Mamo-chan.. ti prego..-

- Usako, il mio turno finirà tra sei ore, e la pasticceria sarà chiusa!-

Cerco di farla ragionare, ma mi è impossibile perché mi urla contro.

- Mamo-chan!! Io non sono importante per te? Tuo figlio non è importante per te? Sempre il lavoro prima di tutto vero???-

Alzo gli occhi al cielo, e senza rendermi conto, la inizio a riprendere con tono severo.

- Usako, non puoi chiamarmi sul cercapersone solo per una voglia! Non hai capito che ti ho dato questo numero solo per le emergenze? Adesso scusami ma devo andare!-

Le riattacco il telefono in faccia arrabbiato e mi dirigo a fare il controllo visite dei pazienti.

 

Sono passate ore dalla litigata, e la mia giornata piena è finalmente giunta al termine, ma mi sento in colpa per come ho trattato la mia Usako, infondo lei ha chiamato solo nel momento sbagliato.

Dal piccolo negozio di fiori che c’è in ospedale, prendo un mazzo di gigli, i fiori preferiti di mia moglie,e con la macchina, mi avvio sperando di trovare la pasticceria aperta per comprarle la cioccolata con lamponi, ma come temevo, è chiusa.

Finalmente dopo tredici ore di lavoro, sono a casa, appena entrato vedo  che il tavolo dell’ingresso è ricoperto di pacchi e pacchettini.

Curioso apro un sacchetto e vedo una maglia di lana per neonati verde-acqua.

Sorrido, presto il nostro bambino indosserà quel piccolo golfino, una persona talmente piccola da sembrare una bambola.

Curioso apro un’altra busta e vedo un pigiamino bianco a righe rosse, che copre i piedini.

Improvvisamente, sbirciando di sacchetto in sacchetto, l’idea di essere padre diventa ancora più reale.

Senza volerlo Usako mi ha rallegrato.

-Usako?-

La chiamo sperando di farmi perdonare, ma improvvisamente un grido..

Era lei, era Usagi!

Lascio cadere i fiori a terra e mi dirigo in direzione dell’urlo.

Vedendola sdraiata sul divano mi rincuoro un poco.

- Cocker! No.. mia figlia!!-

Farfuglia, si agita.

- Usako.. Usako…-

Provo a chiamarla ma non riesco a svegliarla.

- Mamo.. dov’è la piccola?-

Continua a farfugliare spaventata.

-Usako.. svegliati amore!-

Non si sveglia, vado in cucina e riempio un bicchiere d’acqua, tornando da lei, imbevo le mie dita nell’acqua e le passo sulla sua fronte.

Finalmente i suoi occhi si aprono, ci osserviamo per qualche istante, ma poi preoccupato inizio a chiederle cosa ha sognato.

- Tesoro.. cosa hai sognato?  Gridavi spaventata, ti agitavi…-

Si osserva la pancia, la tocca come se si aspettasse qualcosa di diverso, quando finalmente mi risponde.

 -Io.. io ero in sala parto e ho partorito una cagnetta…-

Non capisco, non riesco a capire il senso della frase.

- Mamo-chan.. non sono incinta di un bambino!! Ma di un cane!! Come è possibile??? -

Mi metto a ridere divertito, l’idea che lei possa aspettare un cane e che lo pensa sul serio mi fa sorridere.

- Perché ridi? E’ una cosa seria!!-

- Usako.. amore…-

Cerco di trattenermi dal non ridere, ma non riesco a smettere di sorridere, Usako a volte è davvero ingenua.

-Amore.. tranquilla, non avremo una cagnetta ma un bel cucciolo d’uomo!-

Cerco di farla sorridere usando il termine cucciolo, ma non le è piaciuto, perché mi osserva arrabbiata e indignata.

- Mi prendi in giro?-

La osservo ancora divertito cercando senza successo di rimanere serio.

Si alza dal divano, e senza dire una parola si allontana.

- Usako perdonami, non volevo!-

Oggi sembra che non faccio nulla di giusto, dannazione!

La seguo e vado anche io a letto stravolto, e dopo aver spento la luce, sento che bisbiglia qualcosa, anche se non capisco cosa abbia detto.

 

Ecco un nuovo capitolo, spero che vi sia piaciuto! Fatemi sapere le vostre opinioni sia positive o nehative che siano.

Un bacio

Giulia


 

  
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