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Autore: evenstar    10/05/2006    17 recensioni
Dopo molti dubbi e incomprensioni alla fine Tonks e Lupin stanno insieme, sembra che la loro vita sia perfetta e felice. Ma se un giorno Lupin notasse un cambiamento nella ragazza? E se questo cambiamento non fosse poi solo uno, ma una serie di piccole cose "sbagliate"...
Genere: Romantico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E siamo alla fine anche con questa storia, vi ringrazio per i commenti e le semplici letture "silenziose". Vi avverto che questo capitolo mi è venuto molto ma molto sdolcinato, per cui se avete problemi di glicemia, siete avvertiti!

 

Chiarimenti

 

Quando Lupin si svegliò Tonks era ancora addormentata, le passò di nuovo la mano sulla fronte, la febbre sembrava essere scesa. Un guaritore entrò nella stanza, portando una pozione verdastra. - Come va? – chiese sottovoce.

- Mi sembra che la febbre sia scesa, - disse Lupin.

Il guaritore controllò a sua volta. – Ha ragione, sta meglio, - sorrise. – Le faccia bere questo quando si sveglia, vedrà che si riprenderà.

- Grazie.

Dora aprì gli occhi sentendo il rumore della porta che si chiudeva alle spalle del guaritore.

- Ciao lupacchiotto, - disse piano.

Lupin si girò di scatto verso di lei. – Tesoro! Come stai, come ti senti?

- Sono stata meglio, - mormorò, cercando di sorridergli. – Tu come stai?

- Mi hai fatto preoccupare, ma sto bene.

- Mi dispiace. Come hai fatto ad accorgerti che no ero io?

- Te l’ho detto, sei unica, - sorrise lui a sua volta ma lei continuava a guardarlo curiosa. - Da un po’ di cose, ma in particolare Bella non cambiava mai il colore dei capelli, - disse lui ridendo alla sua espressione arrabbiata. – Mi dispiace di quello che è successo, - disse alla fine, tornando serio.

Lei scosse la testa. – Non è stata colpa tua, anzi.

– Tieni, il guaritore ti ha portato una sorpresa, - le disse tendendole la pozione verdastra.

- Non la bevo quella roba, scordatelo, - rispose la ragazza, facendo una smorfia.

- Avanti non fare la bambina, - disse tornando a allungarle la pozione.

- Uffa, va bene, - cedette Dora alla fine, sotto le insistenze dell’uomo.

- Com’è?

- Buonissima, ne vuoi? - chiese lei, tendendogli la brodaglia.

- No, grazie, ne faccio a meno.

Furono interrotti dal rumore della porta che veniva aperta lentamente, Molly fece capolino nella stanza – Posso? - chiese, poi vide che Tonks era sveglia e, senza aspettare altro, si catapultò dentro, andando a strizzare la ragazza in un abbraccio. – Come stai Tonks? Eravamo così preoccupati, tutti quanti. Arthur che fai sulla porta, - aggiunse poi girandosi indietro e fissando il marito che si era fermato sulla porta, in attesa. – Vieni dentro. Sai anche Moody voleva passare, ma ha avuto un impegno improvviso.

- Molly, piano o rischi di strozzarla, - disse Arthur che nel frattempo si era avvicinato. – Allora come stai? – chiese.

- Meglio, - rispose la ragazza, ricadendo sui cuscini dopo che, grazie all’aiuto di Remus, si era staccata dall’abbraccio stritola-costole di Molly.

- E tu come stai? - mormorò piano Arthur a Remus, appoggiandogli la mano sulla spalla e stringendo leggermente.

- Bene, scusami se ti ho urlato contro prima, non avrei dovuto.

L’altro scosse la testa, sorridendogli. – Vieni Molly, lasciamo riposare Tonks adesso, - disse alla moglie.

- Sei sicura che non ti serva nulla, Remus vuoi andare a riposare? Mi fermo io con lei?

- No ti ringrazio Molly, - le rispose guardandola con un sorriso. - Mi fermo io.

- D’accordo come vuoi, - anche lei sorrise, rasserenata dal fatto che anche quella questione si fosse risolta nel migliore dei modi. - Se ti serve qualcosa…

- Certo, grazie mille.

I due uscirono dalla stanza, seguiti dallo sguardo di Remus mentre Tonks chiudeva gli occhi. - Sono stanca, - mormorò.

- Dormi, io rimango qui con te.

- No, vai a casa, sarai stanco anche tu.

- Non ci penso neanche, non ti libererai di me così facilmente, - le disse accarezzandole una guancia.

Tonks si addormentò quasi subito ma poco dopo la sentì lamentarsi di nuovo nel sonno e poi svegliarsi di soprassalto.

- Che cosa ti succede? - chiese preoccupato.

- Era tutto buio… Ero sola... Stavo male, non potevo muovermi, non potevo fare nulla... Volevo avvertirti, - disse affannata.

- Hai avuto un incubo, Dora, calmati, - le rispose, sedendosi sul letto di fianco a lei e abbracciandola, in modo che potesse appoggiarsi al suo torace. Le passò le mani sulla schiena, lentamente, accarezzandola finchè non la sentì più calma.

- Voglio tornare a casa Remus, - mormorò.

- Ti ci porterò non appena starai meglio, te lo prometto.

Lei sgranò gli occhi, come se si fosse ricordata improvviso di qualcosa. – Ti ricordi l’altra promessa che mi hai fatto? - chiese con un filo di voce. Remus la guardò perplesso, cercando di ricordare a cosa si potesse riferire, lei gli venne in aiuto. – Al funerale di Silente…

- Quando ti ho chiesto di sposarmi? - chiese lui, ricordando improvvisamente quel giorno, sembrava fosse passata una eternità.

Lei annuì. – E’ sempre valida la domanda? – chiese.

Lui la fissò negli occhi. – La domanda sì, ma la risposta?

Tonks si tirò faticosamente a sedere sul letto in modo da fronteggiarlo direttamente. Lo attirò tirandolo verso di sé per l’orlo della vecchia veste logora che indossava, e appoggiando le labbra su quelle di lui lo baciò. – Certo, - mormorò lasciandolo poi andare.

Lupin le sorrise. – Sai quando ti ho sentito dire che stavamo correndo troppo, che non volevi affrettare le cose, mi sono sentito morire dentro, - disse poi rattristandosi al ricordo di quelle ore.

- Non ero io, Remus, non avrei mai detto una cosa simile. Mai.

- Sicura? Non era poi una obiezione così insensata, in effetti abbiamo fatto tutto di corsa, senza provare prima a stare insieme.

- Hai detto di esserti sentito morire quando hai sentito Bellatrix dire quelle cose…

- Sì.

- E in queste ore che stavo male, come ti stavi?

- Sentivo che se per qualche motivo non ce l’avessi fatta, la mia vita non avrebbe più avuto senso. Sei tu la mia vita adesso Dora, non ho altro.

- Per me è lo stesso Remus. Quando ero in quella stanza, da sola, l’unica cosa a cui riuscivo a pensare eri tu, tu che stavi passando il tempo con Bellatrix. Remus io mi sentivo malissimo al pensiero che fossi da solo con lei, che non ci fossi io al tuo fianco, tu eri quello che vedevo quando mi addormentavo, tu eri quello che mi immaginavo per tirare avanti. Tu sei stato quello che mi hai salvato.

- Cosa cerchi di dirmi?

- Che non ha senso posticipare quando entrambi siamo così convinti di quello che proviamo. E che ero dannatamente gelosa, - sorrise lei.

- Di me? – chiese sorpreso puntandosi l’indice contro.

- Di chi se no? – rispose lei tornando ad attirarlo verso di sé. Lupin la baciò spingendola leggermente in modo che tornasse ad appoggiarsi ai cuscini, le accarezzò i capelli e poi sorrise allontanandosi da lei.

- Adesso ti riconosco, amore, - le disse.

Tonks non capì subito ma poi vide che Lupin le fissava con insistenza i capelli, prese una ciocca tra le dita e incrociò gli occhi fissandoli. Erano diventati color pesca.

Era troppo stanca per mettersi a ribattere, quindi disse solo. - Mi sei mancato.

- Anche tu, non immagini quanto. Dai spostati un po’, - le disse stendendosi di fianco a lei, abbracciandola.

Si addormentarono così, uno nelle braccia dell’altro, entrambi finalmente sereni.

 

 

A tutti quelli che sono riusciti ad arrivare fino a qui, grazie per aver impiegato del tempo a leggere questa mia storia, per tutti coloro che hanno anche lasciato un commento, un grazie doppio.

Arrivederci alla prossima storia (se ne avrete ancora voglia!)

  
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