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Autore: luna nueva 96    10/09/2011    5 recensioni
Dimenticate tutto ciò che il nostro adorato Kishimoto ci ha sempre raccontato su Sakura Haruno.
Sakura è una normalissima ragazza che vive a Tokio una felice esistenza insieme alla sua famiglia, fino a quando un desiderio sconosciuto di esplorare il mondo la porterà a Konoha.
Qui, le cose intanto sono andate proprio come Kishimoto le ha descritte, quindi, da grandi conoscitori del manga, potete benissimo immaginarvi lo scenario.
Da SasuSaku accanita (ormai lo sapete), non poteva non essere questo il paring principale. Tuttavia, se solo me lo chiedeste, sarei felice di inserire anche altre coppie, a vostra preferenza.
Dal trentesimo capitolo:
Stava per scatenarsi una guerra, dicevano tutti, la temibilissima Quarta Guerra Ninja. La croce rossa avrebbe accettato di buon grado volontari. Avrei salvato Konoha. E anche Sasuke. Non consideravo nemmeno l’idea di perdere nessuno dei due.
Sorrisi a Naruto, attraverso lo specchio. Lui mi circondò la vita con le braccia e appoggiò la testa nell’incavo del mio collo, ispirando il mio profumo. Arrossì di colpo e uno strano sentimento si fece largo dentro di me, un segnale che mi avvertiva che tutto quello che stava accadendo era maledettamente sbagliato.
Senso di colpa
Ma verso chi in particolare?
Genere: Horror, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Pensavo che i miei problemi fossero finiti nel momento in cui avevo voltato le spalle a Sasuke Uchiha, e invece il vero Infero arrivò solo il mattino seguente quando, dopo essermi svegliata sul freddo e duro pavimento del mio corridoio, potei ben vedere i segni del nostro lieto incontro. Gli occhi ancora rossi per il pianto della sera precedente, che automaticamente mi ricordò ai suoi, così spietati con o senza sharingam. Lave di fuoco e di sangue ben visibili sul mio collo: un marchio e una firma per far sapere al mondo che lui c’era stato, e che mi aveva metaforicamente distrutta dentro e fuori.

Ero sempre stata considerata dagli altri e anche da me stessa una ragazza nella norma, molto carina, vivace e con tanta una voglia di vivere: era quello che conoscevo, quello che avevo sempre visto e quello che avevo sempre sentito. Di me non sapevo nient’altro. Ma  guardare quella mattina il riflesso nello specchio, e vedere qualcosa di totalmente sconosciuto e orribile, per poi scoprire solo dopo che quella persona ero io, mi fece capire che davvero non sapevo niente di me.
Ebbi paura. Vomitai finchè le viscere me lo avrebbero permesso, non mi importava:ad un livello totalmente inconscio forse stavo cercando solo di mandare via quella persona estranea. Senza risultato, però.

Solo dopo mi era ritornato alla mente che avevo qualcosa di importante da fare: dovevo salvare il Villaggio, dire a Tsunade che eravamo braccati e spiati a vista, e che ci sarebbe stato un attacco molto presto dalla forze nemiche. Avevo l’opportunità per riscattare a mio favore la situazione, e magari togliermi quella puzza di vergogna che mi si era addentrata addosso nel momento in cui, la sera precedente, ero arrivata a  supplicare un criminale e ad accettare il suo sporco ricatto in un gesto di pura codardia. Ma Sasuke aveva minacciato di uccidermi se solo io avessi anche solo provato a dire all’Hokage ciò che avevo visto; per quanto ne sapevo io avrebbe potuto anche essere qui e non essersene mai andato.

Ci pensai e a lungo. Presi la mia decisione.
 



-Hokage, vorrei parlarle-. Ero convinta di poterci riuscire.
-Bene, dimmi tutto Sakura. Ti ascolto-. La donna pronunciò quella parole come se fossero una sentenza; sembrava una giuria e io ero solo l’imputata che aspettava di essere condannata.

Uno. Due. Tre respiri.

Paura. Tanta e ben mascherata.

Il ricordo delle sue mani.Forti, vigorose, piene di calli, possessive, strette intorno alla mia gola. I segni ancora visibili sul mio collo, nascosto saggiamente da una sciarpa rossa.

Sarebbe bastato toglierla, quella sciarpa, per far capire a Tsunade tutto quello che era successo. Sarei stata protetta dalle insidie di quel demone dagli occhi rossi, scortata a vista da uomini esperti ogni minuto, di ogni ora, di ogni giorno. Sarei stata al sicuro. No, nessuno era al sicuro con quel diavolo nei paraggi: mi avrebbe trovato comunque e mi avrebbe uccisa seduta stante. Non avrebbe avuto alcuna pietà.

-I-io..-

Buio o luce

-..volevo dirle che..-

Verità o bugia

-Si, Sakura?- Tsunade alzò un sopracciglio.

Vigliaccheria o coraggio

-..non è facile ma..-

Vita o morte

-Ero venuta a chiedere se quel posto di lavoro di cui mi aveva parlato era ancora disponibile.-
L’Hokage era stato alquanto scettico, ma poco dopo un sorriso si era allargato sulle rosse labbra della donna. -Si, certo. Vieni ti mostro di cosa si tratta.- 


 
Fu solo quella sera, nel mio letto, che realizzai di essere una persona orribile. Concessi a delle lacrime di venire fuori per l’auto-delusione e per la rabbia che avevo accumulato verso quel mostro dall’aspetto angelico che mi aveva fatto scoprire una parte di me che avrei tanto preferito rimanesse nell’ombra.
Non solo non avevo detto a Tsunade  che eravamo tutti in serio pericolo (e per la cronaca così facendo sarei stata già in qualche modo condannabile per tradimento), ma avevo anche accettato un lavoro proprio dalla persona con cui poco prima ero stata tanto ipocrita. Mi lasciai sfuggire un sospiro rassegnato; i miei genitori si sarebbero vergognati di me, ma dovevo tenere la bocca chiusa, ormai c’ero dentro fino al collo. Dannazione.

Mi girai di lato e chiusi gli occhi nel tentativo di prendere sonno e lasciarmi alle spalle quella giornata pessima, ma l’orribile sensazione di essere costantemente osservata mi costrinse a riaprirli. Fu allora che li vidi:rossi come le fiamme dell’inferno, duri, spietati.
Lui era seduto sulla sedia di fronte al mio letto. Mi salì in cuore in gola impedendomi di gridare né di emettere alcun suono.

-Ciao Sakura.- 


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Come al solito sono puntuale nel mio aggiornamento, e come al solito spero di non avervi in alcun modo deluso. Non so, purtroppo, se da sabato prossimo potrò essere sempre puntuale come lo sono stata fin'ora , per, come potete ben immaginare, problemi scolastici. Spero comunque che potrò avere il tempo di scrivere un capitolo come si deve anche perchè ammetto di essere condannabile per avervi  lasciato proprio sul vivo dell'azione. Un altro avvertimento è che probabilmente alzerò il rating della storia, perchè in futuro potrebbero esserci scene e argomenti ad impatto maggiore.
A (spero) sabato prossimo
Baci LUNA NUEVA 96
  
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