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Autore: _histerya_    10/09/2011    0 recensioni
Una ragazza dal passato tremendo e dotata di poteri incredibili entrerà a far parte della ciurma di Cappello di Paglia. Qui una persona in particolare le farà riscoprire tutte le emozioni di cui la vita l'ha privata.
Tra scoperte sconcertanti e avvenimenti incredibili, Daiana scoprirà chi è veramente e realizzerà il suo unico sogno: diventare viva.
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Roronoa Zoro, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ed ecco, come promesso, il terzo capitolo! Anticipo che ci sarà un avvenimento che introdurrà il prossimo capitolo, quello sul passato della nostra Dyana, per intenderci.
Detto questo, direi che posso lasciarvi alla..
Dyana: << Ehm, ehm.. >>
H: << Che c’è? >>
D: << Non dimentichi nulla? >>
H: << Oh, ma certo, hai ragione Dyana-san! Meno male che ci sei tu! >>

Ringrazio Val2910 e LoveLaw93 per aver recensito, hina_smack e Kurapikt per averla messa tra le seguite, e tutti gli eventuali lettori silenziosi.

Auguro a tutti buona lettura, sperando che il capitolo vi piaccia! ^.^
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Capitolo Terzo – Chiacchierate notturne e sorprese diurne.

 
La nottata passò tranquilla. Non un avvistamento o rumore sospetto. Solo lo scricchiolio di alcuni passi nella zona della cambusa che l’avevano costretta ad andare a controllare. Era solo Rufy impegnato in uno dei suoi attacchi notturni alle provviste.
<< Ti prego, Dyana, non dirlo a Sanji! >> l’aveva supplicata il capitano, colto sul fatto.
Lei aveva osservato Cappello di Paglia: in ginocchio, con lo sguardo pentito e implorante, incorniciato in modo sublime dalle mani giunte, era proprio buffo. Buffo, ma anche veramente tenero. Per questo la Voce degli Inferi, che aveva cercato di mantenere uno sguardo il più possibile severo, si era sciolta in una dolce risata: << Ma sì, prendi pure un paio di biscotti! A Sanji dirò che li ho mangiati io. >>
Rufy, tutto contento, si era finalmente impossessato degli agognati dolciumi e, appena Dyana aveva ripreso il suo posto di vedetta, le si era seduto vicino.
<< Sai >> le aveva detto, le sue parole intervallate dal continuo sgranocchiare << non devi sentirti in colpa, né tantomeno offenderti per le parole di Zoro. Lui è fatto così: fa il duro, brontola in continuazione, ma alla fine è la persona più buona del mondo. >>
Lei lo aveva guardato interrogativa: << Perché mi parli dello spadaccino? >>
<< Perché i tuoi occhi mi dicono che il fatto che lui non si fidi ancora di te ti dispiace. >> era stata la risposta del capitano. Aveva usato il tipico tono di voce di quando si sta dicendo la cosa più normale del mondo.
<< Per te è così semplice capire gli altri? >> aveva chiesto la ragazza sorridendo enigmatica.
<< Beh, direi di sì. Mi affido ai loro occhi, e credo che funzioni. >> aveva risposto Rufy, in quel magnifico misto tra l’ingenuo e il cosciente al quale i compagni erano ormai avvezzi.
<< C’è qualcosa di straordinario in te. >> era stata la constatazione di Dyana. Il suo timbro pacato e sicuro ad indicare che pensava davvero ciò che aveva appena detto. Rufy non poté che esserne lusingato.
<< Grazie! >> aveva risposto, sfoderando un immenso sorriso gommoso << Non per niente diventerò il Re dei Pirati! >>
Lei aveva sorriso dolcemente, poi il capitano aveva deciso che sarebbe stato meglio tornare a dormire.
<< Se mi scopre Sanji.. >> aveva mormorato << Devo andare. A domani, Dyana! >>
<< A domani Rufy. E grazie. >>
Il motivo di quel ringraziamento, Cappello di Paglia non lo capì mai.

**

I giorni seguenti furono tutti molto ordinari e rilassanti. In breve, nonostante Zoro continuasse imperterrito ad evitarla accuratamente, Dyana si fece assorbire dal tran-tran quotidiano sulla Sunny. Spesso aiutava Robin con qualche ricerca, oppure andava a trovare Sanji in cucina (inutile spiegare quanto queste visite fossero gradite al cuoco), o ad osservare Nami, immersa nel suo lavoro di cartografa. A volte preferiva aiutare Chopper in ambulatorio, in alternativa Franky e Usop con le loro invenzioni o con i lavori di manutenzione della nave. Qualche volta, invece, rimaneva con il capitano a pescare. Era un’attività che le riusciva particolarmente bene, e nessuno sapeva spiegarsene il perché. Possedeva l’insolita capacità di attirare a sé i pesci, talvolta pareva perfino in grado di parlare con loro. E aveva un effetto benefico sul mare. Da quando era salita su quella nave, non un’onda si era più abbattuta sul ponte o sulle vele. Durante le tempeste, i cavalloni che si sarebbero schiantati sui punti più delicati della Sunny, cambiavano improvvisamente traiettoria, come se qualcosa li persuadesse a spostarsi. Quando Nami le chiese conto di tali stranezze, si sentì rispondere: << Mah, non so. Evidentemente porto fortuna! >>. Ma di una cosa la navigatrice era convinta: non poteva trattarsi solo di buona sorte. C’era qualcosa di strano in Dyana, qualcosa di cui lei non aveva ancora parlato, e che sembrava spaventosamente potente.
Non molto tempo dopo, la navigatrice ebbe, insieme a tutta la ciurma, la conferma della legittimità dei propri dubbi.
Era una giornata calda e soleggiata, di quelle che si vedevano spesso nella Grand Line. Dall’entrata di Dyana nella ciurma erano passate poche settimane. Tutto sembrava suggerire che quel giorno sarebbe passato in modo tranquillo, simile a tutti gli altri.
Invece, una nave da guerra della Marina Militare, apparsa verso l’ora di pranzo, aveva rovesciato tutti i pronostici dei Mugiwara.
L’enorme imbarcazione si era avvicinata velocissima, prendendoli alle spalle. Quando i pirati se ne accorsero, fu troppo tardi. L’unica soluzione era quella di chiedere cosa diavolo li avesse spinti a saltare il pranzo per seguirli.
<< Che volete? >> era stato Rufy a parlare. Odiava essere disturbato a quell’ora. Aveva fame e non intendeva perdere tempo con quegli allocchi.
<< Sono il Capitano Utaishi. Sto cercando la criminale chiamata Voce dell’Inferno. Sappiamo che è con voi! Consegnatecela e, forse, avrete salva la vita. >>
<< Figuriamoci >> borbottò Nami << Siamo tutti ricercati. Nemmeno se Dyana si consegnasse spontaneamente saremmo risparmiati e.. Un momento! >>
Tutti i pirati, compreso Zoro, si voltarono verso la ragazza con gli occhi di fuori: << Come sarebbe a dire che sei ricercata dalla Marina? >>
<< Non c’è tempo di spiegarvelo adesso. >> fu la serafica risposta di Dyana << Desideravo che il Governo Mondiale mi lasciasse finalmente in pace, ma a quanto pare non hanno ancora imparato la lezione. >> sospirò poi toccando le bende sulla coscia, quelle che servivano a reggere il pugnale.
Intanto un Marine si era portato sul punto più alto della propria nave. << Chiamo i rinforzi, signore? >>
<< Certo ragazzo! È il momento di chiamare a raccolta la flotta! >> strepitò trionfante il superiore.
I Mugiwara videro il ragazzo fare un paio di cenni di segnalazione rivolto verso ovest ma, prima che potesse fare un altro movimento, un pugnale gli trapassò la fronte da parte a parte con una velocità impressionante.
Tutti i presenti fissarono spaventati l’uomo, morto sul colpo. Poi gli sguardi si spostarono su Dyana. Era stata lei a lanciare il pugnale. Aveva una mira formidabile: da metri di distanza, e dalla sua posizione, cioè dal basso, era riuscita a centrare proprio il fulcro della tempia. Il tutto senza scomporsi, mantenendo una posizione molto elegante. La sua espressione serafica non era mutata, ma le iridi scure erano improvvisamente mutate di tonalità assumendo una strana colorazione dorata, mentre la sua bellezza era diventata in qualche modo spaventosa.
<< Mi dispiace per lui >> disse alludendo al Marine ucciso << ma purtroppo non ho tempo per giocare con voi. È ora di pranzo e io e i miei nakama vorremmo metterci a tavola. >> non una mosca osava ronzare.
<< Uomini, ai cannoni! >> ordinò Utaishi. In men che non si dica centinaia di soldati si posizionarono all’artiglieria pesante. I Mugiwara stavano per contrattaccare in massa, ma furono fermati da un cenno della Voce degli Inferi.
<< Qui ci penso io. È me che vogliono. Voi intanto cominciate a preparare la tavola, vi raggiungo quando ho finito. >> la sua voce faceva davvero paura. Dove era finita la splendida ragazza che avevano conosciuto?
Mentre i suoi nakama restavano impalati a guardare, incapaci di distogliere lo sguardo, Dyana si gettò improvvisamente in mare.
<< Ma che fa, è impazzita? >> urlò Usop, in preda alla fifa. Dopo pochi secondi, però, una maestosa colonna d’acqua si alzò, e dai flutti riemerse la ragazza. Il pilastro azzurro la portò vicinissima alla nave nemica. La scena aveva dell’incredibile: bastava un gesto della mano per far sì che un elemento indomabile come l’oceano le ubbidisse docilmente.
Il resto della battaglia sembrò la scena di un racconto mitologico. Onde altissime presero d’assalto la nave da guerra, mentre Dyana aveva estratto la sua magnifica spada e, servendosi di un cavallone, aveva invaso l’imbarcazione gremita di soldati cominciando a mietere vite. Il particolare più sconcertante era che, qualsiasi movimento facesse la spada, l’acqua lo imitava perfettamente, rendendo il combattimento ancora più difficile per i poveri marines.
In breve sulla nave rimase un solo individuo ancora in grado di respirare.
<< Utaishi! >> tuonò la Voce degli Inferi << Vieni qui e combatti           ! I tuoi uomini sono tutti morti, manchi solo tu! >>
L’uomo uscì dalla stiva in cui si era nascosto brandendo una spada.
“Quella è una delle spade di ottima fattura!” pensò immediatamente Zoro “A giudicare dalla lama, deve essere una delle armi più letali in circolazione!” e in effetti la katana era visibilmente pericolosa. Oltre alle grandi dimensioni, vantava anche una lama lucente che sembrava in grado di tagliare in due perfino chi la guardava soltanto. Qualunque guerriero avrebbe avuto paura, ma Dyana la fissò senza battere ciglio.
<< Carina. >> fu il suo commento << Vediamo quanto resiste alla Umi no Ken. >>
Utaishi si lanciò immediatamente all’attacco, ma il fendente scagliato venne abilmente evitato dalla ragazza. A lei bastò un solo colpo (tra l’altro nemmeno fortissimo) per ferire subito l’avversario.
<< Se non fosse perché la tua è una lama di ottima fattura >> disse sprezzante rivolta all’avversario << non consumerei nemmeno la mia spada. A dire il vero potrei comunque evitare di usarla contro di te, ma purtroppo il mio pugnale è rimasto piantato nelle cervella di quell’idiota lassù. >>
Zoro fu colto da un deja vù. Tutto ciò gli ricordava qualcosa, o forse qualcuno. Rabbrividì, incapace di capire a chi fosse legato quella sensazione, toccandosi istintivamente la cicatrice che gli attraversava il petto.
Più il combattimento andava avanti, più la situazione del marine peggiorava. Utaishi non era un cattivo spadaccino, tutt’altro, ma la maestria di Dyana lo faceva sembrare un salumiere che maneggia una spada troppo pregiata per lui. Tutto ciò doveva farlo sentire parecchio umiliato.
Ad un certo punto, la mora si fermò senza preavviso. I Mugiwara smisero per un momento di respirare. E ora, cosa sarebbe successo?
<< Perdonami >> fece suadente la Voce degli Inferi al suo avversario, ormai ridotto a meno di un gingillo con il quale ingannare il tempo << Ma, prima di darti il colpo di grazia, devo recuperare il pugnale. Non ve lo lascio certo per ricordo! >> la nota di ironia che aveva accompagnato la sua voce raggelò il sangue di molti dei presenti. Il marine non riusciva nemmeno a risponderle. Sembrava che si fosse rassegnato al proprio destino e che aspettasse docilmente la fine.
Bastò un cenno del capo della ragazza perché un’onda spaventosamente alta si alzasse e colpisse l’albero maestro della nave da guerra con una tale violenza da riuscire a estrarre il pugnale dalla tempia dell’uomo che aveva tentato di segnalare la presenza della propria nave a chissà quali altri vascelli in agguato. Una volta estratta, l’arma, invece di cadere in acqua e affondare, rimase sul cavallone e da esso fu portata fino ai piedi di Dyana. I compagni erano sempre più scioccati.
<< Ottimo >> disse la mora infilzando il pugnale nelle bende legate alla coscia. Poi alzò lo sguardo, dorato e ormai demoniaco, verso quella che era diventata la sua preda << Adesso posso completare la mia opera. >>
I Mugiwara non riuscirono nemmeno a scorgere il movimento della lama. Tutto ciò che sentirono fu un sibilo, seguito dal tipico, raccapricciante suono del metallo che affonda nella carne. Infine, il grido di dolore del Capitano Utaishi. Solo successivamente poterono affidarsi alla vista: il marine era stato colpito in testa, nel centro della fronte, ed era miseramente caduto all’indietro. Ciò che più faceva impressione erano i suoi occhi privi di vita, che tuttavia sembravano ancora chiamare aiuto, supplicare di essere risparmiato. Dopo averlo ucciso, Dyana aveva abbassato la lama della propria spada, che venne immediatamente pulita dalle onde, le quali seguivano docilmente i suoi ordini silenziosi. Il suo viso, che si era velocemente trasformato in quello di un demone, altrettanto rapidamente stava tornando normale: la tonalità che tanto ricordava il cioccolato stava riprendendo possesso delle iridi mentre la strana patina dorata si riassorbiva, i tratti si stavano distendendo, riportando l’incredibile bellezza della ragazza alla sua forma originaria. L’unica parte che non era stata coinvolta dal processo della demonizzazione erano i capelli, che erano sempre rimasti ondulati, morbidi e resi scintillanti dai riflessi ramati. Chiunque di passaggio avesse guardato Dyana in quel momento, non avrebbe mai intuito che aveva appena compiuto un tremendo massacro. A testimoniare l’accaduto agli osservatori più attenti rimaneva solo un’espressione vagamente affaticata.
Prima di andarsene, osservò il campo di battaglia, che non aveva ancora abbandonato. Cadaveri da tutte le parti, segni di distruzione, macchie di sangue sulle travi lignee del ponte, le vele strappate, i cannoni distrutti.
<< Se un qualsiasi marine vedesse questo disastro invierebbe sicuramente altre navi per cercare i responsabili. Bisogna eliminare le prove. >> fu il commento della ragazza. Sulla Sunny i Mugiwara si interrogarono perplessi. Cosa intendeva la loro compagna con l’espressione “eliminare le prove”?
Lo capirono quando Dyana si fissò nuovamente la spada alla schiena e, dopo un paio di vocalizzi che servirono ad appiccare il fuoco, lasciò la nave in fiamme camminando su una sorta di ponte di acqua che si era misteriosamente creato. Quest’ultimo era certamente opera sua.
Quando arrivò sulla Sunny guardò negli occhi i compagni per qualche secondo, finchè Robin non spezzò il silenzio (che, a dire la verità, era già inquinato dal suono dei denti di Usop che battevano per la paura).
<< Forse preferiresti non parlarne, ma noi abbiamo bisogno di sapere cosa è successo. >> l’espressione dell’archeologa era un misto tra il rassicurante e il dubbioso.
Dyana rispose con un sorriso appena accennato: << Più che il bisogno, direi che ne avete il diritto. Datemi il tempo di rinfrescarmi e poi, a tavola, risponderò a tutte le vostre domande. >>
Infine, la Voce degli Inferi si avviò stanca verso il bagno femminile, seguita da Nami e da Robin.


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Ed ecco l’avvenimento! Nel prossimo capitolo i Mugiwara e i lettori capiranno il motivo di tutte queste stranezze. Cosa sarà successo a Dyana? Perché è ricercata? Io lo so ^.^

D: Non vale! Mi fai sembrare un mostro così!
H: Silenzio! Serve al corso della storia!
D: Io avrei idee migliori..
H: Senti un po’, ragazzina, chi è qui la scrittrice?
D: Uff.. Despota.
Histerya le fa la linguaccia.
 
Fatemi sapere cosa pensate della storia!
Bis bald!
Histerya
  
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