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Autore: kleines licht    10/09/2011    2 recensioni
Non so come sopravvivere né come morire. Mi sento stanca e morta dentro. Mi sembra di aver perso tutta la luce che era in me. Mi sento come un involucro vuoto, un guscio senza senso in questo mare di persone.
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un capitolo breve breve in attesa di idee migliori =) Grazie Anna per il sostegno <3


Una settimana. Ho contato le ore e secondo quel poco che so sul modo di calcolare il tempo di questo mondo per loro 24 corrispondono a un giorno. Ne sono passati 7 da quando sono arrivata qui e ho cercato di rubare i pensieri di più persone possibili. Stralci di parole, discussioni lasciate a metà, usanze popolari e abiti comuni. Tutto andava nella mia memoria.

Ora mi guardo allo specchio e vedo una ragazza che è il frutto di tanti pezzi di altre persone. Non sono più io ma credo che a queste gente vada bene anche così.

C'è tanta falsità qui, tanta che non mi piace ma devo restare. Sono costretta, non posso tornare indietro. Ho capito parecchie cose di questa società così strana. Cose che Lassù probabilmente non esistono, ma la mia memoria su quel che ho abbandonato sta svanendo lentamente, coperta da nuove e inutili informazioni. Qui quando ti chiedono "come stai?" in realtà non vogliono una vera risposta. Basta fare una semplice prova per accorgersene: se fingi nessuno, anche se l'ha notato, si fermerà a dirti "ehi sicura? Insomma sono qui, parlane se vuoi!" Infondo tutti hanno i loro problemi e questo stupido mondo non si ferma ad ascoltarne nemmeno uno. Per quanto tu ti possa sentire sola sai bene che nessuno riempirà quel vuoto. E ti senti anche peggio.

Qui la solitudine è una malattia talmente popolare che nessuno si preoccupa di curarlo e va a finire che ti senti sola anche in mezzo a tutti.

 

E' pieno di cose inutili, qua giù. Tante cose che la gente si illude di dover possedere per forza mentre quel di cui hanno bisogno gli sfugge di mano. I sentimenti non valgono quasi più nulla, si pagano tanti soldi per un libro ma nemmeno un centesimo per l'Amore. Hanno perso il valore delle cose e cercano di consolarsi comprando sempre di più.

Ma non è di questo che volevo parlare. Ovviamente ho dovuto inventarmi un nome, una data di nascita, un luogo dove ho vissuto prima di venire qui. Mi chiamo Nathasha Sunset, sono nata 19 anni fa a Brooklin e ogni giorno che passa me ne convinco sempre più. Mi sembra quasi di aver dimenticato le mie ali, la mia felicità prima di cadere. Tutto sembra sepolto da chili di polvere che non riesco a soffiare via.

 

Ho rivisto il ragazzo della casa. Fuori sembra un'altro: la felicità di quella sera è cambiata o forse è cambiato il mio modo di vederla. Non mi ha riconosciuta ma non mi aspettavo altro. Infondo sono ancora quella bambina accovacciata sotto al lampione, solo ora indosso abiti costosi e un'aria da adolescente esclusa da tutti. Sono nuova ma faccio quasi paura: non si riesce a capire niente del mio passato e la gente ha paura delle cose senza radici. Qui tutti devono attaccarsi a qualcosa di reale, radicato nella realtà, per vivere.

Le ore in quel posto che chiamano scuola sono piacevoli: ogni giorno imparo cose su questo mondo che prima sognavo ogni notte.

Quando sei Lassù l'unica cosa che vuoi è scendere ma quando sei qui vorresti solo tornare indietro. Ora capisco perchè non si può: qui si cambia troppo, i peccati ti tentano a tal punto che tornare là sopra sarebbe shockante. Troppa bontà, ecco cosa penserebbe un angelo tornando nel mondo di Sopra. Io non potrei tornare comunque visto che sono un Angelo Caduto.

Ogni volta che mi guardo allo specchio riesco a vedere le mie ali bruciate, annerite da quel che era definito un peccato e ogni volta che provo a domandarmi perchè non riesco mai a trovare una risposta completa. La mia memoria fa brutti scherzi, questo quel che pensavo le prime volte. Ora so per certo che non ricorderò mai più. Infondo a che servirebbe ricordare se qui è tutto così...brutto? Forse solo a rimpiangere quel che ho perso e che non posso riavere.

Hanno un detto qua: non piangere sul latte versato. Beh penso che faccia al caso mio. Per questo vado avanti e evito di versare latte: qui sono tutti così strani che magari quel detto l'ho inteso male io!

   
 
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