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Autore: PsicoSoul    10/09/2011    4 recensioni
La strana storia di una ragazza, sballottata da una città all'altra dal frenetico lavoro della madre.
L'improbabile amicizia tra Sarah e un uomo ricoverato nell'ospedale psichiatrico locale.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Insanity.

 

 

Capitolo 1

 

 

“Eccolo. Di nuovo quel fastidiosissimo suono metallico che rimbomba nel salone. Ora arriveranno le donne in bianco, così scialbe, così morte. E poi dicono che i pazzi siamo noi? No. Io so di non esserlo.

Meglio far finta di dormire. Anzi, di essere in coma. E se smettessi di respirare? Sì, magari vedono che non respiro e non mi fanno alzare. Bene. Smetto ora!”

 

-Ha smesso ancora di respirare?

-Sì dottor Derry. Come ogni venerdì mattina.

-Spostatelo nei malati gravi. Non c’è niente da fare, sono stufo di vedere questo qua che diventa blu ogni santa settimana. Mandatelo là, così non mi tocca vedere il suo brutto muso.

-Ma dottore..

-Niente ma! Le decisioni le prendo io.

 

La cartella clinica del paziente annuncia:

Craig Jhonson, internato il 10 Aprile 1980. Anni 54. Soffre di grave schizofrenia, disturbi della personalità, forte aggressività,specialmente sulle donne.

Trasferito il 24 Settembre nel reparto malati gravi .

 

 

“Ecco. Mia madre ora mi verrà a svegliare. E io dovrò subire il centomillesimo primo giorno di scuola. Forse mi ero illusa di poter rimanere in California. Ormai eravamo lì da quasi due anni. Non ho certo fatto fatica ad abituarmi al caldo e a quegli addominali che vedevo dalla finestra della mia camera.

Massachusetts. Suona male anche solo pronunciarlo.  Newton North High School. Questo è il mio roseo futuro. Newtonville. Sì, decisamente dopo il primo giorno farò le valige e mi faccio internare al manicomio qui affianco.

Ma proprio questa casa doveva scegliere? Questo orrore bianco, con a pochi passi un recinto con il fil di ferro? Direi che con l’età che avanza diventa sempre peggio quella donna.

Per di più quel genio di mio padre ha permesso tutto questo. Non si è opposto a niente. Alla fine lui ha la sua bionda e i suoi due nuovi figli perfetti. Cosa se ne va di una Sarah nervosa,pessimista e prossima a entrare in un ospedale psichiatrico?”

Con un rumore tremendo della porta la testa di mia madre fa capolino.

-Cara alzati, tra poco passa il Bus!

“Come da manuale. Anzi. Bene. Su. Forza e coraggio, è una vita di passaggio!” Rido della mia pessima battuta.

Mi vesto velocemente con degli anonimi jeans e una maglia ancor più anonima.

Guardandomi allo specchio non posso far altro che sorridere, ho ancora addosso l’abbronzatura californiana, che mette in risalto gli occhi azzurri, incorniciati da dei riccioli neri. Guardo la mia figura, che sembra già più depressa di tre giorni fa.

Mia madre si sporge,cercando di darmi un bacio in fronte.

-Ma, ho diciassette anni, evita.

Pessimo tentativo di chiedermi scusa per avermi trascinata a forza fin qui. Stupido posto insulso. Newtonville.  California. Newtonville. California. Chi mai si sogna di andar via dalle spiagge bianche? Noi. Certo.

Il sole la stancava a mia madre. Deve andare a cercare la pioggia, i  nuvoloni che già si stanno formando sopra le nostre testa, carichi di pioggia. I tornado e le trombe d’aria. Decisione molto saggia direi .

Mentre mi avvio sul vialetto, alla fermata del pullman, mi guardo alle spalle. L’edificio bianco e rosso torreggia su casa nostra. Le sbarre alle finestre sembrano urlare “nessuno può scappare da qui. E nemmeno tu puoi scappare da Newtonville Sarah. Sei legata ormai qui.” Dei brividi mi passano veloci sulla schiena. Il giardino sembra piuttosto curato a vederlo. Ci sono qua e là uomini con divise azzurrine che camminano avanti e indietro stanchi, trascinando braccia e gambe.

“Pensavo che i manicomi fossero spariti da tempo.” penso. “No, ma certo. Sono a Newtonville. Qua tutto è possibile.” Rido con disprezzo, mentre salgo sul pullman pieno di ragazzi dai volti assonnati. Sto pullman è stranamente silenzioso. Quasi controvoglia di rimette in moto e parte verso un edificio giallo e rosso.

“Benvenuta nel vero manicomio Sarah.” Mi dico appena scesa dal pullman, mentre varco la soglia della Newton North High School .

  
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