Anime & Manga > Lady Oscar
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Autore: etienne86    11/09/2011    10 recensioni
La storia comincia dall'incidente a Saont Antoine e procede abbastanza fedele all'anime, ma una scelta determinante di Andrè e la presenza di nuovi personaggi cambieranno il corso degli eventi
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 16 Capitolo 17

Oscar si avvicinò al drappello di soldati, chiedendo ad Andrè e Gustave di allontanarsi.
Il padre non potè ignorare quanto la figlia avesse mantenuto uno sguardo fiero e coraggioso, nonostante l'abbigliamento le conferisse grazia e delicatezza. Non erano certo la divisa e la spada l'origine della sua forza d'animo. Provò una punta di orgoglio nell'ammirare la giovane donna che gli si parava innanzi e notò qualcosa di inedito nei suoi occhi e nell'espressione del suo viso, quella particolare bellezza che solo l'amore può portare.
"Siete venuto per arrestarmi?" chiese Oscar, spostando lo sguardo  dai soldati  dietro al generale alla pergamena che il padre stringeva in una mano. 
"No, Oscar" le rispose con voce rassegnata, mentre smontava  da cavallo.
"Voglio solo parlare con te"
C'era un tono di tristezza e rimpianto nella sua voce.
Seguì la figlia verso una piccola panca di marmo bianco in mezzo al giardino di Therese Dressie.
Il generale si sedette e cominciò a guardarsi attorno. Sembrava prendere tempo.
Oscar pensò che non lo aveva mai visto così, le parve persino invecchiato.
"Quanti fiori, qui attorno. E' certamente un luogo un po'...selvatico" commentò.
"Madame Dressie  adora la natura..."
"Già, Madame Dressie- ripetè il generale in tono sarcastico- la notorietà dello scandalo di cui fu protagonista trentanni fa è seconda solo alla fama di suo marito come farmacista..."
La figlia non rispose, infastidita da quel commento.
"Ti ha già sposato?" Chiese bruscamente
voltandosi verso Andrè, che li osservava in lontananza.
La donna scosse la testa.
Seguì un momento di silenzio.
"Ascolta, Oscar. Come ti ho già detto quando ricevesti l'offerta di matrimonio del conte de Girodel, sono sinceramente pentito di averti cresciuto come un uomo. Lo sono ancor di più adesso che il nostro paese versa in una situazione così critica. Quanto mi sarebbe stato di conforto saperti lontano dagli scontri, protetta nella casa di uomo che si prendesse cura di te!"
"Purchè quell'uomo fosse nobile..." aggiunse Oscar.
"Io ti ho messo accanto Andrè, ed è l'unica scelta di cui non mi sono mai pentito. Non credo esista al mondo qualcuno che possa amarti quanto lui, e se fosse stato un aristocratico avrei caldeggiato la vostra unione da sempre. Ho saputo che ti avrebbe reso felice prima che lo capissi tu..." concluse con amarezza.
"Un tempo mi sarei scagliato con violenza contro una vostra relazione, ma oggi, coi cambiamenti che incalzano, mi rendo conto che una differenza di rango che mi appare incolmabile può davvero non significare nulla. Il mondo in cui sono cresciuto e in cui ho vissuto sta crollando e forse, nella nuova era che lo seguirà, un rapporto come il vostro sarà considerato accettabile.
Ma il tuo titolo nobiliare, Oscar, non è come un' uniforme, che ti puoi togliere e gettare via. Fa parte di te, parla delle tue origini, racchiude quello che sei. Non voglio che ci rinunci! Non devi farlo per Andrè!"
"Padre, io ho deciso..."
La interruppe, alzandosi e dirigendosi verso il giovane.
"Lo sai che se un popolano vuole sposare un nobile deve chiedere il permesso del Re?"
Gli chiese bruscamente.
Senza aspettare la sua risposta, gli allungò la pergamena col sigillo dei Borboni.
"Questo è il permesso per l'unione tra la contessa Oscar Francois de Jarjayes ed Andrè Grandier, uomo privo di titolo nobiliare"
Andrè era sinceramente senza parole.
"Ricordati che grazie a questo documento lei rimarrà sempre mia figlia, anche quando sarà tua moglie!"
Poi si sfilò dalla sella un cofanetto di legno e glielo consegnò.
"Questo ve lo regala mia moglie e so che tua nonna ha voluto aggiungere qualcosa"
Andrè aprì la piccola scatola di legno. Era un carillon che aveva sempre amato da bambino, a cui non osava nemmeno avvicinarsi, perchè di proprietà della contessa... Conteneva la statuetta di una creatura mitologica, una piccola sirena dai lunghi capelli biondi, come  Oscar. Nel piccolo vano al di sotto di questa, la madre di Oscar aveva messo diverse banconote.
Ma Andrè fu colpito da un piccolo sacchetto di velluto consunto, che rammentava  gelosamente custodito da Nanny nel suo portagioie. Sentì sotto le dita la forma di un piccolo anello.
"Credo fosse  di tua madre" spiegò il generale, distogliendo lo sguardo.
Andrè lo sfilò dall'involucro e si trovò tra le mani un anello d' argento, annerito, con un cameo di corniola.
Si sedette ammutolito, mentre una lacrima sfuggiva al suo occhio e solcava silenziosa il suo volto.
Il generale  si avvicinò al suo cavallo, pronto ad andarsene.
"So che le darai tutte le gioie che una giovane donna merita. Ti chiedo solo una cosa"
Il giovane tornò a fissarlo con la vista appannata dalle lacrime.
"Lasciate Parigi! E prenditi cura di lei come del più prezioso dei fiori!"
Poi rivolse un ultimo sguardo alla figlia.
"Addio, Oscar"
La giovane gli prese la mano, prima che spronasse il cavallo.
"Non ditemi addio, padre. Sono certa che ci rivedremo"
Ma l'uomo non riuscì a risponderle, tormentato, suo malgrado, da un triste presentimento.

  
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