Sirius
si guardò intorno, stupito.
Non
era mai stato in un aeroporto prima d’allora. C’era
un via vai immenso di
persone, valigie, c’era tutta la fila per il check in, le
sale
d’attesa…l’aeroporto di Londra era
grandissimo e si guardò intorno, spaesato.
Keira
era seduta circondata da valigie, accanto al suo agente.
Avevano
già salutato la famiglia Weasley, Sirius aveva preso una
vacanza dal suo lavoro
al Ministero ed aveva abbracciato e salutato Remus, Tonks e Teddy,
raccomandando a Remus di non fare altri figli perché non
voleva essere di nuovo
zio (e beccandosi un’occhiataccia generale).
Ma
la famiglia Potter non c’era.
Possibile
che non sarebbero venuti a salutarlo?
Lily
e Keira avevano avuto un addio strappalacrime il giorno prima, fatto di
abbracci, promesse e stritolamenti vari.
Ma
Sirius non parlava con James da giorni ed il Malandrino gli teneva
ancora il
broncio come un bambino.
Aveva
chiarito con Harry, aveva sentito da quel ragazzo parole molto
più sagge di
quelle dette dal suo migliore amico, ma ora dov’erano?
Una
testa rossa si fece largo tra la folla, trafelata, il viso arrossato,
gli occhi
luminosi.
“Sono
qui!”esclamò e corse verso di Sirius.
Sirius
lasciò che Lily l’abbracciasse stretto, cingendole
la vita ed accarezzandole i
capelli.
“Mi
mancherai moltissimo.”disse lei, gli occhi chiusi.
Come
avrebbe fatto senza quello scalmanato in casa?
Certo,
sarebbe stata più tranquilla, ma…si trattava di
Sirius.
L’adorava.
Harry
guardò il padrino, abbozzando un sorriso.
“Non
credevo avresti accettato.”disse Sirius, guardando quegli
occhi color smeraldo.
“Era
giusto così.”disse, semplicemente, il ragazzo.
Sirius
lo trasse a sé e lo abbracciò stretto, posandogli
una mano dietro la schiena ed
una tra i capelli.
“Stai
attento, mi raccomando. Non ti cacciare nei guai ed ascolta i
tuoi.”
“Sirius,
non sono un bambino.”protestò Harry, ma sorrideva
a quelle attenzioni.
“D’accordo,
ma per noi lo sarai sempre.”
Gli
arruffò i capelli prima di voltarsi verso l’ultimo
Potter.
James
guardò il suo migliore amico, senza battere ciglio.
Era
strano vestito con abiti babbani, come lo erano d’altronde
anche lui, Lily ed
Harry.
“Ti
dovrai abituare ad indossare quelli.”disse, solo, indicando i
jeans e Sirius
rise.
“Non
avercela con me.”mormorò. “Non voglio
partire sapendo che mi odi.”
James
sgranò gli occhi.
“Non
ti odio, idiota. E mi dispiace.”
“Di
cosa?”
“Di
essere stato immaturo.”
James
sentì il cuore battere forte.
“Mi
mancherai, Ramoso.”
Sirius
strinse James a sé, stupendolo.
Di
solito Sirius non l’abbracciava mai.
Sirius
sentì le lacrime pungergli gli occhi e le trattenne.
Si
trattava solo di due mesi e poi si sarebbe smaterializzato spesso da
loro.
“Anche
tu, Felpato. Voglio che tu venga a trovarci sempre. Almeno una volta o
due a
settimana. O tutti i giorni, se ti va.”
Sirius
rise contro la sua spalla e strinse più forte
l’amico.
Lo
sentiva tentennare, perché non voleva lasciarlo andare.
Poi,
dopo un’eternità, si staccarono e Sirius e Keira
s’allontanarono, dopo che
Keira ebbe risalutato Lily e gli altri e partirono.
Dopo la partenza di Keira e
Sirius l’atmosfera
in casa cambiò radicalmente.
Prima
Harry non se n’era reso conto, ma l’arrivo della
ragazza aveva portato un
pizzico di allegria in più e Sirius e James erano sempre due
vulcani in piena
eruzione, sempre pronti a fare battute, idiote e non, a bighellonare al
lavoro…erano sempre uniti.
Anche
Lily s’era ritrovata benissimo con la sua amica. Lei, Tonks,
Keira e Molly
spesso si ritrovavano insieme a passeggiare, ad organizzare uscite e
pranzi ed
Harry vedeva sua madre serena.
Ed
ora che Sirius e Keira se n’erano andati la situazione era
cambiata.
Sua
madre era più tranquilla, ma James era decisamente
giù di morale.
E
neanche Remus, l’altro suo migliore amico, riusciva a tirarlo
su.
Lily
aveva notato, senza riuscire a trattenere un sorriso di compassione,
che James
si rifaceva mangiando…soprattutto gelati al cioccolato,
menta e cocco.
Solo
quando gli disse che sembrava una donna in gravidanza, si
beccò un’occhiataccia
e decise di lasciar perdere.
“Gli
passerà. E non credo che neanche Sirius e Keira riusciranno
a stare lontani.
Scommetto che resisteranno una settimana e si smaterializzeranno qui ad
ogni
ora del giorno.”sorrise Lily, dopo pranzo, mentre Harry
l’aiutava a sistemare
la cucina.
“Come
ne sei così sicura?”
“Li
conosco. Abbiamo vissuto per tre anni in due case, l’una di
fronte all’altra, e
praticamente od eravamo io e James a trasferirci da loro o viceversa.
Siamo
molto legati e non credo che trasferirsi in America cambi le cose,
anche se li
vedremo molto meno del solito.”
“Ammettilo,
ti manca Sirius che bighellona per la casa in boxer e
canottiera.”ghignò Harry
e Lily scoppiò a ridere.
E
continuò soprattutto quando entrò James,
chiedendosi il perché di tutto quel
baccano.
Sirius
mancava anche ad Harry.
Era
una persona travolgente, cocciuta ed impulsiva, ma era stato per anni
il punto
di riferimento del ragazzo e nonostante i suoi fossero qui continuava
ad esserlo.
Ron,
Hermione e Ginny capirono il suo stato d’animo e cercarono di
coinvolgerlo il
più possibile in gite, pranzi, partite a Quidditch.
Ma
Lily aveva ragione.
Passò
esattamente una settimana prima che Sirius e Keira si
smaterializzassero nel
salotto di casa Potter, facendo sussultare James che leggeva La
Gazzetta del
Profeta e che sguainò la bacchetta, allarmato.
Sirius
alzò le mani in segno di resa, ridendo.
“Calma,
Ramoso! Siamo in pace.”
“Voi
due…mi farete venire un
infarto!”esclamò James, correndo ad abbracciarli.
Erano
visibilmente molto abbronzati e Keira portava anche lei la bacchetta in
mano.
“Sto
imparando di nuovo a fare incantesimi e pozioni. Ma mi sono stupita di
ricordare molte cose che credevo di aver rimosso.”
“Beh,
tu sei un genietto.”rise James, abbracciandola forte.
Il
trambusto richiamò anche Lily ed Harry.
“Ma
cosa…? Sirius? Keira?”
Ci
furono altri abbracci e sorrisi enormi.
“Keira
ha appena finito di girare un video ed abbiamo tempo una settimana per
riposarci un po’.”spiegò Sirius.
“Riposarci?
Io lavoro e lui bighellona per Los
Angeles!”protestò lei, ridendo.
“E’
uno scansafatiche!”rincarò la dose.
“Ehi,
anche io lavoro. Ti accompagno sempre e…”
“Poi
ti fermi a girare per i negozi senza una meta fissa ed a comprare
souvenir.”concluse lei e tutti risero, Sirius compreso.
“Guardate
qui!”
Sirius
tirò fuori dalla borsa una maglia con su scritto Los Angeles
a lettere magiche
cangianti.
Era
davvero stupenda.
“C’è
una grandissima comunità magica a Los Angeles ed un mare
stupendo. Dovete venirci.
È incredibile. E Keira sta anche tentando di imparare a fare
surf…senza
risultati.”concluse, beccandosi uno scappellotto dalla
ragazza in questione.
“E’
bello rivedervi. Non ce la facevate senza di noi, vero?”
James
mise un braccio attorno alle spalle dell’amico che sorrise,
ricambiato.
“No,
Ramoso. Affatto.”
“Los
Angeles è bellissima, Lily. Ci sono un sacco di cose da
fare. C’è un parco
divertimenti babbano che è stupendo e ci sono stata tre
volte. C’è un
ottovolante gigantesco che ti fa fare nove giri della morte
consecutivi!”
Lily
rise.
A
Keira brillavano gli occhi mentre raccontava dei negozi, dei concerti,
del
tour…
“Sono
contenta che Sirius sia venuto con me. Non è molto
entusiasta della vita da
babbani, ma è meglio non dare nell’occhio. Il mio
agente e manager è babbano e
non voglio che sappia che ha a che fare con una strega ed un mago.
Vedessi
com’è imbranato Sirius con gli aggetti
elettronici. Sa usare solo il telefono,
perché gliel’ha insegnato Harry tempo fa, ma per
il resto è un disastro. Non sa
guidare, né chiamare un ascensore…è un
bambinone per certe cose!”
Lily
annuì, comprensiva.
Anche
James era un totale disastro con il mondo babbano!
Guardò
l’amica e le sorrise.
Keira
stava benissimo.
I
capelli scuri le incorniciavano il viso sorridente e lei strinse la
mano
all’amica.
“Ho
imparato a Smaterializzarmi, sai? Sirius mi ha ricordato come si fa. Ed
abbiamo
portato qualche libro di Incantesimi e Pozioni ed adesso so fare tutte
le
pozioni più utili ed anche molti incantesimi.”
Era
entusiasta.
“Non
credevo che la magia mi sarebbe mancata tanto, sai? Credevo di poter
vivere
senza. Ma da quando vi ho rivisti, ho rivisto tutte le vostre
magie…s’è
risvegliato qualcosa dentro. Mi mancava e non me n’ero
accorta.”
“Perché
fai parte di questo mondo, tesoro. È normale. Sono contenta
che tu sia
ritornata quella di un tempo. La mia streghetta ribelle!”
“Sono
cresciuta, Lilian cara.”rispose lei, fingendo una voce
altezzosa, ma subito
scoppiò a ridere.
“Sirius
non vedeva l’ora di tornare qui. Non sentirvi per una
settimana è stata dura
per entrambi, ma non potevamo sparire in continuazione, né
volare dall’America
fin qui. Ed i gufi ci avrebbero messo un’eternità
ad arrivare.”
“Ed
i telefoni?”
“Sequestrati.”ammise
lei. “Non so chi sia riuscito a trovare il mio numero di
telefono, ma mi hanno
chiamato a tutte le ore del giorno e della notte.”
“Chi?”chiese
Lily.
“I
miei fan. Alcuni molto pervertiti, fatto sta che Sirius ha imprecato
loro
contro e distrutto il telefono. E quindi ho deciso che forse era meglio
lasciar
perdere con quell’aggeggio.”
Risero.
Sirius
geloso era sempre un bello spettacolo.
“Non
credevo saresti tornato così presto!”
James
lanciò a Sirius la Pluffa così forte che lo
colpì allo stomaco e l’uomo cadde
all’indietro.
Si
rialzò dolorante e risentito.
“Ancora
arrabbiato, Jamie?”
James
parò il suo colpo. Potentissimo.
“Sì!”e
lo rilanciò. “Ma sono contento che tu sia
tornato!”
“Già,
papà era in fase depressiva.”aggiunse Harry che si
godeva la loro partita.
Sirius
rise, con la sua risata simile ad un latrato e ghignò a
James.
“Beccato.”
“Mi
è mancato il Quidditch.”ammise Sirius, dopo un
po’.
S’era
disteso sul prato, tra James ed Harry e guardava il cielo sgombro di
nuvole.
“Lì
non c’è?”chiese James.
“No.”mugugnò
l’altro.
“Come
avete passato la settimana senza di me, piagnistei di James a
parte?”
James
gli mollò un pugno, risentito, facendolo, però
ridere.
“Nulla
di che. Lily ha deciso che vuole trascinarci a Privet Drive dai
Dursley.”mugolò
James.
Non
gli andava per nulla l’idea e sapendo come avevano trattato
Harry nel corso
della sua vita sarebbe andato lì a farne una strage.
“Perché?
Se Petunia vi vede vivi, come minimo muore seduta
stante.”ridacchiò Sirius,
coinvolgendo James.
“Non
lo so. Forse vuole recuperare i rapporti con loro.”disse
Harry.
“Harry,
tua madre e quella cavalla della sorella non si sopportano. Credo che
voglia
andare lì solo per urlare loro contro. Io farei
così, almeno.”
“Non
ce la vedo la mamma a fare così. È tipico di te e
Sirius un comportamento
così.”
“Andiamo,
non ti vendicheresti? Dopo tutto quello che ti hanno fatto
passare?”chiese
James.
Era
indignato e guardava il figlio, stupito.
Dopo
tutte le sofferenze, la reclusione, le botte…Harry non aveva
voglia di rivalsa?
Neanche
un po’?
Lui
l’avrebbe avuta, ma forse Harry era meno scalmanato di lui.
Harry
rifletté.
Era
vero.
Aveva
sofferto e molto con i suoi zii, era stato maltrattato,
insultato…ma ora che
aveva riavuto la sua famiglia tutto sembrava così irrisorio.
“Io
li farei neri. Solo la minaccia che io ero un pazzo terrorista li ha
spinti a
trattarti meglio!”aggiunse Sirius, ma Harry
scrollò le spalle.
“Ragazzi,
entrate! È ora dei souvenir!”esclamò
Keira da dentro.
Keira
e Sirius avevano praticamente svaligiato tutti negozi e rovesciarono
sul tavolo
del salotto una miriade di cose, tra cui magliette, calamite, tazze,
bicchieri
pieni di immagini di Los Angeles, di Hollywood, della Walk of
Fame…
“E
questi sono biscotti al rabarbaro e cocco!”
Keira
diede a Lily una scatola enorme che per poco non le cadde di mano.
Era
pesantissima!
“Ma
avete saccheggiato quanti negozi?”chiese James, mentre
osservava incuriosito
una calamita con la scritta LA dorata.
“E
questa cos’è?”
“Calamita,
papà. Ti attacca alle cose di
ferro.”spiegò Harry con una risata.
Possibile
che non sapesse cosa fosse una calamita?
“E
domani venite tutti con me e Sirius al parco
divertimenti!”decretò.
“Cosa?”
James
la fissò, incredula.
“Non
voglio sentire risposte negative, perché io e Sirius abbiamo
già preso 7
biglietti, anche per Remus e Tonks. Il piccolo Teddy non può
venire,
purtroppo.”
Keira
era allegra.
Adorava
quel parco divertimenti.
“Keira,
ho del lavoro da fare!”protestò James.
“Oh,
andiamo! Goditi la vita, James! Devi venire. Così ti
facciamo vedere il nostro
appartamento e potete stare da noi quanto volete!”
Sorrideva,
un sorriso a 32 denti.
Non
c’era verso di dirle di no.
James
ed Harry non erano mai stati in nessun parco divertimenti, ma quello
era una
vera e propria città, da far sentire spaesati i nuovi
arrivati.
C’erano
montagne russe, ottovolanti, bumping jumping…
Keira
insistette per salire su tutte quelle più alte e pericolose
e loro furono
costretti a seguirla.
Tonks
e Remus furono felicissimi di poter riabbracciare Sirius e di vederlo
così
felice e rilassato.
Erano
anni che non si sentiva così bene con qualcuno e quel
qualcuno era la sua
Keira, che stava salendo per la terza volta sulle montagne russe,
trascinando
con sé una pallidissima Lily ed una ancora più
pallida Tonks.
Sirius
approfittò per girovagare con James, Harry e Remus per il
parco, gustandosi un
mega gelato.
Faceva
davvero caldissimo.
Dopo il terzo giro della
morte, Keira decise
che non ne poteva più ed appena scesa, corse in bagno,
accompagnata da una
preoccupata Lily ed un’ansiosa Tonks, dai capelli, stavolta,
viola e panna.
Sembrava
un gelato dal gusto strano.
Lily
udì l’amica dare di stomaco e sospirò.
“Te
lo dovevi aspettare dopo tre giri su quel coso! Io non mi reggo in
piedi!”disse
Lily, saggiamente, sedendosi sul davanzale della finestra ed aspettando
che le
sue gambe smettessero di tremolare.
Tonks,
invece, era in ottima forma.
Keira
uscì, pallidissima.
“Non
è colpa di quell’affare. L’ultima volta
è stata una settimana fa e ci sono
andata 8 volte e sono stata benissimo. È da qualche giorno
che ho sempre
nausea.”
Si
sciacquò il volto, guardandosi allo specchio.
Vide
la sua immagine restituirle lo sguardo, cerea.
“Da
qualche giorno? Sei sempre venuta qui?”chiese Tonks.
“No.
Non credo c’entri il luna park.”disse, calma.
Ci
stava pensando da qualche giorno.
“E
cosa allora? Non stai bene? Dobbiamo andare
all’ospedale?”
Keira
scosse il capo e si riavviò i capelli scuri.
Gli
occhi azzurri erano limpidi quando disse:
“Meglio
una farmacia.”
Lily
e Tonks si scambiarono uno sguardo, senza capire.
“Una
farmacia? Ma cosa dici? Se stai male è meglio un ospedale
e…”iniziò Lily, ma
Keira prese la mano a lei ed a Tonks e le strinse.
“Lily,
Tonks, ho un ritardo.”
Cadde
il silenzio.
Poi
Lily e Tonks parlarono.
“Vuoi
dire che sei…”
“Ne
sei sicura?”
Le
due ragazze parlarono all’unisono, per poi scambiarsi
un’occhiata divertita.
Keira
ridacchiò, un po’ tesa.
“Non
lo so.”
“E’
da meno di un mese che ti vedi con Sirius…sei sicuro sia
suo? Oppure è…”chiese
Lily.
Keira
scosse il capo.
“No,
non è di Ethan. Me ne sarei accorta prima. Credo sia recente
la cosa.”
“Ok,
in farmacia!”esclamò Tonks e le
trascinò di corsa fuori dal bagno.
Urlarono
a dei stupiti ragazzi che Lily aveva bisogno di un’aspirina e
corsero via.
“Siete
delle matte! Volete farlo qui?”
Keira
guardò incerta la stecchetta del test.
Tonks
saltellava in bagno, ridendo.
Era
emozionata, più di Keira che era cerea.
La
cantante guardò le amiche.
“E
se lo fosse? Se fossi davvero incinta? Cosa accadrà tra me e
Sirius? Insomma,
ci siamo visti solo un mese ed ora…”
“Tesoro,
lo conosci da 4 anni e vi amate. Se fossi incinta, salterebbe dalla
gioia.
Vedessi come si spupazza mio figlio e coccola e protegge
Harry.”disse Tonks,
tornando seria.
Erano
chiuse tutte e quattro nel cubicolo e Keira sospirò.
Si
sentiva male, ma non era la nausea.
Era
una sensazione alla bocca dello stomaco.
Un
misto di paura, ansia, terrore…eppure c’era anche
desiderio, gioia, sepolti in
fondo.
Osservò
la bacchetta di plastica, sospirando sonoramente.
Lily
la guardava, curiosa.
Keira
non era mai stata un tipo materno.
Aveva
adorato coccolare Harry da piccolo e stravedeva per Teddy, ma non
l’aveva mai
immaginata diventare madre.
E
Sirius, poi!
Sirius
era ancora un bambinone che giocava a Gobbiglie con James e che
organizzava
scherzi idioti.
Poi
pensò al modo in cui trattava Teddy, come lo coccolava e si
prendeva cura di
lui e come aveva protetto Harry nel corso degli anni, come
l’aveva ascoltato,
come s’era preso cura di lui, rischiando continuamente la
vita e capì che sì…ce
l’avrebbero fatta se…
“E’
blu… Che significa blu? Tonks! Vedi il foglio delle
istruzioni!”esclamò Keira
prima tetra, poi allarmata e quando Tonks le lanciò uno
sguardo carico di
significati capì.
Cavolo…era
davvero incinta.