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Autore: strongfordrew    11/09/2011    1 recensioni
Allora, come vedete sono tornata con un'altra fanfiction dopo aver risolto parecchi problemi nella mia vita personale. Comunque in questa fanfic Peter ha 19 anni, Susan 18, Edmund 17 e Lucy 16 e ci sarà inoltre la presenza di un incesto. Quindi se vi da fastidio, io vi ho avvertiti.
Comunque la storia sarà narrata dal punto di vista di Susan e non tiene conto dei fatti dei successivi libri.
Spero che, come l'altra mia precedente fanfiction, sarà di vostro gradimento.
Recensite, se vi va, anche se sono critiche. Mi serviranno per migliorarmi.
{Susan/Peter}
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edmund Pevensie, Lucy Pevensie, Peter Pevensie, Susan Pevensie, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 3.
 
Due occhi di cielo dentro i miei
lo stringo forte a me
le sue parole dolci più che mai....
____________________________________________
 
"PETER! PETER! LUCY, DOVE DIETE?" Urlo disperata. Le voci ora si fanno più nitide e sembra che provengono da dietro un'enorme roccia davanti a me. Mi arrampico e in pochi secondi la scavalco insieme a Ed e al nano. 
 
Eccoli. Lucy sta quasi di fianco a me e guarda Peter- puntato con una spada alla gola da un ragazzo dai capelli corvini- ansiosa, quasi temesse la reazione di nostro fratello che non si è ancora accorto della nostra presenza. Intorno a loro vi sono tutti gli abitanti di Narnia e i soldati nelle loro armatura, quasi si aspettassero un nostro attacco.
 
"PETER!"Grido ancora una volta per richiamare la sua attenzione.
 
"Oh, Susan. Perchè ti sei alzata? Sei ancora debole, non credi che dovresti riposare?" Mi domanda con volce dolce. Mi avvicino a lui sorridendo, scuoto la testa e lascio che mi passi un braccio intorno alla vita tirandomi verso di sè.
 
"Sicura?"
 
"Sicurissima. Tranquillo." Rispondo. Poi volto lo sguardo verso il ragazzo che punta ancora la spada contro la sua gola  e guarda confuso il suo braccio intorno alla mia vita. Arrossisco ancora una volta. Peter sembra che se ne sia accorto, perchè sorride e mi avvicina ancora di più a sè. Ma in questo momento non oso guardarlo per potermene accertare, sono troppo occupata a cercare di capire chi è il ragazzo di fronte a noi.
 
"Tu sei Re Peter!" Esclama lui come colto da un'illuminazione.
 
"Si, credo tu ci abbia chiamati, principe Caspian." Ah, ora ho capito. 
 
"Oh, si. Immagino che voi vogliate sapere la storia completa."
 
Io e i miei fratelli annuiamo. Dopotutto siamo i re e le regine di Narnia, abbiamo tutto il diritto di sapere cosa sta succedendo e il dovere di intervenire.
Ci fanno strada attraverso la foresta e attraversiamo uno o due fiumi con delle barche. Poi, eccoci arrivati. Davanti a noi si estende un enorme campo di battaglia e alla fine vi è una specie di fortezza costruita interamente in pietra. 
Giunti a quella che dovrebbe essere l'entrata, i centauri si dispongono in due file e sollevano le spade. Noi (io, Peter, Edmund e Lucy) ci avviamo verso l'enorme portone per primi, essendo i regnanti, gli altri ci seguono poco dopo.
 
Un centauro, Oreius, ci mostra la fortezza e le nostre stanza. Ne abbiamo una ciascuno, poi ci sono quelle dei soldati, del principe Caspian, e le altre che ospitano il resto degli abitanti quasi tutti arruolati. Poi ci sono quelle destinate alla zona guerra: una per le armi, un'altra per le armature e un'altra ancora è destinata a produrre attrezzi come catapulte ecc...
Ora siamo nella stanza principale, dove di solito si fanno le riunioni e si discute sulla situazione. 
 
"Vedete" Comincia il principe. "Mio zio Miraz, ha ordinato ai suoi uomini di uccidermi perchè vuole prendere il mio posto come Re di Telmar. E questo non può succedere finchè io sarò in vita perchè, essendo l'unico erede del defunto Re, il trono è mio di diritto. Per questo ha convinto tutto il regno che io sono l'istigatore della rivolta degli abitanti di Narnia."
 
"Ma cos'è successo a Narnia, mentre noi non c'eravamo?" Domanda Edmund.
 
"Narnia, una volta che voi, Re e Regine ve ne siete andati, è rimasta priva di protezione quindi i miei antenati hanno attaccato i suoi abitanti fino a impossessarsi del territorio e a cacciarli. Poi, con l'ascesa al trono di mio padre la guerra e le persecuzioni sono finiti. Però mio padre è morto, non so a causa di chi ma ne ho una vaga idea adesso, e Miraz ha preso il potere. Per ora non si è ancora spostato dal castello, ma non posso garantire che si trattenga molto dal dichiarare guerra." Nel precisare "una volta che voi, Re e Regine ve ne siete andati" la sua voce aveva assunto un tono amaro, quasi arrogante.
 
"Ci tengo a precisare che noi non ce ne siamo andati intenzionalmente e che non ne abbiamo tutt'ora intenzione!" Sibilo nella sua direzione. Non mi piace come si rivolge a Peter e a me. Quasi fossimo di troppo. E non ho esitato a ricordargli che è stato lui a chiamarci.
Lui mi guarda di sfuggita, come se non fossi degna della sua attenzione, e prende a guardare i miei fratelli e Lucy. Peter se ne accorge e indurisce lo sguardo. Poi si rivolge ai soldati.
 
"Allora, prima di tutto. Come siamo messi riguardo ad armi?" 
 
"Mio Signore, se mi posso permettere. Io e i miei uomini abbiamo procurato armi a sufficienza per l'intero esercito e ci stiamo occupando delle altre." Risponde Ripiccì. Ripiccì è un grazioso topolino che fa parte dei cavalieri di Narnia insieme alla sua squadra. Ed e Lucy l'hanno subito preso in simpatia per il suo carattere allegro e coraggioso. Io e Peter (ma sopratutto lui, per il fatto che sia un abile spadaccino) ne siamo altrettanto entusiasti. 
 
"Bene Rip. Io propongo di trarli in un'imboscata: attaccheremo il castello!" Dichiara mio fratello. Ed annuisce insieme a me. Perchè per quanto ben equipaggiati non potremmo resistere a lungo in caso di attacco.
Di solito sono più pacifista( non a caso sono stata nominata la Regina Susan, la Dolce.) ma se penso a quello che il mio popolo ha passato durante tutti questi secoli non posso trattenere la rabbia e anche il desiderio di vendetta nei confronti dei persecutori.
 
"Quel castello non è mai stato invaso prima d'ora! Sarebbe un suicidio!" Esclama inferocito Caspian.
 
"Ma non possiamo lo stesso resistere qui ancora a lungo!" Ribatto io. Lui mi guarda male.
 
"E poi, se non avessi notato questa non è una fortezza, è una tomba! Non siamo in grado di proteggerci e progettare un piano d'attacco allo stesso tempo!" Interviene Peter che poi si gira verso Oreius, il capo dei centauri.
In effetti quella che a prima vista mi era sembrata una fortezzasi si è rivelata più simile ad una tomba, considerato che ci troviamo sotto terra.
 
"Se riesco a farvi entrare lì, vi occuperete delle guardie?" Il centauro lo guarda per un attimo poi risponde con voce sicura, venerante. 
"Fino alla morte."
 
"È proprio questo che mi preoccupa. C'è solo una possibilità per voi: morire lì o morire qui."
 
"Lucy, ragiona. Non possiamo difenderci qui sotto, e non abbiamo neanche il tempo di progettare un piano d'attacco in caso ci prendano alla sprovvista." Le dico io. Sembra convincersi."Quindi, li attaccheremo prima noi." Annuisce e mi sorride, questa volta convinta del tutto.
Caspian si reca nella sua stanza sbattendo la porta. Peter stringe i pugni alla vista. Le accarezzo un braccio, un po' imbarazzata, cercando di infonderle calma poi mi dirigo anche io verso la mia.
 
È piccola, con un grande letto a baldacchino al centro e un armadio sul lato est. Non è di certo uguale ad una stanza che ben si addicerebbe ad una regina, ma di questi tempi non si può pretendere molto. E poi forse la preferisco così, non mi sono mai piaciute le cose sfarzose. Sul lato ovest invece c'è un'altra porta oltre la quale vi è il bagno. Entro, mi sfilo l'abito marrone e lo sostiuisco con una vestaglia bianca, un po' trasparente, che ho trovato dentro l'armadio. Mi pettino i capelli che subito assumono la solita forma ordinata di lunghi boccoli anzichè l'acconciatura trascurata di prima.

Avanzo sino al letto e faccio per sdraiarmi, quando sento che qualcuno apre piano la porta.È Peter. Sembra voler dire qualcosa ma si blocca e sorride vedendo la mia vestaglia. Arrossisco sotto il suo sguardo intenso, quasi stessi bruciando. Ma non mi sento come quella volta del cervellone: lì ero schifata, adesso sono piuttosto imbarazzata ma quasi...compiaciuta di fare quest'effetto a mio fratello. 
Cerco di scacciare quei pensieri dalla mia testa ma per sbaglio i miei occhi incrociano i suoi e la mia mente viene invasa da una strana sensazione. Lo vedo avanzare verso di me e fermarsi a pochi passi di distanza. Posso sentire il suo dolce profumo: miele e dopobarba alla menta.
 
"Volevo solo dirti grazie per avermi sostenuto oggi. E mi dispiace che tu debba sopportare quel principino che si crede chissà chi. Tu fai tanto per me che a volte ho la senzazione di non fare io altrettanto per te."
 
"Non preoccuparti Peter. Tu fai tantissimo ogni giorno per me, e lo so che ci tieni. Non c'è bisogno che me lo dimostri, mi basta che tu mi stia vicino qualunque cosa accada nel momento in cui mi sentirò di cadere, come hai sempre fatto fino ad ora."Deglutisco dal nervoso che mi procura la sua vicinanza ma cerco di rassicurarlo lo stesso. Lui mi sorride, ma credo si sia accorto dell'effetto che ha su di me perchè si china verso il mio viso e sussurra:
 
"Allora buonanotte Susie." Poi si volta ed esce dalla stanza silenziosamente.
Sento che potrei svenire e mi tremano le gambe tanto da dovermi sostenere ad un palo del letto. Poggio una mano sul mio petto, sento che il mio cuore ha preso a battere veloce come le ali di un colibrì e potrei giurare che sulle mie guance ora sia apparso un lieve rossore in contrasto con la mia carmagione chiara. 
Mi sdraio sul letto e chiudo gli occhi nella speranza di tranquillizzarmi. Poi, pian piano, mi lascio cadere tra le braccia di Morfeo.
   
 
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