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Autore: raimbowcomet    11/09/2011    13 recensioni
-E’ tua abitudine ficcanasare negli armadietti altrui?- chiese una voce alle sue spalle.
-C…Come scusa?
-Oltre che ladra anche sorda?- ironizzò lui- quello è il mio armadietto.
Un espressione perplessa si dipinse sul volto della ragazza:
-No penso ci sia un errore, questo è il mio- disse indicando il foglietto che aveva in mano.
-Sono arrivato prima io- fece lui.
-Ma si può sapere chi sei?- domandò stizzita.
-Io-sorrise sghembo- sono Edward Cullen carina- schioccò la lingua portandosi un dito al petto.
-Ed io- rispose lei portando il dito di Edward verso il suo petto- sono Bella Swan e questo- puntò il dito del ragazzo- è il mio armadietto, facile no?- parlò lentamente come ad un bambino.
-Ladra, sorda e acida…ma da dove esci?- chiese squadrandola da capo a piedi.
~
Era stanco di provare a resisterle, aveva desiderato baciarla e stringerla a lui dal primo istante in cui l’aveva vista di spalle. Non si sarebbe più negato tutto ciò, avrebbe fatto soltanto quello che desiderava da bravo egoista: avrebbe allungato le mani e afferrato senza chiedere ciò che era suo di diritto.
~
-Ehi ladra! Sei libera per il ballo?
-Forse stalker..forse.

[one shot + 3 extra]
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Jasper Hale, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Ecco a voi la prima parte dell'extra! La seconda sarà pubblicata prossimamente!
Spero lo apprezzerete, come sempre lo dedico alla rottura conosciuta come kresbiten.






Isabella sprofondò nel comodo sedile di prima classe dell'aereo e sbuffò pesantemente:

-Non ci posso credere! Ci è riuscita davvero!- incrociò le braccia sotto al petto.
-Pensavo te ne fossi resa conto un po prima amore- le fece  notare Edward.
-Si stupido ma questo rende tutto così...reale!- cercò di spiegare gesticolando. Lui rise e le lasciò un dolce bacio sulla guancia:
-Tu e i tuoi discorsi intricati!- lei mugugnò qualche insulto ed estrasse il cellulare dalla borsa componendo prima un messaggio di vita o di morte (la destinataria l'avrebbe uccisa altrimenti):
“Aly siamo appena saliti, appena arriviamo ti telefono, già mi manchi tantissimo!! :'(  salutaci Jazz e non combinare casini! Ti voglio bene, Bella”
e poi uno breve e lapidario:
“Mamma stiamo per decollare, per le 4 dovremmo essere lì.
Bella”
Ebbene sì.
Renee l'aveva convinta a trascorrere una settimana durante le vacanze estive a Phoneix. Voleva finalmente conoscere il suo fantomatico ragazzo.
Ovvero Edward Cullen, orgogliosamente il suo ragazzo da  nove mesi a quella parte, che aveva accettato l'invito senza pensarci due volte: tutto pur di non staccarsi neanche sette giorni dalla sua amata.
Non poteva essere più entusiasta: sole, mare e divertimento in Arizona! Forse Bella ci era abituata ma lui di certo no. Non si sarebbero annoiati e anche se sapeva che lei non si era trovata molto bene in quella città, ora le sarebbe stato lui accanto e non avrebbe avuto modo di preoccuparsi.
In realtà, quello che “terrorizzava” la mora era ben altro: un confronto diretto con la madre dopo tanto tempo; certo si erano tenute in contatto: telefonate, messaggi, skype (Renee era una tipa molto tecnologica) ma non si erano mai viste e anche se le aveva parlato fino allo sfinimento del suo ragazzo perfetto, aveva paura della sua reazione.
Sua madre aveva un comportamento decisamente poco consono all'età che in realtà aveva. Più volte quando viveva con lei l'aveva vista cinguettare con dei ragazzi dell'età di sua figlia e la cosa non le era mai andata giù.
Certo, ora si era risposata ed era felice, ma il terrore che si comportasse in maniera strana con Edward rimaneva anche se si fidava ciecamente di lei  (sapeva che non le avrebbe mai fatto una cosa del genere) e del suo ragazzo, quella strana sensazione non spariva. Non poteva farci nulla, questo suo lato sensibile era rimasto del “vecchio” carattere.
Sentì Edward accarezzarle dolcemente il palmo della mano che aveva preso tra la sua:
-Piccola andrà tutto bene dai: riabbraccerai tua madre, mi farai visitare la città, prenderemo tanto sole- la rassicurò teneramente- e finalmente divertimento senza Charlie- disse malizioso.
Lei ridacchiò e gli stampò un bacio sulle labbra:
-Pervertito!
-Oh andiamo, non sono io che ha messo in valigia certi indumenti...- ammiccò lui conscio che la ragazza non avrebbe tardato a comprendere:
-Cosa?! Come fai a saperlo?!- chiese rossa come una ciliegia.
-Chiamiamolo sesto senso- trattenne le risate a fatica, e lei alzò un sopracciglio:
-Ok...forse e dico forse...potrei aver  sentito per caso un pezzo della tua conversazione con Alice mentre ti aspettavo in salotto.
-Hai origliato?!- chiese fintamente scandalizzata.
-Andiamo su...-cercò di rabbonirla lui.
-Sei uno stalker!
-Lo so cara, e tu una ladra- le baciò il palmo della mano.
-Non è vero!- protestò  la ragazza.
-Certo e sai per caso chi ha preso il mio ipod?- chiese sbattendo gli occhi verdi come smeraldi sapendo di aver ragione.
-L'avevi dimenticato sopra il mio letto..-tentò di giustificarsi lei.
-Le cose non cambiano: ladra!- rise lui.
-Ma...- fu interrotta dalla voce metallica di una hostess all'altoparlante:
-Preghiamo i gentili signori di spegnere ogni oggetto elettronico e di allacciare le cinture di sicurezza: stiamo per decollare, grazie.
Fecero come ordinato e Bella perse interesse nel controbattere: tanto avrebbe vinto lui, come sempre.
-Me la pagherai cara- gli sussurrò appoggiando la testa sulla sua spalla e sentendo gli occhi pesanti a causa della prematura sveglia mattutina.
-Si, mettimela pure in conto piccola- bisbigliò lui sorridendo.
-Sbruffone- mugugnò.
-La mia permalosa- le baciò la testa con tutto l'amore del mondo e la strinse a se mentre sentiva il suo respiro farsi più pesante e regolare.

**

-Oh Edward sono così felice che ti piaccia casa, l'ho arredata io!- Renee non la smetteva di mostrare ogni minimo angolo dell'abitazione e ciarlare, ciarlare, ciarlare: non aveva fatto altro da quando li era andati a prendere all'aeroporto.
Il povero ragazzo non  ce la faceva più: voleva soltanto rilassarsi tenendo la sua piccola ladra tra le braccia, era troppo?
Invece la sua tenera metà l'aveva abbandonato per andare a sistemare le valigie e telefonare ad Alice, “questioni da donne” aveva detto lei facendogli la linguaccia, tradotto in parole povere?
Sei voluto venire? Ora la sopporti senza il mio aiuto!
Che fidanzata amorevole che aveva- pensò ironico, ma la adorava anche per quello.
Bella invece, era salita al piano di sopra per disfare realmente la valigia, ma una volta appuratone il contenuto, chiamò la sua adorata amica per farsi dare spiegazioni visto che aveva insistito nel prepararla lei: questa volta non l'avrebbe passata liscia, oh no.
Intanto al piano di sotto il bell'eroe dai capelli rossi era alle prese con una suocera molto attiva:
-Edward? Edward ci sei caro?- lo riscosse dalla sua trance.
-Si si certo mi scusi signora, pensavo che la casa si addice perfettamente al panorama fuori...- sparò la prima grandissima cazzata che gli venne in mente per compensare la sua disattenzione momentanea: non ne poteva più!
-Già, ci ho messo molto a decidere come verniciarla e sistemarla.  Bene ora vado a fare la spesa per la cena, ti lascio riposare in santa pace, a dopo cari, Phil rientrerà tardi questa sera quindi riposate senza problemi- gli disse tutto d'un fiato, afferrando la borsa e sbattendo la porta di casa.
Che donna bizzarra, Bella non aveva tutti i torti.
Scosse la testa e salì le scale ma anziché dirigersi nella camera degli ospiti, cioè la sua, aprì la porta della stanza davanti, ed entrando trovò la sua piccola ragione di vita addormentata, rannicchiata su se stessa e con il respiro leggero.
Si incantò a fissarla perdendo il senso del tempo, seppe solo che improvvisamente si riscosse e si avvicinò stendendosi, cercando di non svegliarla.
In un riflesso ormai del tutto normale (passavano la maggior parte delle notti insieme eludendo la sorveglianza di Charlie) lei si avvicinò e posò la testa sul petto del ragazzo che la strinse e le annusò i capelli che sapevano  di fragola: era quello il profumo che lo faceva impazzire, non aveva bisogno di importanti e costose fragranze per farlo uscire di testa.
Era così stanco che in pochi minuti si addormentò pensando che quella vacanza era cominciata proprio nel migliore dei modi.

**

Quello rosso o quello blu? Quello verde o quello arancione?
Alice le aveva infilato così tanti costumi in borsa che non sapeva davvero quale scegliere. Stava letteralmente impazzendo.
Il fatto poi che sapesse che Edward era una stanza di distanza e che l'avrebbe osservata per bene non l'aiutava affatto.
Ovviamente l'aveva vista persino nuda, pensò arrossendo, ma con un costume c'era un senso del pudore...accentuato ecco.
Si portò davanti allo specchio e riprovò più volte i vari bikini, Alice le aveva categoricamente vietato i costumi interi e lei come al solito si era fidata, per poi scartare quello arancione e quello rosso: colori troppo accesi, per lei ci voleva qualcosa di più tenue...un bel blu  magari.
Se lo infilò del colore stabilito e non si specchiò, altrimenti avrebbe ricominciato con le paranoie e non sarebbe più uscita da quella camera.
Indossò poi un vestitino  bianco completamente trasparente (prima o poi avrebbe strozzato la sua migliore amica ne era certa, a tutto c'era un limite!) e afferrando i suoi Raiban neri e calzando  le zeppe bianche “morbide”, si Alice voleva proprio morire, uscì dalla camera.
E...
Naturalmente lui era lì.
Bello come un dio, appoggiato con una spalla allo stipite della porta, che sorrideva come solo lui sapeva fare. Il cuore le perse un battito e il respiro le si incastrò in gola. Nove mesi insieme e ogni volta aveva sempre la stessa reazione dannazione! Doveva farsi curare, non c'era altro modo.
La squadrò da capo a piedi come sempre e, strabiliato dall'abbigliamento provocatorio indossato, la prese per mano e la baciò a stampo dolcemente.
Si erano già fatti beccare nello stesso letto, grazie al cielo semplicemente addormentati e con tutti i vestiti addosso, non voleva altri problemi con la madre di Isabella.
Lei ricambiò il bacio insoddisfatta storcendo il piccolo nasino e gli si appoggiò su una spalla inspirando il suo forte odore.
Anche lei non aveva saltato il rituale 'raggi X' ma lo aveva fatto con più discrezione e indifferenza, cosa che faceva sorridere entrambi.
Edward indossava un costume a pantaloncino bianco a righe sottili blu e un'aderente maglia bianca: senza neanche saperlo si erano coordinati!
Entrarono nella cucina deserta ed uscirono dirigendosi verso la spiaggia, wow era davvero colma di persone che correvano in ogni direzione, con i pattini, con la bicicletta, in auto, a piedi e ragazzini in skateboard.
Phoenix era davvero bella, pensò il ragazzo mentre riceveva le occhiate dei passanti.
-Ti porto nel mio solito posto ti va?- gli chiese con un sorriso, lui annuì e si diressero in una parte di spiaggia affollata da ragazzi più o meno della loro età che giocavano e scherzavano.
-Sai- disse lei- venivo sempre qui, ma non mi spogliavo mai, mi vergognavo troppo, non ero molto sicura del mio aspetto fisico come ora- arrossì e puntò lo sguardo in basso- così dopo un po' gli altri smisero di calcolarmi, me ne andavo sempre per i fatti miei a fare lunghe passeggiate.
Edward era a dir poco scioccato: gli aveva raccontato che la sua vita prima a Phoenix non era mai stata niente di speciale e non aveva avuto mai un ragazzo (cosa che  riteneva impossibile dato la sua bellezza e dolcezza) ma non pensava fino a questo punto!
-Bhè- la interruppe abbracciandola e seppellendo il viso nei suoi capelli profumati- ora non ti dovrai più preoccupare, perché farai romantiche passeggiate e bagni rinfrescanti con il tuo bel fidanzato- iniziò a farle solletico e così stemprò l'atmosfera.
-Su- si alzò lei spogliandosi e rivelando il ridotto bikini blu- ho sete, andiamo a prendere qualcosa da bere!- il ragazzo fece appena in tempo a togliersi la maglietta che fu trascinato dalla sua adorabile metà ad un chiosco colmo di ragazzi.
Isabella aveva troppa sete, la gola era riarsa e doveva bere qualcosa, ma aveva una folle paura di incontrare qualche sua vecchia conoscenza.
Come iniziarono ad avvicinarsi e ad avvertire le risate e le urla caratteristiche si bloccò:
-Ho cambiato idea vieni, andiamo da quest'altra parte- sussurrò tirandolo per il braccio; lui aveva intuito quale fosse il problema ma doveva superarlo, non doveva ritornare ad essere la fragile ragazza che era.
-No, mi piace questo chiosco, andiamo qui...oh, aspetta ho dimenticato i soldi, vado a prenderli, tu ordina intanto ok?- le sorrise e schioccandole un bacio sulla guancia, si diresse lentamente verso i loro asciugamani.



Perfetto, pensò la ragazza, ora cosa diavolo faceva?
Calma, si impose, non poteva farsi rovinare le vacanze per un branco di stupidi adolescenti. Respirando a fondo rilassò le spalle e riprese a camminare verso la sua meta.
Una volta arrivata sprofondò in una poltrona e portò le braccia al petto per nascondere tutte le sue forme, non voleva che la riconoscesse nessuno.
-Un bicchiere di tè al limone- ordinò con un sorriso al cameriere. Solo dopo un secondo si accorse che lo conosceva, erano allo stesso corso di letteratura quando abitava lì e faceva parte della “sua” combriccola. Lui la squadrò con insistenza ma non sembrava averla conosciuta, così fece finta di nulla e, presa la sua ordinazione, si diresse verso uno stuolo di ragazzi a due tavoli di distanza per confabulare.
Quelli, misteriosamente, si avvicinarono e scorrendo, finirono sul tavolo attaccato al suo con casualità.
Il cameriere tornò con la sua ordinazione in un lampo e una volta servita, si fece coraggio per capire se ci avesse visto bene:
-Isabella Swan?- la ragazza per poco non sputò tutto il tè che stava bevendo. Oddio, l'aveva riconosciuta! Ora cosa faceva? Come si doveva comportare? Dove era Edward? Quanto ci metteva?
Fu assalita dal panico ma si impose di restare calma, in fondo cosa poteva capitare di così sconveniente?
-Si sono io...- immediatamente tutto il tavolo di fianco occupato dai ragazzi che conosceva si girò:
-Bella!- strillò una rossa, che subito dopo identificò come l'odiosa Irina Denali- sei tornata a casa cara!- si alzò e mostrando lo striminzito due pezzi verde elettrico, andò ad abbracciarla sculettando e scoccandole due baci sulla guancia, finti come le borse che Alice si rifiutava di comprare al negozio dell'usato. Irina Denali era la cosa più vicina ad un'amica che avesse avuto in quella città, le diceva spesso quanto fosse carina, ma come lei azzardava ad infilare un paio di pantaloni un po' più stretti, la riprendeva dicendo che non le stavano bene. Con il senno di poi, aveva capito che faceva apposta, si sentiva minacciata dalla sua bellezza pura e perciò tentava di tenersela buona e “amica”.
 -Solo per  una settimana, sono in vacanza- precisò lei sorridendo finta mentre tutti la squadravano. Cosa guardavano? In sedici anni nessuno le aveva prestato la più minima attenzione, ora sembrava essere diventata l'attrazione del giorno. La ragazza non sapeva però, che era mutata molto, grazie alla sua “nuova” sicurezza appariva più bella e disinvolta, cosa impossibile agli occhi dei vecchi compagni.
-Ma sei qui da sola?- chiese la bionda fintamente dispiaciuta e con un filo di invidia: averla di nuovo qui e soprattutto in costume, non l'avrebbe aiutata, anche se si fermava per poco, forse avrebbe potuto approfittarne per farle fare di nuovo qualche figuraccia colossale, la divertiva un mondo.
-No- rispose lei palesemente fiera- sono qui con il mio ragazzo...
-Hai un ragazzo?- chiese scettica l'amica del cuore di Irina, una mora tanto bella quanto insipida.
-Sì, è andato a prendere una cosa nella borsa- spiegò- dovrebbe tornare a momenti.
Nessuno credeva che Isabella Swan, la timida e remissiva Isabella Swan potesse avere un ragazzo, sicuramente era una balla inventata per non fare brutta figura, poi anche ammesso che l'avesse avuto, sarebbe stato uno di quegli sgorbi tutto brufoli e occhialoni, il tipico secchione.
-Perché non vieni a sederti qui con noi?- la invitò la bionda Jane Volturi. Ecco, ci mancava solo quell'altra arpia ora. Il suo tormento era appena iniziato.
-Non so se...- tentò di rifiutare gentilmente prima che iniziasse a strillare presa dall'isteria, non voleva dannazione! Voleva solo passare una giornata rilassante con il suo ragazzo, che la stava facendo innervosire sempre di più, quanto diavolo ci metteva?
-Andiamo...-le diede una gomitata Irina- così parliamo come ai vecchi tempi- le sorrise nuovamente finta. Vecchi tempi? Oh certo, niente di più divertente!
-Ok- si arrese sospirando e si alzò rivelando il corpo fino ad allora celato dalla poltrona. Ora stavano zitti eh?! Non si aspettavano di certo quel corpo mozzafiato sotto quegli indumenti extra large!
La mora afferrò uno sgabello  girandosi di spalle e mostrando così il perfetto lato b che si ritrovava, per poi avvicinarsi e mettersi seduta al loro tavolo con il tè. Fece un grande sospiro, facendo così sobbalzare il seno  che i ragazzi stavano osservando con la bava alla bocca.
-Allora- iniziò sorridendo leggermente, doveva stare lì per forza finché il suo dannatissimo ragazzo non sarebbe ritornato, quindi meglio iniziare con il piede giusto, pensò- come va la vita qui?
-Sempre la stessa storia: ogni sera una festa, divertimento fino all'alba...- spiegò annoiata Jane.
-Bene- rispose giusto per educazione.
-O santo cielo- Irina strabuzzò gli occhi.
-Cosa?- chiesero interessate le ragazze.
-Quel tipo che è appena entrato!- sussurrò allungandosi sul tavolo con fare cospiratorio- guardate quanto è figo! Deve essere nuovo, si nota che non conosce nessuno...
Immediatamente tutte si girarono e cosa vide Bella? Il suo bellissimo ragazzo che aveva appena varcato la soglia, guardarsi intorno con sguardo spaesato. I loro sguardi si incontrarono per una frazione di secondo, e lui si aprì in uno spettacolare sorriso sghembo.
-Dio guarda che sorriso! E sta sorridendo a noi!- fece isterica Irina- ragazze sorridete e sono sicura che si avvicinerà- ordinò, quante volte aveva usato il termine sorridere in una frase? Il suo vocabolario era proprio ridotto; subito tutte ubbidirono e quel dio greco si incamminò verso il loro tavolo.
-Sta venendo verso di noi!- disse incredula la mora di prima.
-Già- le fece eco un'eccitata Jane mentre gli altri ragazzi storcevano il naso, consci che con un tipo del genere il loro momento di attenzioni era terminato.
Edward arrivò alle spalle di Isabella e sorrise:
-Ciao- salutò educato.
-Ciao- risposero in un lampo tutte.
Irina si era sistemata il costume mettendo il seno in evidenza e si era data una sistemata al trucco utilizzando come specchio il porta fazzoletti d'argento del bar.
Disgustoso.
Credeva di avere qualche possibilità?
Edward non avrebbe mai neanche lontanamente considerato una come lei.
Si piegò appoggiando le mani sulla pancia della sua amata e le baciò il collo languidamente, accarezzandole i fianchi e facendole sbucare davanti il suo telefonino:
-Amore mio, tua  madre ha chiamato, ecco perché ci ho messo tanto, vuole sapere se torniamo per pranzo- parlò sotto lo sguardo sbalordito di tutti.
-Cosa le hai detto?- chiese lei trattenendo le risate che minacciavano di scuoterla da un momento all'altro.
-Le ho detto di si, dopo  voglio andare a fare una passeggiata, che ne dici?- le appoggiò il mento sulla spalla continuando ad accarezzarle il ventre.
-Dico che si può fare...-gli diede ragione lei.
-Oh che sbadato!- ridacchiò sotto i baffi il rosso- non vi ho neanche calcolato scusate- lo disse in un modo che se Bella avesse potuto, si sarebbe rotolata a terra dalle risate- sono Edward Cullen, il fidanzato di Isabella- calcò sulla parola fidanzato per far comprendere meglio a tutti il concetto.
Silenzio tombale.
Lei intanto sorrideva compiaciuta, sapeva di avere un ragazzo che era la fine del mondo, anche se ancora non si capacitava che avesse scelto proprio lei come compagna.
-Sei il suo ragazzo?- chiese con voce strozzata e occhi spalancati Jane Volturi. Uno come lui...con una come la Swan! Certo, era cambiata radicalmente ma...ma... andiamo!
-Si.- rispose semplicemente lui. Cosa c'era di tanto strano? Lo diceva ad ogni singola persona che incontrava, lo avrebbe voluto urlare al mondo intero!
-Già, ve l'avevo detto no?- sorrise la mora sospirando.
-Si...-sussurrò Irina.
-Bene- fece Bella alzandosi dallo sgabello- ora vi lasciamo, pensavamo di andarci a fare un bagno.
-Perché non vi unite a noi?- domandò un ragazzo biondo.
Isabella si voltò terrorizzata verso di Edward che, capito il suo stato d'animo, la rassicurò con lo sguardo.
-No grazie- prese lui la parola, togliendola d'impaccio- voglio stare un po da solo con la mia ragazza, non so se capite- fece un sorriso sghembo e a lei avvamparono le guance mentre gli dava una botta sul petto indispettita: spiattellare così i loro affari, cosa gli diceva il cervello? Si alzarono e dopo aver lasciato i soldi per il tè, uscirono dal bar.
-Bella! Edward!- strillò Irina nell'esatto momento in cui varcarono la porta, e i due si girarono, che diavolo voleva ancora?- venerdì sera, al “Stars on the beach” c'è una festa con poi falò sulla spiaggia...siete dei nostri vero?- chiese con voce zuccherosa, cavolo! Avevano rifiutato già una volta non potevano farlo di nuovo...e poi non voleva ridursi come prima, quando accampava scuse di ogni genere... bhà! All'ultimo minuto avrebbe finto un malore nella peggiore delle ipotesi:
-Ma certo!- disse sorridendo finta.
-Perfetto, lì alle 21 e 30! Vi aspettiamo!- li salutò con la mano rimettendosi seduta, aspettando che uscissero.
-Ma sei scemo o cosa?- lo aggredì non appena uscirono da quel fottutissimo bar.
-Cosa?- fece finta di non capire guardandosi attorno.
-“Voglio stare un po da solo con la mia ragazza, non so se capite”! Così sembra che prendiamo e andiamo a fare sesso in mezzo al mare!- disse imbronciandosi e tirandolo verso l'acqua dopo aver posato il portafoglio nella borsa- non potevi inventarti un altra scusa?- sbuffò lei entrando nell'acqua fredda e rabbrividendo al contatto. Edward la seguì immergendosi completamente e arrivandole ad un palmo dal naso:
-Ma quella non era una scusa- sussurrò al suo orecchio- cosa ti dice che io adesso non ti circuisca e non finiamo col fare l'amore proprio lì- indicò con un cenno le rocce nascoste nell'insenatura poco lontana. La ragazza lo guardò scandalizzata mentre un brivido le percorreva la schiena e un calore improvviso le infiammava il basso ventre.
-B...b...bhè non credo che...insomma noi...- balbettò strofinando le gambe tra di loro: soltanto il pensiero di loro due appoggiati a quelle rocce che bhè...lui che spingeva...oddio!
La prese dolcemente per la mano e nuotarono verso il punto precedentemente indicato, voleva davvero...?
Respirò affannosamente, merda!
-Cosa faresti se ti prendessi...-e la afferrò per i fianchi- poi ti appoggiassi proprio qui...-la fece aderire al suo corpo e la spinse contro la roccia arrotondata- e iniziassi a convincerti...- prese ad accarezzarla con le mani calde ovunque, delicatamente.
-Edward- proruppe frustrata- per favore non dire queste cose...- non doveva lasciarsi andare, altrimenti non ci sarebbe stata via di scampo, negli ultimi tempi erano diventati molto passionali e...innovativi ecco.
-N...non possiamo- fece con voce strozzata.
-Ah no?- le baciò il collo soffiando quelle parole.
-No- sibilò.
-E chi lo dice?- continuò a provocarla il ragazzo. La voleva in quel momento e niente l'avrebbe fermato, a parte ovviamente il fatto che lei non volesse, ma dai gemiti sommessi che stava cercando di trattenere, non era affatto così.
-Io...oh...- sospirò quando prese ad accarezzarle il seno da sopra il costume. Prese a baciare il ragazzo voracemente strusciandosi sul suo corpo che reagì in un batter d'occhio.
-Sai che se passasse qualcuno ci potrebbe denunciare per atti osceni in luogo pubblico?- ridacchiò baciandogli il mento.
-Sai che non me ne importa proprio un bel niente?- la riprese lui scostandole i capelli dal collo. Ormai erano partiti per la tangenziale e bhè, non gli dispiaceva proprio provare anche quell'esperienza... l'amore non ha limiti, aveva scelto quel momento per esplodere, chi erano loro per reprimerlo?


Continua...

******************************************************
Allora, ho fatto un bel salto temporale eh? Volevo scrivere del compleanno di Bella ma poi ho pensato sarebbe stata una cosa troppo scontata e mi è piaciuto mettere subito in chiaro quanto lei fosse cambiata, grazie all'amore e all'amicizia, rendendola più sicura e apprezzata. A Phoneix non ci sono spiagge, concedetemi questa licenzia ahahahah!
Irina è una stron.. emh si, lo abbiamo capito tutte, ma la storia è stata progettata come leggera, quindi non rovinerà la serata, o non eccessivamente, vedremo come Bella finalmente riesca a tirare fuori gli attributi e farsi rispettare dopo anni ;)
La scena hot anche se accennata dovevo metterla, mwahuahu scusate. Altrimenti non sono contenta *me versione perv*
Spero vi sia piaciuto, non è il massimo dato che stavo male quando l'ho scritto, ma è uscito così, quindi.
Un bacione care, Athena xx
   
 
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