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Autore: Hermes Shoes    11/09/2011    2 recensioni
ATTENZIONE!!!! STORIA SOSPESA (al momento, almeno)!!!! D:
Questa volta Jack Sparrow è alla ricerca di un tesoro irlandese, seguendo una leggenda. C'è una mappa che indica dove si trova il tesoro, ma per rubarla Jack necessita di qualcuno in grado di prendere la cartina senza essere visto e chi potrebbe farlo meglio di ladri professionisti?
Il tesoro è sepolto in acqua e per respirare in mare serve un tricorno magico, segnalato anch'esso sulla mappa.
Ma Jack non è l'unico a cercare il tesoro:c'è Barbossa, uno strano ragazzo e ci sono anche numerosi nemici tra cui i Waldorf e Finnigan, il cacciatore di pirati. Immergetevi in questa nuova avventura tra irlandesi, leggende viventi, ladri, spade, navi, tesori e tricorni... Siete pronti a solcare i magici mari d'Irlanda?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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p style="text-align: center;">Pirati dei Caraibi -Solcando i mari d'Irlanda

Capitolo Settimo –Complotti di donne, di re e ... di pirati

Barbossa si avvicinò circospetto alla ragazza che aveva gridato il nome di quel farabutto calzato e vestito. Era una ragazza molto giovane e aveva un non so che di estremamente famigliare. Hector tossì e la giovane si riscosse, smettendo di imprecare in gaelico. Ottenuto ciò che voleva, il pirata fece un mezzo inchino e disse: -Salve My Lady. Posso permettermi di chiederle il suo nome, di grazia…?-

Lei lo squadrò da capo a piedi, diede un’occhiata veloce agli uomini dietro di lui che si stavano lamentando sottovoce.

-Mi dica prima il suo- rispose lei piegando le labbra rosee in un sorriso furbo. Barbossa rimase interdetto un istante, poi la studiò meglio. Passò il suo sguardo sui capelli mori leggermente mossi della giovane, gli occhi azzurri-verdi e la pelle bianca come la luna. Sembrava totalmente completamente inerme e disarmata. Una normale giovane, se non fosse che indossava abiti maschili e stringeva una sciabola con la mano destra.

L’uomo decise di fidarsi di lei e disse lentamente: -Hector Barbossa al suo servizio, My Lady- e le prese una mano cercando di baciarla. Le sue buone maniere erano necessarie sempre, ancor di più se si trattava di una donna che poteva rivelarsi utile. La ragazza ritrasse di scatto la mano dalla sua presa, -Ah, Barbossa … il mio nome è Violet- annunciò, l’uomo aprì la bocca per dire qualcosa, ma lei lo precedette aggiungendo: -Sparrow. Violet Sparrow.-

Barbossa si dimenticò di ogni buona maniera che conosceva dicendo spavaldo: -La cugina di Sparrow …quale onore … mi pareva di averti già vista in giro- Violet ridacchiò, poi si fece seria. –Ebbene? Che volete da una povera indifesa come me?-

-Indifesa?- ripetè Hector, -Non sembra proprio. Ma dimmi Sparrow, che ti ha fatto questa volta tuo cugino?-

-Questa volta? Questa volta Jack ha superato il limite- si lamentò, -Mi ha rubato la nave-

-Aaaaah, capisco- disse ghignando l’uomo con una sola gamba –E scommetto che questa volta non la passerà liscia, giusto?-

-Nemmeno le altre volte l’ha passata liscia, Hector- precisò infastidita Violet, -Continua- lo incoraggiò.

-Ti propongo un patto. Sbaglio o tu conosci come le tue tasche questi mari?-

La ragazza si diede una certa aria di importanza e disse –E’ così, ma io cosa ci guadagnerei?-

-La tua nave e un desiderio tutto tuo- sussurrò Barbossa così piano che Violet faticò a sentirlo.

Qualche goccia di pioggia iniziò a cadere, un tuono irruppe in cielo. Le nuvole erano così dense che sembrava fosse arrivata la sera in anticipo o che ci fosse un’eclissi di sole.

-Non ditemi che anche voi siete in cerca di quel--

-Io direi di salire sulla mia nave e parlarne in tranquillità lontani da occhi e soprattutto orecchie- Barbossa si girò di scatto fissando una strana figura avvolta in un mantello nero in fuga, -indiscrete. E all’asciutto- concluse.

-Allora Sparrow? Non rivuole la sua nave?-

***

-A te serve il desiderio per riavere la tua nave?!?!- esclamò indignato Thomas, Jack Sparrow riaprì un occhio, poi l’altro. -Qualche problema? I desideri sono miei e ci faccio quello che mi pare- esplicò chiaro l’uomo.

-A me pare che dobbiamo ancora trovare questo tesoro- disse Robin alzando un sopracciglio,  -Non abbiamo nemmeno la mappa- rincarò la dose Irene. Michael stava curiosando qua e là e Vivian era seduta per terra ascoltando distrattamente i loro discorsi mentre si studiava le unghie disinteressata.

Il bambino si avvicinò ad un sacco in un angolo, senza essere visto da nessuno lo aprì e iniziò a curiosarci dentro. Gli si illuminarono gli occhi vedendo quel tesoro. Tante, tantissime bottiglie, ma non contenenti un liquido o quant’altro.

Quelle erano navi in bottiglia.

Michael Cirmond ne tirò fuori una che gli piaceva particolarmente, aveva le vele nere e nella targa c’era scritto a caratteri cubitali il nome. Il bimbo si avvicinò a Vivian, -Che c’è scritto?- domandò con la sua vocina, -Perla Nera- rispose lei.

-Si, Perla Nera, suppongo che voi abbiate sentito parlare molto spesso della mia nave che…- stava blaterando Jack con le spalle rivolte verso i ragazzi, cercando qualcosa in quel caos della sua cabina, -Ma dove l’ho messa?- si domandò il pirata.

-Perla Nera- ripeté Michael guardandola con occhi luccicanti. Sparrow si girò di scatto e guardò i cinque con un sorrisino che era a metà tra il divertito e l’imbarazzato. Poi i suoi occhi incontrarono la piccola figura del bambino e gridò: -Ridammi la mia Perla!-

Nel frattempo si era tuffato verso Michael che si era spostato di poco, evitandolo. -Mia Perla- disse il bimbo senza staccare gli occhi dall’oggetto. -No. Mia Perla. Mia e solo mia!- precisò Jack iniziando a correre dietro a Michael, -Ridammela!- gridò il pirata, -No, mai!- rispose Michael tenendosi stretto l’orsacchiotto e la bottiglia. Continuarono così per un po’ sotto gli occhi allibiti di tutti, finché Robin non si decise a prendere Michael per la collottola e afferrò la bottiglia poco prima che cadesse (e si frantumasse) a terra.  Il ragazzo la guardò, -Proprio un bella nave …- commendò ammirandola. Il pirata prese l’oggetto e lo strinse a sé con aria possessiva, -Mia Perla- precisò soddisfatto.

***

La pioggia batteva forte su Dublino quella tarda mattina e in cielo il sole si faticava a vedere.

Una donna anziana guardò fuori dalla finestra di un enorme palazzo a Dublino. I capelli bianchi erano raccolti in una crocchia molto elegante, si girò lentamente guardando con gli occhi limpidi una ragazzina dietro di lei, seduta composta su una poltrona. La donna era piuttosto vecchia, ma gli occhi erano vispi e i suoi tratti delicati rivelavano una bellezza non ancora svanita del tutto.

Le sue labbra rosee si piegarono in un sorriso compiaciuto nel vedere sua nipote che le somigliava incredibilmente, era come se vedesse sé stessa attraverso una finestra spalancata sul passato. Stessi occhi azzurri, stessi capelli castani tendenti al rossiccio che le ricadevano disordinati sulle spalle esili, stesso naso dritto, stessa bocca rossa e carnosa. E anche lo stesso carattere forte e determinato.

-Rivoglio i miei gioielli.- disse Rachel Waldorf guardando sua nipote. -Anch’io nonna. A quanto pare la notizia del furto non si è ancora sparsa per la città. Potremmo recuperarli e fare come se non fosse successo nulla.- rispose convinta Diaspro Waldorf scrutando sua nonna, che nel frattempo si era seduta e aveva versato del tè in due tazze.

-Ne vale il nostro onore. Se scopriranno cos’è successo, capiranno che non siamo così imbattibili, che non valiamo davvero.- disse Rachel porgendo una tazza a Diaspro, -Dobbiamo salvaguardare il nome della nostra famiglia- affermò di nuovo la donna dopo aver sorseggiato il suo tè. -Non voglio finire in miseria- disse Diaspro giocherellando con la tazza, -Non oso immaginare come sarebbe vivere da persone …- ci pensò su un attimo -normali- completò con disgusto.

-Lo so Diaspro, lo so.- affermò comprensiva Rachel.

-So che i nostri uomini hanno visto cinque ragazzi- disse Diaspro, -In particolare un bambino piccolo e una ragazza bionda-

-Devono essere quei ladri che hanno fatto il colpo anche a casa di Mary- ragionò Rachel.

 -Diaspro, lo dico a te perché tuo padre è un po’ tardo e non capirebbe-

-Ti ascolto, nonna- disse la ragazzina che aveva circa tredici o quattordici anni, nascondendo un po’ di stizza: suo padre era un brav’uomo.

-Li voglio morti- pronunciò Rachel con un sorrisino angelico, le parole di sua nonna colpirono Diaspro. -Si nonna, ma…- cercò di controbattere la giovane, -Ti stai chiedendo cosa c’entri, vero?- la precedette la donna, la ragazzina annuì mentendo.

-Voglio che tu convinca tuo padre a radunare una flotta. Staranno cercando di fuggire quei luridi ladri, e cosa sarebbe meglio di una semplice nave per i mari sconfinati? Assolutamente niente Diaspro, niente.-

Diaspro rabbrividì: a volte quella donna la spaventava tanto era scaltra, calcolatrice e perfida.

-Voglio che partiate domani. Sicuramente al porto troverai qualcuno che ti dirà su che nave sono saliti- ordinò Rachel. -Va bene nonna. Farò il possibile.-

-No Diaspro Benedict Hope Waldorf. Tu non farai il possibile. Tu farai anche l’impossibile per prendere il nostro tesoro. E uccidere quei furfanti.- disse Lady Rachel, sua nipote deglutì quasi inorridita da tale determinazione, quasi ai confini della realtà.

***

-Sono stati avvistati dei pirati, signori- avvisò il messaggero del re, -Il sovrano richiede i suoi servigi, signore- aggiunse in fretta il ragazzo lasciando una busto con il sigillo regale sulla scrivania del destinatario.

-Molto bene.- disse un uomo sui cinquant’anni, capelli brizzolati, occhi verdi, -Molto bene- aggiunse congedando il messaggero, che se ne andò subito facendo un inchino.

L’uomo prese la busta e la aprì con un tagliacarte mentre si sedeva su una poltrona vicino alla finestra del suo studio. La pioggia batteva insistente sui vetri e all’uomo piaceva quando pioveva, gli dava un senso di liberazione, come se tutto quello che avesse fatto fino a quel momento non fosse mai accaduto. E il bello era che l’acqua non lavava solo la sua coscienza, ma anche quella di tutti gli altri, di tutta l’Irlanda.

E la pioggia cadeva spesso in quell’isola e lui e tutti gli altri abitanti venivano lavati, liberati dalle loro azioni. Ed erano tutti nuove persone.

O quasi.

Si accese la pipa, posò il tagliacarte sul bracciolo della poltrona e iniziò a leggere la lettera, scritta con una calligrafia elaborata e molto fine.

“Molto bene” pensò gettando la carta nel fuoco del camino, “Era da un po’ che non si vedevano pirati. Sarà divertente …” e l’uomo ghignò compiaciuto guardando il suo nome, Damian Finnegan, bruciare vicino alle parole “cacciatore di pirati”.

 

Angolo scarpette che domani tornano a scuola :(

Come va la vita? A noi niente bene, dato che domani torniamo a scuola … sigh! Dai, forse non è così brutto: rivediamo i nostri compagni di classe (avventure …)

Abbiamo deciso di pubblicare due capit0oli tutti in una volta per farvi una sorpresina per l’inizio della scuola, sperando di avervi fatto venire un’ombra di sorriso sul vostro volto … Speriamo che questi capitoli vi abbiano fatto piacere!

Mamma mia, se ci pensiamo … ci tocca andare a scuola domani! Facciamo (anche a noi) un imbocca al lupo a tutti gli studenti che ci seguono per questo nuovo lunghissimo anno di cui non si vede ancora la fine! Speriamo bene!!!! (per non parlare di me –Sx- che ho il morale sotto le scarpe: il mio compleanno è il 13 e mi tocca festeggiare a scuola …)

Che ne pensate dei nuovi personaggi? Fateci sapere al più presto!!!! Un abbraccio (e dai che ce la facciamo!)

  
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