What if I wanted to break
Laugh it all off in your face
What would you do?
What if I fell to the floor
Couldn't take all this anymore
What would you do, do, do?
Come break me down
Bury me, bury me
I am finished with you
What if I wanted to fight
Beg for the rest of my life
What would you do?
You say you wanted more
What are you waiting for?
I'm not running from you
Come break me down
Bury me, bury me
I am finished with you
Beg for the rest of my life
What would you do?
You say you wanted more
What are you waiting for?
I'm not running from you
Come break me down
Bury me, bury me
I am finished with you
Look in my eyes
You're killing me, killing me
All I wanted was you
I tried to be someone else
But nothing seemed to change
I know now, this is who I really am inside.
Finally found myself
Fighting for a chance.
I know now, this is who I really am.
(30 Seconds To Mars- The Kill)
You're killing me, killing me
All I wanted was you
I tried to be someone else
But nothing seemed to change
I know now, this is who I really am inside.
Finally found myself
Fighting for a chance.
I know now, this is who I really am.
(30 Seconds To Mars- The Kill)
Era passata esattamente una settimana e due giorni quando Hermione arrivò in pieno ritardo alla loro punizione. Draco chiese a Piton su di lei.
"Ha visto la Granger?" Disse, sperando di averlo fatto somigliare ad uno sbuffare scocciato.
Lui gli rispose soltanto scuotendo velocemente la testa. "In caso la signorina Granger non si presentasse alla punizione non ci pensi troppo a sperperarlo in giro. Ma in primis a me." Gli disse,porgendogli la solita chiave pesante e gigantesca.
Erano amici, segretamente,era normale che fosse segretamente preoccupato. Draco aspettò mezzora dentro l'aula di Babbanologia,preoccupato.
"Perché diamine non arriva?" Si chiedeva. Ogni cinque minuti apriva la porta della stanza, si affacciava per vedere fuori, ma Hermione non arrivava. Inutile venirvi a dire quante brutte sensazioni balenarono nella mente del ragazzo quella sera.
Ma non appena iniziò a perdere la speranza di vederla oggi,mandando a quel paese la punizione e andando a cercarla, ecco sentir bussare tre volte alla porta. Si sentì saltare lo stomaco esattamente tre volte, in contemporanea con i colpetti. Andò ad aprire,trepidante.. e la vide, nei suoi jeans e nel suo maglione rosso,aveva abbandonato la sua divisa, e con quella anche la sua aria da 'so tutto io'.
"Hermione.Che fine avevi fatto? Ero preoccupato, non arrivavi più.."
"Oh,nulla..tranquillo. Ho avuto un ... contrattempo. Scusami."
C'era qualcosa nel suo aspetto,di solito alle stelle, e nel-quasi buffo- modo con il quale aveva recitato quasi noiosamente quelle cinque parole. Come se fossero fonte di un discorso fatto volte e volte in testa prima di dirlo sul serio.
In quanto all'aspetto,Hermione aveva gli occhi rossi e un'aria decisamente scioccata,come se gli fosse morto il gufo, o peggio,l'avessero espulsa. Draco decise che avrebbe indagato più tardi,quindi lasciò correre,anche se ogni due secondi le puntava gli occhi addosso.
Era una serata piuttosto silenziosa,si sentiva soltanto il gracidare delle rane della tarda notte, ma il rumore più raggelante era piuttosto quello delle non-parole di loro due e delle loro non-risate. Si sentiva soltanto il loro respiro in quella stanza.
"Hermione."
L'espressione di Draco era seria e preoccupata. "Perché non dici una parola? Che cosa cavolo è successo? E non dirmi 'niente', perché sennò ti faccio ingurgitare dieci boccette di Veritaserum!"
Quella frase fece sorridere Hermione, ma il suo volto fece una smorfia inevitabile da nascondere. Aveva uno sguardo triste, gli occhi lucidi.Si sedette. Poi si rialzò,tutto ciò sotto gli occhi blu infinitamente traboccanti di curiosità e serietà di lui.
Quest'ultimo si disse che erano abbastanza amici da poterla decifrare. E quello era sintomo di nervosismo, e il nervosismo era sintomo di panico. Perché lei era così. Si risedette, su un vecchio divano polveroso.
Tamburellava nervosamente le sue dita sul bracciolo al quale aveva abbandonato tutto il peso del suo corpo. Draco le si sedette vicino. Cercando di far trasparire l'espressione più amabile e comprensiva che il proprio viso gli potesse permettere e tentando di abbandonare la vocetta curiosa, Disse:
"Bello davvero il silenzio, ma adesso puoi dirmi cosa non va?"
Hermione non rispose. Si limitò a guardarlo,con uno sguardo intenso, ma sotto i suoi occhi ambrati non c'erano altro che...lacrime. Iniziò effettivamente a piangere,a buttar giù tanta di quell'acqua da sembrare una fontana. Si appoggiò al petto di Malfoy e gli buttò le braccia al collo. Lei era disperata,e lui invece era piuttosto sorpreso,ma iniziò a consolarla. Le batteva forte il cuore. Era terribilmente triste vederla così.Tuttavia, la abbracciò,come solo un caro amico avrebbe potuto fare. "Oh...Oh-Draco...s-scusa..." singhiozzava come una matta,poverina.
"Chi ti ha ferita? Giuro che lo ammazzo.."
Sorrise,e ciò rasserenò un po' il ragazzo,che voleva soltanto aiutarla a calmarsi.
"E' per..Ron. Eravamo in Sala Comune, Harry aveva dimenticato una cosa a Trasfigurazione... ed è andata a prenderla. Eravamo soli,meno che pochi ragazzi che ripassavano. E lui...lui mi ha baciata,Draco."
Draco sentì una morsa allo stomaco. Lenticchia?! Quello stupido Weasley aveva tentato di baciarla? Anzi no, l'aveva baciata.
"E bacia così da schifo ?" Provò a scherzare lui. Lei lo guardò con freddezza, e lui si sentì gelare. Credeva di essere l'unico a riuscire a far morire di freddo con lo sguardo. Era una dote innata del suo fascino da Malfoy.
Perché Draco era bello,bellissimo. E lui lo sapeva molto bene. Occhi blu, magro, alto, capelli biondi, aria seria e sguardo penetrante,era impossibile che almeno una ragazza non gli andasse dietro. Era ammirato da tutte.
"...No,Draco. Non mi piace... non mi interessa,ecco. Siamo al quinto anno, dico bene? E lui ha una cotta per me dal secondo anno,probabilmente. Così dice Harry. Ma a me non interessa. No,no,no. E mi ha baciata contro la mia volontà. Mi teneva stretta alla vita e non avevo modo di divincolarmi... aveva le unghie stette alla...alla mia schiena. E' stato orribile, e lui è uno spregevole. Io...se ci penso...rabbrividisco."
Ed effettivamente un brivido le fece scuotere la testa e tutto il corpo.
"Hermione. A lenticchia ci penso io... non ti deve toccare. Posso ferirlo gravemente?"
La ragazza lo guardò e sorrise. "Grazie Draco, ma tranquillo...posso ferirlo da sola. Grazie per avermi ascoltata,non mi sarei mai aspettata che saresti stato tu...ad aiutarmi." Draco invece non era che sollevato. La Granger piangeva perché non era interessata a Lenticchia.. cosa assai curiosa, dato il fatto che Draco aveva sempre pensato fosse così.. Era sollevato. Ma perché lo era?
'siamo amici, è normale che mi preoccupi per lei, Weasley potrebbe farla soffrire'
'oppure un po' ti piace..'
'no,no, siamo solo amici, non potrei mai...'
'preoccupazione è sintomo di interesse'.
Due parti di sé litigarono, senza giungere ad una conclusione soddisfacente. Nonono, era Hermione, Hermione Granger, una Grifondoro,amici grazie (o a causa) ad un'insulsa punizione. Tuttavia,al pensiero che quel....traditore del proprio sangue di un Weasley le si fosse posto contro in maniera così violenta scaturiva in lui una rabbia implacabile. Non devono toccare due cose,a Draco Malfoy: L'orgoglio,e gli amici.
'e se lei non fosse un'amica? e se fossi preoccupato per ben altro?'
'non dire cazzate, a me lei non interessa se non come amica. amica!'
'vedremo più in la..'
Una lotta psicologica tra se stesso e medesimo! Guardò l'orologio, pensando che fosse troppo tardi. Si accorse in effetti che era tardi,e che il tempo era passato così in fretta da non percepirlo. Cinque giorni e la punizione sarebbe finita, molto probabilmente insieme alla loro amicizia.
"Hermione, in quanto a Lenticchia devi soltanto dirmi se ti torcerà un capello...ed io potrò storcergli il naso e renderglielo più deforme di quanto già non ce l'abbia. E no, non fare quella faccia cara mia, è così e basta." Aggiunse poi, vedendo la faccia accigliata della ragazza. Ne conseguirono svariati minuti di silenzio.
Poi Hermione con la voce flebile e sottile per il troppo piangere,disse: "..Quando la punizione finirà..che si fa?"
Draco ammetteva di averci pensato, senza aver trovato una soluzione. Se si fossero frequentati segretamente qualcosa avrebbe scaturito sospetti nei loro confronti, sia dalla parte di Potter e Weasley, che dalla parte di Blaise, Pansy, Tiger e Goyle. Però sarebbe stata un'amicizia teoricamente andata a puttane. Poi gli venne un'idea. I suoi amici non amavano quel posto. E nemmeno quelli che Hermione si limitava a chiamare 'amici'.
"Che ne pensi della biblioteca? Conosco un tavolo che è abbastanza nascosto da occhi...diciamo indiscreti. E poi magari la domenica ci sediamo fuori sotto un vecchio faggio che a quanto so, c'è dai tempi di mio padre. Ha un tronco talmente largo che se ci sediamo dalla parte opposta del lago non ci vedranno."
L'espressione furba di Draco fece sorridere Hermione.
"Perfetto. Facciamo così, direi. Grazie Draco,mi hai fatto tornare il buon umore,sul serio.Finché non rivedrò Ron che probabilmente in questo momento se la ride beffardo" aggiunse poi tristemente. "Scusa,oggi niente biliardino. E' tardi. Ed ho sonno. Magari domani, va bene?" disse lei, tirando fuori il suo orologio da taschino e mostrandoglielo velocemente.
"Si,vado anche io.Aspetta che usciamo insieme." Una volta arrivati davanti alla Sala Comune di Grifondoro, dove Draco,sprezzante,si era offerto di accompagnarla, si salutarono come al solito.
"Ciao." Disse lei con un sorriso.
Lui abbozzò un altro sorriso, non avendo molto successo. "E se Weasley ti importuna..ricordati del suo naso! Vado ora, sperando che Gazza non mi becchi"
E si spinse verso la Sala Comune della sua Casa. Era fiero di essere un Serpeverde, e gli sembrava strano avere un'amica di Grifondoro. Mentre si metteva il pigiama sentì altre morse allo stomaco, e il chiacchierare perenne del suo cervello gli faceva venire voglia di rimettere.
'è una grifondoro, mezzosangue, non mi piace.'
'oh,io dico di si'
'non può piacermi'
'non dire sciocchezze, non hai un cuore di ghiaccio,prima o poi sarebbe dovuto accadere..perché non ora? perché non con lei'
'perché è lei. questione chiusa.'
Eppure era lui a parlare,ed era lui che combatteva contro il suo orgoglio, e questo gli era capitato fin troppe volte per poterlo rendere a malapena sopportabile.