Capitolo 6-
Ti stavo cercando.
Solo
per pensare.
-
Bella, sei tu?- una voce familiare giunse alle sue orecchie. Quando si
girò,
davanti a lei c’erano Mike Newton e Jessica Stanley, mano per
la mano.
-
Chi è lei, Mike?
-
Oh, una mia compagna di classe… ha avuto un’idea
davvero brillante durante l’ora
di biologia. Te la racconterò.
-
Oh, lo conosco questo tipo di ragazze: all’inizio tutte le
loro grandi idee
sembrano geniali, ma in realtà non lo sono- disse Jessica
sfottendola.
-
Sì, forse in fin dei conti hai ragione.
-
Jessica Stanley, ti credi la bellezza in persona…
Umpf… ci vediamo! Devo
cercare una persona.
-
Oh di sicuro non sarà il tuo ragazzo- constatò
quella vipera sogghignando.
-
D’altronde con il tuo atteggiamento nessun ragazzo ti vuole a
questo mondo,
vero?- le lacrime iniziarono a salire languide verso gli occhi di
Bella.
-
Lo so già! Ma non hai il diritto di dirmi questo, Jessica!-
in una frazione di
secondo, Bella sentì una presenza vicino a lei e poi
qualcuno le prese
delicatamente la mano.
-
Bella- lei rabbrividì.
-
Ti ho trovata- disse Edward mostrando un sorriso perfetto e
intrecciando le sue
dita a quelle della ragazza.
Intanto,
Jessica la guardava sconcertata, senza parole.
Bella
arrossì e d’istinto guardò Edward.
I
suoi occhi erano lucidi e il ragazzo se ne accorse subito, assumendo
un’espressione
preoccupata ma senza lasciare la presa sulla sua mano.
Per
lui era un gesto innocente e lo stava facendo come l’avrebbe
fatto con la
sorella minore, come un bambino che cerca la mano della madre in mezzo
alla
folla.
Ma
davanti a lei non c’era un bambino: c’era un
ragazzo. Un ragazzo bellissimo.
-
Ehi? Qualcosa non va?
-
Stupido, perché sei uscito da casa?- sussurrò lei
avvampando e poggiandosi
sollevata alla sua spalla sinistra.
-
Sono andato a prenderti una cosa- disse porgendole un palloncino.
-
Questo… è per te!- esclamò girandosi
dall’altra parte imbarazzato.
-
E’ per… chiederti scusa…-
d’un tratto si girò verso Bella, pugnalandola con
quei suoi occhi d’oro.
-
Mi perdoni, Bella?- lei sospirò per quel gesto infantile
eppure così dolce.
-
Sì, ti perdono Edward.
Edward
è carino, pensò sorridendo.
-
Woah… Bella, cos’è quella?
-
La giostra della casa infestata.
-
E cosa aspettiamo? Andiamo a divertirci!- Edward la trascinò
dentro ridendo.
Cinque
minuti dopo, Bella urlava spaventata da un fantasma simulato.
-
Ho pauraaa!!!
-
Bella, ti stai comportando come una bambina- disse il ragazzo dietro di
lei.
Girandosi,
Bella notò un particolare non poco rilevante.
-
Edward… sei diventato più alto da quando siamo
entrati?
-Eh?-
si guardò i piedi.
-
Aaaah. Da quello che ha detto Alice, ogni volta che vado
nell’oscurità cresco-
Bella lo guardò spaesata.
-
Stupido Edward andiamo a casa! Si sta facendo tardi e i posti oscuri
sono
pericolosi per te!- lo trascinò fuori velocemente ma nel
frattempo lui era già
diventato più grande e la sua stretta sulla mano di Bella
era più forte.
La
ragazza aveva paura a girarsi per vedere cosa gli fosse successo
ancora, ma lo
fece comunque e si ritrovò davanti ad uno dei più
grandi spettacoli della sua
vita.
Il
crepuscolo illuminava i riflessi di rame nei capelli di un Edward quasi
adulto,
con spalle larghe e un’espressione seria.
-
Scusa, Bella- disse mortificato.
-
Ora che hai imparato questa parola la ripeti in continuazione? Forza,
entriamo
in casa prima che sia buio completamente- appena irruppero nel
pianerottolo
delle scale, Bella accese la luce e si ritrovò davanti ad un
ragazzo scosso,
con gli occhi sbarrati.
-
Bella?
-
Sì?
-
Bella, io ho sete.
-
Okay, quando saliamo ti prendo un bicchiere d’acqua.
-
No, non c’è tempo!- urlò lui portandosi
le mani alla gola e spaventandola.
In
meno di una frazione di secondo, le sue labbra erano appoggiate su
quelle di
Bella e, con un lampo di luce, tornò bambino.