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Autore: piccolalettrice    12/09/2011    4 recensioni
"...Penso, rifletto, immagino.... tutti quei confini che avevo posto così diligentemente nella mia mente vengono abbattuti, con una leggera brezza che si fa strada oltre la zanzariera leggera, un ricordo dell'estate che tra tre minuti giungerà al termine."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SPAZIO AUTRICE:

E' la prima opera che parla di me. Che parla di un momento intimo tra me e la mia debolezza.

È decisamente troppo per un banale primo giorno di scuola, ma è quello che ho provato e che ancora minaccia di sopravvarmi dall'nterno dello stomaco.

Spero sia gradito

piccolalettrice

 

Sibili di vento e cuore in gola.

 

Tremo.

Nella mente la vaga percezione di essere decisamente patetica.

Ma non riesco a frenare il timore.

"Cretina" mi dico.

Sarà la finestra aperta, ma sulle braccia mi corrono brividi.

Mancano dieci minuti a mezzanotte.

E ho paura.

Molto probabilmente è normale, capita a tutti... magari io sto esagerando, eppure... sento un peso enorme nel petto.

Ansia. La chiamano.

Dicono che è normale, lo dicono tutti, ma non riesco a capacitarmene.

Ci sono io, che per tutta la giornata ho provato a non pensare. Ho letto i libri più impegnativi, ho ascoltato la musica più coinvolgente, ho provato a non pensare. E c'è quella maledetta paura.

Mancano cinque minuti a mezzanotte.

E io sono qui, che dopo una giornata passata a rincorrere la spensieratezza, faccio i conti con me stessa.

Penso, rifletto, immagino.... tutti quei confini che avevo posto così diligentemente nella mia mente vengono abbattuti, con una leggera brezza che si fa strada oltre la zanzariera leggera, un ricordo dell'estate che tra tre minuti giungerà al termine.

Inspiro ed espiro, chiudo gli occhi e cerco di deglutire il groppo che sento premere in gola, come la lama di un coltello.

Questa notte dormirò poco, e mi sveglierò dieci minuti prima che la sveglia sul cellulare mi dia il buon giorno.

Tremerò come tremo ora.

Un minuto.

Non so cosa pensare, cosa fare, come comportarmi.

E peggio, so che non lo saprò nemmeno in quel momento.

Odio quando mi capita.

Odio quei momenti in cui tutto mi sembra perso, odio quei momenti in cui mi sento obbligata a strigere le mani a pugno, a deglutire e ad appoggiare la testa alle ginocchia.

Odio sentirmi spaesata, odio sentir mancare la terra sotto i piedi, odio i pensieri confusi che mi affolano la mente.

Odio quegli istanti dannati, quei secondi che paiono anni, secoli e millenni, che mi servono per gettare le fragili basi dell'autocontrollo.

E quindi non posso che odiare questo momento.

È mezzanotte.

Inspiro ed espiro ancora.

Calma. Il cuore mi batte sordo nelle orecchie, ma sento l'ansia che fluisce dai miei arti, lasciandoli nel torpore della stanchezza.

Ritrovo piano l'autocontrollo. Sospiro.

Fuori dalla finestra il cielo è cupo e buio, sembr abeffarsi della mia patetca insicurezza.

Lo fisso e, inghiottendo le ultime tracce di panico, riesco anche a rivolgergli un sorriso beffardo.

Ce la posso fare.

Un minuto dopo mezzanotte.

Il vento fa frusciare gli alberi.

Ora è lui quello nervoso.

Io non lo sono più.

 

Andrà tutto bene, tra sibili di vento e cuore in gola.

 


 

   
 
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