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Autore: TheGhostOfYou    12/09/2011    7 recensioni
E se Lily avesse ricambiato l'amore di Severus? Se fossero stati insieme, e dalla loro relazione fosse nato Harry? Cosa sarebbe accaduto?
Severus Piton conosce Lily Evans poco prima di cominciare Hogwarts; Lily è una nata Babbana, ma è una strega eccezionale. Severus se ne innamora all'istante. Passano gli anni, e anche Lily si accorge di provare gli stessi sentimenti di Severus. Si mettono insieme, e vanno a vivere nelle campagne inglesi. Ma Severus è tentato dal potere, e si unisce a Voldemort, proprio quando Lily scopre di essere incinta. Lei lo lascia e lui, distrutto da dolore, mette anima e corpo nella causa di Lord Voldemort. Quando scopre che Lily ha sposato James Potter, suo nemico di sempre, lascia i Mangiamorte e tenta di riprendersi colei che ama. Ma è troppo tardi. Lily è stata assassinata.
Undici anni dopo, Harry Potter, suo figlio, arriva a scuola. Ha lo stesso carattere di James, ma Severus sa che è suo figlio. Da quel momento in poi, rischierà tutto per tenerlo al sicuro, senza però rivelargli la verità.
Harry scoprirà chi è il suo vero padre, o vivrà per sempre con la convinzione di essere figlio di James?
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, I Malandrini, Narcissa Malfoy | Coppie: Lily/Severus
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie 'Il tuo fantasma - La serie'
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4. I Miss You


Don’t waste your time on me
You’re already the voice inside my head.
 
I Miss You – Blink 182
 
Un lampo squarciò il cielo oscuro, occupato dalle pesanti uvole grigie che non abbandonavano il cielo sopra Hogwarts da Halloween; Severus si alzò dalla sua scrivania, lasciando per un attimo da parte la complicata pozione, e si affacciò alla finestra, respirando l’aria pesante tipica dei temporali. Era appena mezzogiorno, ma sembrava già essere tarda sera.
Sussultò per un momento; la ferita che aveva sulla gamba gli faceva troppo male, non essendosi ancora rimarginata del tutto.
Borbottando qualcosa di incomprensibile, chiuse la finestra e tornò a sedersi.
Il temporale gli faceva sempre pensare a Lily; aveva appena lasciato nel pensatoio quei pensieri da una parte allegri, ma dall’altra parte tremendamente angoscianti.
Lily come l’aveva conosciuta ad undici anni, ancora entusiasta della magia, ancora sorridente, ancora viva.
E poi era arrivato quel Potter a metterla in guardia su Severus Piton, il nipote dell’ex Mangiamorte, l’amico di Bellatrix Black e un altro paio di ragazzini dalle famiglie poco raccomandabili.
 
Scosse la testa, cercando di concentrarsi sulla pozione rigenerante, ma tutto quello che gli passava per la testa erano i suoi occhi.
 
Di un verde stupefacente, brillanti e pieni di vita.
 
Gli stessi occhi di Harry Potter.
Strinse talmente forte l’aculeo di porcospino che questo si conficcò nel palmo della sua mano pallida, lasciandogli lanciare un piccolo sbuffo di dolore.
 
Harry Potter, suo figlio, era il ragazzino più arrogante di tutta la scuola. Aveva il carattere di James Potter, con il quale era cresciuto, e di Sirius Black.
Di lui, non aveva preso nulla, nemmeno l’abilità in pozioni.
Avrebbe dovuto amare quel ragazzino, cercare di venirgli incontro, eppure non riusciva a vederlo come suo figlio. Non l’aveva nemmeno visto nascere, Lily era scappata al secondo mese di gravidanza.  Avrebbe dovuto avere cura di lui, proteggerlo, trattarlo nel modo giusto, ma aveva le stesse identiche espressioni di James Potter.
 
E lui odiava James Potter più di quanto non avesse odiato Voldemort.
 
Scosse nuovamente il capo, aggiungendo l’aculeo che gli aveva bucato la pelle nella pozione, che diventò di un verde limpido. Improvvisamente, scoppiò a ridere. Una risata isterica, provocata dalla sorte che sembrava avercela con lui.
- Gli occhi di Potter, la pozione. Tutto sembra ricordarmi te, Lily.-
Era amareggiato, per come era stato trattato in passato, per Lily che aveva scelto James, alla fine, per essere diventato Mangiamorte.
Si strinse convulsamente il braccio sinistro, sapendo che era impossibile che bruciasse; Lui era scomparso da parecchio tempo, ormai.
Eppure, quel marchio bruciava, bruciava eccome, per il dolore che aveva causato, per le scelte che era stato costretto a fare.
 
Per la morte di Lily.
Era colpa sua, se era morta.
Non se lo sarebbe mai perdonato.
 
Un leggero bussare della porta lo riportò alla realtà.
- Avanti.-
La porta si spalancò ed entrò Albus Silente, la lunga veste blu che svolazzava mentre si avvicinava alla cattedra di Severus.
- Sono occupato, Albus.-
- Hai lasciato i tuoi sentimenti pieni di rancore da parte?- per un attimo, lo sguardo di Silente penetrò gli occhi scuri di Severus. – E’ tuo figlio.-
L’uomo deglutì, lasciando cadere il mestolo sul fondo del calderone.
- E’ arrogante, saccente, crede di essere al di sopra delle regole. Non mi importa che sia mio figlio.
 
Ipocrita. Lo tratti così solo perché rivedi lei nei suoi occhi.
 
- Oh, andiamo Severus. Anche tu sei stato arrogante.-
-  Io non mi permettevo di girare tronfio per la  scuola come se fossi il padrone del mondo.- rispose lui, apparentemente tranquillo.
La calma faceva parte del suo essere, non si era mai infuriato più di tanto. Era cinico, a volte anche bastardo, ma non avrebbe mai fatto una sfuriata.
- Dagli una possibilità, Severus!-
L’uomo si alzò in piedi, infilandosi la bacchetta nel lungo mantello nero che non lo separava mai, ed avvicinandosi alla finestra. In lontananza,un lampo illuminò il cielo, che passò per un istante da grigio scuro a violetto.
- Credi che non ci abbia provato?- la sua voce era calma, ma un tono più bassa. Qualcosa si era spezzato dentro di lui. – Credi davvero che non abbia voluto conoscere mio figlio? Ci rivedo lei, in quello che fa. E tutte le volte, ripenso alla sua scelta di sposare Potter.-
 
E mi viene da vomitare ogni volta.
 
- Non puoi odiare Lily per averti allontanato.-
- Odiarla?- Severus si voltò; i suoi penetranti occhi neri sfidarono quelli azzurri di Albus, il cui sguardo si era fatto grave. – Pensi davvero che potrei mai odiarla, Albus?-
- Non devi odiare nemmeno te stesso.-
Severus alzò le spalle.
- Non voglio parlare d’amore, Albus. Non sono più il ragazzino di tanti anni  fa.-
Il Preside non disse nulla. Si limitò ad osservarlo, ad osservare i suoi occhi tristi, poi si alzò, e senza dire nulla, aprì la porta .
- Non sono riuscito ad andare avanti, Albus. Non credo che riuscirò mai ad amare Potter.-
Silente richiuse la porta, e si avvicinò a lui, mettendogli una mano sulla spalla.
- Il tuo compito è far si che ti odi, che si senta minacciato da te. –
- Prima o poi mi spiegherai che cosa hai in mente; non voglio sottostare alle tue regole senza sapere che cosa c’è in gioco.-
- A tempo debito, Severus.-
Il preside gli colpì la spalla dolcemente, e uscì dalla stanza.
Severus lasciò andare la fronte contro il vetro freddo della finestra. Era un pazzo, più pazzo di Silente, perché lo assecondava nei suoi piani assurdi; era una pedina, lo sapeva già. Quanto tempo avrebbe dovuto aspettare prima che l’abile giocatore lo sacrificasse per fare scacco matto?
 
***
 
Harry Potter odiava Pozioni. Era la materia che gli piaceva di meno, e con il professore più sgradevole di tutti. Fin dal primo giorno, aveva avuto la sensazione di non piacere per niente a Severus Piton, che continuava a rimproverarlo e a togliere punti alla sua casa senza che ci fosse realmente un motivo.
Era arrivato anche a pensare che fosse un”amico di Voldemort”, come definiva i suoi seguaci nella sua testa. Hermione e Ron avevano riso alle sue congetture, ma quando aveva visto la gamba maciullata del professore, certamente danno di Fuffi, il cane a tre teste, non aveva avuto alcun dubbio.
Piton voleva rubare quello che il cane nascondeva.
La lezione di Pozioni del pomeriggio fu ancora più spiacevole del solito; sbagliò la pozione Scordarella, che invece di diventare di un rosso limpido, si era rappresa nel suo calderone e sembrava mousse di fragola.
- Potter, abbiamo un altro brutto voto.-
Il professore infilò il suo naso lungo dentro il calderone, sorridendo cinicamente e prendendo appunti sul suo taccuino. – Se continui così rischierai di farci saltare in aria.-
Silenzio. Le risatine dei Serpeverde arrivarono alle orecchie di Harry, che si teneva aggrappato al banco per evitare di rispondere alle provocazioni.
- Dove hai sbagliato, Potter?-
Harry deglutì, lanciando un’occhiata ad Hermione.
Dove diavolo aveva sbagliato?
- Non… non lo so, signore.- incrinò le labbra in un gesto inconsapevole. La classe piombò nel silenzio.
 
A Severus non era sfuggito quel movimento di labbra; senza averla richiesta, sentì una strana sensazione alla bocca dello stomaco. Quel gesto era il suo particolare, quando era nervoso e non sapeva rispondere. Quanto lo aveva preso in giro Lily per quel gesto innato in lui.
 
Quel gesto era la prova inconfutabile che Harry Potter era suo figlio.
 
Deglutì, perché doveva trattare con noncuranza quel ragazzino che invece avrebbe voluto abbracciare, nonostante non lo sopportasse per la sua arroganza.
Perché per quanto strana fosse la cosa, per quanto terribile potesse essere l’idea, quel ragazzino arrogante era davvero suo figlio.
Un figlio che non sapeva di avere un padre vivo, che in quel momento soffriva per non poter dire la verità. Un figlio che non sapeva quanto il padre l’avesse cercato, e quanto avesse amato sua madre.
 
Harry Potter tutte queste cose non le avrebbe mai sapute.
 
- Tu, signor Potter, sei un ragazzino arrogante che crede di essere un dio solo perché sai cavalcare un manico di scopa.;chi sei tu, per non leggere le istruzioni che ho dato? Ti reputi al di sopra delle leggi, regole che vigono nel mondo magico? Perché, mio caro Potter, le istruzioni vanno seguite. Ora, da quello che immagino, ti sei dimenticato accidentalmente di inserire la radice di asfodelo in polvere, ed ecco il risultato. Dieci punti in meno a Grifondoro!-
Harry aprì la bocca per ribattere, ma Hermione gli diede un calcio sotto il tavolo da lavoro, e lui rimase a guardare Piton voltarsi e tornare alla cattedra.
Uscì più arrabbiato che mai; per quale motivo il professore ce l’aveva tanto con lui? Non aveva fatto nulla di male, semplicemente non era portato per Pozioni; tutti, a parte Hermione Granger, erano deboli in qualcosa.
Tirò un calcio al muro, facendosi parecchio male; zoppicando si avviò su per la scala che portava alla Sala Grande, con un peso nel cuore che non sapeva spiegarsi.
 
Per qualche, strano motivo, a lui dispiaceva che Piton lo odiasse così tanto.
 
****
 
Faceva già freddo a Godric’s Hollow.
Severus si incamminò deciso per la fila di tombe del piccolo cimitero cittadino. Una miriade di nomi sconosciuti, solo uno che importasse davvero.
Raggiunse la tomba di Lily in poco tempo; ci andava tutte le settimane, e le parlava per ore. Era malato, lo sapeva benissimo, perché come poteva ancora amare una donna morta da dieci anni? Come poteva il suo cuore battere ancora quando riguardava le loro vecchie foto?
Si sedette su una pietra liscia di fianco alla sua tomba, e vi pose dei fiori. Gigli bianchi, i suoi preferiti. Aveva cercato di smettere di andare a trovarla, ma si era sentito malissimo al pensiero di non poter parlare con lei.
 
Severus era ancora attaccato al passato, e lo sarebbe stato per sempre.
 
- Tuo figlio… nostro figlio, è peggio di quanto mi aspettassi.- non si sentiva ridicolo a parlare da solo; sapeva, credeva fermamente, che lei lo potesse ascoltare. Avrebbe solamente voluto sentire il suo abbraccio caldo in quel momento.
- Non ha il tuo talento in Pozioni, il mio in Incantesimi. Sembra che abbia sviluppato interesse solo per il Quidditch.-  il tono della sua voce si fece più roco; a lui il quidditch nemmeno piaceva. – Ha il carattere di Potter.-
Si fermò un attimo a guardare la tomba di Potter, il suo nemico di sempre. Non era gratificante saperlo sotto terra, nonostante fosse stato arrogante e spocchioso con lui, e l’avesse davvero trattato male, a scuola.
Tornò a guardare la foto di Lily; era bella, sorridente, i capelli rossi finemente acconciati in una coda. Quel sorriso gli mancava più di ogni altra cosa.
Si inginocchiò accanto alla tomba, portandosi una mano sugli occhi.
- Mi manchi, Lily, mi manchi ogni giorno di più- la sua voce si era spezzata per un attimo. – Non so come fare, vorrei uno dei tuoi consigli. Silente non mi permette di dire ad Harry la verità.-
Si aspettava quasi di sentirla parlare, ma intorno a lui ci fu silenzio. L’unica cosa che si sentiva era il frusciare del vento tra i rami ormai completamente privi di foglie.
Severus si alzò, accarezzando la lapide di marmo e soffermandosi sulla sua foto.
 
Ti amo ancora, dopo dieci anni, Lily. Per me non sei mai andata via.
 
****
 
Severus era tornato in tempo per vedere la prima partita a Quidditch di Harry. Si era seduto di fianco alla professoressa McGranitt, con la sua sciarpa Serpeverde al collo, e l’aveva visto decollare.
Era rimasto senza parole. Anche uno poco esperto del gioco non poteva negare la bravura di Harry Potter nel volare. Sembrava quasi come se tutto fosse annullato, là sopra. Harry sembrava un ragazzo normale, come tutti gli altri, senza problemi, senza pensieri.
Vederlo giocare era bello, era divertente.
 
Severus si sentì orgoglioso do suo figlio, in quel momento, e avrebbe voluto avere l’opportunità di dirglielo.
 
Poi, accadde.
La scopa di Harry perse il controllo, e lui finì quasi giù dalla scopa.. Severus sentì una presenza malvagia in tribuna, e fece l’unica cosa giusta da fare. Cominciò a recitare le parole di un controincantesimo, per evitare che Harry cadesse dalla scopa.
Il ragazzo era ormai appeso ad un filo; si teneva con entrambe le mani alla sua scopa, mentre penzolava appeso come un salame.
 
Ti prego, fa che non cada.
 
Il controincantesimo  di Severus stava funzionando: la scopa non si muoveva più, ora stava ad Harry tornare in sella. In quel preciso istante, sentì un calore diffondersi dalla base del suo mantello, e, guardando in basso, si accorse di avere il mantello incendiato.
- Aguamenti.- mormorò, e il fuoco si spense.
Quando tornò a guardare, Harry era risalito in sella e stava inseguendo il Boccino. Poco dopo, lo videro mettersi le mani sullo stomaco. Sembrava stesse per vomitare.
Invece, con grande sorpresa di tutti, il Boccino spuntò fuori dalla sua bocca e lo stadio esplose in un coro di una voce sola.
Harry aveva fatto vincere il Grifondoro.
Severus sputò per terra, facendo finta di essere amareggiato per la sconfitta di Serpeverde; la McGranitt lo guardò con un sorrisetto superiore, ma non disse nulla.
Scese dalle tribune quando ormai era buio e tutti erano ormai tornati nei loro rispettivi dormitori. Sulla strada per il castello, incontrò Harry, che camminava da solo con la sua Nimbus 2000 in mano.
- Complimenti, Potter.- Severus si trovava a pochi centimetri da Harry, e avrebbe desiderato abbracciarlo. In fondo, era suo figlio, ed il moto di orgoglio che aveva provato guardandolo volare in quel modo era indescrivibile. – Hai volato bene.-
Harry arrossì, ed abbassò il capo.
- Grazie.- sussurrò appena.
- Vorrei dirti che tuo padre sarebbe orgoglioso di te, ma lui non sarebbe stato orgoglioso.- aggiunse Severus, con la voce acida, che era solito usare con Harry.
Voltò le spalle al ragazzo e si incamminò per la collina, lasciandolo solo. Sospirò, mentre si stringeva nel mantello per ripararsi dal freddo.  Era difficile mentire così.
 
È una bugia, Harry. Tuo padre è orgoglioso di te.
 
****
Ed ecco il mio esperimento, come avevo annunciato sulla pagina FB. Come vedete, questo capitolo è ambientato nel “presente” di Harry Potter e la Pietra Filosofale; la mia idea è quella di spaziare dal passato al presente, amalgamando insieme le due storie.
Spero vi piaccia.. J
Torniamo alla storia, ora.  Mi piace come sto sviluppando Severus, e non lo credevo possibile. È un uomo orgoglioso, ma ha anche dei sentimenti forti per Lily e anche per suo figlio, anche se come carattere assomiglia a James, in realtà scopriremo che ha molto in comune con Sev. Piano piano i piani di Silente saranno chiari, non preoccupatevi; per ora prendete per buono quello che c’è scritto.
Mi è sempre piaciuto pensare che Severus andasse a trovare Lily per parlare con lei; è un amore talmente devastante che lui va sulla sua tomba pur di sentirla vicino.
Per quanto riguarda i complimenti ad Harry, ci sono, è vero, ma sono velati dal finto cinismo di Severus.
Vi ricordo la mia pagina Fb, basta cliccare qui.
Un bacio.
Ghost.
   
 
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