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Autore: Iolyna92    12/09/2011    3 recensioni
I capelli biondi profumavano ai fiori di lavanda e stavano ancora bagnati e scompigliati sulla testa.
Il viso dai lineamenti eleganti era leggermente più roseo per l’ambiente caldo che aveva abbandonato e gli occhi leggermente lucidi e arrossati.
Le larghe spalle, nude e umide, insieme alle braccia possenti e il petto, dove scolpiti c’erano muscoli sviluppati dai frequenti allenamenti, brillavano invitanti sotto le luci del pomeriggio.
Sulla pelle calda e profumata, una brillante goccia d’acqua attirò il suo sguardo.
Questa era partita dalla giuntura dei capelli sopra la tempia e pian piano scivolava sul bel fisico di lui, seguendo i contorni perfetti fino all’addome, dove fu assorbita dalla tovaglia che copriva il resto del corpo fin sopra le ginocchia.
Dorothy non si fermava spesso ad osservare la fisicità dei ragazzi e mai ad osservare quella di Seifer, almeno non fino ad adesso.
°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*
Spero di avervi incuriosito con questo pezzo tratto dalla mia storia^^
Vi sarei davvero grata se deste un occhiata e, anche se poi decideste di non leggerla, lasciare comunque una recensione. Accetto ben volentieri sia critiche che apprezzamenti xP grazie in anticipo^^
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*°*°*@Note della scrittrice@*°*°*
Buondì!!! :) Sono tornata gente con il secondo capitolo!!!:) Qui incotramo il secondo protagonista... Sta a voi capire quale!!!! E Dorothy? Bhè starà in convalescenza per un po’! Cmq, voglio ringraziare tutti, e intendo TUTTI, coloro che si stanno rivelando così gentili e appassionati leggendo questa storia! Avverto che sarà più lunga e complicata di quando vi aspettate, ihihihih!!! Cmq, un grazie particolare al cucciolo Jo :), a M. (XD non mi ricordo come si scrive per intero il tuo nik, imparerò :)) e Skyla (spero che sia scritto giusto, se no che mala figura!!!). Vi prego non mi abbandonate!!! Ora, mi rendo conto che rompo troppo, perciò vi lascio leggere in santa pace adesso!!! Baci, al 3° capitolo!!!! 


Capitolo 2°
 
Si aspetta.

 
 

- Quando è arrivata?-
 

Per Nicolas, il tono assunto da Seifer era fin troppo timoroso, sopratutto se era rivolto a una persona che ancora non conosceva.
- Sta mattina sul presto si presume. Ma l’hanno trovata verso le quattro del mattino.-
- Condizioni?-
Se erano all’ospedale a scansare persone con passo veloce, era anche inutile porre quella domanda.
Nicolas sapeva bene che per Seifer conoscere un altro “prescelto” era qualcosa d’eccezionale: insomma, tutti li ritenevano come di un’altra specie e due di loro rappresentavano il male puro.
Sarebbe stato come incontrare uno di famiglia.
 
 
Era passato circa un mese da quando il Gran Consiglio aveva ordinato alla prescelta, legata all’elemento dell’acqua, di trasferirsi a Warmin.
Seifer lo sapeva bene perché, la notte stessa che inviarono l’ordine, fu convocato a una riunione.
Non sapeva cosa avesse fatto di preciso ma era tornato la mattina presto con praticamente stampato in faccia un sorriso a trentacinque denti e invece di andarsene a letto a riposare, come tutte le persone normali, si mise a cucinare pancetta e uova fritte.
Nicolas, goloso com’era, appena sentì pizzicare il suo naso sotto quel profumo meraviglioso non riuscì a stare a letto un altro minuto.
Così in pigiamoni soffici davanti a piatti così deliziosi aveva fatto finta di ascoltare il suo migliore amico per circa tre ore.
- Te ne rendi conto Nicolas! Verrà qua! Abiterà in questa casa! E si dovrà allenare ogni santa ora di ogni santo giorno con me! E’ una cosa fantastica!-
Lo ripeteva come se si fosse trasformato in un carillon.
Alla fine aveva solo aggiunto, con bocca piena e occhi a palla:-Savebbe fanfasfico se fosse bona!-
Ora invece faceva di tutto per far passare quel favoloso incontro, che attendeva con ansia da tanto, come una semplice questione di lavoro.
 
- Pessime...- rispose il ragazzo addetto agli schedari d’arruolamento che li accompagnava. - Rischiava seriamente di morire dissanguata a causa di una ferita d’arma da fuoco sulla spalla sinistra. Le hanno trasfuso due sacche di sangue, estratto il proiettile e dato cinque punti per chiudere al meglio la ferita, ma si è infettata. Adesso è fuori pericolo, ma la febbre non vuole scendere.-
Gli occhi azzurri-verdi di Seifer si abbassarono a guardare il pavimento.
Nicolas, da buon amico, lo circondò con un braccio.
 
L’ospedale brulicava di persone: molte erano sedute in attesa di una semplice visita.
Di tanto in tanto si vedeva passare un lettino con uno sfortunato privo di sensi al di sopra, forse diretto alla sala operatoria.
Arieggiava nell’aria un profumo di disinfettante e detersivo, mentre l’ambiente si rilevava più tranquillo e accogliente del solito.
Tutto procedeva con un certo ordine: le visite a pian terreno e i ricoveri di ogni genere disposti ordinatamente, ciascuno su un piano a se.
Tutta un’altra cosa era ciò che diventava l’ospedale durante una battaglia.
Urla, pianti e sangue da per tutto... Il suo odore insieme alla puzza di sudore che riempiva ogni angolo... Chi correva ad aiutare qualcuno chi invece chiedeva aiuto...
Nicolas scosse la testa per rimuovere quei brutti ricordi.
 
Presero l’ascensore e salirono al terzo piano.
Stranamente durante il tragitto Seifer non disse una parola.
Si guardò un po’ intorno in sovrappensiero nell’attesa che arrivassero a destinazione.
Arrivati sul pianerottolo deserto, il ragazzo che li accompagnava, con una carpetta in mano e passo veloce, fece strada fino alla stanza.
Sfogliava freneticamente tra i suoi documenti mentre con la coda dell’occhio controllava il numero delle camere, e Seifer e Nicolas lo seguivano senza fretta.
 
Arrivati alla stanza G421, il ragazzo si fermò, sistemò ordinatamente le sue carte ed aprì delicatamente la porta.
Seifer fu il primo ad entrare, seguito dagli altri due.
 
Nella stanza piccola dalle pareti celestine, arredata solo con un armadio, una poltrona e attrezzature mediche, e con una sola finestra che la riempiva di sole, una giovane ragazza stava immobile, ad occhi chiusi, riposando tra candide coperte.
Aveva capelli rosso mogano con graziose onde.
La pelle era chiara, bianchissima, ma non sapeva se era per via del malore o per natura.
Le labbra sottili erano disegnate alla perfezione, mentre il naso era piccolo e grazioso sul viso ovale.
Voleva vedere i suoi occhi.
Fremeva dalla curiosità di sapere qual era il loro colore, la loro intensità...
- Come si chiama?- chiese poi Seifer, ancora impegnato ad esaminarla.
Voleva conservare ogni suo singolo dettaglio nella sua memoria.
- Dorothy Wilson. Ha diciotto anni e, nella sua scheda quando si è registrata, ha esplicitamente scritto che non sa in che paese è nata. A quanto ho capito è rimasta orfana fin da piccola, ha vissuto tanto tempo in un orfanotrofio e poi l’ha adottata una certa Cortes. Anche se devo dire che ci è stata poco, solo tre anni, perchè poi si è subito arruolata.-
Aveva ricominciato a sfogliare tutti quei documenti e aveva mostrato a Seifer la scheda d’arruolamento e i documenti che provavano quando era stata portata in orfanotrofio e quando era stata adottata.
- Poverina... Credo sia stata una vita difficile...- disse quasi tra sé Nicolas.
Nessuno ci badò.
Pensava, comunque, che una ragazza che aveva subito un’infanzia così tremenda ed era cresciuta tra i lavori di un orfanotrofio e la casa di persone sconosciute, dovesse riportare segni di una vita dura sul viso.
Invece era limpida, serena; come se tutto ciò l’avesse aiutata a diventare forte come una roccia.
Lo straniva tanto...
- Ancora non mi avete spiegato come si sia procurata una ferita del genere.- disse poi Seifer.
- Non glielo so spiegare con certezza- iniziò il ragazzo- ma credo che abbia avuto un’imboscata o qualcosa del genere. L’unica cosa che so e che l’hanno trovata con un uomo.-
-Un uomo?- chiese Nicolas.
-Si. Non sappiamo chi sia, ma lo hanno trovato morto insieme a lei. Lo stanno esaminando al momento.- spiegò con gentilezza il giovane.
- Di, a chi ha ricevuto questo incarico, di controllare bene se ci sono tatuaggi sul corpo... Sopratutto se è una h maiuscola dentro un triangolo.- riferì Seifer al ragazzo.
-Sarà fatto- rispose.
Poi lo congedò.
 
Rimasti soli in quella stanza, Nicolas si avvicinò a Seifer.
Era di nuovo in sovrappensiero, e non aveva rimosso lo sguardo dalla ragazza.
- Te lo immagini, una creatura così esile cosa ha vissuto e cosa potrebbe farti?- chiese sollevando lo sguardo e osservando l’amico.
- Beh, amico- disse Nicolas dandogli una pacca sulle spalle – devi avere paura più tu che io. Al metallo l’acqua fa ben poco, rispetto a quello che fa al fuoco.-
Sorrisero.
- E adesso che si fa?- aggiunse Nicolas.
- Si aspetta.- rispose Seifer.
- Si aspetta?- chiese.
- Si. Si aspetta che si svegli.- 

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