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Autore: Lollo    13/05/2006    9 recensioni
Una semplice e futile litigata fa rendere conto di tutti i problemi che hanno lui ed Hermione: ha decisamente bisogno di un qualche 'consulente di coppia'...
Ho un'idea molto, molto indicativa di come andrà questa storia, soprattutto verso l'ultimo capitolo... ad ogni modo, è sempre così con ogni mia fanfiction, quindi nulla di che preoccuparsi (spero). Ah, lo so, lo so, devo essere fissata con le famiglie: prima Family Encounter, poi questa! XD
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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How I Met Your Mom

 

Tic Tic 2 – La Vendetta

 

 

 

 23 Aprile, ore 15.07

 

Ron si alzò furtivo dal letto, tentando di fare più piano possibile per non svegliare Hermione che dormiva tranquilla al suo fianco, e si diresse in bagno per farsi una doccia.

Era stato perfetto, seriamente. Adesso era sicurissimo che tutto sarebbe andato a posto: lei in fondo gliel’aveva detto, o no? Aveva sbagliato a comportarsi così con lui, l’aveva ammesso. Ed era così piacevole sentire Hermione, la stessa Hermione che sapeva tutto di tutto di tutto, dire che aveva sbagliato. Cioè. Era una specie di sogno!

Uscì dal bagno al settimo cielo, già pronto a stendersi tra le coperte con Hermione. Ma lei non era più nel letto; Ron si bloccò, con un oscuro presentimento. Scese le scale, lentamente, quasi con il terrore, per poi avvicinarsi alla cucina e socchiudere la porta lentamente e silenziosamente.

I suoi sospetti erano fondati: il ‘tic-tic’ era tornato tra loro. Chiuse la porta di scatto e ci si appoggiò contro.

Lo sapeva. Lo sapeva. L’aveva sempre saputo in fondo. Doveva parlarle, come le aveva detto la Tipa del Parco, invece di farsi vincere da... da... dai desideri carnali, ecco! Ma poteva recuperare, poteva farlo adesso: meglio tardi che mai!

Aprì la porta con determinazione.

-          Hermione, - cominciò, solenne. – io... – che poi, che doveva dirle? Cioè, che doveva smettere di scrivere? Era sicurissimo che non l’avrebbe mai fatto, conoscendola... quindi era totalmente inutile. Che si sentiva trascurato?

Immaginava già il suo sguardo da ‘ohppovero ragazzo complessato.’

Hermione lo stava fissando, in attesa, le mani sospese sui tasti. Ron incespicò un attimo, chiuse e riaprì la bocca un paio di volte e poi lasciò perdere.

-          No, vabbè, niente... – disse, poco convinto.

-          E, senti, che mi dovevi dire prima? – domandò Hermione, riprendendo a digitare sui tasti velocemente.

Ron rimase interdetto per un attimo, prima di rispondere ancora: - No, non importa... –

E si diresse verso la porta; ma prima che potesse uscire, dietro di lui, sentì Hermione dire: - Senti, per favore, non è che fai un po’ le faccende, che sono occupata..? – prima che riuscisse a rispondere, lei tirò fuori una lista lunga qualche chilometro, si alzò e gliela porse. Ron la fissò sconvolto.

-          Ecco, qui c’è quello che dovresti fare. In ordine cronologico, per favore, eh. Grazie, ti amo! – e lo chiuse fuori dalla porta.

*

 

23 Aprile, ore 16.53

 

Ron fissò torvo la lista della spesa, che era allegata alla lista dei lavori della cucina, che era allegata alla lista delle faccende.

 

1-     Latte

Ok, era facile, ce la poteva fare. Latte. Bastava cercare in quel marasma di scaffali del supermercato  e l’avrebbe trovato in un batter d’occhio.

Alzò lo sguardo sulle migliaia di scaffali, chiedendosi da cosa iniziare la perlustrazione, e alla fine si inoltrò nella fila più a destra. Si ritrovò in una specie di Mondo dei Biscotti. Biscotti ovunque, di tutti i tipi e dimensioni, tutte le marche possibili inimmaginabili erano sugli scaffali di quel supermercato.

Quasi sopraffatto, riemerse velocemente fuori dal corridoio, ma andò a sbattere inavvertitamente contro una specie di fortino di frollini, che gli crollò rovinosamente in testa.

Una commessa decrepita dallo sguardo omicida puntò con occhi folli Ron circondato dalle scatole, e si avvicinò a passo di carica. Lui scattò in piedi impaurito.

-          Allora, lei! – strillò la commessa con sguardo pericoloso – lo sa, ha una benchè minima idea di quanto ci voglia a sistemare tutta questa roba in quel modo?? –

-          M... mi scusi... – Ron cominciò a raccattare le confezioni.

-          Ma cosa si scusa, a me che me ne frega delle scuse, adesso mi tocca rimettere tutto a posto... – la donna cominciò ad agitare le braccia in aria furiosa, e Ron ne approfittò per defilarsi quando si mise a sbraitare contro un bambino che aveva camminato sul pavimento appena lavato.

Sospirò di sollievo, e guardò sconsolato le altre file e file di scaffali che ancora doveva esplorare. E la commessa frustrata sembrava solo uno dei molteplici ostacoli! Non ce la poteva fare. Doveva trovare un modo.

E poi, la vide.

La Luce.

Il suo angelo custode, nonchè anche conosciuta come la Tipa del Parco, stava scrutando poco convinta un panetto di burro poco lontano da lì.

-          Ehi! – chiamò. Poi si ricompose. Insomma, stava parlando con una creatura celeste. – Mi scusi! –

La donna si girò incuriosita. – Oh! – esclamò quando lo vide, sorpresa. – Ancora tu! Che coincidenza! Come va..? – chiese, allusiva.

-          Uhm... sì... – fece un segno che significava ‘così così’ con la mano.

-          Avete parlato? –

-          No... – rispose con un sorriso gongolate – però... –

La donna inarcò le sopracciglia. – Oh! – disse alla fine.

-          Già – annuì Ron. – Cooomunque, devo fare la spesa. Solo che ho un problema. -

-          Tipo? -

-          Il latte. -

La signora indicò un punto non molto lontano da lì nel banco frigo, dove si trovava il latte. Gli si illuminarono gli occhi. Si diresse dove gli aveva indicato e, finalmente, prese una bottiglia di latte e la infilò nel carrello. Orgoglioso di sè, ritirò fuori la lista e lesse cosa veniva dopo.

-          Bene, io allora vado a pagare... ci rivediamo, forse! –

 

2-     Biscotti

Oddio.

 

-          No, aspetti! Senta, dovrei chiederle un favore... non è che sono molto pratico... – disse disperato. Si sentiva alquanto stupido a chiedere a qualcuno di accompagnarlo a fare la spesa, però, a mali estremi... non poteva correre il rischio di rincontrare la commessa.

 

La signora sorrise paziente. – Mmh, okay, ti do’ una mano. E dammi del tu, tanto...

Ron sospirò di sollievo.

 

-          Non so se qualcuno te l’ha mai detto, ma... sei proprio un angelo!

*

Hermione corse per il primo reparto a sinistra del supermercato, cercando Ron. Si sentiva davvero in colpa; straordinario quanto diventava egoista quando si trattava di scrivere. No, okay, non era egoismo, in fondo era il suo lavoro e una volta tanto Ron se la poteva anche cavare... però...

Si guardò intorno e piegò verso sinistra. Finalmente scorse la figura di Ron in fondo, e si affrettò ad avvicinarsi; mentre lo faceva, notò una donna, che lei non riusciva a vedere in faccia – era girata di spalle – che gli stava dicendo qualcosa. Istintivamente, si fermò, proprio prima di sentire la voce di Ron.

 

-          Sei proprio un angelo! –

E chi cazzo era quella??

 

 

 

 

Ehilàààà, ecco il nuovo capitolo >_- lo so, in questa fanfiction ho lo straordinario potere di far andare Hermione OOC, ma è più forte di me, non me ne

vogliate T_T

Commentucciooo? *___*

Lollo

  
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