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Autore: Kumiko_Walker    15/09/2011    4 recensioni
Tyki ed Allen, a causa di una Innocence, si ritrovano nel mondo Reale.
Ad ospitarli sarà una quindicenne italo-giapponese, amante di D.Gray-Man e della coppia Poker.
Riusciranno i due a tornare nel loro mondo ancora sani di mente?
[Ci saranno molti nuovi personaggi] [Probabili Spoiler!]
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Allen Walker, Nuovo personaggio, Tyki Mikk
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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In The Real World
Capitolo 2: E’ Tutto un Giro di Favori
 
Il ventisei Agosto era una magnifica giornata d‘estate. Gli uccellini cinguettavano, il sole non era ancora alto, la gente era rinchiusa in casa a causa del caldo soffocante, il silenzio era padrone nel piccolo paesino di Santa Maria, un posto quasi sconosciuto, dove vi erano duemila abitanti, la maggior parte erano persone di mezza età, scappate dalle città affollate ed in cerca di una vita tranquilla. In quella cittadina vi erano, però, anche molti ragazzi. Infatti c’erano anche una scuola materna, una elementare ed una media. Le superiori erano nei paesi vicini, ma si potevano raggiungere facilmente grazie al comodo servizio degli autobus e dei treni. Solo il parlottare delle vecchie signore si poteva udire, visto che era ancora estate, e le persone, alle otto di mattina, preferivano stare a letto a poltrire. O quasi tutte, si direbbe, visto che anche molta gente doveva lavorare.
Anche Tyki Mikk ed Allen Walker erano dello stesso avviso (dormire e fare niente tutto il giorno), ma non avevano fatto i conti con Hanabi, sveglia e pimpante già a quell’ora, anche se il giorno prima era andata a letto alle una, insieme ai due ragazzi, che le erano piombati in casa a causa di una Innocence abbastanza strana.
- FORZA RAGAZZI, SVEGLIA! - urlò, facendo sobbalzare i due. L’albino cadde perfino a terra, provocandosi una botta sul sedere.
Tyki era molto assonnato, e guardò l’orologio digitale sul comodino in legno, a pochi passi da lui ed il suo materasso, con cui aveva dormito malissimo, ed ora aveva un mal di schiena terribile, ma non parlò, perché sicuramente la ragazza gli avrebbe proposto di andare a dormire insieme ad Allen.
- Che vuoi?! Sono le otto di mattina! - disse, massaggiandosi i capelli neri sciolti. Il laccio rosso che usava per evitare che andassero dappertutto, lo aveva perso nel letto, a causa del suo sonno movimentato, che aveva svegliato parecchie volte la sua nuova “coinquilina”, visto il suo sonno leggero.
Notò che Hanabi aveva una maglietta nera a maniche corte, con dei jeans blu corti, delle calze bianche e delle scarpe da ginnastica nere.
- Forza! Cosa state lì come due baccalà?! Cominciate a vestirvi, io chiamo un amico! - disse lei, buttandogli addosso i vestiti che aveva ieri i due.
- Ma i tuoi non sentono nulla? - chiese Allen, alzando un sopracciglio, mentre si infilava i pantaloni, e si toglieva la maglietta bianca, cambiandola con quella rossa.
- Mio padre è andato a lavorare, mia madre è uscita per fare la spesa mezz’ora fa, ma sicuramente si sarà fermata al bar a parlare ed a bere il cafè, mio fratello fa l’animatore a dei bambini, ed oggi avevano una gita, quindi è andato via un’ora fa! - rispose Hanabi, prendendo il suo cellulare e digitando un numero.
Appena Tyki ed Allen finirono di vestirsi, guardarono curiosi la ragazza, che stava aspettando che il suo amico rispondesse.
- Pronto? - la voce era maschile, infuriata ed assonnata. Si vede che la chiamata di Hanabi lo avesse appena svegliato, e la cosa non lo aveva reso molto felice, a quanto pare. Bè, chi vorrebbe essere svegliato alle otto di mattina, in una giornata estiva, grazie allo squillo rumoroso del proprio cellulare?
- Alessandro, è ora di restituirmi il favore! - la mora fece un sorriso preoccupante, che fece sobbalzare i due “coinquilini”. Il “favore” di cui parlava Hanabi non era sicuramente qualcosa di buono.
- Cosa ti serve? - il ragazzo sospirò. Era meglio non discutere quando la mora parlava di restituire un favore. Dopotutto lui le doveva molto.
- Mi servono dei vestiti da uomo, per dei miei amici - rispose osservando il Noah e l’Esorcista, che si voltarono, sentendosi prendere in causa.
- Vieni al negozio di mio padre, ti aspetterò lì - la telefonato si chiuse così, senza un saluto o un ringraziamento da parte della mora, che si limitò a sorridere vittoriosa.
- Ora mettetevi queste! - Hanabi lanciò delle scarpe ai due, che riuscirono a prenderle al volo - non sono della vostra misura, ma dovete tenerle lo stesso, visto che sono delle scarpe che mio fratello non usa più -.
- Certo, certo - disse Tyki, infilandosi a fatica quelle scarpe strette, mentre quelle di Allen gli andavano larghe, ed ad ogni passo quasi si toglievano.
- Ma non facciamo colazione? - chiese l’albino, appoggiando la mano destra sulla pancia, che ringhiava piuttosto rumorosamente a causa della fame.
Hanabi sbuffò e sorrise, poi gli lanciò una brioche alla crema, che l’esorcista prese al volo e divorò in pochi secondi, senza lasciare nemmeno le briciole.
- Fattela bastare - disse la mora, grattandosi la testa. Certe volte l’appetito dell’albino non era una buona cosa. Poi guardò Tyki e gli lanciò la stessa cosa.
Allen fu un po’ deluso dalla risposta e chinò la testa. Aveva ancora fame, ma doveva per forza resistere! Dopotutto sapeva che i soldi erano importanti… la sua mente si ricordò dei debiti del suo maestro e si sentì improvvisamente male. Ma una cosa era certa: finché era in quel mondo non avrebbe dovuto pagarli, e questo lo rallegrava. Almeno in parte, si intende, visto che non succede tutti i giorni di essere catapultato in un posto sconosciuto, di cui mai avessi sentito parlare o preso in considerazione l’esistenza.
Il Noah osservò l’albino e sbuffò, non voleva che l’unica persona che “conosceva” morisse di fame in un mondo che neanche conoscevano.
- Vuoi? Io non ho fame - una balla grandissima, visto che anche lui aveva fame, ma avrebbe avuto la forza di resistere fino a pranzo.
Allen gli sorrise e prese la brioche, finendo anch’essa in meno di cinque secondi.
- Grazie - sussurrò, sperando che nessuno l’avesse sentito. Ma, sia Hanabi che il moro, avevano sentito benissimo, anche se il tono di voce usato dell’Esorcista era bassissimo, quasi impercettibile.
YAOI! Pensò la ragazza sorridendo, ricordandosi una Fan Fiction che aveva letto tempo prima, sempre con quei due come protagonisti. Ovviamente Raiting Rosso.
Sta pensando ad una di quelle cose sconce con protagonisti noi due il moro aveva proprio colto nel segno, visto che la sua mente era molto più perversa e pazza di quella di Hanabi, ma in quel mondo la mora era in netto vantaggio, visto che il Noah non lo conosceva affatto e doveva tenere per forza a bada i suoi istinti omicidi, cosa che lo seccava parecchio. E poi non poteva neanche fumare, visto che non aveva a portata di mano le sue sigarette, e l’astinenza cominciava a farsi molto sentire!
Uscirono velocemente dalla porta e si incamminarono verso non si sa dove.
- Di che favore stavi parlando prima? - chiese Tyki disinteressato, ma siccome era calato un pesante silenzio, aveva provato ad iniziare una conversazione.
Hanabi sobbalzò, prese un bel respiro e cominciò a parlare.
- Devi sapere che il fratello di Alessandro è il mio professore di fisica. Ale, un pomeriggio, voleva la casa tutta per sé e per Franci, la sua ragazza, così mi ha chiesto di portare suo fratello da qualche altra parte, io ho accettato ed ho chiesto a suo fratello se potevamo allenarci insieme. Quanto mai l’ho fatto… - Hanabi si bloccò, deprimendosi solo a ripensarci. Fu un orrore quel pomeriggio, il peggiore della sua vita!
- Perché? Che è successo? - chiese Allen, che aveva cominciato ad interessarsi all’argomento.
- Ho corso per tre ore di fila, alla fine ero così stanca, che appena ho varcato la soglia di casa sono svenuta dalla fatica, mi hanno perfino portato all’ospedale, dove sono stata una notte intera, attaccata ad una flebo - la mora poteva ancora sentire la fatica che ci aveva impiegato quel pomeriggio per stare dietro al suo prof di fisica, che non accennava a fermarsi per neanche un secondo, per riprendere fiato.
Poi non dissero più nulla e continuarono a camminare.
Le persone, quelle poche che erano uscite di casa, guardavano Allen e Tyki e borbottavano qualcosa. Hanabi sbuffò: ma la gente, per una volta, non poteva farsi gli affari suoi, accidenti?!
Avrebbe voluto urlare di piantarla di fare commenti e parlare dietro alle persone che neanche conoscevano! Si voltò a guardare i due: a loro non è che importava gran che di quello che pensava la gente.
Allen e Tyki ne erano abituati, dopotutto: i capelli bianchi e la cicatrice rossa spiccavano molto sul viso dell’albino, mentre gli occhi d’oro e la notevole altezza del moro si notavano anche da molti metri.
Hanabi sospirò, ok che amava la compagnia dei due, ma la Hoshino non poteva farli meno belli, meno strani, con occhi di uno colore reale e, soprattutto, meno fighi?!
Passarono altri minuti, e Tyki ed Allen continuavano a guardarsi intorno incuriositi, ma non fecero nessuna domanda. La mora si fermò, facendo sbattere i due contro di lei.
- Cosa c’è? - chiese l’albino, massaggiandosi il naso.
- Siamo arrivati - rispose, sorridendo, Hanabi, indicando un piccolo negozio di vestiti, che stava proprio davanti ai tre, che ora erano fermi a fissarlo: l’insegna era rossa, ma nessuno diede molto peso a quello che c’era scritto, il muro era bianco, il tetto era di mattonelle marroni, e si poteva vedere che era chiuso, visto che davanti alla porta vi era un cartellino, con scritto, a caratteri cubitali, “CLOSE”.
- Ma perché ci hai portato ad un negozio chiuso? - chiese Tyki, guardando Hanabi, che non gli rispose, limitandosi a fare una smorfia.
La ragazza entrò, visto che la porta era aperta, seguita dai due, che si guardavano intorno.
Le pareti erano gialle ed i pavimenti erano marroni, mentre tutti i mobili erano bianchi.
- Finalmente sei arrivata - una voce maschile, mezza addormentata ed incazzata penetrò le orecchie dei tre, che si voltarono di scatto per capire di chi fosse.
Un ragazzo di al massimo diciotto anni, con i lineamenti duri, il corpo ben proporzionato e muscoloso, i capelli erano neri, e lunghi fino al collo, una gran parte di frangia copriva la parte destra del viso, ma Tyki poté giurare di aver intravisto una cicatrice molto pronunciata, l’occhio visibile era di un castano scuro, quasi nero, indossava una canottiera bianca aderente, con jeans blu, lunghi fino al ginocchio ed infradito gialle. Se si sarebbe tinto i capelli di rosso sarebbe stato un perfetto cosplayer di Lavi, la mora glielo diceva sempre, ma il ragazzo non l’aveva mai ascoltata, e si era sempre limitato a sbuffare infastidito.
- Alessandro! - la voce allegra di Hanabi riportò alla realtà i due dai loro pensieri.
- E quelli chi sono?! - chiese indicando l’Esorcista ed il Noah, ignorando completamente il saluto della mora, che si finse arrabbiata, ma non ricevette lo stesso alcuna attenzione.
- Sono Allen e Tyki, rispettivamente il mio ragazzo e suo fratello - Alessandro alzò un sopracciglio, ed osservò la mora, che sorrideva, mentre presentava i due ragazzi, sperando che la farsa sarebbe retta.
- Ok - disse solamente, ma era palese che non ci credeva, ma non aggiunse nessun’altra cosa, altrimenti rischiava seriamente di perdere l’amicizia di Hanabi, e la ragazza era proprio una delle persone che lui non voleva perdere per un motivo così stupido. Lui la conosceva da tantissimo tempo, e la trattava come una sorella minore, preoccupandosi sempre per lei, ed ormai sapeva quando mentiva e quando no, anche meglio dei suoi genitori e del suo reale fratello maggiore.
- Prendi quello che vuoi, tanto a mio padre non darà fastidio - o almeno lo spero disse lui, grattandosi la testa e sorridendo dolcemente, anche se era ancora un po’ arrabbiato per essersi alzato così presto la mattina. Come ha potuto svegliarlo alle otto per poi arrivare un‘ora dopo?!
- Fantastico! - Hanabi cominciò ad osservare dei vestiti da uomo, mentre Tyki ed Allen si guardavano intorno, senza muoversi di un millimetro.
La mora prese una camicia a maniche corte, una cravatta nera, dei pantaloni neri lunghi, delle scarpe lucide color pece, una maglietta azzurra con strisce bianche, dei jeans blu lunghi fino al ginocchio e delle scarpe da ginnastica azzurre e bianche. Secondo i suoi calcoli dovevano essere della misura giusta.
Diede i vestiti e le scarpe ai due, poi li guidò ai camerini e li spinse dentro.
- Ma cosa si è fatto quel ragazzo all’occhio? - sussurrò Tyki, prima di entrare in quello stanzino piccolo e stretto, con un specchio dentro ad esso, per vedere come gli stavano i vestiti.
Hanabi sobbalzò, ed abbassò gli occhi. In effetti era impossibile che uno come lui non se ne fosse accorto, ma quello non era proprio il momento per accorgersi di una cosa simile. Infatti la mora era l’unica persona, oltre alla famiglia di Ale, che conosceva il segreto nascosto dietro al mancante occhio destro dell’amico.
- Te lo dirò quando avrò tempo - rispose, per poi buttarlo dentro al camerino, chiudendo la porta di scatto. Sperò con tutto il cuore che il Noah si sarebbe scordato quell’argomento, senza più chiederle nulla, non voleva parlarne, visto che quel segreto che nascondeva insieme al suo amico non lo aveva detto neanche alla sua migliore amica, di cui si confidava praticamente sempre.
- Senti, ma dove li hai trovati? - chiese Alessandro, giocando con un pupazzetto verde che aveva attaccato al cellulare blu notte.
- Te l’ho detto Ale, è il mio ragazzo e suo fratello - rispose infastidita Hanabi, arricciandosi nervosamente una ciocca di capelli neri.
- Ma se neanche si somigliano! - insistette lui, sbattendo le mani sopra alla scrivania bianca, facendo tremare le penne che erano appoggiate lì sopra.
- Mai sentito parlare di adozione?! - ribatté la mora, arrabbiata per il comportamento dell’amico. Ma infondo si volevano bene, anche se litigavano spesso. Ok, molto spesso.
Alessandro stava per ribattere, ma le parole gli morirono in bocca quando vide uscire dagli spogliatoi i due “fratelli”. Hanabi, invece, stava per svenire, soprattutto quando vide Tyki.
- Mamma mia, come vi stanno bene! - la mora si trattenne dall’andargli incontro ed abbracciarli, ma sicuramente sarebbe stata perseguitata da uno sciame di Tease per il resto della sua vita.
- Allora prendiamo questi! Grazie, Ale - fu strano vedere come la ragazza cambiò il suo stato d’animo così velocemente, ma per lei era normale, e le altre persone ci avevano dovuto fare l’abitudine.
- Ci sentiamo, Hana! - la salutò Alessandro, ancora un po’ arrabbiato per la discussione fatta poco prima con l’amica. La gente cambiava opinione molto in fretta, su quello che vuole sapere. Hana era il soprannome di Hanabi, che le avevano dato gli amici, visto che tendevano molto spesso ad accorciare i nomi della gente, ed alcuni nomignoli erano davvero infantili, ma le persone imparavano a conviverci.
Appena i tre uscirono dal negozio, il cellulare della mora squillò insistentemente.
- Ciao Ale! - salutò allegramente Hana, accettando la telefonata e saltando sul posto - senti, di devo far conoscere due persone fantastiche! - disse, fissando i due ragazzi, ignari di quello che Hanabi stava tramando alle loro spalle, visto che erano ancora troppo occupati a guardarsi i loro nuovi vestiti.
- Allora ci vediamo ai parchetti, ciao! - detto questo, la ragazza chiuse la telefonata e guardò l’orologio. Le dieci di mattina.
- Abbiamo abbastanza tempo, forza, venite con me, vi faccio conoscere una persona molto importante! - la mora prese il polso dell’Esorcista, che a sua volta prese quello del Noah, d’istinto.
- Ma quanti “Ale” ci sono in questo paese del cavolo? - chiese Tyki, che si lasciava trascinare da Allen, probabilmente l’albino non si era neanche accorto di stare trascinando il suo nemico per un polso. Era sempre divertente giocare con lui, ammise il moro.
- Questa è una ragazza, si chiama Alessia ed è la mia migliore amica - rispose sorridendo Hanabi, fermandosi un attimo e girandosi verso il Noah.
- Cambiando argomento: quel “Alessandro” mi è sembrato un po’ geloso di noi due - disse Allen, intromettendosi nella discussione.
- Oh, sì, forse perché lui è il mio ex, o forse vuole solo proteggermi, visto che mi tratta come una sorella minore - ad Hanabi non andava proprio di toccare l’argomento “ragazzi precedenti”, perché non ne aveva avuti molti ed odiava parlare del passato, anche se non aveva mai avuto un evento tragico nella sua vita da nascondere con tutta se stessa, come succedeva molto spesso negli anime e nei manga.
- Ah… ho capito… il tuo Ex… un momento, COSA?! - urlò Allen. Cioè, quella cretina lo aveva presentato al suo ex ragazzo?! Ma non come fa ad esistere una persona così scema?! Probabilmente quel ragazzo avrebbe attentato alla vita dell’albino un po’ di volte, quindi sarebbe stato molto meglio per lui guardarsi le spalle, d’ora in poi, tanto per essere sicuri di non venire uccisi a causa di una cosa stupida come la gelosia.
- Su, non scaldarti tanto, ora ha una nuova ragazza e poi ha due anni in più di me - Hanabi cominciò a correre verso un parchetto. Era piccolo, ma spazioso, l’erba era di un verde brillante, e molti alberi facevano ombra, regalando relax alle persone che vi si appostavano sotto. Superati due grossi peschi, si potevano intravedere due altalene. E, su una di queste, vi era una ragazza della stessa età della mora. Aveva i capelli leggermente mossi, di un colore castano chiaro, legati ad una coda alta da un nastro giallo, gli occhi erano di un verde scuro, il naso era piccolo, le labbra sottili e rosee, la carnagione leggermente abbronzata, mentre la corporatura era piuttosto bassa e magra, indossava una maglietta azzurra a maniche corte, con uno sciame di stelle dalla parte sinistra, dei pantaloncini di jeans blu e dei sandali rossi, in mano teneva una borsa rosa con sopra un gatto bianco, con lo sguardo fisso nel vuoto. Dondolava stancamente, lasciandosi trasportare, senza neanche darsi tanto da fare per spingersi, ed intorno a lei vi era un’aria allegra. Appena notò la presenza di Hanabi si alzò velocemente e le andò incontro, abbracciandola, sorridendo come una bambina che aveva appena ricevuto le caramelle dalla proprio madre in dono.
- Hana! - la sua voce era dolce e piena di vita, le guance erano leggermente arrossate per il sole, che non la voleva smettere di picchiare sopra le loro teste.
- Ale! - la voce della mora era diventata allegra, ed il suo tono era puccioso.
Tyki ed Allen guardarono quello “spettacolino” da film. Sembrava che le due non si vedessero da anni ed ora si ritrovavano.
Poi l’albino schiaffeggiò la mano di del moro, che ancora, senza che se ne fosse accorto, teneva stretta, come se cercasse un appiglio.
La testa castana osservò i due ed i suoi occhi si illuminarono alla vista del portoghese.
- Ma perché non mi hai detto di avere un amico così figo?! - chiese, sciogliendo l’abbraccio ed andando verso i due, presentandosi con un bel sorriso - sono Alessia Santi, la migliore amica di Hana! E voi chi siete? Non vi ho mai visto da queste parti… che bei vestiti che avete! - cominciò a fare molti complimenti verso il Noah e l’Esorcista, che si scambiarono un’occhiata in evidente disagio. Ad Hanabi, però, parve che Tyki voleva di più far fuori Alessia, che essere a disagio per le domande. Dopotutto lui era un figo pazzesco, di complimenti ne riceveva sempre molti, ma non così insistenti. Così, la mora, decise di intromettersi nella discussione, per evitare di perdere un’amica preziosa, con cui poteva spettegolare di tutti (senza che questi lo sapessero, ovvio) e confidare tutti i suoi segreti, prima che al Noah decidesse di evocare una Tease.
- Lui è Allen Walker, il mio ragazzo e questo e suo fratello Tyki Mikk - li presentò sorridendo Hanabi, poi, con voce appena percettibile sussurrò le tre parole che forse avrebbero salvato l’udito dei due e sperò che i due l’avessero ascoltata - tappatevi le orecchie -.
I due fecero come li era stato detto, ma sentirono lo stesso l’urlo della castana.
- NON CI POSSO CREDERE! - Alessia si mise una mano sul petto, simulando un infarto.
- Ale, calmati, non mi svenire - le sussurrò Hanabi, facendola sedere su un’altalena.
La mora si sedette su un’altra altalena, mentre i due ragazzi, che si trattenevano dal ridere per la strana situazione, si dovettero accontentare di due pezzi di legno scomodi che fungevano da panchine.
- Ora. Mi. Dici. Tutto. - le parole di Alessia erano delle minacce e guardava con odio l’amica, che non le aveva detto di avere un ragazzo, e soprattutto che quel ragazzo avesse un fratello molto figo. Una cosa era certa: la castana quanto diceva “tutto” intendeva, come si sono conosciuti, quando, perché e se si sono baciati.
- Quando sono andata in Giappone l’anno scorso, ci siamo scontrati, e sì, ma non ci piace farlo in pubblico - balle, balle e stra-balle, ma era per il proprio bene personale. Solo dopo aver messo in moto il suo cervello, capì di aver detto una frase a doppio senso e si voltò verso Allen, che era arrossito come un pomodoro, visto che lui non sapeva che Alessia le aveva fatto le stesse domande così tante volte, che ormai Hana rispondeva in automatico. Ma di solito le due erano da sole.
- Non credevo che vuoi due siete arrivati già a quel punto - disse Tyki, sorridendo beffardo, trattenendo le risate. Bastardo pervertito, pensarono l’albino e la mora contemporaneamente.
- Ma che hai capito! Parlavamo di baci! - Alessia rise alla reazione dell’albino - certo che il tuo ragazzo è proprio innocente - ora ci si metteva anche lei, ma in realtà lo pensava anche Hanabi.
- Quei vestiti mi sembrano familiari… - disse la castana indicando il Noah e l‘Esorcista, guardando i vestiti dei due, che si scambiarono un’occhiata.
- Me li sono fatti dare da Alessandro - rispose Hanabi sospirando.
Alessia la guardò stranita.
- CHE?! Il tuo ex?! Proprio la persona sbagliata… comunque sei una approfittatrice, lasciatelo dire, Hana, tu ed il tuo giro di favori - la mora sbuffò al commento dell’amica e non le rispose. Il “Giro di Favori” era qualcosa che girava intorno alla ragazza italo-giapponese. Andava più o meno così: lei faceva un favore ad una persona e, se un giorno la ragazza avesse bisogno di un aiuto, quelle le restituivano il favore. Sì, la mora era proprio un’approfittatrice, ma a lei piaceva quella parte del suo carattere e quella era sicuramente una parte di lei che non avrebbe cambiato per nulla al mondo! Bè, se le avessero proposto un filoncino di euro, forse avrebbe anche potuto pensarci su, ed avrebbe preso in considerazione la proposta. Forse.
- Cosa ci posso fare se tutti mi chiedono dei favori? - sbuffò Hanabi, dondolandosi sull’altalena, ed asciugandosi con un braccio il sudore che le colava dalla fronte bagnata. In effetti molti ragazzi le chiedevano spesso dei favori, anche se sapevano come era il suo carattere. Le vecchiette del paese la definivano “strana” ma ad Hanabi piaceva definirsi solo intelligente.
Il caldo era proprio insopportabile, quando ci metteva di impegno, e lei non lo sopportava proprio, accidenti!
La ragazza odiava l’estate, avrebbe preferito cento giorni di neve al posto di un solo giorno afoso d’estate. Perché odiava quella stagione? Primo di tutto il caldo era soffocante, e se c’era una cosa che ad Hanabi Tsukishima non piaceva era quando i vestiti ed i capelli le si appiccicavano addosso. Poi alla mora piaceva molto cucinare, ma non poteva fare dei piatti caldi (che le venivano anche bene), il suo cibo preferito (se una pietanza era calda ad Hanabi andava bene, e non le importava se la vista era schifosa, troppo saltato, troppo amaro o troppo acido per i gusti delle altre persone, in effetti era una tipa abbastanza strana, ma che ci poteva fare se quelli erano i suoi gusti?) per il semplice motivo che una volta svenne in cucina per il troppo caldo, solo per preparare una semplice zuppa. Da lì lei e l’estate non andarono più d’accordo.
Hanabi guardò l’ora sul cellulare, per distrarsi, ed impallidì improvvisamente.
- O merda, siamo in ritardo! Ciao Ale, ti spiegherò il resto su MSN! - la mora prese per mano Tyki ed Allen, cominciando a correre, lasciando la sua amica sull’altalena, che li guardava correre via ridendo.
- Voglio proprio vedere come va a finire questa storia - le parole sussurrate di Alessia vennero portate via da una folata di vento improvvisa, che durò un attimo.
- Dove ci stai portando, ancora? - chiese Tyki, lasciando la mano di Hana, ora erano davanti a casa della ragazza e c’era un silenzio abbastanza inquietante, da film dell’orrore - c’è qualche altro strano amico a cui vuoi presentarci? - Hanabi gli lanciò un’occhiata assassina.
- Non è ovvio? Da mia madre! Ve l’avevo detto, no? Hai proprio una scarsa memoria, lasciatelo dire, Tyki - sorrise lei, anche se in realtà era molto nervosa di parlare con sua madre, visto che le due non andavano proprio molto d‘accordo, ma non si odiavano, questo era certo. Però era assalita da mille dubbi. Se la farsa non fosse stata creduta? Non poteva certamente lasciare per strada quei due pezzi di fighi! Quando mai le sarebbe capitata una cosa del genere nella sua vita?! Mai!
- Piuttosto, come vi trovate in questo mondo? - chiese la ragazza, ansiosa nel sentire le risposte. Allen passò, visto che doveva ancora riordinare le idee.
- Odio questo mondo - disse il moro, e questo commento fece rabbuiare la persona che aveva fatto la domanda - ma penso che proverò a divertirmi, visto che ci sono - la ragazza sorrise, tirandosi fuori da quella piccola depressione in cui era caduta prima, facendo finta che nulla fosse successo.
Il Noah non la riusciva proprio a capire, più stava con lei, e più aveva l’impressione che, prima o poi, sarebbe impazzito a causa di quella piccola umana.
- Uff… ci manca solo un punk psicopatico iper-protettivo con in mano un coltello da cucina, pronto ad ammazzarci per crede che noi ti abbiamo messo le mani addosso e siamo a posto - sbuffò Tyki sarcastico, ma vide Hanabi irrigidirsi improvvisamente, mentre osservava la porta di casa.
- Che diavolo hai? - chiese, lui guardando nella stessa direzione della porta. I tre ragazzi impallidirono, quando realizzarono chi era la persona che stava sull‘uscio della casa della ragazza.
- O merda - sussurrò il Noah, sgranando gli occhi, non credendo a quello che aveva davanti.


Angolo demenziale
Kumiko: finalmente ho finito il capitolo!
Tyki: complimenti * falso entusiasmo *
Kumiko: come sei cattivo… iniziamo con i ringraziamenti! Allen, forza, in mancanza di Neah sarai tu a farli!
Allen: ok… innanzitutto ringraziamo YaMiNoLaDy per aver messo la storia tra le preferite. Ringraziamo anche: DarkAngel_oF_DarkNess - igniflia - XShadeShinra - YaMiNoLaDy - _Lady per aver messo la Fan Fiction nelle seguite!
Kumiko: contro ogni previsione l’hai fatto bene.
Allen: EHI!
Kumiko: mi dispiace di avervi fatto aspettare tanto! Ma adesso è iniziata la scuola, e non ho più molto tempo, come ne avevo in estate, perdono!
Tyki: piantala di scusarti, sei seccante!
Kumiko: come osi, idiota?!
Tyki: come mi hai chiamato, stronza?!
Kumiko: Fanculo, bastardo pervertito!
Tyki: brutta bastarda, ora ti faccio vedere io!
Kumiko: provaci, ti distruggo!
Tyki e Kumiko cominciano a lottare.
Allen: bè, alla prossima! Lasciateci una recensione! * sorride * al prossimo capitolo!
   
 
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