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Autore: JenniferBridget    15/09/2011    1 recensioni
A Waterbury qualcosa di cupo e misterioso circonda la vita di Hayleene Johnes. Scoprirà che il ragazzo di cui è innamorata vuole renderla sua regina delle tenebre, che è un vampiro. Cosa farà lei? Lo amerà comunque o la vita che lui vuole per lei, per loro sarà troppo da accettare?
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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I minuti passavano e il ticchettio dell'enorme orologio della mensa mi rimbombava nelle orecchie come 100 campane suonata in maniera disordinata. Le occhiate di quello strano ragazzo erano alquanto inquietanti. I suoi occhi  di un grigio verdastro che, sotto la luce sbagliata apparivano inquietanti come quelli di un gatto, continuavano a stare incollati al mio viso e il rossore non osava diminuire. I miei amici mangiavano in silenzio notandoil velo di tensione che mi oscurava il viso. 
Passavano così i giorni, in perfetta monotonia: Lui che mi fissa durante le lezioni, lui che mi fissa a pranzo, lui che mi fissa sempre. Ma almeno non si era più avvicinato e ciò mi riempiva di gioia anche se non ne capivo bene il perché. Quel tipetto aveva perso punti sin dall'inizio con il suo modo di fare ma c'era dell'altro. I suoi capelli neri come la pece, appena un po' scalati, la pelle bianca come la neve, con un filo di leggero rossore sulle guance, quegli occhi ipnotici, tutto in lui incuteva timore. A volte pensavo che si truccasse le guance, era davvero bello e anche per questo lo tenevo alla larga. I belli non si fermavano mai a parlarmi o addirittura a seguirmi quindi questo aumentava i miei sospetti e l'inquietudine. Dopo quasi un mese di perfetta indifferenza, ovviamente da parte mia, arrivò il maledetto giorno in cui la professoressa di letteratura ci diede un compito per casa. Quella maledetta ricerca sulle storie locali mi rovinò l'esistenza perché capitai proprio in coppia con l'odioso, bellissimo e misterioso Caleb Rivers. 
 - Hey.-
Accennai tentando di approcciare un discorso puramente "professionale" 
 - Senti non ti sopporto, non mi sopporti quindi facciamo questa cosa in fretta così ci togliamo un peso.-
Dissi poi più velocemente mentre lui rimase in silenzio a fissarmi, come sempre.
 - Okay la cosa sta diventando inquietante. Farò per conto mio e dirò che non ho potuto collaborare, capirà!!-
Andai a passo svelto verso la mia auto e mi ci chiusi dentro sbuffando irritata. A sorpresa, come sempre me lo ritrovai avanti e quindi non potei partire.
 - Hai ragione, dobbiamo collaborare. Ti passo a prendere alle 20:15 stasera.-
Disse e poi se ne andò verso il bosco, come suo solito. Non ebbi nemmeno il tempo di ribattere che già era scomparso e dando un pugno al volante partii a tutto gas verso casa.
In quella gabbia come sempre trovai il solito casino. Kelly che gridava correndo per casa perché le si era spezzato il tacco a un sandalo, mia madre che le gridava contro perché doveva smettere di gridare..insomma un putiferio. Non salutai nemmeno e mi rinchiusi nella mia stanza sbattendo la porta. Accesi lo stereo ad alto volume e chiusi la porta a chiave dopodiché mi buttai sul letto a pensare a tutto quello che era successo e al fatto che sarei uscita con quell'odioso, antipatico ragazzo. Il primo problema erano i vestiti. Io avevo tutte t-shirt a sfondo rock, con disegni assurdi e larghe. Alla fine optai per una canottierina abbastanza aderente viola, che avrei rubato poi dall'armadio di Kelly, delle converse basse viola e un jeans scuro. I capelli poi erano il mio punto forte: Sempre perfetti!! 
Il tempo per la preparazione mentale era durato fin troppo così mi ritrovai a fare tutto all'ultimo minuto. Afferrai poi il portafogli, il libro di letteratura, il quaderno per gli appunti, una penna e scesi.
 - Mamma esco !- 
Gridai correndo giù per le scale quando sentii il campanello bussare. Ovviamente si affacciarono entrambe, mamma e Kelly che poi mi guardarono ridendo. Aprii la porta a Caleb e lo guardai senza entusiasmo.
 - Andiamo e non fare caso a loro.-
Indicai le due che ridacchiavano. Mi aprì la portiera di un'auto bellissima, nera, lucida e sportiva.
 - E' a noleggio?-
Chiesi d'istinto e lui mi guardo sollevano le labbra in un mezzo sorriso.
 - No, è mia.-
Bene, aveva una superauto sportiva e invece di usarla faceva le corse attraverso il bosco la mattina, più matto di così! -pensai-
 - Oh però preferisci le corse nel bosco, coi lupi, con gli orsi; sai adrenalina pura !-
Dissi con finto entusiasmo guardando fuori dal finestrino. Lui non disse niente ma ridacchio come se mi prendesse in giro. 
 - A proposito dove cavolo andiamo a studiare a quest'ora?-
E se fosse un pazzo killer? -mi chiesi tremando al pensiero-
 - A casa mia.-
Rispose lui secco ed entrambi smettemmo di proferire parola finché non parcheggiò di fronte a un'enorme villa al confine tra il bosco e un'altra cittadina. Sentii anche il rumore di una cascata e il paesaggio era magnifico, solo che continuavo a non capire come potesse fare più di 25 Km  a piedi ogni mattina. 
 - Wow, sei un riccone allora, ecco spiegato il tuo atteggiamento da "Sono meglio di tutti".-
Mi guardò divertito e mi aprì la portiera, poi la porta. L'idea di essere a casa sua, mi metteva un po' d'ansia. Mi accomodai nel salotto e stranamente lui sorrise per davvero, non cupo come al solito. 
 - Bene benvenuta, desideri qualcosa?-
Chiese con aria un po' sfacciata e divertita. 
 - No ma tu serviti pure!!-
Risposi secca guardandomi intorno. Lui soffocò una risata.
 - Prospettiva interessante-
 - Eh?-
 - ‍Niente, niente.-
Il discorso finì lì e per quasi mezz'ora rimanemmo in un silenzio pieno d'imbarazzo da parte di entrambi.
  
  
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