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Autore: Fuffy91    16/09/2011    1 recensioni
“ Ehi, avete sentito la novità? Quest’anno ci saranno nuovi arrivati ad Hogwarts.”
Disse Ginny, sedendosi accanto ad un’assorta Hermione.
“ Come ogni anno.”
Disse laconico Ron, con la bocca impegnata a masticare l’ennesimo boccone di brioche.
“ Non intendo solo i bambini del primo anno, ma proprio di nuovi studenti.”
“ Sono ragazzi provenienti da un’altra scuola, esattamente la Woodgreen High Magic School.”
Specificò Hermione, riponendo il giornale di lato.
“ La cosa?!”
Esclamarono Harry e Ron in contemporanea.
“ La Woodgreen High Magic School. E’ una scuola molto prestigiosa, che possiede gli stessi metodi di insegnamento di Hogwarts, solo più duri ed impegnativi. È divisa anche lei in case, ma sono solo due. Questo vi fa capire quanto sia altolocata. So anche che gli studenti del primo anno, vengono sottoposti ad un test per essere ammessi e se non lo superano, vengono rimandati al prossimo anno.”
SALVEEEEEEEEEEEE!!! SI, NON E' UN FANTASMA CHE VI PARLA, SONO PROPRIO IO, LA VOSTRA FUFFY91!!XD ASCOLTATE, TRATTENETE IL FIATO E FATE RULLARE I TAMBURI, PERCHE' STO TORNANDO! PER FARMI PERDONARE PER LA PROMESSA MANCATA, AGGIORNERO' SABATO 6 AGOSTO!! NON MANCATE! BACIIIIIIIIIIII!!! FUFFY91!! ^________^***
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Ron Weasley, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Da VII libro alternativo
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Capitolo 15

“ Buon Natale, Erin.”

Augurò Harry ad Erin, mentre le porgeva un pacco rettangolare, incartato di verde e con un bel nastro rosso. Era la mattina di Natale e i fiocchi di neve cadevano dolcemente, ricoprendo il giardino e la natura circostante di un soffice tappeto bianco.

La Lacrima di Celeno era stata riposta in una scatola di ceramica a fiori, sul caminetto acceso. Sembrava osservare i giovani scambiarsi regali, seduti intorno al grande tavolo rettangolare, sorridenti e ridenti, contagiati dall’aria festosa e dimentichi, per un attimo, dei problemi recenti.

Dopo averlo ringraziato, Erin scartò il regalo di Harry, tirandone fuori un mantello rosso invernale niente male, con cappuccio e guanti abbinati. Erin lo indossò subito, incurante del calore sprigionato dal caminetto. Harry la guardò compiaciuto. Aveva visto giusto. Le stava d’incanto.

Hermione le regalò un nuovo cappellino rosso di lanetta, con inciso il suo nome a caratteri d’oro sul bordo. Ron le regalò una palla di vetro con la neve, con dentro una vera cittadella abitata. Ginny, invece, donò ad Erin una spazzola speciale, con cui poteva pettinare e allo stesso tempo pulire le penne arruffate di Derek, che gradì molto già ad una prima spazzolata. Mary le regalò un carillon con dentro una fatina ballerina, che piroettò per tutta la casa, per poi ritornare immobile nel cofanetto e Daniel, invece, un paio di scii con tutti gli accessori per sciare, sport che ad Erin piaceva molto.

Erin ringraziò tutti e consegnò i suoi regali a ciascuno di loro. Harry ricevette una sciarpa in morbida lana gialla e rossa, i colori del Grifondoro, con il suo nome scritto a caratteri dorati e un boccino volante proprio accanto alla ‘Y’. Harry si stupì quando Erin gli confessò di averla fatta a mano, insieme alla sciarpa che aveva donato a Jonathan.

Se l’attorcigliò intorno al collo, mentre scartava altri scatoloni. Ron gli aveva regalato una bella felpa grigia di ottima qualità. Hermione, invece, un libro di narrativa intitolato ‘Le Avventure Mirabolanti di Garrett Johnson’, che a detta sua, doveva trovarlo interessante, visto che il protagonista era un giocatore di Quiddich, ma piuttosto sfortunato. Ginny gli regalò un paio di guanti di pelle di drago, molto flessuosi e caldi. La ringraziò con un bacio, aiutandola ad indossare la collana con una pietra di giada come pendente, che le aveva regalato lui. Daniel, quello che aveva fatto regali più sportivi a tutti – bastava guardare i pattini che aveva regalato ad Hermione per scivolare sul ghiaccio leggera e sicura – gli donò una scopa ultimo modello, che lui aveva già intenzione di usare come riserva alla Firebolt, mentre Mary gli aveva confezionato una torta ai mirtilli rossi, di cui Ron aveva già mangiato metà.

Il regalo di Hagrid, vicino al maglione blu della Signora Weasley e al sacchetto di Polvere Buio Pesto Peruviana di George, fu sicuramente il più misterioso. Lo liberò dal cartone incuriosito, rimanendo sbigottito che dentro ce ne fosse un altro pacco, che poi dava spazio ad uno più piccolo e infine, in questo, una scatolina minuscola.

Sorrise. Di certo, Hagrid si era divertito un mondo a preparargli quella che gli sembrava essere una sorpresa speciale.  Aprì la scatolina e ne tirò fuori un bigliettino ripiegato, con su scritto:

 

Caro Harry,

so che forse non dovevo…insomma, è passato poco tempo da quando…insomma, hai capito!

Quello che voglio dire è che, spero che ti piacerà comunque e che lo apprezzerai.

Buon natale,

                            Hagrid

 

Certo, il messaggio non aiutava il povero Harry a capire a cosa il suo amico Hagrid si riferisse, ma bastò che Mary urlasse ed indicasse qualcosa fuori dalla finestra, in arrivo, per comprendere tutto.

Dalla finestra aperta, planò un gufo reale dall’insolito colore biondo oro, che si appoggiò al braccio di Harry, trionfante. Aveva un cartellino attaccato alla zampa destra. La calligrafia era quella di Hagrid, e recitava:

Per Harry Potter, da Hagrid

“ Ed ecco svelato il mistero della gabbia, per il tuo diciottesimo compleanno.”

Disse Ron, facendolo sorridere. Eh, già! Hagrid aveva architettato proprio tutto. Per il suo compleanno, gli aveva regalato, infatti, proprio una nuova gabbia per uccelli, senza alcun uccello.

La cosa gli era apparsa strana, ma ora il mistero era stato risolto. Dalla morte di Edvige, Harry non aveva pensato affatto di rimpiazzare l’amica di ben diciassette anni con un uccello qualsiasi. Ma ora che lo guardava bene, mentre lo osservava con i suoi grandi occhi tondi e lucenti, quel gufo dorato non lo sdegnava affatto.

L’uccello sembrò capirlo, perché gli morse scherzoso la punta del naso, alzando la testa per emettere un verso divertito.

Harry rise e lasciò che facesse amicizia con Derek, che lo lasciò sostare sul suo trespolo, continuando a pulirsi le piume con la punta del becco giallo.

“Oh, guardate! Arriva un altro gufo.”

Erin storse le labbra in una smorfia contrariata, mentre osservava accigliata il gufo di Harry emettere versi gongolanti. Harry rise della sua espressione, ricordando la sua avversione per i gufi.

Mary si alzò e si recò alla finestra, afferrando la scatolina di velluto viola che un bel gufo delle nevi le porgeva e sciogliendo dalla sua zampa una pergamena sigillata.

Il gufo ripartì con un sibilo acuto, mentre Mary si precipitava verso Erin.

“ E’ per te.”

Disse, sorridendo maliziosa. Harry capì il perché quando i suoi occhi si posarono sul sigillo rosso della pergamena. Era il simbolo degli White.

Erin srotolò la pergamena e ne lesse il contenuto a mente, per poi metterla da parte, con un’insolita sfumatura rosa sulle guance e sul collo. Poi prese la scatolina e l’aprì.

Hermione, che era seduta accanto a lei, emise un verso entusiasta e meravigliato.

“ Oh, oh! Ma…è bellissima, Erin.”

Disse, mentre Erin mostrava anche agli altri una semplice collana in oro bianco, con una ‘E’ a caratteri elaborati come ciondolo, grande quanto il chicco di una nocciolina. Un gioiello semplice, che al collo di Erin non sarebbe stonato affatto. A quanto pare, il mittente sapeva che ad Erin, un regalo sfarzoso sarebbe sembrato eccessivo e pomposo e sicuramente non l’avrebbe mai indossato. Ma una collana semplice come quella, sarebbe apparsa abbastanza inosservata per lei, che avrebbe acconsentito a metterla.

“ Chi te la manda?”

Chiese Ron, curioso.

“ Non è ovvio?”

Disse Mary, sventolando la pergamena. Erin se ne accorse e cercò di afferrarla, ma Mary la prevenne, alzandosi e cominciando a leggere ad alta voce:

 

Mia carissima Erin,

So che forse potrebbe sembrarti eccessivo, ma ti prego di accettare questo regalo in segno della mia amicizia, confidando che, quando torneremo ad Hogwarts, tu lo indosserai e accetterai di approfondire la nostra conoscenza.

Auguro un felice Natale a te e ai tuoi amici.

                                                                                    Tuo, Jonathan.

 

“ E allora?”

Disse Erin, riprendendosi la lettera e arrotolandola velocemente.

“ E’ stato un gesto gentile, tutto qui.”

Aggiunse subito dopo, sedendosi e tastandosi i capelli, quasi in imbarazzo.

Mary le sorrise, annuendo vigorosa.

“ Si, certo. Gentilissimo. Suvvia, Erin! E’ palese che Jonathan è cotto di te.”

Erin sbuffò, giocherellando con il ciondolo.

“ Ancora con questa storia. Sai benissimo come la penso. Jonathan è solo gentile. La lettera lo spiega perfettamente. Vuole solo fare amicizia.”

“ A me, sembra piuttosto che ti stia corteggiando.”

Continuò imperterrita Mary, ribattendo sulla sua teoria, prelevando dal nulla il gatto spelacchiato Spazzola e cominciando a torturarlo.

“ Non capita spesso che sia d’accordo con Mary, ma in questo caso, direi che ha ragione. Jonathan prova qualcosa per te, Erin. Perdonami, ma anche un cieco se ne accorgerebbe, che quel ragazzo ha qualcosa di più dell’amicizia in mente.”

Disse tranquillamente Daniel, sfogliando il libro che Hermione gli aveva regalato, con aria distratta.

Erin sventolò una mano, in un gesto vago ma stizzito, borbottando:

“ Sciocchezze!”

Per poi riporre la catenina nel cofanetto-carillon che le aveva regalato Mary, chiudendolo prima che la fatina potesse scappare, riponendolo da parte, gesto che voleva troncare l’argomento.

All’improvviso, sul davanzale della finestra, planarono aggraziati due barbagianni, con uno scatolone di cartone sigillato ed enorme fra le zampe.

“ Oh, ma cos’è oggi?”

Si chiese irritata Erin, alzandosi dalla sedia e scacciando i barbagianni, che volarono via indispettiti.

Erin prese la scatola, che stranamente sembrava muoversi agitata.

“ C’è…qualcosa…dentro!”

Disse affannata Erin, riponendo con un sospiro la scatola sulla sua sedia. Perfettamente al centro, c’era un grosso biglietto bianco con inciso l’indirizzo di Erin.

“ Non dovresti aprirla, Erin.”

Disse Hermione, guardandola circospetta.

“ Perché?”

Le chiese Erin, interrogativa.

“ Non sappiamo chi te l’abbia mandato. Non c’è nemmeno un biglietto. Potrebbe essere un tranello di Lady Zara.”

Ci fu un silenzio assordante dopo quelle parole, interrotto solo dai miagolii curiosi di Grattastinchi e quelli spaventati di Spazzola, che si nascose sotto il divano. Perfino Derek aveva alzato la testa, osservando attento il pacco, ormai mosso da violenti scossoni, per qualcosa che si muoveva agitato al suo interno.

“ Lo apro io.”

Disse Harry, facendosi avanti con la bacchetta nella mano ferma, l’altra già pronta a sciogliere i sigilli.

“ No.”

Lo fermò Erin, bloccandogli il polso.

“ Lo farò io.”

Gli disse determinata, sfilando dalla tasca posteriore dei jeans la bacchetta. Harry incontrò il suo sguardo deciso ed annuì, ma aggiunse.

“ Lo facciamo insieme.”

Erin non ribatté, ma afferrò l’altro lato del sigillo.

Insieme, Harry ed Erin tirarono, i sigilli saltarono, la scatola cadde sul pavimento, rovesciandosi. Harry ed Erin puntarono le bacchette su…

“ Un gatto!”

Esclamò Mary, sporgendosi per vedere un grazioso batuffolo di pelo nero, con gli occhi di un raro verde scuro, con venature castane geometriche.

Il gatto si riscosse e guardò fisso Erin, miagolando, quasi soddisfatto.

Erin ripose la bacchetta, imitata da Harry.

“ Che strana sorpresa. Chissà chi me l’ha mandato.”

Disse, prendendo la bestiola in braccio. Questa la guardò, con la testa reclinata da un lato. Comportamento curioso, per un gatto. Subito dopo, accadde tutto troppo in fretta perché Harry potesse ricordarlo con esattezza.

Il gatto si sfilò come acqua dalle braccia di Erin e, sotto gli occhi sbigottiti di questa e degli altri ragazzi, il gatto si tramutò in una persona, che si pose di spalle, con un lungo mantello nero a ricoprirla.

Tutti sfoderarono le bacchette, tranne Erin, che guardava l’immagine ammantata con meraviglia.

“ Ah! Finalmente! Non ne potevo più, di stare rinchiusa lì dentro!”

Disse una voce femminile e soddisfatta. L’Animagus si rivelò essere una donna sulla trentina, non bella, ma affascinante, con pantaloni stretti di pelle nera a fasciarle le lunghe gambe tornite, un corpetto dello stesso colore a stringerle la vita e a metterle in evidenza le curve e, ai piedi, stivali sportivi con tacco dodici, graziosi ma sicuramente scomodi per camminare sulla neve.

Il viso dai tratti marcati, ma addolciti da un’espressione euforica, si aprì in un sorriso sincero, mentre lunghi capelli ondulati e castano chiaro le danzavano sulle spalle.

Della gatta, erano rimasti soltanto quegli occhi dalle iridi particolari, che da soli riuscivano a calamitare lo sguardo di tutti.

“ Buon Dio, sei tu!”

Esclamò la strega, con voce frizzante, osservando Erin. Harry e gli altri, con ancora le bacchette sfoderate, la osservarono confusi ed ansiosi.

“ Sei proprio tu! Cielo, sei identica a lui!”

Disse, passandosi una mano fra i capelli, ravviandosi in un gesto affascinante, ma spontaneo, ridacchiando giuliva.

“ Chi…chi è lei?”

Le chiese esitante Erin, come se si stesse rivolgendo ad una pazza furiosa.

La donna parve non capire.

“ Chi sono io? Come sarebbe a dire? Non mi riconosci? Si, certo, sono cresciuta da come mi mostrano le foto, ma la fisionomia non è cambiata molto.”

Disse, parlando quasi fra sé e sé.

Si guardò intorno, aggrottando la fronte.

“ Ma…dove sono? Sono sempre state lì, sul camino. Mi ricordo perfettamente. Le avevamo messe insieme durante le vacanze del nostro quinto anno.”

Disse, avvicinandosi al camino e tastandone confusa il ripiano in legno.

Con disinvoltura, come se quella fosse stata casa sua, la strega avanzò nel salotto, scrutando ogni angolo, lo sguardo fisso sul pavimento.

“ Mmm.”

Harry la sentì mugugnare a bocca chiusa, scrutando accigliata un’asse di legno sotto il suo piede destro, con cui la tastò, avvertendo uno scricchiolio sinistro.

“ Aha!”

Esclamò, sorridendo come una bambina che ha appena scoperto un mistero.

“ Mi scusi…forse, ha sbagliato casa.”

Suggerì Hermione, lentamente, mentre tutti, ancora con le bacchette sguainate e puntate verso di lei, ma senza ancora decisi ad attaccarla, la seguivano inginocchiarsi e premere con le mani sull’asse, come per sollevarla. Provò tre volte, senza successo.

“ Quella vecchiaccia…l’ha sigillata.”

Borbottò fra sé, a mezza voce, ignorandoli con una certa disinvoltura, tutta concentrata nel suo compito.

Si sollevò, spostò il mantello con un guizzò, tirò fuori la bacchetta e la puntò sull’asse.

Mobilus assem.

Ma non accadde nulla.

La strega riprovò.

Incendio.”

Nessuna fiamma scaturì dall’asse.

“ Ah, si? Diffindo.

Ancora nulla. L’asse del pavimento sembrava come immune ad ogni incantesimo.

“ Molto bene.”

Disse la strega, sogghignando.

“ L’hai voluto tu. Pensavi che non l’avrei fatto? Ti sbagliavi di grosso, vecchiaccia ammuffita…”

Borbottò ancora, esclamando con soddisfazione.

Reducto!

E l’asse saltò, disintegrandosi in una pioggia di schegge.

A quel punto, i ragazzi sollevarono nuovamente le bacchette che avevano inconsapevolmente abbassato, puntandogliele contro, minacciosi.

“ Ehi! Che razza di modi. Non è mica casa sua?”

Disse Ron, indispettito.

La strega lo ignorò, riponendo la bacchetta e chinandosi per prelevare qualcosa dal buco prodotto dal pavimento.

Quando ritirò il braccio, nella mano destra stringeva un libricino che sembrava essere un album di foto, molto simile a quello che Hagrid gli aveva donato il suo primo anno ad Hogwarts, che conteneva le foto dei suoi genitori.

Si allungò ad afferrare alcune foto animate in bianco e nero, prima che toccassero terra.

La donna, sorridente, si avvicinò ad Erin e le consegnò il libricino, mostrandole le foto.

“ Guarda. Vedi se riconosci qualcuno.”

Le disse, osservandola con una strana espressione, un misto di curiosità, gioia e compiacimento.

Erin chinò il capo di lato, osservando accigliata l’immagine animata, che raffigurava due ragazze in divisa, una bionda l’altra mora, che si abbracciavano sorridenti, salutando con la mano allegre. A fare loro da sfondo, c’era il simbolo di una fenice che si intrecciava ad uno scorpione, entrambi di pietra, e nell’angolo destro era possibile distinguere un’arcata immensa e un corridoio deserto.

Ad Harry sembravano stranamente familiari.

“ Un momento…questo…”

Iniziò Erin, mostrando la foto a Mary e a Daniel, che la scrutarono con interesse e lo stesso sguardo accigliato.

“ Questo…è il simbolo di Woodgreen.”

“ Si!”

Esclamò Mary, afferrando la foto.

“ E’ proprio lui. Guarda!”

Intimò a Daniel, che la afferrò con cautela, esaminando la foto con occhio critico. Infine, dopo un po’, annuì.

“ Si. E’ il simbolo della nostra scuola, non c’è dubbio.”

“ Quel che mi chiedo, è come faccia il simbolo di Woodgreeen a fare da sfondo ad una vecchia foto. Insomma…”

Disse Erin, rivolta alla strega, che era rimasta ad osservare i ragazzi scambiarsi opinione, con aria affascinata, come quella di una spettatrice amante di soap-opera.

“ Insomma, chi è lei? E come faceva a sapere il nascondiglio di queste foto? Cosa ci fa in casa mia?”

La strega sorrise sorniona, per poi portarsi all’altezza di Erin, ponendole le mani sulle spalle, osservandola con sguardo attento.

“ Mi chiamo Eveline Darcy. E questa…”

Disse, indicando la ragazza mora.

“ Sono io, a quindici anni. E lei…”

Disse, indicando la ragazza bionda, che stuzzicava curiosamente la memoria di Harry, che scrutava quel sorriso radioso e quei ricci biondi ed ordinati con una strana sensazione di consapevolezza. L’identità della ragazza gli si palesò nella mente un secondo prima che la donna lo rivelasse ad Erin.

“ E’ tua madre. Deborah Harrison.”

Erin la guardò con sorpresa e la foto le scivolò dalle dita.

“ Tu conoscevi mia madre?”

Le chiese Erin, in modo confidenziale, senza pensarci.

La strega annuì, soddisfatta che lei avesse capito.

“Si, più di quanto tu possa immaginare. Eravamo molto amiche, quasi delle sorelle. Siamo diventate inseparabili, subito dopo esserci incontrate, il primo anno, a Woodgreen. Eravamo entrambe della Fenicerossa, so che anche tu lo sei…non mi stupisco affatto.”

Commentò Eveline, sedendosi sul divano, accavallando le lunghe gambe e sfilandosi il mantello, sospirando beata.

“ Be’, ora credo che possiate abbassare le bacchette.”

I ragazzi abbassarono per l’ennesima volta le bacchette, imitando Erin, che si apprestò a sedersi accanto alla strega, un’espressione avida di sapere sul viso.

Hermione e Ron osservarono Harry, apprensivi.

“ Credi che possiamo fidarci?”

Gli chiese Hermione.

Harry rifletè per un minuto sulla risposta, poi annuì e ripose la bacchetta nella tasca posteriore dei jeans. Hermione e Ron lo imitarono, il secondo più rilassato, la prima ancora titubante.

“ Come mai, conoscevi il nascondiglio delle foto? Io non sapevo nemmeno della loro esistenza.”

Eveline sbuffò, contrariata.

“ Ma certo che non lo sapevi. E’ stata la tua cara Nona Jo a nasconderle, sotto l’asse del pavimento. L’ho vista sollevarla molte volte, per nascondere caramelle e dolci vari. Era diabetica e non avrebbe dovuto abusarne, ma riusciva sempre a distrarre Deborah per prelevarle da sotto il pavimento.”

Sorrise divertita al ricordo.

“ Credo che mi odiasse da allora, quando ho spifferato il suo piccolo segreto a Deborah.”

“ Nonna Jo ti conosceva?”

“ Ma certamente. Passavo tutte le vacanze estive, in questa casa. Te l’ho detto: era difficile separare me e tua madre. Nonna Jo ha provato in tutti i modi di screditarmi ai suoi occhi, ma non c’è mai riuscita.”

“ Perché mai, avrebbe dovuto fare una cosa simile?”

Le chiese, come un fiume in piena, Erin, ormai bevendo dalle labbra della donna, che era felicissima di dare tutte le risposte alle sue domande. Sembravano essere state inglobate in un luogo a parte, ovattato di ricordi, dove non esistevano altro che loro due.

“ Semplice. Nonna Jo non approvava che una come me, frequentasse una ragazza come tua madre.”

Seguì un silenzio rumoroso dopo quella dichiarazione.

“ Cosa intende con ‘una come lei’?”

Le chiese Hermione, con tono turbato. Harry sapeva che stava pensando al peggio, e il sorrisino sarcastico di Eveline non aiutò di certo a rassicurarla.

“ Be’…io ero totalmente diversa da Deborah. Non ero brava, buona, ubbidiente e dolce come lei. Anzi, tutt’altro!”

Scoppiò in un risata gioiosa e spontanea che riempì il salone.

“ Il diavolo e l’acqua santa…io ero il diavolo!”

E rise di nuovo, scuotendo la testa energica, forse a qualche ricordo lontano. Notò lo sbigottimento di Erin e si apprestò ad aggiungere.

“ Oh, niente di illegale, si capisce. Diciamo che, a me piaceva il rischio, il pericolo, il proibito…nei limiti, ci s’intende. Mi piaceva cambiare ragazzo ogni due, tre settimane, essere quasi sempre al centro dell’attenzione… a quel tempo ero molto egocentrica…usare la magia per fare dispetti, cose da ragazzine immature. I miei genitori, due nobili persecutori dell’arte magica e rispettabili tradizionalisti, odiavano ed erano inorriditi dal mio anticonformismo e del mio spregio per le regole. Non so quante volte mi cacciarono di casa, per punirmi di quelle che per loro erano crimini capitali, come passeggiare in casa in intimo o giocare a carte con gli elfi domestici in cucina.”

Ron scoppiò a ridere e Ginny sghignazzò accanto ad Harry, che sorrise contagiato.

“ Sicuramente, devo a Deborah il ritrovamento del senso della decenza. Chissà cosa sarei diventata, se non l’avessi conosciuta. Probabilmente, sarei diventata una criminale clandestina…”

Si schiarì la voce, cambiando subito argomento.

“ Comunque sia, ripeto, Deborah era completamente diversa da me. Il primo uomo che ha baciato è stato tuo padre, nonostante sia stata sempre corteggiatissima ed ammirata al pari di me. Io avevo il carattere, la grinta dalla mia parte. Lei la bellezza, il candore, l’innocenza…si, Deborah è sempre stata molto innocente ed ingenua verso il prossimo, ma non tanto da essere una sprovveduta. Sapeva distinguere il bene dal male con tanta risolutezza da sconvolgermi. Più volte mi ha riportato sulla buona strada, rimproverandomi come nemmeno mia madre avrebbe saputo fare. Abbiamo litigato alcune volte, ma non ci siamo mai separate. Avrei potuto sopravvivere senza un ragazzo a lodarmi costantemente, senza i miei genitori, ma senza Deborah, non avrei resistito nemmeno un minuto.”

Concluse, sorridendo nostalgica.

“ Mi manca tanto…ah, quanto mi manca!”

Disse, ravviandosi i capelli con quel gesto affascinante e spontaneo, che ora aveva un tono amaro, tradito dal luccichio dei suoi occhi verdi.

“ Be’…ma basta parlare di me, dobbiamo pensare a te.”

Disse subito, con tono euforico, rivolta ad Erin, che strabuzzò gli occhi, stranita.

“ Non capisco.”

Per la prima volta, Eveline mostrò un cipiglio confuso.

“ Come sarebbe? E di Lady Zara che mi dici? Non sei preoccupata di affrontarla?”

Per poco Ron non cadde dalla sedia a sentirla nominare quel nome, Hermione si voltò di scatto ad osservarla sorpresa e Ginny trasalì incredula.

“ Come fa a sapere di Lady Zara?”

Fu Harry a chiederle, cercando di mostrarsi controllato, mentre in realtà, cominciava a preoccuparsi del ruolo di quella strega nella storia di Erin. Che l’avesse sottovalutata?

Eveline lo guardò, accigliata.

“ Buon Dio, Potter, mi avevano detto che eri intelligente. Possibile che tu e nessuno di voi l’abbia ancora capito? Non hai visto da dove arrivo?”

Harry non si stupì che lo conoscesse, ma osservò il pacco del Ministero in cui lei, sotto forma di gatto, era stata rinchiusa e spedita lì.

In effetti, perché un strega rispettabile, come lei si definiva, avrebbe dovuto usare il suo potere di Animagus per usare la posta via gufo del Ministero della Magia per raggiungere Erin?

“ Lei lavora al Ministero della Magia?”

Le chiese Daniel, ostentando l’aria di esaminarla, simile a quella di Hermione.

“ Si, una specie.”

“ E cosa dovrebbe significare?”

Disse Mary, spazientita dal tono vago che stava prendendo la conversazione.

“ Che io so chi e cosa sta cercando Lady Zara, che lei è ancora viva, è tornata e vuole Erin per una certa Lacrima di Celeno, un’arma che, a quanto so, dovrebbe renderla invincibile. Ancora non si sa dove sia e chi possa custodirla, senza che lei venga a saperlo. Ciò che è certo, che Ian Allen, tuo padre Erin, deve averla rubata a Lady Zara prima di essere mandato a combattere contro Voldemort, ed ora Zara sospetta che ce l’abbia tu. Lo testimonia che abbia mandato uno dei suoi tirapiedi a rapirti, ad Hogwarts.”

“ Come fai a sapere tutte queste cose?”

Le chiese Erin, sconvolta. Eveline mostrò ancora quel sorrisino accattivante.

“ Per via diretta. Molte cose l’ho scoperte al Ministero, ma la maggior parte me le ha rivelate Deborah, poco prima che Lady Zara venisse per ucciderla.”

A quella rivelazione, i suoi tratti si indurirono, rendendola pericolosa.

“ Immagino, che tu sappia già che è stata lei ad assassinare i tuoi genitori.”

“ Si.”

Annuì energica Erin, mentre i suoi occhi scuri ribollivano di una rabbia primordiale. Eveline la osservò con interesse, per poi stringerle una spalla con la mano destra.

“ Ci vendicheremo, Erin, molto prima di quanto tu possa immaginare. Per questo sono tornata, non solo per rivederti…sono passati tanti anni dall’ultima volta che ti ho visto, ma…”

“ Aspetta! Cosa intendi per tornata? Vuol dire, che sei stata via? Perché non sei enuta a trovarmi prima?”

Eveline la guardò con rammarico, per poi parlare con lentezza, come se avesse timore a rivelarle la verità.

“ Be’, vedi, è complicato. Ma, non…”

S’interruppe bruscamente, per poi alzarsi dal divano in un gesto repentino, scavalcò Ron ed Hermione e si precipitò alla finestra, spiaccicando il volto sul vetro offuscato dalla neve.

I tratti del suo viso s’indurirono ancora di più, tramutando il suo volto in una maschera di determinazione e fretta.

“ Maledizione, devo andare…Erin!”

Esclamò, richiamandola ed interrompendola prima che le potesse rivolgere altre domande.

“ Mi raccomando, sta’ attenta. Non fare pazzie e non cercare guai, mentre sono via. Potter, per favore, vedi di sorvegliarla mentre non ci sono.”

“ Ma…cosa…”

Iniziò Harry, che si sentì ustionare dal suo sguardo feroce, ma sapeva che non era rivolto a lui. annuì, ma senza capire a pieno. Sembrava come braccata e si stesse precipitando a scappare. Ma da cosa? E da chi? Harry non poté fare altro che lasciar galleggiare nel vuoto i suoi interrogativi ed essere testimone della fuga improvvisa di Eveline, che promise ad Erin che si sarebbero riviste presto e sparì subito dopo, smaterializzandosi con un guizzo del mantello indossato frettolosamente, in modo sbilenco, lasciando cadere il carillon di Erin, uno strascico di tanti ‘perché’ irrisolti e il vago accenno di un sorriso.

Il carillon di Erin prese a suonare da solo, occupando il silenzio generale. Solo all’ultima dolce nota, Ron sussurrò, stranito:

“ Ma che sta succedendo?”

Nessuno gli rispose. Harry scosse la testa, per poi puntare lo sguardo sul barattolino di ceramica, in cui la Lacrima sembrava osservarli ancora, lanciando saette di fuoco.

 

 

 

 

Angolo dell’autrice.

 

Salve! Sono tornata con un nuovo capitolo! Spero vi sia piaciuto, anche se i misteri s’infittiscono e anche Harry sembra non capirci più nulla! XD

E adesso passiamo ai…

 

Ringraziamenti a…

 

Yukari Hoshina: Yukari, ciao! J Mi dispiace, ma purtroppo per motiivi personali e di studio gli aggiornamenti saranno sporadici, ma ci saranno, te lo prometto! Sto scrivendo il seguito di questo capitolo e presto ti manderò un’e-mail per informarti della data di pubblicazione, così da non lasciarti in ansia ogni volta! J Grazie mille per il tuo sostegno e i tuoi immancabili commenti! I misteri s’infittiscono, come puoi vedere e i personaggi spuntano come funghi e sono sempre più vari e caratteristici. Hai gradito il Dottor Daves, ma cosa ne pensi, ad una prima occhiata, di Eveline Darcy? La ritroverai nel corso della storia, non temere! J Le tue riflessioni su Erin, la Lacrime e Zara mi entusiasmano, perché vedo che ti interessa davvero tanto capire il nesso che lega le tre, ma per ora non posso negare né condividere le tue ipotesi…sarebbe troppo facile, non trovi? E toglierebbe tutto il divertimento! ;) Ma tu, continua a sfornare teorie, sono ben lieta di leggerle e di rispondere a qualche tuo dubbio! :D Fammi sapere, quindi, se ti piace anche questo capitolo! Baci, baci, Fuffy91!! ^__^*

 

Beuzz94: Mia carissima Beuzz, sono sempre più felice di ritrovarti con tanto entusiasmo e lealtà nelle mie storie! Anche con te, d’ora in poi, varrà quello che ho detto a Yukari. Ti contatterò via e- mail ogni volta che ci sarà un nuovo aggiornamento! J Che ne pensi di Eveline? Sarà buona come appare o nasconderà qualche strano mistero? Staremo a vedere, ok?? Fammi sapere cosa pensi anche di questo capitolo, mi raccomando!

PS Tieni gli occhi puntati su Battiti d’anima, perché aggiornerò presto anche questa storia!! Baci baci, Fuffy91! ^__^*

 

Ringrazio anche coloro che leggono, che mettono fra i preferiti e i seguiti la mia storia! ^__^*

 

Prossimamente a…

 

Carissimi, aggiornerò sempre nel week-end, ma non so ancora la data precisa! Purtroppo sarò un po’ incostante negli aggiornamenti, a causa di motivi privati! Spero comunque che avrete pazienza e continuerete a seguirmi! Baci baci, Fuffy91! ^__^*

 

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