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Autore: Hayley Black    16/09/2011    9 recensioni
Neville/Luna ♥ | One shot | Fluff, malinconico.
E Neville aveva cominciato a chiedersi perché si era offerto per andare a cercare Luna, quando sarebbe potuto rimanere al tepore della Sala Comune a studiare gli appunti di Erbologia davanti al camino scoppiettante.
Ma quando la domanda di Harry – qualcuno può andare a cercare Luna, per favore? – era rimbombata tra le pareti della Stanza delle Necessità, la sua mano era saettata in aria, come quando rispondeva alle domande della professoressa Sprite. Tutti gli occhi puntati su di lui, l’unico sprovveduto che aveva avuto il coraggio di avventurarsi tra gli alberi della foresta nel più freddo mese dell’anno.
La prossima volta avrebbe dovuto conservare la mano per le domande dei professori.

[Questa storia si è classificata settima al concorso "CIACK, SI GIRA!" indetto da Tefnut sul forum di EFP, vincendo anche il Premio Giuria. ♥]
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Luna/Neville
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Se piangi ti si arrugginiscono le guance.

 

 

Ci sono cose che il tempo non può accomodare, ferite talmente profonde che lasciano il segno.
— Frodo. 

 

gennaio 1996.

L’aria della Foresta Proibita era fredda.
Molto fredda.
E Neville aveva cominciato a chiedersi perché si era offerto per andare a cercare Luna, quando sarebbe potuto rimanere al tepore della Sala Comune a studiare gli appunti di Erbologia davanti al camino scoppiettante.
Ma quando la domanda di Harry – qualcuno può andare a cercare Luna, per favore? – era rimbombata tra le pareti della Stanza delle Necessità, la sua mano era saettata in aria, come quando rispondeva alle domande della professoressa Sprite. Tutti gli occhi puntati su di lui, l’unico sprovveduto che aveva avuto il coraggio di avventurarsi tra gli alberi della foresta nel più freddo mese dell’anno.
La prossima volta avrebbe dovuto conservare la mano per le domande dei professori.
Si strinse nel vecchio cappotto scuro, nel vano tentativo di combattere il gelo che si insinuava fin nelle ossa, respirando l’aria pregna di pioggia.
Qualche giorno prima, una violenta tempesta si era abbattuta sul castello, scuotendo le torri più alte e facendo tremare le imposte: erano saltate le lezioni di Cura delle Creature Magiche ed Erbologia, perché la professoressa Sprite era intenta a curare delle piante malate a causa del vento.
E sebbene lui si fosse offerto di aiutarla, aveva passato la giornata in biblioteca a leggere libri sulla sua Mimbulus Mimbletonia.
Ma dove si era cacciata Luna?
Era da più di dieci minuti che la cercava, senza aver neanche intravisto una massa di capelli biondo sporco spuntare tra le fronde. Possibile che fosse ritornata dentro?
Certo, non era così stupida da rimanere nella foresta con tutto quel ghiaccio: ma era abbastanza eccentrica da rimanere per osservare tutto ciò che si trovasse attorno a lei.
Quindi, Neville doveva rimboccarsi le maniche – in senso figurato, non l’avrebbe mai fatto, altrimenti sarebbe morto dal freddo! – e continuare a cercare.
Doveva ritenersi fortunato anche per non essere incappato in qualche creatura agghiacciante: ma proprio in quel momento, come se la sfortuna si fosse posata su di lui, qualcosa lo fece finire dritto per terra.
Il dolore alla schiena – era finito su un tronco scavalcato poco prima – fu sostituito dalla paura, e tentò di individuare chi fosse il suo aggressore: alzò la testa e si trovò faccia a faccia con Luna, i soliti capelli spettinati e gli occhi sognanti.
Non poteva essere stata lei, ovviamente.
«Neville! Avresti dovuto fare attenzione, poteva farsi male…» disse, tendendogli la mano per aiutarlo ad alzarsi.
Eh? Chi poteva farsi male?
Tolse un po’ di neve che gli era caduta sulla spalla, osservando la ragazza di fronte a sé: sembrava smagrita, indossava solo un vecchio maglione di lana e un paio di jeans chiari, mentre lui era coperto da strati su strati di vestiti.
Aveva uno strano odore, quasi di carne rancida, e le mani coperte qua e là da macchie di sangue scuro.
«Che ci fai qui?» chiese lei, squadrandolo da capo a piedi.
«Sono venuto a cercarti, c’era la riunione dell’ES» rispose, guardandosi ancora intorno per trovare la causa della sua rovinosa caduta.
«Che carino che sei, Neville… Ma sai, il Thestral aveva fame, non potevo abbandonarlo».
Thestral?
Si irrigidì quando qualcosa gli toccò il braccio e si voltò di scatto, impallidendo. Il suddetto Thestral, di fronte a lui, lo fissava con enormi occhi scuri, la pelle lucida tirata sulle ossa sporgenti.
Un paio di ali scheletriche gli spuntavano dai fianchi, e un muso da rettile terminava il collo allungato coperto da una sottile criniera ispida.
«Non aver paura, Neville, non hanno mai fatto del male a nessuno» la ragazza gli sorrise, infilando le mani in una rete insanguinata. Ne tirò un pezzo di carne abbastanza grosso, senza alcuna fatica, e lo soppesò tra le mani «Questo dovrebbe andare bene».
Quando lo lanciò al Thestral, che lo afferrò tra le fauci in un gesto fulmineo, nell’aria risuonò lo schiocco dei denti che cozzavano contro le ossa della carcassa.
Luna si pulì le mani sui pantaloni consunti, sedendosi su un tronco ad osservare l’animale che divorava famelico la propria cena: a Neville si chiuse lo stomaco, mentre una forte nausea gli faceva girare la testa
«Vuoi provare?» gli chiese «Ha ancora fame».
A volte Neville si trovava a pensare di quanto fosse spaventosamente strana Luna: parlava di Nargilli che si impossessavano della ragione, Ricciocorni Schiattosi terribilmente rari, e adesso si trovava a nutrire un piccolo di Thestral con pezzi di carne grondanti sangue.
Nella Foresta Proibita, a gennaio.
Quando gli alberi diventavano enormi cristalli di ghiaccio e nuvole grigie coprivano il cielo, quando neanche le stelle si vedevano nelle notti più buie.
«Dovrei… dar da mangiare a questa cosa?» mormorò, squadrandola di sottecchi
«Si chiama Thestral» Luna sorrise – di nuovo – con quell’aria sognante che le illuminava gli occhi, rendendola simile ad una bambina che scopre il mondo.
«Non credo di voler…» il ragazzo fu interrotto dalla giovane Corvonero che, alzatasi, gli mise in mano un altro pezzo di carne, imbrattandogli le dita.
«E’ semplice» esordì, mettendosi di fianco a lui «Devi lanciarglielo, lui lo prenderà da solo. Vedi, così».
E, preso un altro pezzo di cibo, lo lanciò all’animale, che lo afferrò al volo.
Era una cosa disgustosa: la carne era viscida e maleodorante, quell’odore di rancido gli fece aumentare il dolore all’addome.
Forse, pensò, Harry e gli altri credevano che lui e Luna si fossero persi: erano da un bel po’ di tempo nella foresta, e magari la lezione dell’ES era anche finita.
Dunque lui, Neville, aveva sprecato calore e vestiti per niente. Perché, allora, non provare?
Imitò la ragazza facendo volare il cibo rancido per aria, che finì dritto nella bocca del Thestral, balzato in aria con un battito d’ali per afferrarlo.
Sorrise soddisfatto, strofinandosi le mani sul cappotto abbottonato fino al collo: Luna si sedette di nuovo, appoggiando le braccia sulle ginocchia con aria pensierosa.
«Come mai eri da sola nella foresta?» chiese il ragazzo, sedendosi accanto a lei
«Ero un po’ a pensare, sai… A volte bisogna farlo, altrimenti si crea confusione nella mente, e la confusione attira i Nargilli» spiegò.
«Pensare a cosa?»
«A mia mamma».
Il sorriso triste che si dipinse sul volto di Luna indusse Neville a pensare di non aver mai dovuto farle quella domanda.
Sua madre era morta.
«Tu pensi mai ai tuoi genitori, Neville?» gli chiese, fissando un punto indefinito della foresta davanti a loro.
«Ogni giorno, anche se per un solo istante. Altrimenti loro non avrebbero motivo di rimanere ancora in vita»
«Non li dimenticherai mai vero?»
«Mai».
Il silenzio calò su di loro, come una delle nubi che oscuravano il cielo. Guardò i fiocchi di neve che volteggiavano e si insinuavano tra i capelli biondi di Luna, che non sembrava farci caso, intenta ad osservare il Thestral che divorava il suo cibo.
«Forse però è meglio dimenticare, sai? E’ sempre molto doloroso ricordare una persona che non c’è più» mormorò, prendendo uno stelo d’erba sopravvissuto al gelo. Lo rigirò tra le dita, esaminandolo con i grandi occhi azzurri
«Immaginare un sorriso quando potresti averlo dal vivo… come rivedere una vecchia foto».
Il filo d’erba le volò via dalle dita, trascinato dal vento.
«Forse è vero… ma è sempre meglio ricordare, che dimenticare del tutto» disse Neville, pensando ai suoi genitori.
Ai loro sguardi interrogativi quando entrava nella sala ospedaliera, ai loro occhi spenti offuscati da quella che fu una notte troppo nera.
La ragazza sospirò, persa in chissà quali pensieri.
«Mi manca tanto» disse, dopo qualche attimo di silenzio.
«Tua mamma?» Neville fissò i suoi occhi – che in quel momento sembravano così spenti -, pensando a cosa dire. Non era mai stato bravo con le parole, insomma!
Si trovava in una situazione imbarazzante, soprattutto per qualcuno che aveva perso improvvisamente la lingua e la capacità di formulare frasi sensate.
Quando, però, vide un cristallo di ghiaccio materializzarsi accanto all’occhio di Luna, si affrettò a toglierlo via con il pollice e le passò un braccio attorno alle spalle.
«Mia nonna dice sempre che ci sono cose che il tempo non può accomodare, ferite talmente profonde che lasciano un segno» mormorò, con un sorriso.
«Ho sempre pensato che tua nonna fosse una signora molto intelligente» la ragazza sorrise, appoggiando la testa alla sua spalla.
Il silenzio li avvolse, mentre il Thestral divorava gli ultimi lembi di pelle della carcassa; mentre il vento infieriva contro Hogwarts e le sue torri; mentre il cielo diventava più scuro, come un infinito manto d’inchiostro.
«Sto cominciando a sentire freddo… torniamo dentro, ti va?» disse lui, dopo chissà quanto tempo. Sembrava essersi fermato il mondo.
«Per me va bene! Ho una gran voglia di budino!».
Il tragitto che li separava dalla scuola e dal suo tepore non fu così lungo, forse Luna conosceva qualche stramba scorciatoia. O forse lui era più impegnato a pensare che, – oddio! –, la mano che era saettata in aria alla domanda di Harry ora stringeva quella pallida e fredda della ragazza.
Fu più complicato tentare di starle dietro, dato che aveva cominciato a saltellare sollevando cumuli di neve.
Gli occhi erano tornati quelli di sempre, più azzurri del cielo.
Non avrebbe mai pensato di intraprendere un discorso del genere con Luna.
Quella che parlava di nargilli e di gorgosprizzi.
Quella che saltellava accanto a lui come una bambina.
Quella che gli stringeva la mano come se fosse l’ultimo appiglio a tenerla sulla terra.
«Siamo arrivati» sorrise, la figura di Hogwarts si stagliava contro il cielo di piombo sembrando una gigantesca creatura, appollaiata sulla collina a strapiombo sul Lago Nero.
Percorsero in fretta il Ponte di Legno, che scricchiolava sotto i loro passi veloci, mentre Neville pensava al fuoco scoppiettante nel camino della Sala Comune dei Grifondoro.
Avrebbe anche assaggiato il budino di cui parlava Luna, certo!
«Luna! Dove diavolo ti eri cacciata?» Padma Patil, una gigantesca spilla a forma di fiore tra i capelli, incrociò le braccia e fissò i due con aria saccente «Neville… Harry ti aveva mandato a cercarla, giusto?». Il ragazzo annuì, lasciando immediatamente la mano di Luna.
Tutti sapevano benissimo che le due sorelle Patil erano le regine del pettegolezzo, e trovarli per mano non sarebbe stato che una succulenta notizia, per loro.
«Comunque, Luna… ti aspetto in Sala Grande, okay? Se… se vuoi salutarlo, intendo» le strizzò l’occhio, girando i tacchi e allontanandosi subito dopo.
«Parleranno di noi per il resto della settimana» sospirò Neville, grattandosi la nuca con aria pensierosa.
«E’ stato carino parlare con te, Neville» Luna sorrise, cercando di scacciare una mosca invisibile dalla sua testa «Spero che tornerai a farmi compagnia nella foresta». Gli lasciò un timido bacio sulla guancia arrossata.
«C-certo… quando vuoi…» balbettò, torturandosi le mani
«Ora vado dentro! Il mio budino mi aspetta!».
Schizzò via come una cavalletta, ma prima che potesse scomparire tra la massa di studenti che affollavano l’ingresso, Neville ebbe un impeto di coraggio e la chiamò.
Gli si fermò per un secondo il cuore.
«Ehm… Luna! Sei libera stasera?».

 

 


 

Ecco a voi lo splendido giudizio della splendida giudiciA - ovviamente ho modificato tutte le sviste/orrori ._. - Tefnut <3


Se piangi ti si arrugginiscono le guance di Hayley Black 

Grammatica/punteggiatura: 9,5/10 
Forma/stile: 9,5/10 
Caratterizzazione personaggi: 10/10 
Originalità: 9/10 
Utilizzo frase: 10/10 
Gradimento personale: 9/10 
Totale: 57/60 
Ed ecco una bella Luna/Neville! 
E non azzardarti a dirmi che è brutta, perché ti prendo a padellate in testa. E non scherzo!! 
Nelle NdA hai scritto che non sapevi se avevi mantenuto Luna e Neville IC. Ma stiamo scherzando? Ma sono perfetti! Neville è il solito impacciato che vorrebbe dire la cosa giusta e non ci riesce, e il ricorso a sua nonna è geniale, insomma, è il nostro Neville! 
Ma vogliamo parlare di Luna? Ne vogliamo parlare? Ci hai messo anche il budino! Sembrava davvero di sentirla parlare, qui. E quando sembra di sentire la voce di un personaggio, significa che è venuto bene, nel caso in cui avessi dei dubbi. Mpf! E poi mi hai conquistata con questa frase: “Quella che gli stringeva la mano come se fosse l’ultimo appiglio a tenerla sulla terra.” È bellissima e azzeccatissima!! *-* 
Soltanto un erroraccio hai fatto, e questo ha intaccato il giudizio personale: Luna può vedere i Thestral, ma Neville no. Insomma, l’hai detto anche tu, i suoi non sono morti. Questo reggeva la storia, quindi non ho potuto non toglierti dei punti per la tua svista. Attenzione, Hayleyucci! 
La forma e lo stile sono a postissimo: hai scritto di meglio, non è da 10 (anche per la brutta scelta della preposizione in una delle frasi iniziali: hai messo “al tepore”, forse sarebbe stato meglio “nel” o qualcos’altro, ma “al” ci sta proprio male) ma comunque scorrevole, pulito, fluido. 
La grammatica presenta un paio di imprecisioni. Innanzitutto, ti sei persa uno spazio fra i punto e “Sembrava essersi fermato il mondo”. In secondo luogo, hai scritto due volte “Nargilli” senza la maiuscola. Una volta l’hai anche scritto vicino a “Ricciocorni Schiattosi”, come mai loro hanno diritto a una maiuscola e i poveri Nargilli no? 
Ma torniamo a noi, dunque… che cosa manca… ah, sì: beh, la storia ovviamente è originale. Non ci mancano mai questi confronti verbali amichevoli fra Luna e Neville, ma il tuo ha qualcosa in più. Oltre a non essere per nulla pesante, è anche naturale, fresco, spontaneo come il modo in cui la frase che hai scelto sembra come venire fuori dal contesto. Bravissima Hayley! 

 


 

 

Questa storia - orribile, mi viene da dire - ha vinto anche il Premio Giuria **
Ma ora passiamo a commentare il giudizio a dir poco perfetto della nostra cara dea dell'umidità.
Allora ** Non so come caaaaavolo io abbia fatto a perdere 0,5 punti di grammatica ;A; tutti quegli errori non sono da me *si prende a padellate in faccia* evidentemente questi tre mesi lontana dalla scuola mi hanno fatto moooolto male. Per lo stile, che i Nargilli mi perdonino ;A;
Un piccolo appunto su Neville che ho fatto anche sul forum: lui può vedere i Thestral perchè ha visto morire suo nonno. Lo dice alla Umbridge nell'Ordine della Fenice ^^
Questa storia non mi ha soddisfatta al punto giusto, ma - questo è da dire! - mi piace come ho inserito la frase nel contesto XD e pensare che il tutto mi è venuto in mente alle tre di notte, mentre guardavo Il Signore degli Anelli - giusto per l'ispirazione! :D - e... BAM! 
La sexyssima nonna di Neville mi è balenata nel cervello ed ecco qui.
Quindi, la frase - e il pairing <3 - è l'unica cosa che mi garba di questa schifezzuola che è arrivata settima.
La frase "Ci sono cose che il tempo non può accomodare, ferite talmente profonde che lasciano il segno" è presa dal Signore degli Anelli, pacchetto da me scelto, pronunciata da Frodo. *sparge ammoreH*
Credo di aver finito ò_ò Non ho inserito lo schemino all'inizio della storia perchè non mi piaceva stilisticamente, nel senso che poi appariva tutto troppo luuuungo e le NdA lì contenute erano davvero deplorevoli.
Comunque, questa è una delle one shot più lunghe che io abbia mai scritto. **
Ora tolgo il disturbo, ringrazio ancora la mia splendiderrima Silvia per il giudizio impeccabile e per tutte le belle parole - mi fai arrossile, dannazione! */////* -, ricordati che ti voglio tanto bene, che non si fuma e che io aspetto ancora la seconda edizione di Una Drabble per LUI!

P.S. Ho rimpicciolito le prime NdA perchè altrimenti risultavano troppo lunghe stilisticamente. Ringrazio tutti coloro che leggeranno, recensiranno o inseriranno questa storia tra le preferite/ricordate/seguite. I love you soooo much 

P.P.S. Luna e Neville non sono adorabili? *-*

 

Sayonara! 

 

   
 
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