Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Heath Queen Bee    16/09/2011    2 recensioni
Un mondo diverso, in un tempo diverso.
Molti anni dopo la caduta di Voldemort, Sophie, un'isterica ragazzina, si ritrova ad Hogwarts insieme ai suoi tre amici.
Ed è tutto diverso da come se lo aspettava...
dal primo capitolo:
"La giovane Corvonero non era uno spettacolo di prima mattina: i lunghi capelli neri, da cui spuntavano numerose ciocche blu, erano tutti arruffati; il mascara le era colato sul viso, lasciandole due grossi segni neri sotto gli occhi e indossava uno stropicciato pigiama a righe blu e argento. In sostanza, dava tutta l’idea di aver preso un paio di pugni negli occhi e una scossa particolarmente forte."
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fred Weasley Jr, James Sirius Potter, Lorcan Scamandro, Lysander Scamandro, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Perchè l’hai fatto?”La voce dell’asiatica risuonava flebile e dolce nell’oscurità della Hogwarts notturna.
“Perchè ne avevo voglia.”Andrew si passò una mano tra i riccioli scuri, abbassando istintivamente lo sguardo. “Scusa.” Aggiunse poi, mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime.
Si portò una mano a coprirsi il viso.
“Mi hai baciata perchè ne avevi voglia?”Chiese scettica, provando ad incontrare lo sguardo del riccio.
La biondina sussultò, da dietro una delle colonne di pietra. Il freddo pungente e la paura di essere scoperta ad origliare le facevano tremare le gambe. Si sporse per poter vedere meglio gli altri due ragazzi.
Andrew sapeva che non avrebbe dovuto farlo, ma la tentazione dei loro visi pericolosamente vicini gli aveva fatto perdere il lume della ragione. Ora lei era probabilmente arrabbiata, o peggio, schifata, ed era solo colpa sua e di quello stupido bacio.
La mora vide una lacrima cadere a terra, per lei fu più dolorosa di una maledizione cruciatus.
Fece un altro passo in direzione del Grifondoro, che era ancora con la testa china e una mano posata sul viso.
Afferrò dolcemente il polso del ragazzo, obbligandolo a spostare la mano dal viso e, con l’altra, gli tirò su il mento, per poterlo guardare negli occhi.
I loro nasi si sfioravano e i loro respiri si fondevano tra loro, in nuvole di vapore.
Si rispecchiò in quegli occhi color cioccolato, e sfiorò dolcemente le sue labbra con le proprie, sentendo i brividi impossessarsi del suo corpo. Premette le labbra contro quelle del ragazzo, infilando una mano tra i suoi ricci scuri.
Andrew chiuse gli occhi, beandosi di quel contatto che gli fece dimenticare completamente il freddo pungente.
Dopo pochi minuti, che parvero ore, Hana sollevò le labbra, senza però allontanarsi dal viso del ragazzo.
“Questo perchè l’hai fatto?”Le soffio sulle labbra il riccio, ascoltando attento la melodia dei loro cuori che battevano accellerati in sincrono.
“Perchè ti amo.”Si limitò a rispondere l’asiatica.
Una lacrima salata le solcò il viso, fermandosi sulle sue labbra.
Doveva essere solo un sogno. Andrew non poteva crederci.
Sollevò le braccia, che fin’ora erano rimaste ferme lungo i fianchi, con una mano, asciugò dolcemente quella lacrima dalle labbra della Serpeverde, l’altra la intrecciò a quella della ragazza.
“Ti amo anch’io.”
***
Tre colpi secchi alla porta fecero sussultare la Corvonero, che dormiva tranquilla sotto una decina di coperte.
Un ringhio sordo ruppe il silenzio. La ragazza si trascinò fino alla porta e la aprì, trovandosi davanti la sua ‘amica’ Milly, scioccata e iperattiva.
“Oh, mio Dio. Ti prego, non dirmi che c’è un Troll nella vostra Sala Comune. Perchè non ci casco.”Farfugliò passandosi una mano sugli occhi. “Non un’altra volta.” Aggiunse poi, stizzita.
“No, no.”La rassicurò. “Solo che, ci sono grandi notizie!” Esclamò saltellando dentro la stanza.
Si sedette sul letto a baldacchino e si tolse la sciarpa.
“Tu non eri astemia?”Chiese l’altra chiudendo la porta.
“Sì, perchè?”
“Perchè mi sembri tutto fuorchè sobria. Cazzo, non potevi aspettare domani mattina per dirmi queste ‘grandi notizie’?” Sophie era convinta di aver svegliato tutti gli studenti nel raggio di 2 chilometri.
La biondina sobbalzò, il tono usato dall’amica l’aveva spaventata parecchio (ed era sicura di aver sentito almeno un primino urlare di terrore).
Si portò un dito alla bocca, per farle segno di zittirsi e, sentendo dei passi affrettati nel corridoio, si tuffò letteralmente sotto il letto.
La Corvonero sentì aprirsi la porta con uno scatto rumoroso, e si voltò con calma.
Fece un sorrisino sghembo quando si trovò davanti Samantha Fulvus.
I capelli biondi e unticci, diligentemente legati in due codini alti, i denti sporgenti e la faccia che ricordava molto un pesce. Era alta un metro e un tappo e indossava una camicia da notte bianca, che le arrivava fino ai piedi.
La caposcuola di Corvonero era la ragazza più secchiona sulla faccia della terra, capace di sembrare una vecchietta e una bambina di 6 anni contemporaneamente.
Se ne stava ferma sulla porta, con i pugni chiusi puntati sui fianchi.
“Mi vuoi spiegare perchè ti sei messa a urlare imprecazioni alle 3 del mattino?”La voce nasale della ragazza penetrò nelle orecchie di Sophie, assordandola. Fece una smorfia schifata.
“Oh, ciao Susie!”Esclamò la prefetto, ignorando completamente la domanda.
Susan era l’unica in grado di sopportare la caposcuola. Era del terzo anno, ma ben più alta dell’amica; con lunghissimi capelli castani, completamente lisci e due occhi penetranti del colore dei capelli.
Era una ragazzina molto esile e abbastanza goffa.
“Ciao Sophie.”Si limitò a rispondere, con la sua vocina talmente sottile da essere quasi impossibile da udire.
“Mi risponda signorina Torres.”Continuò la bionda, con tono esageratamente alto.
La prefetto fece una smorfia strafottente.
“Sono caduta dal letto. Per questo ho urlato.” Sputò, aprendosi in un sorrisetto ironico.
Era sempre stata un asso nel mentire, tanto che riusciva a convincersi da sola e arrabbiarsi quando gli altri non le credevano, infatti Samantha sembrò cascarci in pieno.
“Cerchi di dormire nel mezzo, signorina Torres, altrimenti sarò costretta a strapparle la spilla da prefetto.” Esclamò, con tono vagamente minaccioso.“E si metta un pigiama presentabile, che sembra una poco di buono.” Aggiunse, notando che l’unica cosa che indossava era una canottiera bianca.
Sophie ridacchiò.
“Arrivederci, Fulvus.”
La porta si chiuse, a pochi centimetri dal naso aquilino della bionda e Milly sgusciò fuori dal suo nascondiglio.
“Avanti, dimmi questa grande notizia e facciamola finita.” Si arrese la mora.
La più piccola non potè trattenere una risata nel vedere i capelli arruffati dell’amica.
“Prima, vicino al lago nero, ho visto...”Non riuscì a finire la frase che l’altra la interruppe.
“Cosa ci facevi al lago nero?”
La biondina si mordicchiò il labbro inferiore, probabilmente indecisa se dirglielo o no.
Si rovistò nelle tasche per qualche secondo e ne estrasse un pacchetto di sigarette.
“Tu fumi?”Chiese scioccata la mora, passandosi una mano tra i capelli.
Milly arrossì e annuì.
“Ma tu non eri la timida Tassorosso?”Continuò ridacchiando.
“Oh, lo sono ancora, solo...”
“Solo che fumi.”La precedette Sophie, riservandole un sorriso. “Non ti preoccupare, anche Hana fuma, nessuno ti giudica.” Aggiunse poi, con tono rassicurante.
“Quindi... era questa la grande notizia?”Chiese poi, impaziente.
“No... riguarda Hana e Andrew.”Si affrettò a chiarire, la biondina.
“Fammi indovinare... hanno capito di essere fottutamente perfetti insieme e ora si stanno risucchiando la faccia al lago?” Chiese, ironica.
La Tassorosso la fissò interdetta per qualche secondo, boccheggiando.
“Come fai a saperlo?”Esclamò Milly, ridacchiando.
“vuoi dire.. che ci ho preso?” Balbettò scettica la Corvonero.
La bionda annuì entusiasta.
“Sono tanto felice per loro...” Sussurrò con voce stranamente dolce.“Ora vattene, che voglio dormire.” Aggiunse, con un ringhio, indicando la porta.
“Aspetta!”Esclamò la bionda, afferrando il polso dell’amica. “C’è un’ultima cosa che ti voglio chiedere.” Aggiunse, facendosi seria.
Sophie sbuffò guardando l’orologio, che segnava le 2 e un quarto.
“Fai in fretta.” Farfugliò in preda a sonno e disperazione.
La ragazzina boccheggiò per qualche secondo, torturandosi le mani.
“Sarò diretta con te.” Annunciò, rigirandosi i pollici. Sophie annuì, spazientita. “Cosa ci facevi con Potter nella stanza delle necessità ieri sera?” Chiese, lanciando uno sguardo malizioso all’amica.
La prefetto dovette trattenere una risata.
“Come fai a saperlo?”
Milly la guardò scioccata.
“Vuoi dire che stavate davvero facendo quello che penso?”Quasi gridò, tenendosi la mano davanti alla bocca.
La mora sbadigliò e agitò la mano a mezz’aria, come per scacciare una mosca.
Gli ho dato ripetizioni di Trasfigurazione.” Rispose fredda. “Ma tu non mi ha ancora detto come fai a saperlo. Mi hai seguita?”
La biondina tirò un sospiro di sollievo.
“No, io ero in biblioteca.”Sussurrò. “Dominique Weasley. Vi  ha visti uscire insieme dalla stanza delle necessità.” Concluse giocando con una ciocca bionda.
“Quella lì non sa tenere la bocca chiusa.”La Corvonero si aprì in una smorfia di disappunto.
Vide l’amica sistemarsi la divisa e avvicinarsi lentamente alla porta.
“Aspetta un secondo.”Esclamò, attirando l’attenzione della ragazza. “C’è una cosa che ho sempre voluto chiederti...” Sussurrò incrociando le braccia sotto il seno e sedendosi più comodamente sulle coperte.
La Tassorosso le fece cenno di continuare.
“I ragazzi di mezza scuola ti sbavano dietro, eppure tu non li degni di uno sguardo. Possibile che non te ne piaccia neanche uno?”Chiese curiosa.
Milly abbassò lo sguardo, sul suo viso si dipinse un sorriso amaro. Non rispose. Si limitò a fare un cenno con la testa e uscire, sbattendosi dietro la porta.
La mora boccheggiò, sconcertata. Rotolò sotto le coperte, tirandosele su fino al naso e si addormentò quasi subito.
***
Purtroppo il sonno della ragazza non durò per molto.
Qualcuno bussava insistentemente alla sua porta. Sophie si rigirò nel letto, con l’evidente intenzione di ignorare quel ‘qualcuno’ e tornare a dormire. Ma, a quanto pare, quel ‘qualcuno’ non era della stessa opinione.
Sentì una voce femminile sussurrare “Alohomora”, i cardini della porta cigolare e tre passi lenti e leggeri che si avvicinavano.
Ringhiò il suo disappunto e aprì gli occhi, mettendo a fuoco la ragazza che si trovava davanti.
“Rose?”
Rose Weasley fremeva, con un’espressione decisamente preoccupata, ai piedi del letto della mora.
Si torturava una ciocca castana con aria colpevole.
Sophie si girò di scatto verso la sveglia, ancora intatta sul suo comodino.
“Sono le sei del mattino!”Gridò indicando i numeri lampeggianti.
“Io... m-mi dispiace, ma sei l’unica a cui posso chiedere aiuto...”Balbettò torturandosi le mani. “Io ho schiantato Malfoy, e lui non si sveglia più...” Concluse arrossendo visibilmente.
La mascella della più grande quasi sfiorò in pavimento.
“Sei del terzo anno! Dovresti riuscire a usare l’incantesimo di rianimazione!”Sbottò infastidita, liberandosi delle coperte.
“Io ci ho provato ma lui non si sveglia, e se lo porto in infermeria, o dalla Fulvus, mi faranno espellere!”Si lamentò la ragazzina. “Ti prego, sei l’unica Corvonero di cui mi posso fidare.” La supplicò, mostrando due occhi da cucciolo bastonato, degni di Andrew.
Sophie boccheggiò, riflettendo.
“Lui dov’è?”Chiese poi, sistemandosi i capelli.
“È in Sala comune, non potevo lasciarlo svenuto nel bel mezzo delle scale. Rischiavo di non ritrovarlo più.”Rispose, con più calma.
“Cosa ci facevate alle sei del mattino in giro?”Chiese curiosa, infilandosi le scarpe.
“Io mi alzo sempre presto la mattina, per i miei esercizi di Karate. Lui tornava dal lago.”Le spiegò velocemente, mentre entrambe uscivano dalla stanza.
Sophie pensò che non voleva sapere che cosa ci facesse un ragazzino di 13 anni al lago, alle sei di mattina. Si limitò ad annuire in silenzio.
Una volta scese, la più grande si avvicinò alla poltrona più vicina al fuoco, dove giaceva il corpo svenuto del biondino.
La prima cosa che notò fu il grosso segno violaceo intorno al suo occhi destro.
“Questo gliel’hai fatto prima o dopo lo schiantesimo?”Chiese indicandolo con la bacchetta.
Rose ghignò.
“Era già svenuto, tanto valeva approfittarne...”Sussurrò ridacchiando.
“Mi congratulo per la sua perfidia, signorina Weasley.”Esclamò l’altra. “Ma, forse, passa troppo tempo con il signor Malfoy. Non vorrei che mi diventasse una serpe.” Continuò ridacchiando, tralasciando il fatto che proprio una dei suoi migliori amici, era una di loro.
“La perfidia ce l’ho nelle vene, prefetto Torres.”Esclamò, sorridendo dolcemente.
Sophie annuì impercettibilmente.
“Innerva.”Sussurrò, puntando la bacchetta al ragazzo, che, dopo qualche secondo, aprì gli occhi e sbattè le palpebre confuso.
Scorpius Malfoy era completamente diverso dal padre.
Si faceva vedere in giro raramente, era un asociale, timido ma arrogante. Parlava poco, eccetto quando era con Albus (suo amico storico) o Rose, la sua nemica giurata. Non era un tipo violento, era magro e non molto alto, con la carnagione pallida e i capelli di un biondo quasi bianco.
Appena riuscì a riprendere completamente i sensi, si alzò dalla poltrona e recuperò i suoi libri in silenzio.
“Grazie.”Sussurrò a Sophie, non prima di aver rivolto uno sguardo schifato alla Weasley.
Si passò una mano tra i capelli, si sistemò gli occhiali e, senza dire una parola, uscì dalla Sala Comune, con disarmante lentezza.
La più grande si girò confusa verso Rose.
“Come fai ad odiare un ragazzino così?”Chiese sorridendo. “Mi ha anche ringraziato! Fossi stata al suo porto ti avrei come minimo Cruciato...”
“Non lo odio.”Sussurrò,abbassando lo sguardo. “Odio il suo orgoglio e la sua mania di fare il superiore.” Continuò con tono piatto.
Sophie fissò per qualche secondo il fuoco scoppiettare, poi un lampo attraversò i suoi occhi.
“Weasley!”Gridò alla ragazzina, che se ne stava tornando tranquilla ai dormitori.
Rose si girò e aggrottò le sopracciglia.
“Perchè non hai chiesto aiuto a tuo cugino Louis? È un Corvonero, bastava che facessi due passi e saresti arrivata da lui!”‘E non mi avresti svegliata così presto’, aggiunse mentalmente.
La più piccola avvampò, si allargò la cravatta e si schiarì la voce, tornando lentamente a voltarsi verso la sua interlocutrice.
“Ecco.. vedi... ci ho pensato anch’io, e ci sono andata, ma...” Balbettò, passandosi una mano tra i capelli.
Sophie la incitò a continuare.
“Hai presente Lorcan Scamander?”Chiese titubante, sperando che l’altra capisse al volo.
Sophie scoppiò a ridere. Lorcan e Louis stavano insieme da ormai un mese, ed erano una delle più belle coppie di Hogwarts. Quando Hana lo aveva scoperto se ne era uscita con la frase: “Quanta carne sprecata...”.
Hogwarts, dopo la guerra magica, aveva adottato una severa politica che puniva ogni tipo di discriminazione, lì potevi semplicemente essere te stesso.
“Li hai trovati insieme a pomiciare allegramente?”Chiese divertita.
Rosie annuì e sparì su per le scale.
Sophie si cambiò velocemente, e decise di andare a fare una passeggiata mattutina, tanto non avrebbe sicuramente più chiuso occhio.
Uscì dalla Sala Comune, indossando il suo solito cappotto, sopra la divisa.
Percorse scale, corridoi, stanze, senza una reale meta. Si accasciò, stesa dentro uno dei tanti archi che circondavano il giardino interno e si guardò scrupolosamente intorno.
Le sue guance erano arrossate dal freddo, in netto contrasto con la sua pallida carnagione, e i suoi respiri regolari si trasformavano in nuvolette di vapore, che soffiava sulle mani, fasciate dai suoi soliti guanti blu a rete, nel tentativo di scaldarle. Maledì il suo orgoglio per non aver avuto coraggio di indossare il bel paio di guanti giallo limone che le avevano regalato i suoi amici per Natale (ricevendo in cambio tonnellate di saponette).
Tornando a far vagare il suo sguardo notò qualcosa che prima aveva ignorato.
Un piede.
O, meglio, un piede presumibilmente attaccato a un corpo.
Si sporse un po’ troppo, per riuscire a intravedere il viso di quello che sembrava un ragazzo e cadde accidentalmente a terra, urlando un’imprecazione abbastanza forte da essere udita anche dallo sconosciuto.
Sophie era occupata a scrollarsi nervosamente la neve di dosso, per notare che il ragazzo si era avvicinato a lei e le aveva chiesto se stesse bene.
Quello che arrivò alle orecchie di Sophie passò inosservato dalla ragazza, ancora troppo intenta a non cadere in ipotermia.
“Come?”Chiese senza neanche degnare il ragazzo di uno sguardo.
“Ti ho chiesto se stai bene.”La voce del ragazzo era grave, ma il tono era dolce.
La mora alzò lo sguardo, la prima cosa che notò fu la sciarpa, gialla e nera, inconfondibilmente Tassorosso, poi notò la stazza del ragazzo: era sicuramente del settimo anno. Più alto e robusto di lei, che (dal suo metro e 73) cominciò a sentirsi molto più simile a uno dei nanetti di Biancaneve. Poi spostò lo sguardo al suo viso.
Aveva Capelli castani, molto corti, e occhi del colore dei capelli.
Sophie si acciggliò e si costrinse a fare un passo indietro.
“Uhm.. io.. sì, sto bene.”Balbettò, senza distogliere lo sguardo. Continuava a non capire se era lui che si stava alzando o lei che stava rimpicciolendo. “Ma quanto sei alto.” Aggiunse poi, facendo ridacchiare il ragazzo.
“Me lo dicono in tanti...”Esclamò tendendo la mano alla ragazza, che in effetti era ancora seduta in mezzo alla neve.
“Grazie, faccio da sola.” Sussurrò, prima di rimettersi in piedi. Poi fu lei a tendergli la mano.
“Io sono Sophie, non mi pare di conoscerti...”
Il ragazzo la strinse con forza.
“Nicholas.”Sussurrò sorridendo. “Infatti, mi sono trasferito da poco da Durmstrang.”
“Oh... sei tedesco?”
“Russo.”La corresse ridacchiando.
“Non si direbbe dal tuo accento.”Gli fece notare la ragazza, sollevando un sopracciglio.
Il moro sorrise. “In effetti, mia mamma è inglese.” Sottolineò.
“E ti hanno messo in Tassorosso?”Chiese sollevando anche l’altro. “Voglio dire, Durmstrang non è una specie di scuola militare?”
Nicholas ridacchiò. “Non tutti i Tassorosso sono deboli.” Disse con tranquillità.
“Oh...”Sussurrò Sophie, fissandosi le scarpe.
“E tu... Corvonero?”  
La ragazza annuì.
“Non mi sembri secchiona e noiosa.”Replicò con una punta di sarcasmo.
La più piccola boccheggiò.
“Colpito e affondato.”Sussurrò, arrossendo. “Allora ci vediamo in giro, Nick.” Esclamò, ritrovando tutta la sua spavalderia.
“Ci vediamo in giro.”Sussurrò l’altro, prima di dileguarsi nella direzione opposta.
La ragazza sfilò dalla tasca il suo lettore MP3, in cui teneva tutte le sue canzoni babbane preferite, si infilò le cuffie e avviò la riproduzione casuale.

“Do you ever feel like breaking down? 
Do you ever feel out of place? 
Like somehow you just don’t belong 
And no one understands you.”

Sophie socchiuse gli occhi e cominciò a cantare quella canzone, di cui sapeva ormai il testo a memoria.

“Do you ever wanna run away? 
Do you lock yourself in your room?
With the radio on turned up so loud, 
That no one hears you screaming.

No you don’t know what it’s like, 
When nothing feels alright.
You don’t know what it’s like to be like me...”


L’unica cosa che squarciava il silenzio era la voce della ragazza.

“To be hurt, 
To feel lost, 
To be left out in the dark. 
To be kicked, 
When you’re down,
To feel like you’ve been pushed around. 
To be on the edge of breaking down, 
When no one’s there to save you. 
No you don’t know what it’s like. 
Welcome to my life.” 


Sorrise amaramente, di uno di quei sorrisi che solo quella canzone poteva farle nascere sulle labbra.
Si stupì di quanto quelle parole le entrassero dentro, isolandola dal freddo e dal mondo esterno.
Perchè si sentiva persa, presa in giro e senza nessuno in grado di salvarla, perchè ancora una volta era sola.
Non si accorse della lacrima che le solcò il viso, causandole un brivido di freddo.
Era fuori posto, senza nessuno che la capisse.

“Welcome to my life.”
 
Salve Popolo :D
Mi dispiace davvero tanto che l’unica a recensire si sempre Nika...
Pazienza. Già da prima di iniziare a pubblicare avevo deciso che questa fanfiction la sto scrivendo per me, per mettermi alla prova :)
Ci terrei comunque tanto al vostro parere :D
Avverto chi sta leggendo che Lunedì ricomincerà la scuola anche per me, e probabilmente aggiornerò molto meno frequentemente.
La canzone è "Welcome To My Life", dei Simple Plan.
Vi lascio con una foto che per pura coincidenza ho trovato.
Dopo il capitolo in cui Andrew correva per Hogsmeade cercando di mangiare la neve, trovare una foto in cui quello strano hobbit che è Darren Criss (da cui ho preso spunto per Andrew) si mette a fare essattamente la stessa cosa è stata una coincidenza fortunata xD
La posto qui, perchè al secondo o terzo capitolo (quello che è, insomma) non ci bada più nessuno.




Image and video hosting by TinyPic
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Heath Queen Bee