POSTA INDESIDERATA E PROFESSORI INQUIETANTI
<
Selene… Selene! >
<
Inutile Bethany, non la sveglieremo mai così >
<
Ahia! >
La
giovane De Vrie si tirò su di scatto sedendosi sul letto, incrociando lo
sguardo esasperato della Gardiner e quello divertito della Johnson, che ancora
aveva un grosso cuscino tra le mani.
<
Accidenti a te Angelina, una sveglia meno traumatica no? >
<
Chiedo scusa, miss Dormigliona 1989! Per inciso, io mi sbrigherei fossi in te,
non credo che la colazione resti al tavolo in eterno, e se per prepararti
impieghi lo stesso tempo che hai usato per svegliarti… >
< Ho
capito, ho capito! >
Selene
sbuffò, pensando che dopo tutto quello che aveva
mangiato la sera prima avrebbe anche potuto fare a meno della colazione e
dormire ancora un po’. A quanto pareva però il suo cervello e il suo stomaco non si trovavano molto d’accordo, così si alzò controvoglia
e cominciò ad indossare la divisa. Capì che avrebbe potuto fare con molta più calma quando si rese conto che il bagno era occupato da
almeno mezz’ora da (perché la cosa non la stupiva?)
Sfortunatamente,
nessuna delle quattro la sera prima aveva prestato granchè
attenzione al percorso che avevano seguito per raggiungere
<
Dannatissime scale! Già questa scuola è enorme e labirintica di
suo, pure quelle devono mettersi a complicare la situazione… non
riuscirò mai ad orientarmi in questo castello! >
Selene si
stava ancora lamentando quando le quattro giovani Grifondoro giunsero al loro tavolo, e si sedette sulla
panchina con mal grazia.
<
Mattinata difficile? > le chiese George (o Fred, di prima mattina e a stomaco vuoto abbandonò
completamente il tentativo di distinguerli). Lui sedeva rilassato di fronte a
lei, vicino all’inseparabile gemello e all’immancabile Lee. Tutti e tre
sorridevano soddisfatti di fronte ai loro piatti vuoti: evidentemente avevano
appena terminato una colazione gustosa ed abbondante.
<
Lascia stare, gemello numero uno, io ed il mio pessimo
senso dell’orientamento ti saremmo grati se evitassi di sfottere >
< Aha! Hai sentito Fred? Gemello numero uno! Quindi tu sei il
numero due, ovvero uno scalino sotto al sottoscritto,
come dovrebbe giustamente essere! >
Quello
che evidentemente doveva essere George sghignazzava
dando di gomito al gemello, che invece sembrava piuttosto contrariato.
< Aaaah zitto George! E poi io mi
guarderei bene dall’esaltarmi per i complimenti di una che si perde per trovare
A
quel punto entrambi i gemelli e Lee ghignavano rivolti verso la
ragazza, che si era appena vista scomparire sotto il naso la caraffa di succo
di zucca che stava per afferrare, insieme a tutte le altre pietanze presenti sulla
tavola, ad eccezione del misero toast che teneva in mano.
<
Perfidi > pensò Selene < infierire così su una povera ragazza affamata, e
assonnata per giunta! Oltretutto non hanno tutti i torti, è
probabile che domani dovrò davvero alzarmi all’alba se voglio riuscire a
mangiare qualcosa, a meno che… >
< A meno che voi tre baldi giovani non mi facciate da guida
per tutto il castello fina a quando non avrò imparato ad orientarmi da sola
> concluse la ragazza ad alta voce, sorridendo.
I tre non
fecero in tempo a ribattere che un frullo d’ali annunciò l’arrivo dei gufi con
la posta mattutina. Tutte le teste presenti nella Sala si alzarono
contemporaneamente scrutando il soffitto (quel giorno nuvoloso e grigio),
ciascuna cercando un pennuto familiare in mezzo a quella masnada. I gemelli Weasley avevano un’ espressione
allarmata, che si vedeva raramente sui loro volti identici. Seguendo i loro
sguardi, Selene notò un gufo che svolazzava frastornato, apparentemente non del
tutto in grado di consegnare la grossa busta rossa che trasportava.
< Non,
non può essere… > cominciò George, incerto
< E’
mattina presto, Perce non può già... >
<
...ma no, è il primo giorno, mamma non farebbe mai... >
<
...una cosa simile > concluse Fred,
quando finalmente il gufo atterrò scompostamente sul suo piatto. Ora i due
gemelli erano decisamente tesi, e ne avevano un buon
motivo, infatti...
< Voi due incoscienti, farabutti, disastri
ambulanti! Nemmeno con i miei più grandi timori avrei
potuto immaginare che vi sareste cacciati nei guai già sul treno! Il povero Percy si è spaventato a morte, avreste potuto fargli male
seriamente... >
La voce
di quella che doveva essere la madre di Fred e George si diffondeva a volume altissimo dalla Strillettera, e proseguì su questi toni in una di quelle
tirate che Selene aveva sentito fare da sua zia Pauline
solo in rarissime occasioni, e si concluse qualche
minuto dopo, lasciando i gemelli attoniti e Percy
evidentemente soddisfatto.
Le reazioni
alla lettera, che naturalmente tutti i presenti nella Sala avevano sentito,
furono svariate: i Serpeverde presero a sghignazzare,
lieti di avere un buon motivo per sbeffeggiare qualche Grifondoro,
alcuni prefetti e caposcuola scuotevano la testa, indignati, ma più in generale
le reazioni furono contenute, soprattutto perchè due ragazzi del primo anno che
erano riusciti a farsi spedire una Strillettera
(evento già raro di per se) appena al loro primo
giorno, meritavano una minima parte del rispetto della maggior parte degli
studenti.
I due
gemelli comunque, dopo un attimo di smarrimento,
cominciarono a ridere in sincrono.
<
Questa volta mamma ha superato se stessa >
<
“Farabutti! Mentecatti! Incoscienti! “ oh Merlino >
< Una
cosa mai sentita >
I due se
ridevano a tal punto da riuscire a stento a parlare.
< Mi
dispiace interrompere questa esplosione d’ilarità, ma
tra poco comincia la prima lezione,ed io non voglio arrivare in ritardo, quindi
alzate le vostre chiappe e fate strada! >
< Ehi,
su questo punto non eravamo esattamente d’accordo! >
< Oh,
per me vale la regola “chi tace acconsente”, e nessuno di voi ha fiatato, ergo
avete accettato la mia proposta. >
Non
potendo controbattere, i tre si alzarono e Selene, ammiccando, fece un cenno
alle altre ragazze invitandole a seguire le loro nuove guide.
Quella
mattinata seguirono le lezioni di Incantesimi, Pozioni
e Trasfigurazione, materia che andò subito a genio a Selene, specialmente
quando riuscì a trasformare, senza particolari difficoltà, il suo fiammifero in
un ago dopo solamente due tentativi.
Anche nelle
altre due materie se la cavò piuttosto bene, e così era pervasa da allegria ed
ottimismo quando, naturalmente seguendo le tre guide già ben collaudate la
mattina, si avviava verso l’aula di Difesa contro le Arti Oscure.
Tuttavia
ne uscì assolutamente contrariata. Gray
(o meglio quell’odioso pallone gonfiato dalle sopracciglia
troppo appuntite) li aveva fatti sgobbare come elfi domestici, aveva dato più
compiti di Vitious, Piton e
Cosa che risultava ancora più antipatica alle ragazze Grifondoro, l’unica a non essere maltrattata era
Quello
che più infastidiva Selene era il fatto che, se tutti
i membri della classe dovevano penare per ottenere l’attenzione
dell’insegnante, per poi ottenere solo di essere bistrattati e umiliati,
E comunque il professore non la convinceva. Non le piaceva
come aveva squadrato Olivia, almeno quanto non le piaceva il modo in cui la
trattava, che peraltro riteneva alquanto sospetto.
Anche se a
quanto pareva i gemelli, ai quali stava trasmettendo i propri dubbi (le
ragazze, che evidentemente avevano un senso dell’orientamento migliore del suo,
erano già dirette in Sala Comune, mentre loro stavano andando in guferia: Selene aveva una promessa da mantenere) non li
condividevano del tutto.
< Ma dai Len... >
< A
proposito possiamo chiamarti Len? >
<
Selene è piuttosto scomodo... >
La
ragazza annuì impaziente.
< Comunque ammetto che Gray non è la
migliore persona del mondo >
< anzi
direi che è un inguaribile cinico incapace di ridere
>
<
anche se in realtà non è che Piton si comporti molto
meglio con la maggior parte degli studenti >
<
ovvero tutti i non Serpeverde che non se la cavano
bene come te in Pozioni, che per questo non puoi
essere rimproverata >
<
Secondo me più che altro ti brucia il fatto che sia
l’unico professore a cui non sei piaciuta fin dall’inizio > fece Fred ghignando.
<
Ma no, che dici. E’, non so, come una sensazione che ho dentro capisci? Quel tipo mi inquieta,
sento che devo starci attenta... >
< Ma
dai, è solo la prima impressione... Vedrai che
cambierai presto idea >.
Selene
avrebbe voluto ribattere, ma erano arrivati in guferia
così, mentre i gemelli la aspettavano fuori, cominciò
a scrivere una lunga lettera per Charlotte.
Stava
appunto cercando il barbagianni grigio di Tiffany
(non si era presa il disturbo di chiederle il permesso di usarlo, dopo il
piccolo incidente del treno le avrebbe sicuramente detto di no, quindi tanto
valeva arrangiarsi), quando il grosso gufo reale di
casa De Vrie planò elegantemente sul davanzale.
Selene
fece appena a tempo a chiedersi che cosa ci faceva lì quando
la lettera rossa che il gufo aveva appena lasciato cadere esplose e le urla di
zia Pauline le invasero le orecchie. Sentendo le
grida attraverso la porta, i due gemelli si fiondarono
nella guferia, preoccupati, ma quando videro la
grossa busta rossa e l’espressione a metà tra lo sbalordito e il divertito di
Selene, cominciarono a rotolarsi dalle risate.
Fortunatamente, la lettera della zia non era nemmeno lontanamente lunga come
quella della signora Weasley, e ben presto nella guferia tornò il consueto silenzio,
disturbato dai due gemelli che ancore ridevano fragorosamente.
< Oh bè, almeno zia Pauline ha avuto
la grazia di non mandare la lettera con la posta mattutina...o forse è solo Tiffany che non è stata abbastanza rapida
a spiattellare tutto >.
Aggiunse
due righe alla lettera per Charlie e poi richiamò il gufo
<
Avanti Aspian, visto che a casa ci devi andare comunque, tanto vale che ti porti dietro quella. >
Quindi
spedì il pennuto fuori dalla finestra con mal grazia e
si diresse a cena, scortata da Fred e George che ancora ridevano, evidentemente immensamente
divertiti dalla connessione telepatica che sembrava esserci tra la loro madre e
la zia di Selene.
La
mattina seguente Charlotte de Vrie rileggeva divertita la lettera della
sorella. Era sicura che se la sarebbe cavata alla grande, e non potè trattenere un sorriso leggendo le sue parole
entusiaste che descrivevano lo scherzo che aveva fatto
a Percy. Aveva aggiunto poi due righe alla fine della
lettera in cui le chiedeva di abbracciare la zia da parte sua per l’illuminante
lettera che le aveva spedito, ringraziandola anche per la sua presenza di
spirito nell’averla spedita solo la sera, non alla
mattina quando tutti avrebbero potuto ascoltarla.
Sua
sorella poteva fare dell’ironia quanto voleva, ma avrebbe probabilmente
scherzato molto meno se zia Pauline non avesse dovuto
occuparsi della più giovane delle nipoti, bloccata a letto da una terribile emicrania, non riuscendo così
a spedire la lettera quando voleva...
Chiedo umilmente perdono per il ritardo con
cui pubblico questo capitolo, ma nelle ultime settimane ho dovuto fare tutti i compiti che non avevo fatto queste vacanze u.u
Comunque in futuro spero di riuscire a postare una
volta alla settimana circa.
Poi, dovrei spiegare la storia del professor Gray... dunque, visto che Voldemort
aveva maledetto la cattedra di Difesa, e che Silente dice
che nessun professore da allora è mai rimasto per più di un anno, ho immaginato
che Raptor fosse stato appena assunto al primo anno
di Harry, e quindi ho inventato questo personaggio.
Infine, ringrazio di cuore le
persona che hanno messo questa storia tra le preferite e tra le seguite
e tutti quelli che ci hanno dato una letta... Però mi fareste ancora più felice
se mi lasciaste una recensioncina piccolina piccolina e se mi diceste che ne pensate ;)
Grazie e a presto
Lu