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Autore: _lu    16/09/2011    1 recensioni
Selene Felicity De Vrie, lunghi boccoli neri, occhi verdissimi, orfana dei genitori a causa di un attacco misterioso e improvviso della Mangiamorte Bellatrix Lestrange, si prepara ad affrontare il suo primo anno ad Hogwarts...Qui seguiremo la sua vita tra una migliore amica timida ma simpaticissima, due grandi amici burloni e combina guai (indovinate chi sono?), lezioni interessanti e malefatte di ogni genere.
Che dire, spero di avervi incuriositi almeno un pochino! E' la mia prima ff quindi vi chiedo di essere un po' clementi e di lasciare qualche recensioncina. Anticipo già che la storia farà parte di una serie che durerà all'incirca fino a dopo la seconda guerra magica...ne vedrete delle belle!
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix, Lestrange, Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, George, Weasley, Nuovo, personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
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POSTA INDESIDERATA E PROFESSORI INQUIETANTI

POSTA INDESIDERATA E PROFESSORI INQUIETANTI

 

< Selene… Selene! >

< Inutile Bethany, non la sveglieremo mai così >

< Ahia! >

La giovane De Vrie si tirò su di scatto sedendosi sul letto, incrociando lo sguardo esasperato della Gardiner e quello divertito della Johnson, che ancora aveva un grosso cuscino tra le mani.

< Accidenti a te Angelina, una sveglia meno traumatica no? >

< Chiedo scusa, miss Dormigliona 1989! Per inciso, io mi sbrigherei fossi in te, non credo che la colazione resti al tavolo in eterno, e se per prepararti impieghi lo stesso tempo che hai usato per svegliarti… >

< Ho capito, ho capito! >

Selene sbuffò, pensando che dopo tutto quello che aveva mangiato la sera prima avrebbe anche potuto fare a meno della colazione e dormire ancora un po’. A quanto pareva però il suo cervello e il suo stomaco non si trovavano molto d’accordo, così si alzò controvoglia e cominciò ad indossare la divisa. Capì che avrebbe potuto fare con molta più calma quando si rese conto che il bagno era occupato da almeno mezz’ora da (perché la cosa non la stupiva?) la Brinch. Dopo che l’odiosa ragazzina ebbe terminato la sua irrinunciabile lunghissima toilette e Selene potè finalmente usare il gabinetto a sua volta, scese le scale del dormitorio e seguì le altre alla volta della Sala Grande.

Sfortunatamente, nessuna delle quattro la sera prima aveva prestato granchè attenzione al percorso che avevano seguito per raggiungere la Sala Comune, un po’ per leggerezza, un po’ perché erano davvero stanche, così percorrerlo a ritroso fu un’ impresa tutt’altro che semplice. Fu solo grazie alla provvidenziale comparsa di un gruppo di Tassorosso che si affrettarono a seguire, se dopo tutto quel tempo perso tra scale rotanti e corridoi ciechi riuscirono a raggiungere le Sala.

< Dannatissime scale! Già questa scuola è enorme e labirintica di suo, pure quelle devono mettersi a complicare la situazione… non riuscirò mai ad orientarmi in questo castello! >

Selene si stava ancora lamentando quando le quattro giovani Grifondoro giunsero al loro tavolo, e si sedette sulla panchina con mal grazia.

< Mattinata difficile? > le chiese George (o Fred, di prima mattina e a stomaco vuoto abbandonò completamente il tentativo di distinguerli). Lui sedeva rilassato di fronte a lei, vicino all’inseparabile gemello e all’immancabile Lee. Tutti e tre sorridevano soddisfatti di fronte ai loro piatti vuoti: evidentemente avevano appena terminato una colazione gustosa ed abbondante.

< Lascia stare, gemello numero uno, io ed il mio pessimo senso dell’orientamento ti saremmo grati se evitassi di sfottere >

< Aha! Hai sentito Fred? Gemello numero uno! Quindi tu sei il numero due, ovvero uno scalino sotto al sottoscritto, come dovrebbe giustamente essere! >

Quello che evidentemente doveva essere George sghignazzava dando di gomito al gemello, che invece sembrava piuttosto contrariato.

< Aaaah zitto George! E poi io mi guarderei bene dall’esaltarmi per i complimenti di una che si perde per trovare la Sala Grande… e che nei prossimi giorni dovrà anticipare di parecchio la propria sveglia se vorrà frequentare le lezioni… non che riuscire a fare una colazione decente >

A quel punto entrambi i gemelli e Lee ghignavano rivolti verso la ragazza, che si era appena vista scomparire sotto il naso la caraffa di succo di zucca che stava per afferrare, insieme a tutte le altre pietanze presenti sulla tavola, ad eccezione del misero toast che teneva in mano.

< Perfidi > pensò Selene < infierire così su una povera ragazza affamata, e assonnata per giunta! Oltretutto non hanno tutti i torti, è probabile che domani dovrò davvero alzarmi all’alba se voglio riuscire a mangiare qualcosa, a meno che… >

< A meno che voi tre baldi giovani non mi facciate da guida per tutto il castello fina a quando non avrò imparato ad orientarmi da sola > concluse la ragazza ad alta voce, sorridendo.

I tre non fecero in tempo a ribattere che un frullo d’ali annunciò l’arrivo dei gufi con la posta mattutina. Tutte le teste presenti nella Sala si alzarono contemporaneamente scrutando il soffitto (quel giorno nuvoloso e grigio), ciascuna cercando un pennuto familiare in mezzo a quella masnada. I gemelli Weasley avevano un’ espressione allarmata, che si vedeva raramente sui loro volti identici. Seguendo i loro sguardi, Selene notò un gufo che svolazzava frastornato, apparentemente non del tutto in grado di consegnare la grossa busta rossa che trasportava.

< Non, non può essere… > cominciò George, incerto

< E’ mattina presto, Perce non può già... >

< ...ma no, è il primo giorno, mamma non farebbe mai... >

< ...una cosa simile > concluse Fred, quando finalmente il gufo atterrò scompostamente sul suo piatto. Ora i due gemelli erano decisamente tesi, e ne avevano un buon motivo, infatti...

< Voi due incoscienti, farabutti, disastri ambulanti! Nemmeno con i miei più grandi timori avrei potuto immaginare che vi sareste cacciati nei guai già sul treno! Il povero Percy si è spaventato a morte, avreste potuto fargli male seriamente... >

La voce di quella che doveva essere la madre di Fred e George si diffondeva a volume altissimo dalla Strillettera, e proseguì su questi toni in una di quelle tirate che Selene aveva sentito fare da sua zia Pauline solo in rarissime occasioni, e si concluse qualche minuto dopo, lasciando i gemelli attoniti e Percy evidentemente soddisfatto.

Le reazioni alla lettera, che naturalmente tutti i presenti nella Sala avevano sentito, furono svariate: i Serpeverde presero a sghignazzare, lieti di avere un buon motivo per sbeffeggiare qualche Grifondoro, alcuni prefetti e caposcuola scuotevano la testa, indignati, ma più in generale le reazioni furono contenute, soprattutto perchè due ragazzi del primo anno che erano riusciti a farsi spedire una Strillettera (evento già raro di per se) appena al loro primo giorno, meritavano una minima parte del rispetto della maggior parte degli studenti.

I due gemelli comunque, dopo un attimo di smarrimento, cominciarono a ridere in sincrono.

< Questa volta mamma ha superato se stessa >

< “Farabutti! Mentecatti! Incoscienti! “ oh Merlino >

< Una cosa mai sentita >

I due se ridevano a tal punto da riuscire a stento a parlare.

< Mi dispiace interrompere questa esplosione d’ilarità, ma tra poco comincia la prima lezione,ed io non voglio arrivare in ritardo, quindi alzate le vostre chiappe e fate strada! >

< Ehi, su questo punto non eravamo esattamente d’accordo! >

< Oh, per me vale la regola “chi tace acconsente”, e nessuno di voi ha fiatato, ergo avete accettato la mia proposta. >

Non potendo controbattere, i tre si alzarono e Selene, ammiccando, fece un cenno alle altre ragazze invitandole a seguire le loro nuove guide.

Quella mattinata seguirono le lezioni di Incantesimi, Pozioni e Trasfigurazione, materia che andò subito a genio a Selene, specialmente quando riuscì a trasformare, senza particolari difficoltà, il suo fiammifero in un ago dopo solamente due tentativi.

Anche nelle altre due materie se la cavò piuttosto bene, e così era pervasa da allegria ed ottimismo quando, naturalmente seguendo le tre guide già ben collaudate la mattina, si avviava verso l’aula di Difesa contro le Arti Oscure.

Tuttavia ne uscì assolutamente contrariata. Gray (o meglio quell’odioso pallone gonfiato dalle sopracciglia troppo appuntite) li aveva fatti sgobbare come elfi domestici, aveva dato più compiti di Vitious, Piton e la McGranitt messi assieme, e trattava tutti malissimo, per poco con la sua scortesia congenita non aveva fatto piangere una timida ragazza di Tassorosso.

Cosa che risultava ancora più antipatica alle ragazze Grifondoro, l’unica a non essere maltrattata era la Brinch, di più, in pochi minuti sembrava essere diventata la cocca del professore , le sorrideva sempre, condiscendente, la adulava in maniera inaccettabile. Già al momento dell’appello, quando i freddi occhi neri del professore avevano incontrato il volto scialbo di Olivia, il rigido insegnante aveva a stento celato un’espressione sbalordita, soffermandosi a squadrarla a lungo prima di passare al nome successivo.

Quello che più infastidiva Selene era il fatto che, se tutti i membri della classe dovevano penare per ottenere l’attenzione dell’insegnante, per poi ottenere solo di essere bistrattati e umiliati, la Brinch ci riusciva tranquillamente, e si prendeva tutte le lodi senza fare assolutamente niente.

E comunque il professore non la convinceva. Non le piaceva come aveva squadrato Olivia, almeno quanto non le piaceva il modo in cui la trattava, che peraltro riteneva alquanto sospetto.

Anche se a quanto pareva i gemelli, ai quali stava trasmettendo i propri dubbi (le ragazze, che evidentemente avevano un senso dell’orientamento migliore del suo, erano già dirette in Sala Comune, mentre loro stavano andando in guferia: Selene aveva una promessa da mantenere) non li condividevano del tutto.

< Ma dai Len... >

< A proposito possiamo chiamarti Len? >

< Selene è piuttosto scomodo... >

La ragazza annuì impaziente.

< Comunque ammetto che Gray non è la migliore persona del mondo >

< anzi direi che è un inguaribile cinico incapace di ridere >

< anche se in realtà non è che Piton si comporti molto meglio con la maggior parte degli studenti >

< ovvero tutti i non Serpeverde che non se la cavano bene come te in Pozioni, che per questo non puoi essere rimproverata >

< Secondo me più che altro ti brucia il fatto che sia l’unico professore a cui non sei piaciuta fin dall’inizio > fece Fred ghignando.

< Ma no, che dici. E’, non so, come una sensazione che ho dentro capisci? Quel tipo mi inquieta, sento che devo starci attenta... >

< Ma dai, è solo la prima impressione... Vedrai che cambierai presto idea >.

Selene avrebbe voluto ribattere, ma erano arrivati in guferia così, mentre i gemelli la aspettavano fuori, cominciò a scrivere una lunga lettera per Charlotte.

Stava appunto cercando il barbagianni grigio di Tiffany (non si era presa il disturbo di chiederle il permesso di usarlo, dopo il piccolo incidente del treno le avrebbe sicuramente detto di no, quindi tanto valeva arrangiarsi), quando il grosso gufo reale di casa De Vrie planò elegantemente sul davanzale.

Selene fece appena a tempo a chiedersi che cosa ci faceva lì quando la lettera rossa che il gufo aveva appena lasciato cadere esplose e le urla di zia Pauline le invasero le orecchie. Sentendo le grida attraverso la porta, i due gemelli si fiondarono nella guferia, preoccupati, ma quando videro la grossa busta rossa e l’espressione a metà tra lo sbalordito e il divertito di Selene, cominciarono a rotolarsi dalle risate. Fortunatamente, la lettera della zia non era nemmeno lontanamente lunga come quella della signora Weasley, e ben presto nella guferia tornò il consueto silenzio, disturbato dai due gemelli che ancore ridevano fragorosamente.

< Oh , almeno zia Pauline ha avuto la grazia di non mandare la lettera con la posta mattutina...o forse è solo Tiffany che non è stata abbastanza rapida a spiattellare tutto >.

Aggiunse due righe alla lettera per Charlie e poi richiamò il gufo

< Avanti Aspian, visto che a casa ci devi andare comunque, tanto vale che ti porti dietro quella. >

Quindi spedì il pennuto fuori dalla finestra con mal grazia e si diresse a cena, scortata da Fred e George che ancora ridevano, evidentemente immensamente divertiti dalla connessione telepatica che sembrava esserci tra la loro madre e la zia di Selene.

 

La mattina seguente Charlotte de Vrie rileggeva divertita la lettera della sorella. Era sicura che se la sarebbe cavata alla grande, e non potè trattenere un sorriso leggendo le sue parole entusiaste che descrivevano lo scherzo che aveva fatto a Percy. Aveva aggiunto poi due righe alla fine della lettera in cui le chiedeva di abbracciare la zia da parte sua per l’illuminante lettera che le aveva spedito, ringraziandola anche per la sua presenza di spirito nell’averla spedita solo la sera, non alla mattina quando tutti avrebbero potuto ascoltarla.

Sua sorella poteva fare dell’ironia quanto voleva, ma avrebbe probabilmente scherzato molto meno se zia Pauline non avesse dovuto occuparsi della più giovane delle nipoti, bloccata a letto da una terribile emicrania, non riuscendo così a spedire la lettera quando voleva...

 

 

Chiedo umilmente perdono per il ritardo con cui pubblico questo capitolo, ma nelle ultime settimane ho dovuto fare tutti i compiti che non avevo fatto queste vacanze u.u

Comunque in futuro spero di riuscire a postare una volta alla settimana circa.

Poi, dovrei spiegare la storia del professor Gray... dunque, visto che Voldemort aveva maledetto la cattedra di Difesa, e che Silente dice che nessun professore da allora è mai rimasto per più di un anno, ho immaginato che Raptor fosse stato appena assunto al primo anno di Harry, e quindi ho inventato questo personaggio.

Infine, ringrazio di cuore le persona che hanno messo questa storia tra le preferite e tra le seguite e tutti quelli che ci hanno dato una letta... Però mi fareste ancora più felice se mi lasciaste una recensioncina piccolina piccolina e se mi diceste che ne pensate ;)

Grazie e a presto

Lu

  
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