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Autore: janisrose    17/09/2011    2 recensioni
in una scuola apparentemente normale si cela in verità un oscuro segreto dove anche il destino del mondo puù vacillare dalla giusta via
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente era di nuovo a casa, l'odore inconfondibile del muro appena dipinto, la tavola che come di consueto era apparecchiata per due con la tovaglia classica che lei a parer suo adorava la facevano sentire anche se di poco a casa, in un luogo dove finalmente poteva stare un po' tranquilla, senza cacciatori pervertiti che le facevano prendere spaventi su spaventi, senza vampiri che la facevano eccitare in momenti meno opportuni, tirò un sospiro di sollievo sedendosi a peso morto sul divano blu notte che avevano in salotto. Si mise sconsolata un braccio a coprirgli la fronte e guardando il soffitto pensieri indomabili invasero la sua mente ancora troppo agitata dalle troppe sensazioni di quei giorni così strani e fastidiosi. Quella sera aveva deciso lei di sua spontanea volontà di uscire da sola per perlustrare il cimitero, fece un leggero sorriso al solo pensiero, cimitero... lei che era una ragazza a cui in quel periodo doveva solo interessarsi di ragazzi o unghie da rifare doveva andare ad uccidere dei non-morti, come li chiamava Rufy, il suo nuovo amico anche lui mooolto strano! Non ne era sicura di quale fosse il vampiro che avesse ucciso, ma sapeva che faceva parte inevitabilmente della congrega di Zoro, lui, lui e sempre lui era la centro della attenzione di tutti, eppure quella sera dove anche il vento che con il suo ululato di silenzio si faceva sentire, percepì una sensazione vagamente diversa quando aveva ucciso il vampiro dai capelli neri e tirati all'indietro. Come arma usava delle lunghe lame, simili a Katane, che immesse nelle unghie delle dita trapassavano il corpo anche con un solo colpo. Non era tanto forte anzi, in quattro e quattr'otto l'aveva messo a K.O. così da ucciderlo infine, uccidere... quella parola le era ancora sconosciuta eppure quando teneva in mano il suo paletto, perché è così che si sentiva quando lo impugnava, sentiva che era suo... tutto scompariva lasciando solo che il potere trapassasse in lei e fuoriuscisse in ogni cellula per infonderlo al suo avversario. Era una sensazione troppo nuova, lei che non era affatto dedita alle sorprese e cercava continuamente di evitarle, però era così, non lo capiva neanche lei.
Rufy diceva che era l'esperienza della prima volta che tutto quello che ti veniva addosso ti lasciava quella sensazione di trance da farti stare in pensiero anche quando l'avevi ucciso, ma questo era quello che aveva detto Rufy, per ognuno era diverso, si disse, lei non era un'assassina e non voleva di certo diventarlo ora solo per una stupida favoletta scritta su pagine ingiallite dagli anni. Un brivido le corse lungo la schiena, si sentiva osservata era questo che aveva capito, durante quello scontro c'era qualcuno che la guardava, ne era certa, fin troppo. In particolare aveva sentito la sua presenza, quella impercettibile di lui... e stando in silenzio i suoi piccoli particolari le vennero in mente nell'oscurità della notte.
"Nami sei già a casa!" un uomo entrò dalla porta d'entrata sorprendendola in pieno, suo padre con un sacchetto, probabilmente della spesa, con alcuni alimenti all'interno lanciò la sua giacca su un sedia vicino a lui, la guardò per un bel po' con un sopracciglio alzato constatando che sua figlia ultimamente era veramente strana. Nami sorridendo a mala pena gli rispose a fil di voce
"si... oggi non avevo voglia di andare dai miei amici, volevo stare un po' qui a casa a riposarmi" da quando tutti i pomeriggi Nami andava al covo dei cacciatori a suo padre per nascondere cosa faceva aveva detto che andava dai suoi amici, che non aveva in realtà ma per non farlo preoccupare era meglio così, Gen la guardò con una bottiglia di succo a mezz'aria che solo poco prima la stava riponendo nella credenza superiore al fornello.
"sai, è da un po' che ti vedo.. come dire diversa.." riprese a parlare mettendo infine il succo al suo legittimo posto, lo disse con tale semplicità che sgranando appena gli occhi Nami si alzò completamente dal divano alzando di poco anche la voce.
"sarà la tua impressione! sono sempre stata così!" disse decisa, l'uomo che fissandola intensamente negli occhi rispose mettendo in ordine le ultime cose nel sacchetto di plastica.
"mi sembri più triste del solito, dico solo questo" e Nami a quel punto sgranò gli occhi, suo padre che le diceva questa, doveva ancora venire come sorpresa, lui che le diceva sempre che era la più solare di tutta la sua famiglia, lui che l'aveva sempre paragonata ad un diavoletto dai capelli rossi in miniatura.
"scusa papà non volevo essere così brusca, sta sera non ho tanta fame non preparare grandi cose mi basterà anche un panino dei tuoi!" disse sorridendo amabilmente e facendo venire allo stesso tempo un infarto a suo padre che vedendola così serena di punto in bianco lo sorprese tantissimo.
"ehm va bene" rispose flebilmente grattandosi la testa non capendo minimamente cosa le girasse per quella mente contorta. Shanks continuava a dirle che lei era quella predestinata, ma anche se come dicevano tutti il destino le era venuto addosso come un'onda gigantesca travolgendola in pieno, lei non era mai molto convinta. E quel giorno conoscendo anche più affondo Rufy i suoi dubbi si era come triplicati. Rufy era un ragazzo così solare che a differenza del fratello le era venuto quasi simpatico da ritenerlo un amico, la sua semplicità e allegria la facevano sempre sentire bene. Quel pomeriggio in particolare mentre l'avevano accompagnata in una grande stanza della chiesa per allenarla Rufy era stato tutto il tempo accanto a lei parlando del più e del meno, ma una domando continuava a girarle nella testa.
"Rufy tu da quanto sei qui?" chiese guardandolo negli occhi
"da circa quando sono nato!" disse sorridendole amichevolmente, Nami rimase a bocca aperta da quella affermazione
"cosa?!"
"si.. vedi io e Ace siamo orfani da quando avevamo un anno, e così un giorno Shanks ci ha presi e ci ha portati in questa chiesa che da allora è diventata la nostra casa."
"wow.. avete avuto un passato difficile, tu e tuo fratello"
"si! ma grazie ai nostri amici siamo sopravvissuti alla grande!" Nami spostò momentaneamente lo sguardo su Ace che combatteva imperterrito con Marco un altro dei cacciatori. Il ragazzo vicino a lei notando come lo guardava sicuro di se' disse
"so' che Ace non ti sta' tanto simpatico ma vedrai che col tempo riuscirai a capire quanto è divertente!"
"si.."
"Rufy!" con gran sorpresa di entrambi Bibi arrivò di soppianto regalando a Rufy un abbraccio caloroso, le braccia della ragazza gli circondarono il collo e con tutto l'amore che può provare una ragazza per il suo uomo, gli diede un bacio appassionato non curandosi degli sguardi furtivi o maliziosi di tutti gli altri cacciatori. Nami rimase a guardare Rufy inerme al contatto della sua ragazza ma qualcosa in lui non la convinceva del tutto, era come dire... freddo.
"sta sera usciamo insieme, ti aspetto dopo il tuo allenamento!" disse decisa guardandolo negli occhi appoggiando la fronte contro la sua per poi sparire regalandogli un ultimo bacio a fior di labbra. Rufy la guardò per tutto il tempo con uno sguardo di malinconia sul volto che Nami notò subito, così incuriosita gli domandò a brucia pelo
"ma tu sei veramente innamorato di Bibi?" Rufy girandosi di scatto la guardò stupito più che mai, e alzando le mani come a spiegare qualcosa di veramente complicato cominciò a balbettare
"m-ma che c-cavolo dici?! certo che mi piace B-Bibi! è la mia ragazza!"
"non sembrerebbe da come ti comporti!" gli rispose invece non cambiando la sua espressione.
"c-che vuoi dire?" chiese quasi non volesse sentire la risposta della ragazza
"che se fossi innamorato anche tu come minimo avresti sorriso al suo solo ingresso mentre tu sei rimasto con la stessa espressione di quando combatti appena l'hai vista! Forse sarà solo una supposizione soggettiva ma secondo me tu non ti comporti come se fossi innamorato" disse sicura di se'
"..."
"allora? cosa succede tra voi due?!" chiese più dolcemente avvicinandosi di poco a lui.
"vedi Bibi mi è sempre stata vicino, anche lei è una cacciatrice e una volta l'ho salvata da un demone portatore di linfa di fata!" continuò ad annuire con il capo Nami per poi scattare all'improvviso ed esclamare non capendo
"linfa di fata?!?! demone?!?! che storia è mai questa io sapevo che c'erano i vampiri ma non che esistessero pure i demoni!!! e poi che cacchio sono i demoni!!" chiese urlandogli in faccia, Rufy intimorito da quelle urla rimase zitto per un po'
"calma calma, non hai ancora letto il libro che ti ha dato Shanks?" chiese dopo poco riacquistando un po' di coraggio.
"no..."
"leggilo poi capirai.. comunque la linfa di fata è un liquido potente che rende la persona che lo ingerisce molto forte e rigenera i tessuti della pelle feriti! insomma quasi una droga!" interruppe nella conversazione Ace che da buon ascoltatore silenzioso aveva ascoltato tutto il discorso dei due non facendosi vedere. Nami lo guardò incolore, quello arrivava sempre nei momenti meno opportuni... gli ricordava molto una certa persona...
"si io la salvai perché era una schiava di quel demone, uccidendo lui e i suoi sottoposti, poi lei mi seguì in questo covo e da li imparò a combattere da vera cacciatrice!" disse guardando un punto indefinito del muro di fronte a se' come se ricordasse qualcosa di dimenticato.
"e ora arriva il bello!" si intromise nuovamente Ace facendo voltare il volto a Nami verso di lui
"un giorno si dichiarò rivelando i suoi sentimenti!"
"e lo baciò come in tutti i film romanticoni che hai visto fino ad adesso, schifosamente sdolcinato!"
"da allora stiamo insieme!"
"ma poi è saltata fuori quella vampira che da quando l'hai vista la prima volta non fai a meno di sbavarle dietro ogni volta che la vedi!" Nami stupendosi di quell'inaspettata affermazione da parte del moro guardò la reazione confusa e spaesata di Rufy ancora seduto a fianco a se'.
"ma che stai dicendo!!!" Rufy in agitazione continuava ad alzare le mani come a fermare un grosso masso che lo travolgesse, a Nami gli venne subito in mente quando Rufy combatté con quella splendida donna quando era prigioniera dei vampiri, quindi era lei la causa di tutto, pensò in quel momento!
"la verità e se non ti chiarisci con Bibi l'unico a soffrire sarai solo tu mio caro fratellino!" e come arrivò se ne andò senza dire nessun'altra parola, da quel momento Rufy non aprì più bocca lasciando solo i respiri dei due a farsi sentire.
Nami ritornò al presente prendendo il pesante libro dalla sua cartella da viaggio/scuola dove metteva i libri e da poco tempo nascondendo anche i paletti, il libro con un tonfo era caduto sul letto davanti ad una Nami seduta a gambe incrociate, c'era disegnata una grossa stella a cinque punte sulla copertina marrone scuro leggermente rialzata. Con un magone in gola e lo stomaco chiuso aprì piano il libro rivelando le pagine ingiallite e logorate dal tempo, le prime pagine erano una specie di introduzione sul mondo che c'era prima del mondo, quando i mostri camminavano sulla terra e gli uomini non esistevano ancora
"origini del mondo dei morti..." disse flebilmente lasciando che quella frase riecheggiasse in tutta la camera, molti capitoli di quel libro erano dedicati ai vampiri e alla loro storia, in particolar modo uno le saltò all'occhio, un certo Lucci dai lunghi capelli neri segnato da molte cicatrici sulla schiena, che in uno scontro con una cacciatrice ci aveva rimesso proprio lei, poi di una donna che col suo amante andava in giro per paesi torturando ogni essere umano che incontravano solo per puro divertimento. Poi sfogliando lentamente le pagine fragili arrivò ad un capitolo dove i suoi occhi saettarono sulla figura che delineava la carta, un mostro, pensò subito vedendo le lunghe corna e la pelle squamosa che possedeva, un lungo brivido le percosse il corpo. Lesse che era un mangiatore di bambini dai capelli biondo-platino, ma era diverso da un vampiro, non beveva sangue, lui strappava i capelli di quei puri di cuore per poi succhiare tutta la loro giovinezza e restare vivo ancora a lungo. Inorridita da quella lettura cambiò subito argomento, e quelli erano i demoni?!?! Erano peggio dei vampiri!!!
Quel pomeriggio lo trascorse tra orrende letture e nauseabondi racconti di quel misterioso libro che tutti le dicevano di leggere, alla fine dedusse che forse era meglio che non lo aprisse neanche.  

In un luogo scuro opposto alla città in quello stesso momento, dall'altra parte del fiume una figura si estendeva incappucciata richiedendo la sua presenza.
"sono qui per il figlio del diavolo"
"yohohoho davvero?"
"si.."
"bene allora puoi pure farti avanti vampiro yohoho!"

  
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